Capitolo 3

 

RICAMBIO GIOVANILE CON CHI?

 

 

I miei critici  forse non ricordavano  le difficoltà obbiettive al conseguire il ricambio nella Azione Cattolica che aveva rappresentato il naturale bacino cui aveva attinto la DC prima che in detta associazione si annidassero le problematiche  della contestazione postconciliare  come non ricordano  le esperienze non riuscite  di avvicendamento  alla guida della sezione di Budrio per la mancanza di iniziativa degli eletti alla segreteria.

Nel versante dell’ associazionismo economico,  degna di menzione è la strana iniziativa de “ i giovani”  della Coltivatori Diretti  che per evidenziare il loro dissenso sulla  posizione politica  in   piena guerra fredda,  insieme ai colleghi della Confcoltivatori,  avevano promosso il  convegno al Cinema Filopanti  che l’ “UNITA’ di allora” pubblicizzò col titolo ”I giovani  della bonomiana dicono basta alla divisione di bianchi e rossi nelle campagne” per cui  all’on.Giovanni Bersani, in accordo con  l ‘on. Salizzoni presidente della Coldiretti che aveva dato il contributo alla manifestazione senza conoscerne esattamente le finalità, spettò il compito di concludere  la vicenda in un alveo politico  più consono  ai tempi di allora; forse gli stessi giovani in occasione delle elezioni della dirigenza della loro Cassa Mutua vollero organizzare una gita piuttosto di mettersi a disposizione per il trasporto degli anziani ai seggi elettorali.

Posizioni comunque minoritarie che non impedìrono che dallo stesso movimento   giovanile provenisse  la indicazione di  una qualificata rappresentanza  della Coldiretti nei gruppi consiliari della D.C. anche negli anni in cui evidente  fu la propensione  di  giovani cattolici  per le formazioni  della sinistra estrema:quando fu una giovane  cattolica ad annunciare il comizio in piazza Filopanti del “compagno ex comandante partigiano col nome di Jena che alcuni anni dopo sarebbe stato arrestato come capo delle BR dell’Emilia Romagna Toscana, era la  stessa che dall’ambone, con le invocazione dei fedeli aggiunse <<ora che finalmente  è morto Franco preghiamo che in Spagna ritorni la democrazia>>.

 

Nessuna critica proveniva dall’associazionismo cattolico per quanto avveniva nel palazzo comunale  dove il PSI, potendo costituire una maggioranza di centrosinistra con la DC, potè conseguire il record della   continuità di cinque  sindaci socialisti in grado di pilotare i diversi settori della macchina comunale, per  la incoerente   politica del doppio forno-al governo nazionale con la DC, a Budrio col PCI. Dalla posizione di Centro che rappresentò a lungo la maggioranza degli iscritti  della provincia di Bologna, Budrio compresa, inutile fu il richiamo alla sinistra interna per correggere  dal livello nazionale una situazione  che  avrebbe ridimensionato elettoralmente la DC    che, nel tempo,  a Budrio sarebbe passata dal 30%   al 17% dell'ultima competizione nella quale sarebbe stata presentata la lista DC.

 

 Nella dimensione della comunità locale più avvertibili sono state le vere ragioni delle propensioni elettorali per i partiti mentre le difficoltà  di appartenenti alle categorie autonome, artigiani commercianti,  e professionisti a esporsi nelle liste dell’opposizione   ne rendeva più apprezzabili le rare  presenze .

 

 

Purtroppo  fu  nella fase agonica della  D.C che  giovani di CL e dell’Azione cattolica, inutilmente invitati ad iscriversi alla DC in tempi migliori, maturarono la decisione di tesserarsi, e lo fecero a frotte  all’insegna della “discontinuità” dalla esperienza di chi li aveva preceduti nell’impegno politico,   pieni di  autosufficienza e mancanza di rispetto oltre che per l’ambiente nel quale accedevano, dei dirigenti politici  di quel momento.

 

Il ribaltone lo fecero quando parve loro fosse giunto  il momento di conquistare la  Democrazia Cristiana con un rinnovo della dirigenza locale  impossibilitata a ripresentarsi per l’introduzione di un vincolo al numero dei mandati, avvalendosi del segretario  provinciale Bergamaschi  col quale concordarono la presentazione di  una lista civica alle amministrative depurata dei candidati che avessero con la loro presenza contraddetto la ”discontinuità” politica all’insegna della quale avevano condotto la loro azione ”risanarice” della politica locale.

