Cliccando sulle righe orizzontali in alto a sinistra si naviga nel sito. Troviamo Cantelli musicista, commenti sull'attualità e  Cantelli politico nella sua autobiografia intitolata: "Per non disperdere il senso dell'impegno politico nella D.C. di Budrio" 

Budrio, 13 marzo 2024    

Chi ha tempo non aspetti tempo

“Chi ha tempo non aspetti tempo!” é un proverbio di origine popolare che vuole ricordare quanto sia importante  evitare di sprecare tempo perché il tempo è prezioso. Più prezioso  per me che   che in questi giorni ho compiuto  84 anni, e avverto    la sproporzione  delle mie   forze  rispetto alla  quantità delle cose che ancora vorrei poter dire e fare e del tempo disponibile per trasmetterle attraverso gli strumenti telematici di facebook e il sito web al quale affido le considerazioni  di vecchio democristiano.

Mi avvalgo di detti strumenti  preoccupato della superficialità  e dello spessore di una politica  ormai commisurata alla personalità dei leader  inadeguata  ad affrontare una  questioni di portata epocale quale,ad esempio , è il fenomeno migratorio, per dichiararmi  in disaccordo    sia con  chi,come Salvini, della difesa  dei  sacri confini della Patria da una sorta di nuova invasione barbarica trae lo spazio di un nuovo nazionalismo,sia con chi di una accoglienza sfrenata fa l'alibi  dell'agognata alleanza  della  sinistra cattolica con quella marxista .

 Dai contenuti  dei miei interventi vorrei emergesse il senso   di un ripetuto   richiamo  all'intera area cattolica  nella constatazione della sua progressiva  irrilevanza, dopo la fine della esperienza democratica cristiana, per  l'accrescersi del numero  delle   forze politiche che ne rivendicano  la  discendenza, e per l'assestamento dell'attuale Magistero sulle posizioni  della sinistra cattolica che ne ha dichiarato la discontinuità della storia incuranti,  le componenti cattoliche tutte , distribuite come sono nell'intero panorama politico, di favorire la   strategia del “pensiero unico” .

 

                    I cattolici fra obbedienza  e  autentica partecipazione

 

 In altro capitolo ho richiamato alla memoria il mio reclutamento  alla Democrazia cristiana     in  un particolare momento della Comunità locale in cui la reazione  allo  spostamento  ad altra sede  di un parroco benemerito aveva determinato  dimissioni oltre  che dall'intero associazionismo cattolico, dal  partito alla cui organizzazione lui aveva fortemente contribuito sensibilizzando il presidente dell'azione cattolica uomini all'assunzione della carica   di segretario .Il racconto della mia esperienza  politica parte da allora per  portare il lettore ,lungo la nutrita successione  degli articoli pubblicati in questo sito, alla ben più ampia  e profonda ripercussione della sovrapposizione della Teologia popolare  alla Dottrina Sociale  della Chiesa,     alla quale aveva fatto riferimento l'impegno cattolico nei Comitati Civici e nella Democrazia Cristiana interclassista e solidarista, per l'assunzione  diretta della rappresentanza politica dei cattolici da parte dell'attuale Magistero sulla  posizione della minoritaria sinistra cattolica di orientamento dossettiano.

 La rivista dell'Ordine  gesuita Civiltà cattolica” che   giustifica l'attuale percorso della Chiesa ci dice:

<<.........Speriamo che lo Spirito Santo ci illumini affinché ogni nostro passo ci porti a «mettere vino nuovo in otri nuovi» (Mt 9,17)......

La Chiesa ha sempre bisogno di iniziare nuovi cammini, perché ha sempre la necessità di vagliare la sua adesione a Cristo e di rinnovare con umiltà il suo essere «serva» del Signore. In questa logica di conversione, ognuna delle cinque Conferenze ha segnato una tappa di ripartenza, un inizio  apriva la strada a nuovi inizi>>.

Esempio più calzante delle ripercussioni  del cambiamento  della impostazione politica del Magistero attuale rispetto alla linea dottrinale precedente  sia  la vicenda che condusse alla scissione delle ACLI con la creazione dell'MCL quando sotto la Presidenza di  Livio Labor  poi di Emilio Gabaglio  con il Congresso di Torino del 1969 e con il Convegno di Vallombrosa del 1970;detta associazione cattolica intraprese la  via socialista che tra i vari contenuti proponeva il ripudio del capitalismo, la lotta tra classi sociali ed una interpretazione in chiave marxista dei Vangeli.

 Una scelta  di percorso, quella tracciata a Vallombrosa dalle ACLI  in aperto conflitto rispetto con la dottrina sociale della Chiesa cattolica, iniziata con la Rerum Novarum di Leone XIII proprio  per la condanna del socialismo, che condusse al  ritiro degli   assistenti ecclesiastici alle ACLI  parte dei Vescovi della Cei , e alla sconfessione delle ACLI quale associazione cattolica da parte di   Paolo VI con il riconoscimento del MCL,  l'associazione nata dalla scissione, con l'indirizzo di benedicente saluto ai suoi dirigenti presenti all'Angelus di Piazza San Pietro . Una scissione che  non solo investì la dimensione religiosa , ma  comportò il   cambiamento della intestazione ACLI  delle  cooperative  delle quali i soci non avevano  condiviso i nuovi  indirizzi politici.

Una distinzione  di riferimenti ideali che  in tempi precedenti  aveva portato alla scissione del Sindacato con la creazione della CISL.

Vero è  che da  quei tempi  molta acqua è passata sotto , sopra , e al di fuori degli alvei originari della nostra bella ed accogliente regione, dove  dal canto di Bandiera Rossa  dei  tempi della dura  contrapposizione di classe  si è passati  a quello di “Romagna mia”più consona al solidale impegno a sanare gli effetti  delle  catastrofi naturali,  causate dalle  trasgressioni ed inadempienze sulle cui responsabilità politiche di governo non era certamente  opportuno indagare al momento dell'emergenza -

                                 

                                    Le ragioni del potere

 

 Con la riforma regionale   nuove leve di consenso si sono  aggiunte al clientelismo  esercitato nell'amministrazione locale del patrimonio edilizio , nella stesura e attuazione dei    piani regolatori, coi  cambiamenti di destinazione d'uso, le licenze edilizie e commerciali, con il rilascio delle   certificazioni delle caratteristiche attestanti i requisiti di accesso ai  contributi regionali,la gestione delle acque , l' abbandono della centuriazione romana ecc.ecc.                                               

Al capitolo 4 di questo sito rispondo al quesito se a Budrio esista un sistema di potere,domanda alla quale   diedi una risposta riportando l'estratto da un verbale di seduta del Consiglio comunale del quale mi piace sottolineare quel “perché proprio a Budrio”, che  il Sindaco Celli , da me sollecitato ,con la formulazione del Piano regolatore si    fosse  costituita  una  sorta di cordata che   si proponeva di conseguire utili di proporzioni inusitate. Un piano regolatore discutibilissimo,secondo l'opposizione, per la scelta della zona Creti il cui livelli di terreno per evitare allagamenti  avrebbe richiesto  un bacino di laminazione delle acque,  le modalità di acquisizione dell'area della Fondazione Zucchelli  con l'apposizione della pietra tombale sulla linea ferroviaria Bologna- Massolombarda ,l'urbanizzazione della zona   adiacente a  Villa Loup in in via Cantarana,l' intervento edilizio    delle aree di servizio del”Magazzino del grano” che ne ha reso  problematico l'impiego.

La risposta alla domanda che si poneva il sindaco Celli, che avrebbe passato al successore l'onere di realizzare l'intero intervento urbanistico, sta  nella evidente presenza di una regia in grado di mettere in cordata  le diverse espressioni del potere  non solo economico.

Di un sistema di potere  che con la presidenza Manzoli ho visto  all'opera  all'Istituto e  Officine Rizzoli    con    la   partecipazione a un concorso  promosso dall'Ente  del   consigliere d'amministrazione  dimissionario che,naturalmente,  l'avrebbe vinto, concorso   del quale,al contrario dei colleghi delle altre forze politiche,  non ne votai la graduatoria. Col risultato di vedere sparire  gran parte di quegli amici che  con me avevano condiviso  la battaglia per il riconoscimento degli Istituti Rizzoli ad Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e delle  Officine  quella di Istituto Nazionale di protesi.

Particolarmente significativa la scomparsa di   quegli  amici dipendenti  delle Officine  che   con l'assicurazione  del mantenimento del posto di lavoro  degli oltre settecento dipendenti da   parte di un  “tavolo di concertazione” al quale erano sedute con le  rappresentanze sindacali  i rappresentanti della Provincia,dei Comuni di Budrio e di Bologna,   con il trasferimento della sede originaria  di via Santissima Annunziata a Budrio in ragione di  un fantomatico polo protesico, hanno visto  il progressivo licenziamento della maggioranza  delle maestranze e  la conversione dell'area industriale  della sede originaria in area residenziale, per la realizzazione  di una preordinata  speculazione edilizia.

Comportamento, quello degli “amici” del Rizzoli che non si differenzia da quello dei  degli ex dirigenti  della D.C e degli altri partiti  che alla fine della  prima repubblica superando le selettive  procedure di ammissione previste per i nuovi soci ,hanno ritenuto di continuare a  gratificare la comunità locale   con la  assunzione della dirigenza della banca e della  fondazione bancaria alla cui presidenza avremmo visto approdare quell'amico divenuto primario al Rizzoli  partecipando al concorso dell'Ente  del quale era consigliere dimissionario. 

 Dall' esperienza di  35 anni di Consiglio Comunale a Budrio , 13 agli Istituti e Officine, a trentennale  presenza nel Comitato Provinciale di Bologna , sono   indotto  a ritenere  sussista  una sorta di terzo livello  che   vede partecipi personalità delle più diverse appartenenze politiche e  religiose in grado di influire  sulle decisioni delle Istituzioni.

 Quel terzo livello che anche ai tempi della più accesa  contrapposizione politica e di classe , ha svolto un ruolo di tavolo di concertazione  nel  quale si definiscono  cattedre, incarichi dirigenziali negli Enti Pubblici, gestione del territorio,del quale ho sempre denunciato il  ruolo di  copertura democratica riservato ai partiti. Dimostrazione della presenza di detto  sistema di potere  è  la ripetuta candidatura ed elezione  Casini  al primo collegio senatoriale uninominale di Bologna da parte di un PD ancora alla ricerca di una identità politica.    

                           La situazione politica attuale

 

Mentre sto concludendo questo mio nuovo intervento che  costituisce la sintesi di quelli pubblicati precedentemente la televisione sta trasmettendo i risultati delle elezioni regionali della Sardegna:

 -vince Alessandra Todde con il 45,4%- il candidato di centrodestra Paolo

Truzzu-

,Il centrosinistra ha ottenuto 290.31%,mentre il centrodetra 333.050, che equivale al 48,8%.Il voto disgiunto, quindi, ha molto penalizzato il candidato presidente Paolo Truzzu (FdI), che con 327.695 voti ha raggiunto il45%.

Con oltre 53 mila voti,il M5s si ferma al 7,8%, come secondo partito della coalizione del Campo largo di centrosinistra che ha puntato tutto sull’imprenditrice Alessandra Todde e alla quale il premio di maggioranza assegna 36 seggi(il suo incluso) nel nuovo Consiglio regionale. Segue l'Alleanza Verdi Sinistra  col 4,7% e quasi 32 mila voti. Progressisti di Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari e già candidato presidente nel 2019, chiudono con il 3% dei voti. Idem per Sinistra futura, così come Orizzonte comune, mentre la civica Uniti per Alessandra Todde raggiunge la soglia del 4%. Hanno premiato candidature forti e radicamento sul territorio. Altre liste più piccole hanno totalizzato meno dell'1%: Demos 0,7%, Fortza Paris0,9%, mentre la lista Partito socialista-Sardi in Europa raggiunge l'1,7%.

E' la prima volta che il Movimento 5 stelle guida una Regione, e la prima volta dal 2015 che il centrodestra viene sconfitto in una Regione che governava. Oggi è il giorno dell'esultanza per le opposizioni, con Elly Schlein che ha parlato di uno "squillo di tromba che fa bene a tutta la compagnia dei progressisti", mentre nella maggioranza partono le analisi della sconfitta.

A smorzare gli entusiasmi dei vincenti arrivano i risultati dell'Abruzzo:

Ma non sono i soli a dover fare i conti con gli equilibri interni: se a caldo è il tempo di ragionare per coalizioni (54,7% centrodestra contro 45,3% centrosinistra),  E in questo senso la fotografia del voto abruzzese è molto inteeressante La vittoria è di Fratelli d’Italia che supera il 24 per cento (seppur in calo di tre-quattro punti rispetto ai sondaggi nazionali), ma fa un buon risultato anche Fi, superando il 13 per cento. Sta peggio invece il Carroccio che, dal 28% di cinque anni fa, precipita al 7,6%, superato di molto anche dagli azzurri. Sul fronte opposto i dem sono secondo partito con oltre il 20%, in crescita rispetto alla scorsa tornata, mentre il M5s fa un tonfo e scende sotto il 7 per cento (contro ben il 20 di cinque anni fa). Infine Azione sta sopra il 4 e Avs appena sotto (3,63%). Tutti dati che saranno decisivi per gli equilibri interni. E non solo quelli regionali.

Per individuare la presenza  delle  28  forme associative che rivendicano  una diretta discendenza  dalla esperienza democratica cristiana bisognerebbe poter risalire ai nominativi dei  singoli candidati  e dai  voti da essi conseguiti    oresenti in entrambi gli schieramenti.

Nella coalizione di sinistra merita una particolare menzione la presenza alle elezioni sarde di Demos, la forza politica fondata dalla Sant'Egidio, a Budrio sostenuta dall'attuale Presidente della Cei Cardinale Zuppi,al quale ,oltre la devozione del ministero religioso  va riconosciuto il ruolo  di segretario politico dello schieramento a sinistra del Magistero della Chiesa Cattolica.

Dopo la compartecipazione a iniziative editoriali con esponenti della sinistra nella continuità di comuni esperienze della contestazione giovanile,  la individuazione del giardino massonico di Voltaire quale esempio di solidarietà  concludente   , gli indirizzi di saluto al Congresso Nazionale della CGIL e al convegno della corrente PD di Bonaccini, credo sia venuto il momento di una presa d'atto della attiva   partecipazione politica   dell'attuale  Magistero .

Lungo la china del relativismo dove  si intersecano i fattori della crisi politica e religiosa  ritengo  sia venuto il momento di affrontare le forzature storiche che con cinica disinvoltura hanno portato alla raffigurazione di Moro con l'Unità in tasca nel monumento eretto a Maglie e l'altra che attribuisce a De Gasperi la affermazione di una DC che marcia verso sinistra sulla quale intervenne Sturzo che sul Giornale d'Italia il 13 giugno 1958 :<<De Gasperi usò l’infelice frase essere la DC un partito di centro che marcia verso sinistra; infelice e contraddittoria, perché se la marcia verso sinistra è compiuta, la DC cesserebbe di essere partito di centro… Nessuno deve attribuire il dono dell’infallibilità nel trovare uno slogan; quello della ‘marcia’ fu uno slogan sbagliato”

Come ritengo  sia venuto il momento di fare chiarezza sulle prospettive di  una filosofia della prassi  che partendo  dai comportamenti individuali  intacca gli istituti essenziali della  famiglia e della assistenza  medica, di una teologia del popolo propone  un diverso ordine economico  rispetto a  quello attuale improntato al libero mercato e al consumismo  cui si imputa   la situazione di scarto in cui versano le fasce più deboli dell'organizzazione sociale invocando  il cambiamento della  la tipologia dei prodotti e dei  gusti della gente   ipotizzando la riscoperta delle  forme   di aggregazione comunitaria  autoritaria  in atto agli   albori del cristianesimo   che per la regressione rispetto ai livelli economici della maggioranza dei cittadini, non potrebbero non comportare l'avvento di forme autoritarie di governo   teoricamente di ispirazione  cristiana, praticamente di gestione marxista.

Tutti ricordiamo le attese  dell'attuale  pontificato che ,nell'arresto del sistema produttivo della prima fase dell'epidemia Covid intravvedeva  l'occasione dell'avvio del radicale auspicato cambiamento senza indicare con quali poteri e mezzi economici potesse essere   attuato.

Una questione quella di un nuovo assetto economico che ,nella attuale condizione di bilancio  dello Stato, da una parte vede l'attuale maggioranza di governo ,impegnata al rilancio economico e dell'occupazione,    dibattersi con i limiti di bilancio ai quali è richiamata a livelli di controllo europeo  fatta oggetto di  bersaglio delle critiche di una opposizione che  cavalca la necessità  di maggiori stanziamenti per affrontare le situazioni di criticità del sistema sanitario  ,la reintroduzione del reddito di cittadinanza,dell'aumento dei salari pur sapendo che in un sistema liberaldemocratico  non è riconosciuto al potere politico se non intervenendo con la leva fiscale per  dividersi  al suo  stesso interno al momento   della indicazione del capitolo delle  spese militari a favore dell'Ucraina  data  Conte alla richiesta di dove reperire le risorse necessarie.

                                Politica internazionale

Mentre sto scrivendo, i media trasmettono notizie  delle difficoltà dell'esercito ucraino  a respingere l'invasore per la  carenza di armi e munizioni  causa  il mancato stanziamento degli  aiuti promessi da Biden e non approvati  dall'ala  repubblicana in maggioranza in uno dei due rami del parlamento americano per le posizioni isolazioniste di Trump nei confronti dell'Europa e della Nato, posizioni  che rendono  necessario l'incremento delle spese  militari   dei Paesi dell'Unione europea a sostegno  della Resistenza ucraina   e per la loro stessa sicurezza  difronte alla concreta minaccia di ulteriori obbiettivi dell'espansionismo russo in Europa.

Questa è la posizione dell'Italia dell'Europa e degli Stati Uniti della Amministrazione Biden ,in netto contrasto con il ripetuto richiamo del Papa a cessare la produzione degli armamenti per uscire da un conflitto  che non ne rappresenta la causa, ma gli effetti, giungendo ad auspicare l'alzata della bandiera bianca da parte di Zelensky per la apertura di una trattativa di pace nella quale l'Ucraina avrebbe la forza contrattuale della parte perdente;questo il contenuto della recente intervista rilasciata da Papa Francesco alla stampa svizzera per le  cui reazioni é dovuto intervenire il Segretario di Stato Parolin:<<La prima condizione per la pace in Ucraina è mettere fine all’aggressione>>.

Sul versante mediorientale diviene sempre più intollerabile la sproporzione della reazione israeliana alla aggressione palestinese  per il coinvolgimento delle popolazioni in un conflitto del quale non si vede altra soluzione della giusta creazione di uno Stato palestinese ,soluzione che purtroppo vede la opposizione delle parti belligeranti. la attribuzione l''Italia del comando delle forze navali  mobilitate a proteggere la navigazione commerciali dalle ritorsioni del terrorismo  di sostegno a Amas  è rivelatore della considerazione per le missioni militari internazionali di cui gode il nostro Paese. 

Per affrontare problematiche  quali  le conseguenze sul sistema produttivo dell'abbandono dei combustibili fossili   e la minaccia di degenerazione dei conflitti in atto in  un  conflitto  nucleare di dimensioni mondiali si impone una partecipazione politica  consapevole dell'importanza del confronto  fra  una concezione  riformista di orientamento liberal democratico in grado di inserire   nel progresso economico le  fasce  più deboli attualmente da esso  esclusi ,  e le suggestioni  di  una alternativa dirigistica autoritaria  resa possibile  con l'incontro  della sinistra cattolica orientata alla teologia del popolo  con la sinistra storica  che ha comportato  la retrocessione dei valori della vita e della famiglia rispetto alle ragioni di una aprioristica scelta di campo a sinistra.  Dal contenuto  dei miei interventi è possibile cogliere   senso di  un    ripetuto  richiamo all'attuale Magistero  a rivendicare   la   identità spirituale della Chiesa  fortemente  compromessa da una progressiva conversione in Onlus per  far fronte alle conseguenze sociali   di un progressismo senza confini etici aperto alle proposte legislative più radicali, senza indicare  le soluzioni  alternative al sistema liberal democratico del quale auspica il superamento  in quanto responsabile della  creazione delle inaccettabili distanze  sociali senza riconoscere in esso  la fonte   delle risorse finanziarie della sua   forte patrimonializzazione e degli  interventi delle molteplici organizzazioni benefiche ispirate al solidarismo cattolico.

 

 

13/03/2024

Budrio, 7 novembre 2023

 

PER  RIOCCUPARE LO SPAZIO POLITICO COPERTO DALLA DEMOCRAZIA CRISTIANA NON BASTA LA RIAGGREGAZIONE DEI PARTITI CHE NE RIVENDICANO LA  DISCENDENZA

 

Per la iscrizione alla DC,a mio modesto avviso , non basta la riassegnazione  del suo codice fiscale . La stessa molteplicità  delle formazioni politiche che si richiamano alla passata esperienza   imporrebbe  un manifesto  rivelatore  della  identità  del partito nella realtà attuale  e di quella presenza politica che fino ad ora non è andata oltre la pubblicazione del suo statuto e degli   interventi di singoli esponenti  su piattaforme telematiche. Una " balena bianca"  arenata in prossimità di scadenze elettorali locali, nazionali e internazionali   non corrisponderebbe alla necessità  del Paese  di una iniziativa in grado  rappresentare la dimensione di centro   che fu della D.C:quello spazio   ora   rappresentato  più dalla defezione dal voto che dai consensi espressi nelle diverse occasioni elettorali dove i singoli partiti di riferimento democratico cristiano non hanno conseguito risultati  in grado di superare ,  anche con la sommatoria di quelli singolarmente  ottenuti  , le soglie richieste delle normative vigenti  per l'esercizio della rappresentanza politica.

 

Per liberare la "balena bianca" è richiesta  soprattutto  la volontà e l'autonomia in grado di riconoscere nell'attuale Magistero, in particolare nella presidenza Cei,l'assunzione della  rappresentanza effettiva  di quella sinistra cattolica confluita nel PD  e in DemoS , certamente più  interessata     alla paralisi dei  possibili competitori che  a una credibile  presenza cattolica    di  riferimento degasperiano.

Budrio, 4 novembre 2023

LA CEI E LA STRATEGIA DELLA COMPONENTE CATTOLICA PER L'ALLERANZA  DELLE SINISTRE ITALIANE

 

Avvenire del 17 marzo u.s pubblicando la notizia dell'intervento del cardinale Zuppi, presidente della Cei – al Congresso della CGIL di Rimini ne riporta i principali contenuti:

ACCOGLIENZA  DEI MIGRANTI

 <<L'utilizzo della paura è un oggettivo problema da affrontare>>andando  oltre la logica dell'emergenza: «Se restiamo nell'emergenza è terribile, non diamo risposte sicure, all'altezza». Si tratta di lavorare per costruire «sistemi di legalità, si sia all'altezza dell'umanesimo».«La prima cosa - ha ribadito - è salvare le vite e  non creare labirinti che complicano tanto.  creare sistemi di prima accoglienza. In quanti stanno nel limbo, attendendo documenti? Questo tante volte vuole dire lavoro nero. Bisogna invece scegliere con chiarezza guardando al futuro seriamente, creando meccanismi sicuri perché c'è un legame tra precariato e caporalato».

Zuppi ha sferzato la politica invitandola «a costruire percorsi. La solidarietà è un sistema che sconfigge le cause della disuguaglianza. La politica deve trovare risposte. Anche la Chiesa deve spingere perché ci sia una politica capace di mettere al centro le persone. Dobbiamo essere tutti un po' meno corporativi». Inoltre bisogna combattere contro le disuguaglianze per «aiutare tutti a guardare insieme al futuro».

Il presidente della Cei ha ricordato che non si tratta di fare «aggiustamenti. Il futuro richiede una grande alleanza. Se c'è una sperequazione enorme, questo crea disaffezione, tensione. Il sindacato ha tanta storia. Insieme costruiamo un futuro dove la solidarietà diventi pratica comune».

PACE

E a proposito della guerra in Ucraina, il cardinale ha ribadito come sia importante «evitare che parlare di pace significhi fare vincere qualcuno: questo è sbagliato e anche un po' colpevole. Dobbiamo darci gli strumenti per la pace». «Ci vuole la convinzione - ha aggiunto Zuppi - che la pace viene solo con il dialogo, che fa vincere l'unica pace. Dobbiamo fare di tutto, non dobbiamo darci pace per la pace».

 

«Non possiamo abituarci alle guerre e alla guerra che per noi è il terribile conflitto in Ucraina - ha concluso -. C'è la legittima difesa, ma deve esserci anche l'impegno fortissimo per far vincere l'unica cosa che permette di salvare la vita. L'Onu lo ha detto con chiarezza, con una importante risoluzione. Partiamo da quella e dal grande appello di papa Francesco di ottobre, a Putin perché accettasse il cessate per il fuoco e a Zelensky perché in nome della pace accettasse le proposte giuste. Bisogna far vincere la pace e la giustizia».

Il quotidiano cattolico Avvenire il 29 ottobre u.s riporta l'intervista allo stesso cardinale Zuppi nella duplice veste di presidente della CEI e arcivescovo di Bologna che aderendo all'invito ddi  Bonaccini interviene per video collegamento al raduno di”Energia popolare” la corrente interna al PD  che fa capo allo stesso presidente della Regione Emilia Romagna.

 Sotto il titolo

 

ZUPPI:L'EUROPA E'UN DESTINO COMUNE-NON POSSIAMO DISSIPARE 75 ANNI DI PACE  ne leggiamo i passaggi più significativi e la pure interessante premessa<<So che questa cosa del mio intervento a questo evento ha dato adito a un sacco di speculazioni. Ma si tratta solo  di un'occasione per<<ragionare insieme,discutere, a guardare avanti>> su un tema a cui tiene “l'Europa di Domani”<<e sono contento di poter dare, per quel che posso, il mio contributo<<spiega.

EUROPA

<<I nazionalismi e i sovranismi dividono, illudono di trovare una soluzione da soli. La grandezza di quelli che ci hanno regalato l'Europa e di quanti l'hanno portata avanti pur con tutti i limiti e i problemi, ci consegna invece una realtà diversa  che però deve crescere, non può restare sé stessa, deve accettare nuove sfide, guardare avanti e vincere l'euroscetticismo. Al contrario dobbiamo ringraziare l'Europa  che ci aiuta ad avere un contenitore capace di mettere insieme realtà diverse, nazioni diverse,tradizioni diverse<<.Un <<Europa in cui c'è tanto umanesimo cristiano, tante storie, tante visioni che si uniscono.>>...A proposito di visione, il cardinal Zuppi ricorda David Sassoli<<a cui dobbiamo tanto. Il suo ricordo ci sollecita a non essere in qualche nodo euroscettici, quando  pensiamo di guardare i problemi di casa nostra senza unirli a quelli di questa bellissima casa comune. Occorre<<un'Europa diversa, migliore. Ma <<senza l'unione i singoli Paesi si  di fronte a difficoltà insormontabili, e non dobbiamo mai confondere indipendenza e sovranità, e cedere  della prima aiuta a difendere la seconda>>...<<Gli Stati nazionali europei non sono in grado da soli di fronteggiare le sfide della globalizzazione, della guerra da soli>>.

.Ricorda  l'immagine che papa Francesco  usa spesso, per descrivere l'Europa.il <<saper guardare insieme l'Alto e la realtà concreta. La via maestra è il patrimonio culturale dell'Europa, che è nato, cito lui, dall'incontro fra Gerusalemme,Atene e Roma. L'incontro fra la fede in Dio di Israele,la lezione filosofica dei greci, il pensiero giuridico di Roma.

 E sui<<nodi fondamentali, come l'accoglienza, la lotta ala razzismo, la riduzione dell'esclusione sociale<< deve soccorrere questa tensione a occuparci delle cose concrete con l'occhio che guarda in alto.<<papa Francesco usa l'immagine della scuola di Atene di Platone e Aristotele, con il primo che punta il dito verso l'alto, verso il mondo degli dei. Verso il cielo, il secondo ha le mani avanti, verso la Terra e le realtà concrete. Un Europa che non perde la sua anima<<sa rispondere alle tante sfide che ha davanti>>.

 

LA GUERRA IN UCRAINA E IL CONFLITTO  IN TERRA SANTA

Costituiscono una grande sfida per scegliere  le risposte adeguate.

Zuppi descrive papa Francesco come un <<uomo figlio dell'Europa che si unisce all'America Latina. Suo zio-ricorda- combatté la prima guerra mondiale<<Ed è questo sogno  di un'Europa che unisce cielo e terra che vi affido. Sogno un 'Europa che valorizza le persone malate e anziane perché non diventino improduttivi oggetto di scarto. Un'Europa in cui essere migrante non è un delitto, bensì invito a un maggiore impegno,Un'Europa della bellezza, della cultura e di una vita semplice, non basata  sul consumismo,Un'Europa delle famiglie, che promuove la nascita dei figli.  Europa il cui il suo impegno per i diritti umani non diventi un'utopia,.Su questo, conclude Zuppi, abbiamo tutti una grande responsabilità>>.

                                        …...................................................

 

 Alla tentazione di commentare ogni passaggio degli interventi del Presidente della CEI  arcivescovo della Diocesi  di Bologna   al Congresso Nazionale della CGIL  nazionale tenutosi a Rimini  e  al raduno  di “Energia popolare”la corrente interna del PD che fa capo a Bonaccini tenutosi a Firenze, preferisco riportare  il mio pensiero   sulla crisi in atto  della Chiesa cattolica   espresso nel  confronto  facebook .  