 

I  GIOVANI CATTOLICI PER LA DISCONTINUITA’ DELL’ESPERIENZA DEMOCRATICA CRISTIANA

  

Contando sulla collaborazione del segretario provinciale Bergamaschi concordarono la presentazione di  una lista civica alle amministrative  depurata dei candidati che avessero con la loro presenza contraddetto il  “rinnovamento” all’insegna del quale avevano fatto il ribaltone. Così da tale lista  vennero eliminati Cantelli e Selleri.

 

Miglior regalo di questo alla Lega e al MSI locale gli stessi destinatari non lo avrebbero potuto immaginare anche se la loro partecipazione alle elezioni è sempre stata vista, se non favorita dal PCI in quanto competitori della DC. Alcuni che in buona fede erano stati coinvolti in quella esaltante operazione, nel tempo, chi verbalmente, chi per iscritto,  ritennero di dovere  delle scuse a  quanti ne erano stati oggetto del ”cambiamento” a Budrio.

 

La sera stessa dei risultati elettorali delle amministrative il nuovo segretario del partito anticipò che avrebbe messo all’ordine del giorno della successiva riunione la soppressione della carica di presidente del partito che avevo proposto  ed accettato per evitare le possibili conseguenze esterne del “ribaltone”

 

Lettera del 11 dicembre 1993 al segretario del comitato comunale della D.C.                                                              

                                                                       

                                                                                  

                                                                                 Segretario del Comitato Comunale

                                                                                  Della Democrazia Cristiana

                                                                                  di Budrio

 

 

 

 

 In risposta alla tua(convocazione) del 7 c.m, ricevuta il giorno 10, sono a comunicarti che ritengo non sussistano le condizioni politiche e “ambientali” di una mia partecipazione alla riunione del Comitato Comunale e di una mia adesione al nuovo Partito Popolare.

 

  Ringraziandoti dell’invito colgo l’occasione per porgerti i miei distinti saluti.

 

                     Gabriele Cantelli

 

 

 

A un giovane amico che aveva partecipato alle vicende della DC locale e che ritenne di scusarsi con me, in forma scritta, per  non aver compreso per tempo la portata dell’operazione in atto nel partito a Budrio  risposi:

 

Carissimo…….

 Ti ringrazio di aver (ancora una volta) confermato quello che sei: un cristiano senza aggettivi e compromessi.

Il momento politico che stiamo vivendo richiede a chi si preoccupa della grande famiglia nazionale un impegno che per essere fruttuoso e disinteressato abbia dei chiari e limpidi punti di riferimento.

La comune fede deve spronarci a individuare le vie attraverso le quali esprimere proposte e soluzioni coerenti con gli ideali per i quali abbiamo speso gran parte della nostra vita incuranti della prospettiva che ci fossero imputati come colpa.

Qualunque cosa potrà capitarci, qualunque schieramento andremo a comporre non potrà mai impedirci di riconoscerci come persone sincere e timorose di contraddire gli insegnamenti che abbiamo assorbito nella Chiesa della quale facciamo parte, in un Partito che tanto ha fatto per l’Italia nonostante il cattivo esempio dei ”grandi”.

Il sacrificio del passato mi è abbondantemente compensato dalla fraterna amicizia di persone come te. Anche di questo oltre te ringrazio la Democrazia Cristiana che attraverso il comune impegno ha consentito di conoscerci e stimarci.

Con riconoscente e fraterno affetto

   Budrio 18 0ttobre 1994

                     Lele

 

Gli   innovatori del ribaltone, dopo l’esperienza del PPI di Martinazzoli, si distribuirono nell’Ulivo, DS, PD, F.I., Lega e, taluni  recentemente, nel  Movimento 5 Stelle.

Certo, l’analisi storica  sarebbe parziale  se si ignorassero le responsabilità  della Democrazia Cristiana e dei  partiti che successivamente  si sono impossessati del suo simbolo, il cui appiattimento nelle ragioni del potere, anche personale, aveva progressivamente assunto una connotazione non rispondente alle attese di gran parte dell’elettorato cattolico, ma è pur  vero che per le forze progressiste del nostro mondo cattolico fu molto più comodo, come lo è tutt’ora, non affrontare la realtà per quella che é per non compromettere i rapporti istituzionali col potere locale appena usciti dalle porte di casa, dei luoghi di ritrovo, dei circoli parrocchiali compresi, realtà che presentano, ove le si vogliano vedere, tutte le caratteristiche inquietanti di quella nazionale.