 NAPOLITANO PROVA DI ONESTA' INTELLETTUALE DI  UN PROTAGONISTA DELLA STORIA POLITICA  DEL PCI E DEL NOSTRO PAESE

  Presidente della Repubblica, in un intervento sull'Osservatore Romano-febbraio 2013- dichiarò"È stato impossibile - se non per piccole cerchie di nostalgici sul piano teoretico e di accaniti estremisti sul piano politico - sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d'impronta comunista”.

 

La mia risposta  facebook al commento al mancato segno della croce  del Papa  nel suo omaggio alla salma :

 

  “Il vero problema emerso nella Camera Ardente non è quello che il il Papa per rispettare la volontà dell'illustre scomparso non ha fatto il segno di quella Croce che comunque lui indossava sull'abito religioso perché Napolitano secondo quanto detto dal card. Ravasi ,il Presidente emerito non era distante dalla concezione di una dimensione ultraterrena del mondo che avrebbe potuto vederlo degnamente collocato in quel  “cortile dei gentili" che nel tempio di Gerusalemme separava chi era di religione ebraica dagli altri visitatori. Il problema di fondo emerso dallo svolgimento della cerimonia nell'Aula parlamentare , rimane quello di un Napolitano che avendo dichiarato fallimentare l'utopia politica che per un autentico progresso presupponeva il superamento delle credenze religiose , per causa di forza maggiore, non avrebbe completato il suo percorso di dialogo coi suoi interlocutori altamente qualificati , mentre chi chi è intervenuto in abito religioso alla cerimonia laica , più o meno consapevolmente sta percorrendo l'itinerario verso nuove esperienze di quel socialismo reale che lo stesso Napolitano ha collocato fra gli errori del suo passato”.

Papa: mi dicono che sono comunista ma l’amore per i poveri è nel Vangelo

«Terra, lavoro, tetto se parlo di queste cose mi accusano» dice Francesco incontrando i Movimenti popolari. «Chi ha bisogno non si accontenta di promesse, scuse o alibi»

 

Il Papa ha perfettamente ragione nel dire  che  chi soffre non  non accetta più  continuo rinvio delle soluzioni necessarie ad uscire da povertà e disuguaglianze  trasmesse  per successione  erediitaria. Quale il  il  modello di società in grado di cambiare sistema produttivo e i gusti della gente per  per attuare i nuovi stili di vita sollecitati nella convinzione dell'inadeguatezza dell'attuale libertà di mercato se non nuove liberticide esperienze di socialismo reale?  

 

 

 RISCOPERTA DEL SENSO DELL'IMPEGNO CATTOLICO    DI FRONTE ALLE INELUDIBILI   EMERGENZE E ALLA  SCELTA DELLE ALLEANZE  PER IL RINNOVO  DEL PARLAMENO EUROPEO

                                   

Il risultato delle elezioni politiche successive all'esperienza del governo Draghi che hanno  sancito il successo della destra  dell'attuale Presidente del Consiglio , i riflessi   dalla dipartita di Berlusconi  moderatore delle diverse fasi della esperienza  politica dello schieramento di centrodestra   oltre a rimettere  in discussione la fisionomia dell'attuale coalizione di governo, mettono in discussione  quella delle alleanze nel Parlamento europeo ormai alla vigilia della campagna elettorale per il  rinnovo.

 Per quanto riguarda il nostro partito,  all'impegno della sua dirigenza  per il riconoscimento della sua ininterrotta esistenza per via giudiziaria non ha corrisposto  il livello politico  necessario a difenderne  la fisionomia nella contesa dell'area di centro  di    partiti sorti dalla diaspora cattolica che non hanno saputo  andare oltre il ruolo di supporto alle ambizioni personali dei loro  leader o, nel caso del PD, alla continua  ricerca di una identità smarrita nel  sofferto percorso revisionista.  

Nell'attuale quadro politico si rende pertanto sempre più necessaria una rinnovata iniziativa politica dei cattolici consapevoli dell'essenzialità del senso della loro testimonianza  per impedire che le  emergenze nazionali  e internazionali  diventino l'alibi di strategie  che prescindano dal rispetto dei fondamentali valori  della vita,della famiglia , della libertà  dell'indipendenza e solidarietà dei popoli sanciti dalla nostra  Costituzione.

                                               …................................

Per rinnovata iniziativa dei cattolici è bene chiarire subito che la nostra  proposta   non è quella di un partito che,  ottenuto il riconoscimento legale della sua esistenza  avrebbe dovuto  riprendere il percorso politico forte dei meriti riconosciuti alla Democrazia Cristiana  da vecchi e nuovi concorrenti tutti in competizione  per appropriarsi dello spazio politico finalmente reso disponibile durante la sua assenza, ma è la proposta di  una “Nuova Camaldoli”(dal cui convegno uscirono i contenuti dell'apporto cattolico alla Costituzione), di  un corale impegno per corrispondere all'ineludibile  dovere di dare risposte autentiche e non strumentali alle ineludibili emergenze.

Perché il problema che si pone  è rivolto alla platea di quanti si riconoscono componente  “cristiana”nella vita sociale ,uomini e donne liberi dalle dimensioni di organizzazioni che nel tempo in gran misura hanno modificato la loro identità per intercettare “i segni dei tempi, accantonando il senso  ad  esse dato dai loro promotori  al fine di  contribuire  alla edificazione del bene comune.

La identificazione di aree politiche in destra e sinistra  votate alla conservazione o al progresso determinate da processi storici più o meno impegnati alla soluzione dei problemi  delle masse di diseredati abbandonati al loro destino di sottosviluppo spesso determinato per nascita ha finito per privilegiare alleanze politiche per le quali la presenza della cultura cattolica ,vedi per il marxismo,  a lungo è stata considerata frenante i movimenti  rivoluzionari  considerati motori della storia .

E' per l'ansia di essere  compresi per la stessa presenza di iniziative di solidarietà nei confronti degli strati sociali bisogni di ogni tipo di intervento sociale , a lungo anticipatrici dell'intervento dello Stato, ha finito per ridurre al livello di convinzioni private  le caratteristiche  del cristianesimo essenziali allo sviluppo naturale della società

Per  laici e religiosi cattolici si tratta pertanto di riscoprire il senso del loro impegno dalle incrostazioni del potere nel tempo che non hanno risparmiato nessuno, senza confondere  la missione degli uni e degli altri ,per considerare insieme le conseguenze di una realtà non più distinta in credenti e atei nella  discussione della vita e della morte di Cristo affermata da Nietzche  ,ma  su una  società che contando sulla  evoluzione tecnica e scientifica  sta sancendo  l'inutilità della presenza di Dio.

Un esame da compiere  tutti insieme per considerare  un  evoluzionismo che superando il confronto fra credenti ed agnostici nel Cortile dei Gentili,indica l'intreccio delle radici delle piante del giardino massonico  di Voltaire quale  esempio del suo  sviluppo armonico ,per giungere a  esprimere il nostalgico ricordo di laici e religiosi dei movimenti di contestazione ispirati ,con Marcuse, alla scuola filosofica di Francoforte  ancora presenti  per la trasformazione delle trasgressioni dei valori naturali. in indiscutibili diritti soggettivi. Saprà la sinistra cattolica svincolarsi  dalle  strategie rivoluzionarie  ispiratrici di una ampia  produzione  letteraria  nonostante il fallimento   dei regimi socialisti realizzati sul piano teorico e pratico della gestione del potere?

A fornici una autorevole testimonianza  della legittima presenza  di un pensiero   cattolico alternativa  al percorso culturale seguito da Zuppi e Veltroni nel libro  di cui ho parlato nell'articolo precedentemente  pubblicato interviene “ La libertà che cambia”,  scritto a quattro mani da monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, e Ferdinando Adornato, ex deputato e fondatore di “liberal”, che  sostanzialmente si posiziona sulla linea liberaldemocratica   della  D.C di De Gasperi che  impedì all'Italia  vecchie e nuove avventure autoritarie.  

Fisichella interviene  per denunciare la perdita di una  identità oscurata                                                                                                                                                                               e dissolta dalla “società liquida nella quale viviamo  , la rottura con un passato che genera crisi e causa  letture parziali della storia,come quelle proposte dal populismo mentre  abbiamo bisogno dell'impegno a non far venir meno le nostre proprie radici,la nostra identità, la nostra cultura. Di fronte alla frammentarietà di visione che lui contesta  per una prospettiva dell'unità del sapere e in tale orizzonte di pensiero,il  dovere   è quello di non eludere  la condizione di crisi in cui ci troviamo.Di fronte alla domanda  se la crisi dell'Occidente sia vera o falsa, egli ritiene,sopra ogni altra cosa che  il fondamento dell'Occidente  sia appunto la ricerca della verità.

Adornato premettendo che  l'Occidente nasce dalla rottura di un'idea metafisica del divino e dalle conseguenze del divino sugli esseri umani individua  detta verità nella  “centralità della persona”:<<Forse lo abbiamo dimenticato,ma la libertà  è davvero garantita solo da una società costruita  su questa verità: sul primato della persona.Non su quella dello Stato,Non su quello della Razza,non su quello della Classe. Tutte mitologie , queste ultime, che si fermeranno nel corso del tempo,negando proprio che il centro della storia sia l'essere umano......Abbiamo certo sconfitto i  totalitarismi,ma nel sottofondo della nostra coscienza  abbiamo accettato il loro”valoricidio”;Abbiamo smarrito la nostra identità persino vergognandoci di averla avuta. Pensiamo ad esempio ,al movimento “postmoderno”. Fior di  intellettuali hanno fatto a gara per dimostrare che non bisogna credere più in niente .La dichiarata fine delle ideologie non impedisce la permanenza della divisione  della realtà in conservatori  e progressisti:  conservatore chi accetta i concetti di Bene e di Male tramandati dalle Tavole della Legge che egli  giudica tutt'ora corrispondenti all'ordine naturale della vita, mentre  progressista  in omaggio al pensiero post-moderno è  chi non riconosce più come attuale qualsiasi  scontro di verità,considera il mondo al di là del bene e del male>>.

Alla   lunga e circostanziata esposizione da parte di Adornato degli  elementi  attualmente ritenuti necessari e sufficienti a individuarne la appartenenza  all'una e all' altra delle  due categorie Fisichella dichiara  di non riconoscersi completamente  nell'una o nell'altra quando in esse  sono presenti anche caratteristiche  in contrasto con  la sua  formazione religiosa. Questa   il taglio dell'opera dei di due autorevoli  intellettuali  ricca di  un respiro di libertà di analisi e di denuncia  che aiuta  gli attenti lettori a riscoprire  il senso dell'impegno politico  cristiano offuscato dalle attuali  aprioristiche scelte di campo.

 

 

 

 

IL (ni ) DEL  GOVERNO DI CENTRODESTRA NON E' UNA SOLUZIONE

Il 28 dicembre il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto che regola il lavoro delle organizzazioni umanitarie che compiono soccorsi in mare, in continuità con il cosiddetto decreto sicurezza bis, varato dal governo Conte nel 2019.


Secondo il decreto le navi devono fare ciò che in parte fanno già ed è stabilito dalle diverse norme internazionali che concernono il diritto del mare: comunicare tempestivamente alle autorità ogni soccorso effettuato, coordinarsi con loro nella richiesta di un porto di sbarco, avere tutte le autorizzazioni e gli equipaggiamenti previsti per il soccorso.

Per chi è ritenuto non in linea con la legge sono previste multe fino a 50mila euro (per il comandante e per l’armatore) e sanzioni che prevedono la confisca della nave per due mesi. Contro il fermo amministrativo della nave “è ammesso ricorso, entro sessanta giorni dalla notificazione del verbale di contestazione, al prefetto che provvede nei successivi venti giorni”.

Se polemiche che stanno montando con una Schelein  all'attacco del Governo per quanto si sta verificando con il blocco di navi per l'approdo in porti non autorizzati e per  la destinazione   in altri più lontani dal loro intervento di soccorso,in parte è offuscato dalle preoccupate reazioni di protesta dei sindaci  si trovano a dover  creare nuove strutture di accoglienza a fronte di quelle delle quali è stata esaurita la capacità ricettiva,questo rende ancora più necessaria una vera e propria politica dell'accoglienza che vada oltre l'allestimento in Italia di nuovi centri per il trattamento più umano dei profughi che sostanzialmente non cambiano il loro stato di rifugiati.

Una necessità che al di sopra di chi considera il fenomeno migratorio come automaticamente collegato al dovere dell'accoglienza prescindendo dalle condizioni economica  della nazione di approdo per una effettiva integrazione,cui è legata la  stessa  della persona, non può essere il banco di una polemica  opposizione alla  continua ricerca di una propria identità e nemmeno in una posizione quale quella di un centrodestra che per le sue condizioni interne non riesce ad andare oltre quel (nì) all'accoglienza che contraddice le speculazioni elettorali  promettevano la assoluta chiusura del fenomeno allo sbando e,ora, la credibilità di quel “piano Mattei” che stando al numero dei migranti accolti dal goveno della nuova maggioranza , non è certamente la soluzione dell'emergenza.

Come non si vedono prospettive a una politica di incremento delle nascite che giustifichi  una custodia dei confini per la purezza  della stirpe italica minacciata da quella che viene ancora considerata una delle tante invasioni barbariche cui si deve l'attuale nostro miscuglio di DNA e   rassicurante le preoccupazioni dei Ministri economici e della dirigenza dell'INPS che  nell'indice di denatalità vedono   la compromissione  di ogni possibilità di autentica riforma del Paese.

A richiamarci a un maggior equilibrio   nelle decisioni riguardanti la sovranità e  la concezione della  composizione  nazionale  del Paese, oltre a un Magistero ecclesiastico che  della   emergenza migratoria fa l'elemento necessario e sufficiente  per giustificare il suo schieramento politico prescindendo dall'attacco ai valori essenziali della vita e  della famiglia  , è la sempre più  eterogenea  formazione delle squadre nazionali in competizione nello sport  plastica rappresentazione del superamento di un anacronistico nazionalsovranismo.

 

 

NON SI CONFONDA L'IMPEGNO   CATTOLICO ALL'IDEAZIONE DEL  CODICE DI CAMALDOLI CON LA PARTECIPAZIONE ALLA STESURA DEL  PIANO B PRESENTATO AL MEETING DI RIMINI

 

    LA PARTECIPAZIONE AL CODICE DI CAMALDOLI

Leggo dalla edizione del Codice pubblicata in occasione del 70° anniversario:

Nel giugno del 1941  suscitano grande emozione le iniziative per la celebrazione del cinquantesimo dell'Enciclica Rerum Novarum quando il pontefice Pio XII  in radiomessaggio riprende i capisaldi dei temi tracciati da Leone XIII sull'uso dei beni materiali, sul lavoro e sulla famiglia<<I beni, da Dio creati per tutti gli uomini debbono aggluire equamente a tutti secondo i principi della giustizia e della carità....Ogni uomo,quale vivente dotato di ragione, ha dalla natura il diritto fondamentale di usare tutti i beni della terra, pur essendo lasciato alla volontà umana e terra  e alle forme giuridiche dei popoli di regolarne l'attuazione...Il tema della proprietà dei beni divenne centrale nel dibattito di quel momento, anche perché si trattava di gettare nuove e più solide basi che mettessero da parte le ideologie totalitarie del fascismo e del comunismo sovietico e la visione dello Stato assoluto come unico  responsabile dello sviluppo e del benessere....

..All'inizio del 1942,    la  “ Sezione Laureati” dell'Azione Cattolica approfondisce il tema<<Per una coscienza sociale>> e nell'estate successiva affronta il tema <<Valore dell'azione>>.....

<<Nel luglio 1943, nei giorni dal 8 al 24,a poche ora della caduta di Mussolini,un gruppo di professionisti e intellettuali cattolici si ritrovò nel Monastero di Camaldoli con l'obbiettivo di raccogliere le idee comuni per un documento>>sociale>> che, nella sostanza dei fatti,sarebbe diventato un vero nem proprio documento<<politico>> di importanza ben superiore alle stesse, pur elevate aspettative dei partecipanti. Il luogo era considerato sicuro perché da anni si svolgevano le Settimane sociali promosse dall'Azione Cattolica. ...Il tempismo non fu per caso, perché la Chiesa era ben informata  dei movimenti in atto intorno al Re,agli alti vertici dello Stato e alle forze politiche che ,alla fine del 1942, ancora clandestine, avevano preso a incontrarsi per discutere e prepararsi il futuro...>>

Il Codice quindi assume la sua concretezza soprattutto per la dedizione alla sua stesura di  Sergio Peronetto, una personalità di assoluta originalità e rilievo le cui scelte di studio universitarie e personali erano<< incoraggiate dalla sapienza e la straordinaria  maieutica di Montini>>  improntate a  << un approccio congiuntamente pratico e riflessivo>>.

E' allo stesso card.Montini che si deve pure  far risalire un ruolo ben più ampio della nascita della Sezione Laureati dell'Azione Cattolica,il rilancio dell'Istituto cattolivo di Azione Sociale.

Dalla breve sintesi contenuta nella pubblicazione  leggiamo”Il Codice è più vicino alle idee liberali di John Locke e John Stuart Mill,considerate la base logica  delle rivoluzioni del Settecento e dell'Ottocento.Il Codice ha quindi una duplice radice filosofica  sempre presente nella cultura  dei cattolici in politica,quella liberaldemocratica e quella  socialdemocratica , affermatesi con alterne vicende ed estremismi verso l'una o verso l'altra delle due filosofie dello Stato  che accettano il fondamento della sovranità popolare.....Se alla democrazia si attribuisce l'idea che la libertà è bene supremo, che la proprietà privata è un diritto deol cittadino e che è un dovere contribuire alle spese dello Stato ci troviamo difronte alla liberaldemocrazia; se la libertà individuale trova un forte limite nella partecipazione alla vita sociale, la proprietà dei mezzi di produzione è condizionata al perseguimento del bene comune e lo Stato ha il dovere di includere   benessere sociale le parti deboli della società, ci troviamo di fronte alla socialdemocrazia>>.

  IL 26 luglio 1943,giorno successivo alle”dimissioni” di Mussolini,venne clandestinamente pubblicato l'opuscolo “Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana ”, a firma Demofilo,lo pseudonimo scelto da  Alcide De Gasperi, alla cui elaborazione aveva con lui  aveva preso parte  una cerchia di   cattolici non presenti al  convegno di Camaldoli.

Dal libro rievocativo dell'impegno alla stesura del Codice apprendiamo:   <<L'elaborazione e la pubblicazione del   Codice avvicinava ora,  in modo decisivo, il vertice della Chiesa alla posizione e al programma politico di  Alcide De Gasperi, Questa élite professionale pensante si era assunta la responsabilità di dichiarare  esplicita adesione alla democrazia politica,offrendo così un contributo determinante alla nuova pagina della vita della nazione.>>     

                               

                                    INTERAZIONE   AL PIANO B

                                   LO SPARTITO SENZA PARTITO

Una intera pagina  di Avvenire parla del piano B come di un progetto politico,di una scelta doverosa che si prefigge di riscrivere il vocabolario economico, sociale e politico del Paese.....Perché <<Magatti estrae dal cilindro della storia  dei cattolici un<<potrei dire che è la nuova Camaldoli politica  ...lo strumento è un sito internet che chiede al lettore di contribuire alla formulazione di un vocabolario...Si parte da dodici parole  corredate da una prima descrizione:<<Origine, Europa,Beni comuni,Abitare, ,Educazione,Lavoro, Investimenti, Innovazione,Contribuzione e Giustizia>>.....Chiunque potrà  contribuire  e ci saranno anche momenti di discussione-....>>

Giancarlo Magatti presenta l'iniziativa :<<nasce perché c'è bisogno di un piano B in quanto c'è scontento sul piano A, cioè su quello che c'è, non parlo solo della politica , ma della sanità, dell'economia....Siamo arrivati alla fine di un ciclo e non si riesce ad aprirne un altro ….la scommessa dei promotori, che       provengono da diverse organizzazioni di area cattolica ,è che  esista già una   nuova teoria economica, che sia <<là fuori>> e che si debba solo fare            emergere, darle voce, per poi consegnarla  alla politica....>>

 Giancarla Giaccardi sociologa ed esperta di comunicazione ha spiegato che si tratta  soprattutto di <<vincere la memoria simbolica di questo tempo:attualmente le parole sono usate per sterminare gli avversari e noi  vogliamo recuperare invece una dimensione simbolica che rimette insieme, dia concretezza ai legami>>.

....Carla Collicelli  sociologa parla di <<Azione del basso>> e di passare <<dall'individuo al nodo>>.

…..Paolo Venturi direttore dell'Aicon,Centro studi Università di Bologna spiega come si debba insegnare agli italiani ad affrontare l'incertezza di una crisi con l'innovazione sociale.Nel progetto vi è un grosso contributo di Ecvonomy of Francesco rappresentata ieri da Giampaolo Riolo e Chiara Subrizi economista.

….Marco Bentivogli,coordinatore nazionale di base Italia  ha spiegato che se passiamo da una crisi all'altra è perché il piano A è vecchio.

....Alessandro Rosina demografo dell'università cattolica ha inquadrato l'urgenza di questa azione politica:<<Crollano le nascite e i giovani se ne vanno dal Paese. C'è un crollo della partecipazione:gli italiani non possono limitarsi a votare o ad esprimere la loro insoddisfazione sui social <<Il sito del piano B offre una nuova mappa che potrà crescere solo attraverso questa partecipazione....Leonardo Becchetti:<<Vogliamo far emergere con l'interazione  quelle realtà significative che possono dare un significato nuovo alle parole>>.

Il problema che immediatamente si pone ad un attento lettore  è quello dello spazio riservato all'interazione per la  stesura del Piano B per dare un nuovo significato alle parole per la sua identificazione quando  la scelta stessa del palco del Meeting mette a confronto la condizione di clandestinità dei promotori del Codice di Camaldoli  con quella degli attuali promotori di un opera  in un regime  di assoluta libertà di espressione e disponibilità di mezzi di comunicazione, avvalorando  l'ipotesi    del gradimento  a monte  da parte di un Magistero   che inequivocabilmente ,con l'attuale ruolo della  presidenza della Cei,  ha  assunto la rappresentanza politica  diretta dei cattolici italiani.

Quali le cause del ritiro del progetto politico del prof. Zamagni “Insieme”   che auspicava la convergenza cattolica in una iniziativa partitica per la difesa dei valori cristiani  e il senso della successiva  presentazione  di Demos promossa dalla Sant'Egidio se non  il suo deciso schieramento a sinistra, fra le cui  caratteristiche chiaramente compare “ antifascista” e non  anche anticomununista per non disturbare la già complicata esistenza del PD con lo schieramento al centro di una nuova formazione di cattolici?

Nessuna pretesa di chi scrive, della trattazione e dell'accoglimento degli argomenti nell'ordine e nelle modalità della loro elencazione da me proposti,ma la lunga  esperienza personale  mi induce a constatare  quanto la formazione acquisita nell'associazionismo cattolico,in un'epoca di imperante relativismo come l'attuale,   non basti a definire la   propria e la altrui identità politica specialmente quando  l'iscrizione dei giovani ai partiti, come avvenuto per la Democrazia Cristiana  e per il PD, sia stata  accompagnata dalla affermazione di discontinuità   della  loro storia , per tradursi in frazionismo , mancanza di rispetto ,oltre che per le sedi , per quanti  in esse   li hanno preceduti per la  testimonianza di  valori  condivisi ritenuti essenziali al bene comune.

 Prima di parlare di comunità educante ,proposta contenuta fra i vocaboli già indicati alla nostra attenzione, sarebbe bene che ognuna delle parti interessate a definire un progetto politico per l'impegno  dei cattolici  facesse une esame di coscienza delle  ripercussioni sulla società attuale del generale sbandamento provocato  da una  contestazione giovanile dai  precisi riferimenti filosofici marxisti   coi quali purtroppo,parlando di necessario rinnovamento generazionale, la Chiesa ha  preferito evitare il   confronto sostituendo progressivamente  la sociologia alla teologia  per assumere il ruolo di  ONG  fortemente patrimonializzata per la custodia museale delle opere d'arte e il soccorso delle povertà nell'intero territorio nazionale.

La mia esperienza politica   mi induce a proporre la trattazione anche  dei seguenti vocaboli :

Accoglienza,Ambiente,  Categorie e classi sociali,Creazione, Crescita, Despecificazione(perdita della comune  identità nel  percorso  revisionista),Discontinuità,Diritti naturali e soggettivi , Educazione, Economia,Fascismo,Fraternità,Genere,Giovanilismo,Giustizia sociale  Guerra  Ideologie e identità  politica,Impresa,Iniziativa privata, Istruzione, Internazionalismo, Liberaldemocrazia,Legalità, Libertà e sistemi economici, Mondializzazione , Movimenti politici, Nazionalismo-sovranismo, Prevenzione  per la tutela  e sicurezza  del territorio, Partito, Pluralismo,Processo storico,Profitto,Progresso,Religioni, Relativismo, Ricerca e sviluppo  tecnologico,Riformismo ,Rivoluzione, Scuola,Sistema fiscale e tributario,  Socialdemocrazia ,Comunismo e  socialismo reale,Solidarietà,  Stato centrale e autonomie locali, Uguaglianza,Valori non negoziabili.

La presenza fra i promotori dell'iniziativa di Megatti e della Gacciardi  ci riporta al loro precedente impegno alla pubblicazione del libro<<Nella fine è l'inizio>>  avvenuta nella fase precedente la scoperta e la somministrazione del vaccino anti Covid  sostanzialmente allineato  alla posizione di papa Francesco che nel disastroso evento individuava l'occasione  di cambiare sistema produttivo e i gusti della gente condizionata dalle pulsioni  di   un irrefrenabile consumismo .

 

Il piano B dovrebbe  delineare il percorso verso un sistema alternativo a quello del piano A nel quale ci troviamo ritenuto assolutamente inadeguato a intervenire per correggere le inammissibili disuguaglianze sociali, una sorta di  terza via rispetto al nostro sistema liberaldemocratico e a quelli autoritari succeduti ai  fallimentari regimi comunisti. Motivo per chi ritenga ancora essenziale l'impegno politico dei cattolici di verificare  la effettiva possibilità di partecipare a un comune percorso  in grado di coniugare giustizia sociale e libertà risparmiando al Paese    avventure autoritarie possibili anteponendo l' aggettivo cattolico alle esperienze di un passato che  , anche dopo la fine dell'URSS,  continua a pesare sulla  pace e la libertà dell'Europa e del  mondo.

 

 

 

Sull'iniziativa di Renzi

DOVE E QUALE  CENTRO ?

 

 

Io sono fra coloro che alle ultime elezioni politiche votarono Terzo Polo delusi  del centro dello schieramento di centrodestra  che stava assumendo una fisionomia politica diversa  per la perdiita della leadership  di un Berlusconi ormai giunto al capolinea di una carriera esaltante quanto  accidentata  ormai  inidoneo a partecipare alla gara in atto fra Meloni e Salvini per la sua successione, tanto meno per essere di riferimento dei voti   dell'area  un tempo democratica cristiana   ora contesa dalle forze politiche sopravvissute alle vicende giudiziarie di Tangentopoli.

Attraverso i mie precedenti interventi   non ho  mancato l'occasione  per dichiarare  quanto deludente sia stata la presenza delle forze politiche che nel tempo hanno rivelato la funzione esclusiva  di supporto  della carriera dei loro leader  incapaci di rivelare qualità che andassero oltre  andare oltre la loro esperienza  di portaborse di quelli autentici.

A confermare questo giudizio basti  l'esempio non esaltante  di un Casini pronto a tutto per rimanere in Parlamento, prima alla Camera poi al Senato, tranne che a rappresentare il  senso della presenza del Movimento cattolico nella storia politica nazionale,difensore di  quella  identità che lui stesso aveva rivendicato  per respingere al mittente la proposta di dar vita al “Popolo delle Libertà” unendo  Forza Italia,  Alleanza Nazionale e l'Unione di Centro di cui lui era il Presidente. Una scelta che   ha reso patetico il suo  passaggio nelle sedi del PD ,fregiato della sciarpa rosso blù del Bologna enblema  della squadra del cuore,quasi un lascia passare per  ottenere il voto degli antichi avversari. Come patetico appare il mio impegno di vecchio democristiano che continua a voler  difendere  un passato politico  degno di essere ricordato nonostante la rivendicata discontinuità di alcune componenti associative religiose   e di altre di ordine economico dalla storia della Democrazia  Cristiana pure essendosi con essa    resi beneficiari   delle riforme del sistema economico( col piano verde ,la trasformazione da Paese agricolo a industriale,il piano dell'edilizia agevolata per l'acquisizione della abitazione) e nonostante le  amnesie di quell'Autorità religiosa che della  scomparsa  della Democrazia dalla scena politica  ha fatto l'occasione per assumere direttamente la rappresentanza dell'intero movimento cattolico sulle posizioni di quella sinistra alla quale De Gasperi dovette rivolgere l'invito a “mettersi alla stanga” ,per le    continue intemperanze.

A mio modesto avviso, l'eco di quel  richiamo rivolto a tutti da Mattarella in visita con il Presidente della Cei Matteo Zuppi all'eremo di Camaldoli  per la celebrazione dell'80° anniversario del convegno dal quale  nacque il Codice che da esso prese il nome, rischierebbe di cadere nel vuoto se,almeno non venissero misurate le distanze da quel Piano B presentato nel palcoscenico mediatico del Meeting di Rimini come una sorta di nuova edizione, per   un rinnovato impegno dei cattolici,ovunque siano politicamente accasati, per affrontare le emergenze di uno sviluppo economico non rispettoso della persona e dell'ambiente.

La prima considerazione è che la redazione del Codice di Codice  venne assunta  da appartenenti all'associazionismo cattolico erano che dell'eremo avevano fatto la scelta del convegno per tutelare la clandestinità dell'iniziativa in un Paese ancora in guerra e che la loro identità si avvaleva  del  riconoscimento dell' Autorità religiosa rappresentata dal ruolo di Assistente spirituale esercitato del cardinale Montini nell'associazionismo degli universitari e nei laureati cattolici.

Altra  considerazione è che tale opera, frutto di detto impegno  , costituì la fonte delle proposte dell'area cattolica nella stesura della nostra costituzione, venne preceduta nella pubblicazione dalle “I ricostruttive”  della Democrazia Cristiana il giorno successivo alla caduta del fascismo, cioè il 26 luglio 1943 e che entrambi i documenti, pur nella diversità di posizioni all'interno del mondo cattolico,costituirono le fondamenta ideali del laicato cattolico, mentre rispetto ad allora,la rappresentanza politica è esercitata direttamente dalla  Autorità religiosa, ,particolarmente  attraverso l'attuale presidenza della Cei.

Con il dovuto rispetto,  volenti  o nolenti è con  detta realtà chi quanti intendono rappresentare l'area cattolica  che non si riconosce nel processo storico della componente di sinistra si  dovrebbe  confrontare quando, come sta avvenendo col piano B, quell'associazionismo  che ad essa fa riferimento, fa di esso una proposta che di fatto ha escluso dalla fase propositiva  quell'area liberaldemocratica di cui De Gasperi fu fra i principali animatori lasciando ,ad onor del vero,  lo spazio per intervenire per via telematica per una integrazione del vocabolario iniziato.

E' questa residuale dimensione politica  che dovrebbe risvegliare  dal torpore le  attuali componenti di centro che si contendono la rappresentanza dei cattolici di detta area, paga delle percentuali da prefisso telefonico che le rende partecipi  alleanze politiche di entrambi gli schieramenti   e in grado  di soddisfare le piccole e grandi  ambizioni personali dei loro aderenti, accedendo ai tavoli di compensazione situati nelle logge e nei salotti dove si decidono carriere e progetti.

L'annuncio di Renzi leader di Italia Viva di candidarsi alle prossime   Europee.  Incoraggiato dalla riduzione della percentuale dei consensi elettorali necessari    dal 4 al 3% commentato da Calenda  di Azione "L'idea di Renzi era evidentemente un'altra dall'inizio" purtroppo oltre a suggellare il divorzio dei due esponenti politici  mette una pietra tombale sulle speranze di chi  aveva salutato la loro unione nel Terzo polo come una possibile alternativa alle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra.

Le modalità dell'annuncio di Renzi , un'intervista al  Corriere della sera della sua  candidatura alle Europee nel collegio di Milano, con il brand “Il Centro” , purtroppo conferma  che il    avversario di un personaggio di indubbio livello dialettico     sia lui stesso, responsabile di aver determinato la sua caduta usando  l'autorità della  Presidenza  del Consiglio e le  indubbie  capacità comunicative  tanto da  preoccupare sostenitori ed avversari sull'uso delle  riforme costituzionali  sottoposte al vaglio referendario .

Ed ora,come allora, è sempre lui a rendersi responsabile di aver bruciato l'occasione delle prossime elezioni europee di giocare la carta della ricostituzione de “il Centro”  senza rivolgesi  all'intera area  per strumentalizzarla ad esclusivo supporto della sua candidatura ,saltando tutti i passaggi intermedi necessari a svelare la vera natura delle forze  politiche che ne  contendono  la rappresentanza.

 

 

5 Settembre 2023 

Budrio, 13 agosto 2023

METTERSI TUTTI ALLA STANGA

 

Questo l'invito fatto ,in occasione della cerimonia della consegna del ventaglio, dal Presidente Mattarella  non solo al Parlamento ma all'intera classe politica  per attuare gli interventi necessari e urgenti conseguenti i disastri climatici e  la realizzazione di quelli del PNRR da completare secondo gli accordi con L'Europa.

Una esortazione, quella di Mattarella  che lui stesso ha dichiarato di mutuare da De Gasperi per richiamare tutti alla difesa  del bene comune della dignità del Paese al di sopra delle normali  distinzioni e contrapposizioni del confronto politico.

Un riferimento storico, quello del Presidente della Repubblica che segue di pochi giorni la celebrazione dell'80° anniversario  della redazione del Codice di Camaldoli, l' iniziativa politica  dei militanti dell'associazionismo  che alimentò il contributo dell'area cattolica alla stesura dei principi fondamentali della Costituzione Italiana e le linee fondamentali dell'impegno nella Democrazia Cristiana  della maggioranza dei cattolici italiani alla rinascita del Paese dall'avventura fascista.

Il fatto che a rinverdire il significato della manifestazione celebrativa del Codice di Camaldoli oltre al importante intervento Presidente della Repubblica vi sia stato quello del Cardinal Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il momento storico che ci vede esposti agli eventi climatici e alle conseguenze dei una possibile terza guerra iniziata con l'invasione russa dell'Ucraina,non può non riportare chi di detto impegno cattolico ,al di sopra dell'età, si ritiene continuatore, a considerare quanto ancora i principi e i valori di riferimento siano essenziali  a una politica di contenuti che vada oltre le deludenti dispute del confronto di partiti personali per affondare le sue radici sulle questioni  che rischiano di rimanere  ancora a lungo irrisolte;in quella  che giustamente papa Francesco definisce non un epoca di cambiamento ma un cambiamento d'epoca .

Le mie considerazioni, purtroppo sono conseguenti oltre che all'esortazione all'impegno politico cattolico, alla lettura si una pluralità di pubblicazioni e di interventi di personalità del mondo cattolico, religioso e laico;anche di quella <<Non arrendiamoci>> di Zuppi e Veltroni che ,come ho già avuto modo di scrivere nel prevedente articolo, come esempio di impegno alla crescita  complessiva  ci hanno condotto,  con Voltaire, in un  giardino in cui la vita degli uni e degli altri dipende  fall'intreccio delle radici che trasferiscono da ogni  singolo  vegetale  ad  altri le sostanze che gli derivano dalla maggiore  esposizione  al sole, rappresentazione accattivante ma estremamente lontana dall'umana realtà dove la varietà di intelligenze , di livelli di cultura  , di  gusti personali spesso  sono  le condizioni della sopraffazione  dell'uno sull'altro.

Se la scelta interclassista e solidarista della Democrazia Cristiana ispirata alla dottrina sociale della Chiesa  consapevole delle esperienze di un progressismo di impronta marxista, e la politica delle alleanze democratiche costituì la piattaforma per l'inserimento dell'Italia  nel sistema economico e militare occidentale, quali i percorsi alternativi al riformismo dell'attuale  sistema liberaldemocratico ove esso non  sia più  ritenuto idoneo al raggiungimento dei  una maggiore giustizia sociale ? Quali i modelli auroritari alternativi alle fallimentari esperienze del socialismo di impronta sovietica, e dei suoi derivati russo e cinese in cui inserire la proposta  di legge avanzata dalle sinistre italiane di PD e  del Movimento 5 Stelle per la introduzione del minimo salariale di 9 euri orari che  esorbita dal sistema liberaldemocratico che riconosce  alla contrattazione fra le  rappresentanze sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro la determinazione delle condizioni di lavoro dipendente?

Per quanto riguarda i cattolici, la recente celebrazione dell'80° anniversario del Codice di Camaldoli  avrebbe dovuto  rappresentare non la occasione di nostalgiche rievocazioni, ma l'invito all'apertura di un nuovo percorso dei “liberi e forti” portatori  di una cultura della quale ,in ambienti religiosi e laici, troppo  si avverte   la attuale mancanza.     

A chi ,se non allo stesso papa Francesco che rispondendo a un intervistatore lungo viaggio di ritorno  in  aereo si pose la domanda  di chi abbia la capacità convocatoria  sarebbe riconosciuta la autorevolezza per riunire tutte  le componenti di una diaspora  che non ha dimostrato  di andare oltre  le ambizioni di potere  dei porta borse dei leader della Democrazia Cristiana  ,degli  orfani di  Berlusconi che li accolse  al  seguito, il ruolo dei dispersi nelle fila di un PD alla continua ricerca  di identità?

Questa volenti o nolenti è comunque la attuale situazione italiana dalla cui approfondita  verifica non potrebbero non emergere le responsabilità di ogni singola componente politica e religiosa, comprese quelle  quelle di quanti  continuano ad auspicare rivoluzioni più o meno dolci  omettendo un doveroso esame di coscienza di quanto  rimasto di quella contestazione giovanile  degli anni 60-70 da loro ricordata con la stessa orgogliosa nostalgia  dei reduci della gloriosa guerra 15-18 , sintetizzato da autorevoli  partecipi  e cantori del movimento in:  << sesso , droga e rock and roll>>*

 

Gabriele Cantelli

 

 

*Il primo uso della frase così come la conosciamo risale al 1969, sulle pagine del magazine LIFE, che in riferimento ai movimenti di contestazione giovanile dell'epoca scriveva: "La controcultura ha i suoi sacramenti nel sesso, nella droga e nel rock". L'espressione è decollata però nel 1977, quando il musicista britannico Ian Dury ha pubblicato il brano dall'omonimo titolo, ad oggi il suo singolo più famoso. Da allora, numerose variazioni sono state usate per nomi di film, show televisivi, libri, album e ovviamente altre canzoni rock.

Budrio, 13 agosto 2023      

 “God Save the Queer” Per Michela Murgia un addio militante

In migliaia a Roma ai funerali della scrittrice sarda tra letture dei suoi libri, partigiani, “Bella ciao”, pop e il canto della sua terra: “No potho reposare, non posso riposare”

l feretro, appena arrivato, è stato accolto da un lunghissimo applauso, diventato un'ovazione. In chiesa i figli d'anima di Murgia e grandi amiche e colleghe come Chiara Valerio, Chiara Tagliaferri, Teresa Ciabatti. Ci sono anche Roberto Saviano, Paolo Repetto, Elly Schlein, Sandro Veronesi e Lella Costa. Un'ammiratrice espone lo striscione God save the queer, la scritta che Michela Murgia aveva sull'abito di nozze. Tra gli omaggi floreali una composizione verde con il mirto e la corona di Roma Capitale.

 il funerale di Michela Murgia, un caledoidoscopico intrecciarsi di politica e passione, di fede e laicità, di ironia e di dolore, tra le canzoni dell’Azione cattolica, gli scrosci di applausi, Bella ciao, il Vangelo, i brani di Accabadora, il suo romanzo più bello, letti da uno dei suoi quattro “figli d’anima”, Alessandro Giammei.,

 “Figli d’anima”, definizione lanciata nel romanzo “Accabadora” nel 2009, della sua “Queer family”, quel nido d’amore senza legami di sangue “in cui le relazioni contano più dei ruoli” e dove i rapporti “superano la performance dei titoli legali e limitano le dinamiche di possesso”. I quattro ragazzi hanno condiviso la vita con Murgia per vent’anni, incluso il più giovane, Raphael. Con la madre di quest’ultimo, Claudia, la scrittrice sarda ha costruito una famiglia omogenitoriale fondata sull’affetto e la cura. Una famiglia queer completata dal marito Lorenzo Terenzi (sposato lo scorso 15 luglio “in articulo mortis”), attore e regista conosciuto nel 2017 grazie a uno spettacolo teatrale in cui Murgia era la protagonista.

Per Michela Murgia “Famiglia queer  ”significava Libertà, in tutte le sue accezioni: di espressione, nei rapporti interpersonali, nei ruoli, sessuale e nella sfera familiare.


Le  parole del card,.Zuppi  lette durate la composita  cerimonia funebre nella Chiesa degli artisti confermano il ruolo politico   della attuale presidenza Cei :

"Si preoccupava per gli altri in un momento così difficile per lei. Anche quando non eravamo d'accordo, Michela con la sua ricerca appassionata ci aiutava a trovare i veri motivi per non essere scontati e supponenti".

 

La  trasformazione della presidenza della Cei in segreteria politica per l'attuale Magistero  appare la scelta  più  consona in un'epoca di imperante relativismo della quale le polivalenti esequie della illustre scomparsa sono la più evidente espressione della confusione di sacro e profano.

Budrio 8 giugno 2023

 

DAL LIBRO “NON ARRENDIAMOCI”- EDITORE RIZZOLI” UN IMPORTANTE CONTRIBUTO DI QUALIFICATI ESPONENTI DELLA  SINISTRA  LAICA E CATTOLICA ALL'ALLEANZA DI CENTROSINISTRA E UNA CHIAVE DI LETTURA  DEI RIFERIMENTI CULTURALI DEL CONFRONTO .

 

Ad  accresce la  curiosità di comprendere il significato  di un  proposito che  presuppone una comune analisi e comuni obbiettivi di autorevoli   esponenti di due settori, quello religioso e quello politico

-mons. Matteo Maria Zuppi  giunto al vertice della Conferenza episcopale  dopo esperienze sacerdotali  che ne hanno visto la ascesa  nei diversi livelli della gerarchia sacerdotale, compreso il ruolo di  assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant'Egidio,-Walter Veltroni apprezzato pubblicista e regista dopo una lunga esperienza politica che lo ha visto Sindaco di Roma, direttore de l'Unità e segretario del PD.

Importante è conoscere l'età di entrambi nati nel 1955, che ha visto la loro amicizia iniziare e accrescersi nel periodo della  contestazione giovanile che ha segnato  oltre alla  storia del nostro Paese   formazione di Mons. Zuppi nel Mps della Sant'Egidio e di Veltroni nel PCI, i cui interventi, per il livello di entrambi, acquisiscono il valore di un contributo  al manifesto politico  dell'alleanza di centrosinistra del prossimo futuro.

 A  regolare il dialogo fra i due protagonisti del confronto  è  Edoardo Camurri ,apprezzato conduttore di importanti programmi televisivi  e autore di libri- nato nel 1975

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Ho ritenuto di riportare  in calce al mio commento la parte iniziale di una pubblicazione la cui lettura ritengo essenziale a chi voglia comprendere  le prospettive dell'incontro della sinistra cattolica con quella laica sulla base della trattazione dei  temi dell'egoismo , della paura, dell'indifferenza, della tristezza della guerra dei confini della morte.

Se la affermazione della fraternità  ribadita da entrambi gli interlocutori  spiana il terreno dell'interessante confronto, la diversità dei riferimenti culturali po' condurre l'attento lettore  alla distinzione  della fraternità dalla  fratellanza .

 A indurmi a questa distinzione è la  costatazione   che     la quasi totalità dei personaggi dei quali, dal coordinatore,  viene ricordato il pensiero  lungo    periodo storico cui si spazia il dialogo dalla Rivoluzione francese ai giorni nostri,   risultino  affiliati alla massoneria. Compreso Stefano Mancuso citato da  Veltroni.

Importante  la affermazione da parte  di monsignor Zuppi del  ruolo  politico  che  la  Chiesa  ha deciso di   svolgere direttamente  facendo tesoro,nella prospettiva della legalizzazione del fine vita della sconfitta dell'intransigenza  nelle battaglie conto il divorzio e contro l'aborto ,;<<IL punto è di evitare di ridurre tutta la questione a una contrapposizione ideologica  che non fa bene mai a nessuno …..Una esasperazione di condanna da parte cattolica ha impedito ad esempio la ricerca di spazi  dove provare ad aiutare tante donne  che magari, con una protezione, con un aiuto, con una sicurezza, sarebbero state invece messe  nella condizione  di portare avanti la loro maternità>>.Questa sostanzialmente la risposta alla posizione di Veltroni<<Forse è venuto il momento di affrontare il tema non in termini di eutanasia, ma in termini di assunzione di responsabilità di fronte alla sofferenza e al dolore  nel momento, conclusivo della propria esistenza>>. Un addolcimento delle definizione  di interruzione della gravidanza  al posto di aborto e di momento conclusivo della propria esistenza al posto di eutanasia.  Un  cambiamento  che potremmo inquadrare nella terza  delle quattro  priorità enunciate da papa Francesco nella Evangeli Gaudium ,quella  che colloca  l'unità  al di sopra del conflitto per avviare uno dei   processi di incontro  previsti  dalla   Evangeli gaudium ( la superiorità dell'unità sopra il conflitto  :accettare di - avendo    lo stesso mons. Zuppi citato il quarto parlando nel precedente capitolo dedicato all'indifferenza, per spiegare che il tempo è superiore allo  spazio perché,ha detto il Papa, lo spazio  può occupare solo il presente, mentre il tempo oltre il presente occupa anche il passato e il futuro. In sostanza l'avvio di un tale processo  legislativo del riconoscimento del diritto  a porre fine alla propria esistenza  eviterebbe  quella accettazione della  privatizzazione della fede  su un argomento sensibile   che  rappresenterebbe  una   eccezione alla circolarità dell'apporto delle diverse culture   alla rigogliosità del giardino, raffigurazione   “botanica”  della  società  che può aiutarci a comprendere le origini del pensiero unico.

Importante alla analisi la visione dell'insieme delle priorità elencate da papa Bergoglio 1 )la superiorità del tutto sulle parti (essendo più della mera somma delle parti)  nella visione poliedrica degli apporti culturali, 2)la superiorità della realtà sull’idea- perché la seconda è in funzione della prima senza essere superata da essa-Bisogna passare dal nominalismo formale all’oggettività armoniosa,3) la superiorità dell’unità sopra il conflitto-accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento con un nuovo processo-4)superiorità del tempo sullo spazio .

Dall'autorevolezza degli interlocutori e dal momento in cui è avvenuto il dialogo è possibile cogliere il senso della conferma   della priorità delle   ragioni  dell'incontro storico della sinistra cattolica con quella di derivazione marxista sulle ragioni della   fibrillazione in atto nel PD  per la  prevalenza  della Schlein nel confronto con Bonaccini candidato ufficiale alla segreteria di quel partito. Fibrillazione certamente accresciuta  dal risultato con lei   ottenuto alle recenti  elezioni amministrative.

In merito alla chiave di lettura  della presenza  della cultura massonica nell'impostazione  del confronto  in esame, sono a dichiarare di non avere alcuna posizione preconcetta nei confronti di esponenti massonici ad alcuni dei  quali sono  stato legato   da rapporti di amicizia e di  riconoscenza. Mia infatti fu la proposta della dedica  della strada che conduceva alla scuola media  Quirico Filopanti alla prof.ssa Camilla Partengo  che aveva proseguito la benemerita iniziativa condivisa   col prof Arturo Reghini, dopo la morte dell'insigne matematico, gran maestro della massoneria sepolto nel Cimitero di Pieve di Budrio  cui si devono le più autorevoli pubblicazioni riguardanti la branca pitagorica di detta associazione.

Quello che non accetto della massoneria è che la appartenenza diventi condicio sine qua non  della investitura  a   cattedre universitarie, primariati ospedalieri, dirigenza di Istituzioni pubbliche e private nel più clamoroso silenzio di un pluralismo di facciata  rivelatore della stessa indifferenza della società  alla conversione    di  parte qualificata  della  classe politica della Prima Repubblica  al  settore finanziario -si dice per la fine delle ideologie- quasi le fondazioni   bancarie  fossero di buco nero in cui, a fine percorso,  spariscono  le stelle.

 Stranamente questo è il panorama visto  dall'alto degli   Istituti Rizzoli, al cui riconoscimento di di Istituzione a carattere scientifico avevo contribuito nella veste di unico consigliere di parte democristiana, divenuto una sorta di  a osservatorio  e punto di riferimento del sistema masso-tecnocratico della intera  città,  che vuole la  riduzione della politica al ruolo di  mera copertura democratica della  servilismo    degli ultimi  ai  primi  della scala sociale.

Questa è la chiave di lettura di una realtà perdurante nel tempo nonostante  le   evidenti contraddizioni di  un PD  che , denunciando  le  profonde disuguaglianze,  pensa di superare il destino cinico e baro    cambiando  segretario  del partito senza toccare il sistema di potere  del quale  lui, a Bologna , è il principale garante.   

 

                                  COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO

 

Questo il titolo della  della  introduzione di  CAMURRI che per sottolineare la distinzione degli ambiti religioso e laico  ritene appropriato il ricordo del terremoto che ,nella ricorrenza di Ognissanti  del 1755 rase al suolo Lisbona  sterminando  anche i numerosi fedeli che stavano partecipando alle funzioni religiose e lo fa per dire che il luttuoso evento<< rappresentò la fine di molte cose:della fiducia in un Dio brandito come Ente supremo ordinatore del Cosmo, ma anche della fiducia che il mondo potesse essere raddrizzato grazie alla promozione della ragione umana a ruolo di portavoce di una natura sadica>>.

 Il ricordo di ciò che avvenne a Lisbona, consente al narratore di ricordare un personaggio di un libro di Voltaire, ad esso ispirato, chiamato Candide per dire :per quanto i cantori delle ideologie crollate a Lisbona passano tutto il tempo a tentare di conquistarne lo spirito lo fanno perché è lo spirito che loro manca. Sono predatori e hanno sete>>,

E dinnanzi a tutto questo Candide ascolta la ragione di tutti;è gentile ma poi, a un certo punto se ne va a spasso. E' una ginestra:alla fine vuole solo vivere  e far nascere qualcosa di cui prendersi cura. E non gli importa più di tanto se per farlo deve stare sulla lava o sulle macerie.<<Bisogna coltivare il nostro giardino>>, sono queste  le ultime parole di Candide ed è da queste parole  che inizia  che speriamo un po' gli assomigli.

….<<Le  vicende particolari di Candide sono il mondo, ciò che attraversa la sua coscienza ed è ciò che attraversa tutta la sua epoca:interno ed esterno, particolare e universale, mio e tuo, vengono separati soltanto da chi pretende di governarli e di sfruttarli. Il giardino è invece sempre il luogo della prossimità, della connessione tra i viventi. Ed è  per questo  che il dialogo che state per leggere è iniziato parlando di amicizia>>-

                 

                     Capitolo I   NON ARRENDIAMOCI ALL'EGOISMO

 

…..Se domandiamo alla natura <<Quali sono i più adatti:coloro che  sono  continuamente in lotta  tra loro, o coloro che si aiutano l'un l'altro?>>vediamo che i più adatti  sono, senza dubbio, gli animali che hanno acquisito abitudini e solidarietà ( Petrr  Kropotkin)

Veltroni

Matteo  e io siamo anici  dagli anni Settanta...era ed è una persona accogliente......,,Non si trattava infatti soltanto di accogliere le persone, ma anche le idee: quella diversità vitale che è la chiave dell'esistenza e che , come credo che emergerà nel corso di questo dialogo, rappresenta  la possibilità di ogni manifestazione e di ogni futuro possibile. A un certo punto, ovviamente, e come spesso accade nei rapporti tra i vivi le nostre strade si sono leggermente separate nel senso che lui ha deciso di indossare l'abito che indossa, mentre io ho fatto un'altra scelta.

A cinquantanni di distanza … non penso che quelle scelte abbiano compromesso il giardino comunque nel quale siamo cresciuti Matteo e  io insieme a tanti della nostra generazione: per noi la vita era  era la condivisione di tutto: dei fenomeni culturali e di costume ma per molti era sentirsi figli del proprio tempo....Storia e persone erano intrecciate come un glicine...Di fronte ai terremoti  non volevamo stare da soli, volevamo confrontarci per capire...Il colpo di Stato in Cile,il nostro primo 11 settembre..jan Palach,i Kennedy, Luther King-... Mi è capitato di ripensare alla febbre  di quei giorni, la stessa con cui vivevamo   il destino del popolo  vietnamita, e la confronto con la distanza, direi la freddezza ,con la quale l'opinione pubblica vive la tragedia che vivono le ragazze iraniane o quella delle vittime della guerra in Ucraina. Noi forse, a volte ingenui a volte no, non sapevamo neanche dove fosse El Salvador, ove fossero i tanti luoghi in nome dei quali combattevamo, però i ragazzi sbattuti  nello stadio di Santiago erano nostri fratelli e li sentivamo come tali. Adesso le ragazze massacrate in Iran vivono invece la solitudine della libertà, la loro battaglia si connette con grande difficoltà con la sensibilità e con ciò che colpisce l'opinione pubblica.....perchjè viviamo sotto una sorta di cappa ,una narcotizzazione dei sentimenti, una minore fiducia  in quella pratica  della accoglienza che evocavo.

Zuppi

..E' chiaro che l'amicizia con Walter non si fonda soltanto sulla sua durata. Conta anche molto l'aver vissuto insieme un'ansia, un'aspirazione, un utopia. Noi eravamo quelli che con tutte le diversità e con tutti i grandi confronti che si possono immaginare, coltivavano il desiderio di cambiare il mondo, volevamo sentire la nostra vita spesa per qualcosa...ero uno dei giovani  di sant'Egidio, sono stato nel Csp, nel Comitato di solidarietà popolare, <<Comunità>>..,,

La nostra generazione aveva una sicurezza che era data dallo slancio, dalla passione, dall'entusiasmo, dall'idea un po' millenaristica secondo la quale stavamo vivendo tutti un momento decisivo. Il mondo doveva cambiare da un momento all'altro .La conseguenza era la volontà di non rimanere esclusi dalla storia. Ora sembra che non siamo più in grado di accorgerci di  che capita, della sua importanza.  per esempio tutto ciò  che rappresenta il Pnrr :in termini di opportunità è senz'altro decisivo, ma viene percepito come un elemento contingente e relativo.

Tornando invece alla nostra generazione, tutto sembra relativo. Alla fine  resta solo quello che riguarda me. L'altro lato della verità è che stavamo vivendo un momento drammatico. A offuscare le menti e quindi l'amicizia-circolava un forte approccio ideologico alla vita, un orientamento che poi ha portato molti a fare scelte dissennate, incredibili, oggettivamente impensabili: usare la violenza pensando così di difendere l'idealità......

L'ideologia ha paura della cultura.  L'ideale invece la cerca, se ne nutre e non ha paura del confronto e della diversità.

Con Walter mi sentivo unito in questi ideali, cioè un'appartenenza chiarissima all'accoglienza, al confronto, a quell'umanesimo che è sempre un  grande deterrente contro le scorciatoie e le semplificazioni e quindi la violenza.

E' molto importante tenere presente questa differenza tra ideale e ideologia. L'ideologia produce una lettura iperpolitica dei qualunque cosa; tutto viene ridotto a tattica, a piccole convenienze e spesso volgarità-

CAMURRI :L'amicizia precede sempre le ragioni dell'amicizia-

Shopenauer<<Gli spiriti affini si riconoscono e si salutano già da lontano....ed è in questo senso che assomiglia a un giardino. Il giardino infatti è più grande della somma di tutti gli esseri viventi e non più viventi  vi abitano. E noi dobbiamo coltivare il nostro giardino:E' un giardino personale che, come sottintendeva lo stesso Voltaire, coincide anche con il mondo intero. Credo che spesso, nel corso di questa conversazione, vedremo come i due aspetti, quello privato e u pubblico, siano in stretto rapporto tra loro.

Veltroni

Il giardino  è <<il luogo ove si coltiva lo stare insieme e in cui,in questa cura continua  ,nascono piante diverse capaci di creare nuovi paesaggi e quindi orizzonti di senso possibili con l'immagine che invece oggi è più diffusa: quella che s'incarna nello slogan<<Non nel mio giardino>>......<<se coltivo l'egolatria do spazio al grande demone  di questo tempo, se invece apro il giardino, mi schiudo a considerare  che la felicità, l'armonia, il punto di rugiada, la serenità raggiungibile, sia data dal sistema di relazioni con gli altri, dalla possibilità di integrare, quindi di vivere più vite rispetto alla mia..E' questa la svelta essenziale, una scelta sia politica che individuale.......proprio nel giardino  che Matteo Zuppi e io frequentavamo, abbiamo assistito a questo passaggio. Abbiamo vissuto il tempo migliore della storia italiana dal dopoguerra ...la trasformazione da paese agricolo in industriale,la scolarizzazione di massa, le grandi suggestioni politiche e ideali, il Concilio  Vaticano II,il disgelo poi , a un certo punto, nel nostro giardino, hanno cominciato ad arrivare delle<<xyelle>>Una è stata la droga......Attraverso la morte di queste persone, noi infatti capimmo che quella ricerca generazionale e ideale di senso e di prospettiva, che avevamo scelto, non poteva appagare del tutto il bisogno di relazione e di motivazione ancora più profondi.....La seconda è stata il terrorismo,,,La distinzione che ha fatto Matteo Zuppi tra ideale e ideologia è l'essenza del nostro dialogo, del giardino che stiamo iniziando a esplorare.....Le ideologie sono sistemi chiusi, impermeabili, recinti entro i quali si deve stare ,pena l'espulsione e le persecuzioni. Tra  ideologie e sistemi autoritari infatti il confine è spesso invisibile. Credo che il vero problema della società occidentale dopo il 1989, si quello di aver  gettato via, insieme, ideologie e ideali. E senza i secondi, le prime tornano a emergere, con il loro fascino di sistemi rassicuranti, specie in tempi di crisi e di caos.

CAMURRI:E proprio perché questa differenza sarà l'essenza di questo dialogo, forse è necessario approfondirla ulteriormente.

Zuppi

Pensa a quanto è successo a Aldo Moro. Erano anni in cui tanti faticavano a ritrovare in se stessi e negli altri la consapevolezza della propria umanità. Dialogare , cercare di capire l'altro sembrava compromettersi, essere deboli, addirittura infedeli.  La militanza era tutto, Il privato era quasi da giustificare. Esisteva anche una sorta  di coinvolgimento temporale ,tutto andava fatto oggi, era vietato fermarsi. Non si provava pietà.  E quando fu rapito Moro furono in molti ad applaudire.

Erano tutti fiancheggiatori? Ovviamente no, ma si trattava di un'intossicazione che proprio l'assassinio di Moro contribuì a svelare. Che cosa ci ha fatto perdere tutto questo? Molte vite, ovviamente,e poi la bellezza delle idee, la  complessità, e anche il desiderio di cambiare le cose. Arrivò il <<riflusso>>,la totale vittoria della dimensione privata, l'idea solo la somma delle felicità individuali potesse portare a una felicità collettiva.

I massimalismi sono sempre pericolosi perché deformano qualcosa di straordinariamente importante e bello. L'ideologia tradisce l'idea, la offende e ci rende tutti deboli e stupidi.

 Perché quando le idee scompaiono, non crediamo più in niente, e quando non crediamo più in niente, crediamo a tutto. E' molto pericoloso.

Veltroni

Il terrorismo è stato il nostro Vietnam. Ho visto miei amici  cadere per effetto di questa follia. Penso  ai  tanti che sono stati uccisi sulla base di questo principio: io sono la verità assoluta, non hai diritto di vivere. Da sindaco di Roma ho  cercato di intitolare alcune strade ai ragazzi di destra e di sinistra  che erano stati uccisi secondo questa logica.......

E allora se se di tutta questa memoria non facciamo tesoro per capire che senza la libertà siamo tutti più esposti alla violenza......continueremo a non comprendere quale 'è stata la vera sfida che il terrorismo ci ha posto...E proprio a questo proposito, per continuare con la metafora del giardino, e per ricordare le vittime cui abbiamo accennato, mi viene in mente una cosa bellissima che ha scritto Stefano Mancuso quando ha descritto come funziona l'alimentazione degli alberi più fragili che, collocati in un zona di oscurità in un bosco, faticano a prendere la luce Mancuso spiega che chi rischia dii morire  riceve vita e luce dagli altri alberi  che sono in grado di trasmettergliela attraverso il sistema delle radici e della rete fungina che tiene in vita e connessione il bosco. Ci sono infatti dei momenti in cui noi umani recidiamo quelle radici perché temiamo di perdere  qualcosa e preferiamo isolarci; finendo per ignorare che così moriamo anche noi.

CAMURRI...Ed è qui che si realizza il passaggio dall'amicizia intesa come fatto privato alla fraternità intesa come principio politico? Mi colpisce  che fra le tre parole chiave della Rivoluzione francese-Libertà, Uguaglianza, fraternità- quest'ultima sia quella che crea sempre più imbarazzo, rossori, difficoltà: Eppure è abbastanza chiaro che la fraternità sia la sintesi di libertà e uguaglianza, si può essere infatti liberi senza essere uguali(in una società fortemente competitiva e capitalistica),si può essere uguali senza essere liberi(in una società fortemente pianificata come quella realizzata da molti regimi comunisti) libertà e uguaglianza possono coesistere solo se c'è fraternità.

 Zuppi:Da questo punto di vista la pandemia ci ha dimostrato proprio questa direzione: ha rappresentato un cambio di paradigma  perché ci ha fatto capire, anzi ne abbiamo fatto esperienza tutti, che soltanto insieme ci si può salvare. La linfa della fraternità è questa, una sorta di circolarità, una rete  continua che alimenta e cura il giardino e che permette a ciascuno di completare se stesso completando gli altri,  senso agli altri.......E' se ci pensiamo, esattamente l'opposto della logica egolatrica di cui parlava Walter prima, in cui invece si dà da sempre una misura continua, un calcolo, in cui l'obbiettivo è una logica della convenienza, una circolarità composta da tanti punti singoli che si illudono di vivere al di fuori della propria figura, alienati da ogni schema, da ogni sistema complesso. E' una situazione che in termini evangelici, potremmo riassumere con l'idea che l'amore per se stessi è diventato l'antagonista dell'amore per il prossimo e che l'amore per il prossimo è diventato l'antagonista per l'amore per se stessi. E' questa  la circolarità terribile che dobbiamo rompere.

Veltroni

Questo antagonismo che rende impossibile la fraternità è la vera questione del nostro tempo ed è estremamente intrecciata-siamo in un giardino ed ogni cosa è collegata- a quanto stavamo dicendo sull'egolatria Faccio un esempio prendendo a modello la crisi demografica.......Quello che voglio  dire è che anche questi dati numerici ci impongono di ripensare il concetto di fratellanza. La domanda retorica che sto per porre è ovviamente discutibile e unicamente  funzionale al discorso, ma, nello stesso tempo, ha un'immediatezza difficilmente eludibile, perché mai io avrei aver bisogno di te come fratello e sorella  se poi non voglio neanche mettere al mondo un figlio?....Ho l'impressione che le risposte possibili rivelino un cambiamento antropologico non trascurabile presente nelle nostre società. E' ciò che ancora Stefano Mancuso, nei suoi studi sulle piante, riprendendo i ragionamenti di un grande scienziato anarchico e darwiniano, Petr . Kropotkin, definisce <<mutuo sostegno>> mutuo appoggio; la vera chiave dell'evoluzione è infatti la solidarietà tra i viventi, non la lotta per la supremazia dove vince il più forte e il più debole soccombe.

E così, quell'espressione molto bella che Matteo usa,<<società circolare>>assume importanza e significato in ogni aspetto  vita. Anche nelle cose più semplici e quotidiane, perché la società circolare è la società  nella quale il giardino è vivo, un luogo nel quale ci scambiamo qualcosa....Esiste un modello di società  altro da quello circolare?.....Se ci pensiamo,e qui ritorniamo a Kropotkin, la dimensione più comunitaria è la dimensione della natura, la natura ha  un equilibrio che è fondato sullo scambio a tutti i livelli,E chi è il principale nemico della natura? L'egolatria di cui parlavamo: L'egolatria di chi ha interessi economici, O anche l'egolatria dei dittatori. E chi sono i nemici dell'ambiente? Il Capitalismo e le dittature. Ed ecco che in questo caso emerge con forza la differenza tra la generazione di Matteo e mia rispetto a quella attuale,a differenza tra speranza e paura.

Zuppi

Il problema è che le speranze si sono privatizzate e sono diventate passioni tristi, cioè passioni che ci deprimono e che anestetizzano il desiderio di gioia. E se le speranze si spengono la paura si accende.

Capitolo 2 -Non arrendiamoci alla paura; Capitolo 3-Non arrendiamoci all'indifferenza; Capitolo 4 -Non arrendiamoci alla tristezza;Capitolo 5 –-Non arrendiamoci alla guerra; Capitolo 6 - Non arrendiamoci ai confini Capitolo 6- Non arrendiamoci alla morte-

         

              IL RUOLO DEL MAGISTERO E QUELLO DEI LAICI

 DALL'OMELIA DEL  CARDINAL RATZINGER NELLA “MISSA PRO ELIGENDO PONTIFICE:

“Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”

 

                                           …...........................................

 DALL'<<INTRODUZIONE ALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA>> padre Sorge gesuita a pag.137   rivolto agli atei devoti dice:<<Nel contesto della “religione civile” si comprendono meglio i rischi che comporta la prassi, instauratasi  in Italia  dopo la scomparsa della DC e la fine dell’unità politica dei cattolici, per cui la gerarchia  tende a gestire in proprio i rapporti con il Governo, intervenendo talvolta  su aspetti legislativi  di problemi che prima  erano lasciati-come è giusto- alla mediazione dei politici. Certo nessuno può impedire ai vescovi di rivolgersi anche ai responsabili del bene comune , in particolare quando  sono in discussione  esigenze etiche  anche fondamentali, come quelle riguardanti la persona , la vita, la famiglia. E’ un loro dovere che rientra nella missione della chiesa di illuminare e formare le coscienze sul piano etico e religioso. Tuttavia i pastori non devono  sostituirsi ai laici  ai quali spetta  la responsabilità di compiere  le necessarie mediazioni  dai principi  alla prassi politica. “Dai sacerdoti- dice il Concilio Vaticano II- i laici si aspettino luce e forza spirituale. Non pensino però che i loro pastori siano sempre esperti a  tal punto che ogni  nuovo problema  che sorge,  anche a quelli gravi, essi possano aver pronta una soluzione concreta  o che proprio a questo lo chiami  la loro missione :assumano invece  essi, piuttosto, la propria responsabilità, alla luce della sapienza cristiana  e facendo attenzione  rispettosa alla dottrina del magistero”: Più recentemente la Congregazione per la dottrina della fede  conferma: “ Non è compito della Chiesa  formulare soluzioni concrete , e meno ancora soluzioni uniche-per questo temporali  che Dio ha lasciato al libero  responsabile giudizio di ciascuno, anche se è suo diritto  e dovere pronunciare  giudizi morali  su realtà temporali  quando ciò sia richiesto dalla fede e  dalla legge morale”.

 

<<E’ importante quindi, per quanto concerne il magistero, evitare, anche nel tono e la forma, di dare  l’impressione che esso  voglia “dettare leggi allo Stato” o attentare alla sua laicità. Ciò servirebbe solo ad accreditare ulteriormente l’idea di “una religione civile”: Nello stesso tempo, per quanto concerne lo Stato, occorre ribadire che autonomia  dalla sfera religiosa non significa affatto  autonomia dalla sfera morale, come invece propongono le teorie  etiche procedurali , sostenendo una (solo apparente) neutralità del diritto. Perciò, non ha senso ed è fuorviante definire  “confessionale” la difesa  da parte della chiesa  di esigenze etiche , che concordano poi coi principi laici  su cui si fonda  la democrazia: il rispetto della persona, la libertà, la solidarietà , l’uguaglianza di diritti, la giustizia e la pace. In altre parole, la politica è laica , laici sono i valori  a cui essa si ispira,  laiche le finalità  a cui tende. Pertanto, laiche anche saranno le scelte che i cattolici sono chiamati a compiere in politica insieme a tutti gli uomini di buona volontà e in coerenza con la loro ispirazione religiosa>>.

Nel paragrafo 7 “Una nuova ‘inculturazione’ della fede” padre Sorge afferma: << l’evangelizzazione,, come avvenne nei primi tempi del cristianesimo- si compie anche oggi passando attraverso i due momenti  che integrano  ogni processo di ‘inculturazione’. Essi sono espressi con efficacia   dal motto paolino:<<Farsi tutto a tutti, per portare tutti a Cristo>> cfr. I Cor.9,19-23). Si tratta cioè di condividere, traducendo la luce del Vangelo in tutte le situazioni e in tutte le culture, per assumere quanto di buono e di vero  c’è in ciascuna di esse  e trasformarle  dall’interno, aprendole a Dio.

Questa fu la via attraverso cui  passò ieri la prima evangelizzazione  presso i popoli pagani, che ancora non conoscevano Cristo; questo è il cammino che oggi la chiesa propone  per rievangelizzare  la società neopagana  dei nostri giorni, che rifiuta Cristo dopo averlo conosciuto.

Il primo momento sta, dunque, nello sforzo di rendere comprensibile  e vivo il vangelo agli uomini di una data cultura , traducendolo efficacemente  nelle forme,  nel linguaggio, nei simboli  di essa: senza  di ciò la parola di Dio  resterebbe  umanamente lontana  e incomprensibile.

Il secondo momento(strettamente complementare al primo e altrettanto essenziale) sta invece nello sforzo di  rinnovare dall’interno la cultura in cui il vangelo è annunziato, per aprirla  a una visione plenaria dell’uomo , della vita e della storia. Infatti l’evangelizzazione <<nulla sottrae al bene temporale  di qualsiasi popolo, ma al contrario favorisce  e accoglie tutte le risorse , le ricchezze, le consuetudini  dei popoli,  nella misura in cui sono buone , e accogliendole le purifica  le consolida, le eleva>> (Lumen gentium).

Pertanto << non si tratta di un puro adattamento esteriore-chiarisce Giovanni Paolo II- poiché l’inculturazione significa l’intima trasformazione degli autentici valori culturali  mediante  l’integrazione nel cristianesimo e il radicamento del cristianesimo nelle varie culture. E’ dunque un processo profondo e globale  che investe sia il messaggio cristiano, sia la riflessione e la prassi della Chiesa. Insomma, l’inculturazione non è un accomodamento a una mentalità e a costumi mutevoli, nel senso che- per renderlo accettabile-  il Vangelo vada ridotto solo ad alcuni suoi aspetti o annacquato!. L’inculturazione non è sinonimo di eclettismo o di sincretismo, quasi si tratti di mettere insieme elementi eterogenei presi alcuni dalla fede cristiana, altri dalle diverse credenze religiose  o concezioni naturali. Neppure la ricerca di una minima verità comune (una specie di minimo comun divisore) per accontentarsi di questa , rinunciando all’annuncio integrale di tutta la verità. L’inculturazione invece è un processo aperto che, muovendo dagli elementi positivi (e contestando quelli negativi) di  una data cultura , la faccia evolvere  verso l’accettazione  sempre più piena della verità, quale risplende in Cristo. Tutto giova anche alla chiesa. Infatti :<< da parte sua, con l’inculturazione , la chiesa diventa segno  più comprensibile  di ciò che è , e strumento più atto della missione,….Si arricchisce  di espressioni e valori  nei vari settori della vita  cristiana…..esprime ancor meglio il mistero di Cristo…….>>.

Nei moderni areopaghi, << tutti i credenti in Cristo debbono sentire , come parte integrante della loro fede , la sollecitudine apostolica  di trasmettere ad altri  la gioia e la luce>>. Perciò, conclude  Giovanni Paolo II<<sento venuto il momento  di impegnare tutte le forze ecclesiali per la nuova evangelizzazione…Nessun credente in Cristo, nessuna istituzione della chiesa  può sottrarsi a questo dovere supremo>>.

 

 

                              25 Aprile 1945-25 Aprile 2023

 

  Le ragioni della  celebrazione della  “Festa della  Liberazione ” dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista trovano la conferma nella convinta fattiva partecipazione al sistema di alleanze che attualmente fornisce il   sostegno politico  e militare alla Resistenza dell'Ucraina all'invasione di una Russia di Putin che  sta  rivendicando la sua egemonia   sui vecchi alleati   esercitata ai  tempi dell'Unione sovietica inducendo all'adesione alla Nato anche   della  la Svezia e della Finlandia da sempre neutrali.

Questo è il senso dell'antifascismo  dei valori e dei principi contenuti nella Carta costituzionale nata dalla Resistenza italiana , altra cosa rispetto ai metodi e agli obbiettivi    della  parallela guerra civile che della guerra fece una tragica opportunità politica.

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    In merito alle polemiche sulle dichiarazioni del Presidente del Senato La Russa  sulla mancanza dell'antifascismo nella Costituzione Italiana  e sugli aiuti militari dell'Italia nella NATO alla Resistenza Ucraina ritengo opportuno rinfrescare la memoria  degli interlocutori nell'attuale dibattito politico-            

                            :

1 Gennaio 1948: Entra in vigore la   Costituzione promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell'Assemblea Costituente che con la XII disposizione transitoria e finale  vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista .In deroga all'art.48 sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio da tale  data,limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.

Autorevole dottrina  sottolinea  che la sua collocazione tra le disposizioni transitorie  é sorretta da ragioni di mera opportunità e rappresenta un dato puramente formale. Il secondo  comma dell'art.48 contenente limitazioni temporanee dell'elettorato attivo e passivo per  i gerarchi fascisti ha invece carattere transitorio. La legge 20 giugno 1952 n,6458(cosiddetta Legge Scelba)  interviene in materia di apologia  del fascismo sanzionando<< chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o un gruppo avente  le caratteristiche  e perseguente le finalità di riorganizzazione  del disciolto partito fascista e <<chiunque  pubblicamente esalta  esponenti, principi, fatti e metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche>>. Sul piano giurisprudenziale la legge non è stata ritenuta applicabile  a movimenti o esponenti neofascisti che tuttavia accettino la dialettica democratica , come il Movimento Sociale Italiano e la maggioranza dei suoi eredi politici.

 Nel dibattito che precedette l’approvazione del dispositivo fu decisivo fu l’intervento del segretario del Pci Palmiro Togliatti, che convinse gli altri padri costituenti – personalità come Dossetti, Moro, Calamandrei, Basso e leader come De Gasperi e Nenni – a non esagerare nei divieti. Togliatti chiese di «non formulare un articolo che possa fornire pretesto a misure antidemocratiche, prestandosi ad interpretazioni diverse». Spiegando: «Se in Italia nascesse domani movimento nuovo, anarchico, lo si dovrebbe combattere sul terreno della competizione politica democratica, convincendo gli aderenti al movimento della falsità delle loro idee, ma non si potrà negargli il diritto di esistere e di svilupparsi, solo perché si rifiutano alcuni dei loro principî». E propose di circoscrivere il divieto ad una fattispecie molto precisa: la ricostituzione del partito fascista, ma quello che «prese corpo in Italia dal 1919 fino al 25 luglio 1943»..

Le dichiarazioni del  Presidente del Senato  sulla assenza dell'antifascismo  nella Costituzione italiana rese a pochi giorni di distanza dalla celebrazione del  25 aprile sono pertanto ingiustificate.

L'antifascismo ispirato ai  valori che animarono la Resistenza contenuto nella   Carta Costituzionale è altra cosa rispetto ai metodi e agli  obbiettivi  politici della parallela guerra  civile.

 18 Aprile 1948

    Nell'acceso confronto elettorale prevale la coalizione a giuda democratica cristiana sul “Fronte progressista” PCI-PSI.

Proprio il 1948 fu l’anno in cui l’Unione Sovietica di Stalin aveva mostrato i denti all’Europa: in febbraio aveva mosso il colpo di Stato comunista a Pragain giugno aveva proseguito con il blocco di Berlino, rendendo necessario un ponte aereo per rifornire la città. L’Italia guardava poi con preoccupazione alla insoluta questione di Trieste, che aveva portato alla creazione di un Territorio libero con due zone distinte, una delle quali assegnata alla Jugoslavia del generale Tito, che già dava segni di squilibrio. In questo clima, nel marzo 1948 Francia, Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Lussemburgo avevano dato vita all’Unione europea occidentale (UEO), finalizzata alla creazione di un piano di sicurezza militare su scala regionale – di natura difensiva – e cooperazione politica.

11 marzo 1949, il Consiglio dei ministri si pronunciava «in senso unanime per l’accessione in via di massima al Patto atlantico». Si trattava di un patto militare di natura difensiva, in cui i Paesi membri s’impegnavano alla mutua assistenza in caso di attacco, nonché alla condivisione di strutture militari, sviluppi tecnologici e un disegno di sicurezza tutt’altro che pacifico. Erano le prime intense scintille della Guerra Fredda e dell'equilibrio del terrore.

                            

                           La fase finale dell'URSS -Gli accordi di Minsk

La fase finale del collasso dell'Unione Sovietica ebbe luogo con il referendum in Ucraina del 1º dicembre 1991, in cui il 90% dei votanti optò per l'indipendenza. I leader delle tre repubbliche slave (Russia, Ucraina e Bielorussia) concordarono di incontrarsi per una discussione sulle possibili forme di relazione.

La Comunità degli Stati Indipendenti nacque formalmente l'8 dicembre 1991 con la firma dell'Accordo di Belaveža, sottoscritto dai Capi di Stato di BielorussiaRussia e Ucraina in una dacia nella foresta di Białowieża (circa 50 chilometri a nord di Brėst). L'accordo entrò formalmente in vigore il 12 dicembre successivo, in seguito alla ratifica dei tre Stati. L'annuncio dell'accordo, a cui furono invitati anche le altre repubbliche nate dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, sancì di fatto la fine stessa dell'URSS.

Il 12 dicembre 1991 fu completata la secessione della Russia dall'Unione. Il 15 dicembre 1991 morì Vasilij Grigor'evič Zajcev: la notizia ebbe un forte impatto simbolico e viene considerato un altro segno della fine di un'epoca.

Il 21 dicembre 1991 i leader di ArmeniaAzerbaigianKazakistanKirghizistanMoldaviaTurkmenistanTagikistan e Uzbekistan annunciarono la loro adesione alla CSI tramite la firma dei protocolli di Alma-Ata, con i quali furono inoltre stabiliti i principi fondativi della Comunità. L'ultimo Stato ex-sovietico ad aderire alla CSI fu la Georgia, il 3 dicembre 1993.

l 25 dicembre 1991, alle ore 18, Gorbačëv si dimise da presidente dell'Unione Sovietica e dichiarò abolito l'ufficio, inoltre conferì tutti i poteri e l'archivio presidenziale sovietico al presidente della Russia Boris El'cin. Alle 18:35 la bandiera sovietica sopra il Cremlino fu ammainata e sostituita con il tricolore russo.

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Nel gennaio del 1993 fu approvato lo Statuto della Comunità degli Stati Indipendenti, in base al quale fu formalizzato il requisito minimo per essere considerato "Stato membro" (ossia, in base all'articolo 7, aver ratificato lo Statuto stesso). Il primo Stato a ratificarlo fu la Russia il 20 luglio 1993, a cui seguirono altri nove Paesi firmatari (l'ultimo fu il Kazakistan il 20 luglio 1994). Ucraina e Turkmenistan furono gli unici due Stati a non aver mai ratificato lo Statuto: il primo contestò la scelta compiuta ad Almaty di riconoscere alla sola Russia lo status di "Stato successore" dell'URSS (in particolare all'interno dell'ONU e nella detenzione e controllo dell'arsenale nucleare) il secondo rivendicando il proprio status di neutralità. Ad entrambi fu riconosciuto lo status di "Stato associato", rispettivamente nel 1993 e nel 2005.

Nel febbraio del 2006 la Georgia annunciò il ritiro del proprio rappresentante dal Consiglio dei Ministri della difesa della CSI, poiché «la Georgia ha intrapreso un cammino di integrazione nella NATO e non può prendere parte a due strutture militari simultaneamente»[]. Nell'agosto del 2009, anche a seguito del conflitto in Ossezia del Sud, la Georgia si ritirò completamente dalla Comunità.

Nel 2014, in seguito alla crisi della Crimea ed al conflitto nell'Ucraina orientale, il Parlamento ucraino ha discusso vari disegni di legge per il ritiro dalla CSI, senza mai però formalizzare il ritiro completo. Nel 2015 è stato annunciato il ritiro del rappresentante permanente dell'Ucraina, ma è stato confermato che la partecipazione sarebbe stata decisa di volta in volta, «in base all'argomento» Il ritiro ufficiale dell'Ucraina è infine giunto il 19 maggio 2018[

Al contrario, in Asia centrale i cinque ex Stati sovietici (KazakhstanKirghizistanTajikistanTurkmenistan e Uzbekistan) dove Mosca tradizionalmente gode di grande influenza politica ed economica, erano rimasti nell’orbita del Cremlino; eppure, «quando, il 2 e il 24 marzo 2022, l’Assemblea generale dell’Onu ha messo ai voti le risoluzioni che condannavano l’“operazione militare speciale” russa, nessuno dei cinque si è schierato con Mosca: hanno votato per astenersi o non hanno votato affatto»

 

 14 Marzo 2023

 

                  ROMA -CUTRO - ANDATA E RITORNO PER MURARE IL MARE

 

Mentre mi accingo a scrivere la TV annuncia lo svolgimento del Consiglio dei Ministri  appositamente convocato  da Giorgia Meloni nell'aula consiliare del comune di Cutro con all'ordine del giorno le misure che il Governo intende adottare ,spero, per impedire tragedie  quale quella del recente naufragio avvenuto a poche centinaia di metri dalla spiaggia calabra.

Giusta questa decisione della scelta della sede della riunione,per investire l'organo esecutivo del Parlamento della atmosfera nella quale si sono ritrovati i cittadini di Cutro e le istituzioni preposte ai primi soccorsi ai naufraghi dell'immane tragedi perché  l'intero consesso si senta investito del dovere di proporre soluzioni  in sintonia con le coscienze di chi si è trovato improvvisamente ad intervenire per avvenimenti annunciati che stanno facendo del Mediterraneo il più capiente   cimitero d'Europa.

Una questione, quella dei flussi migratori,così definiti per la loro continuità,non certamente per svalutare l'umanità che li compone, che  la svalutazione la hanno ricevuto dalla inconcludenza di chi ,come me, troppe volte ha sostenuto che  le  loro motivazioni vanno affrontate  assistendo i Paesi di origine in un doveroso sviluppo economico volto a superarle e con una politica di regolamentazione dell'esodo  in funzione di un'inclusione che impedisca il fenomeno di una accoglienza che tale non è in quanto mette gli accolti fra gli irregolari in attesa di occupazione, di rimpatrio, di reclusione per reati  eventualmente commessi nel nostro territorio nazionale, lasciando al Paese più vicino, il nostro, l'obbligo giuridico e morale di fornire il porto più sicuro.

E' così che la vicinanza geografica ai Paesi dell'esodo ,secondo gli accordi di Dublino., rende l'Italia  giuridicamente e moralmente obbligata a fornire il porto sicuro  con le implicazioni che ne susseguono, che invece di risolvere il problema , costituiscono non solo  le conseguenze  per la circolazione di persone allo sbando nel territorio nazionale, ma la fonte di arricchimento del malaffare al quale è  di fatto consentita la speculazione economica del traffico dividendo i partiti fra sostenitori dell'accoglienza  a tutti i costi(prescindendo dalle condizioni di gestione del problema migratorio) e chi si dichiara comunque contro per speculare elettoralmente  sull'accrescimento  di un pericolo  che tale non sarebbe ove i “flussi”venissero programmati all'origine.

E' cosi che per l'inconcludenza dei rapporti politici con gli Stati che svolgono il ruolo di punti d'imbarco di profughi da zone di guerra e prive di garanzie democratiche,li miscelano con profughi da aree depresse per  motivi di climatici  ammassandoli in veri e propri campi di concentramento, dai quali vengono lasciati defluire  ,non si sa con quale accordo col malaffare,dopo aver intascato i finanziamenti dall'Italia per un  contenimento che essi  svolgono sottomettendoli a condizioni inaccettabili.

Non certamente meno contraddittoria questa rispetto a  quella di chi ,con tutti i mezzi possibili( ritardi alle concessioni di autorizzazione allo sbarco compresi)  contrasta il fenomeno della migrazione allo sbando invocando una legislazione europea per la ripartizione dei rifugiati e nel contempo nell'Assemblea europea è alleato ai paesi che su tale legislazione fanno mancare l'unanimità richiesta per la  sua approvazione.

 La convocazione del Consiglio dei Ministri a Cutro deve pertanto rappresentare l'occasione  dell'elaborazione di una proposta politica di sostegno a una iniziativa parlamentare, a livello italiano ed europeo, che  faccia dell'accoglienza  programmata nel territorio dell'Unione la fine della speculazione politica ed economica  di un fenomeno che invece dovrebbe  sopperire la necessità di  abbassare il tasso di invecchiamento delle nazioni economicamente più progredite riconoscendo nel contempo la cittadinanza italiana a chi, nato nel nostro territorio, ne abbia frequentato la scuola dell'obbligo.

Purtroppo tutto questo è rimasto  un sogno. Dalla riunione non è uscita alcuna svolta politica  del centrodestra  sull'accoglienza dei migranti. Solo l'inasprimento delle pene degli scafisti responsabili delle stragi in mare mentre i flussi dei migranti saranno commisurati alle necessità di forza lavoro del nostro Paese e non anche dalle ragioni dell'umana solidarietà. Mentre termino  questo  articolo la TV sta informandoci che  negli ultimi quattro  giorni sono arrivati  tremila  migranti e che Lampedusa,attrezzata per quattrocento è al collasso. Quanto si sta verificando conferma la inadeguatezza delle misure adottate dall'attuale governo certamente ideologicamente e tecnicamente più attrezzato alla chiusura che all'accoglienza nel ruolo di frontiera europea

 

        PERCHE' HA VINTO  LA SCHLEIN LA SFIDA PER LA SEGRETERIA DEL PD

 

La lettura dei libri di Bonaccini  e della Schlein , a mio modesto avviso, rendono l'idea della dimensione  politica del confronto che si è concluso a favore della vincente. Da <<IL PAESE CHE VOGLIAMO>>di Bonaccini che inorgoglisce chiunque emiliano-romagnolo lo legga per la elencazione delle eccellenze  da lui  elencate, in parte da lui inaugurate durante il primo e nel corso dell'attuale mandato anche se l'enfasi degli aspetti positivi di ogni singola opera può coprire quegli of Human aspetti pratici che  solo  i singoli utenti dei servizi e i loro   gli addetti di ogni ordine e grado sono in grado di confermare nella loro interezza, vedi ad esempio i tempi di attesa delle visite specialistiche e dei ricoveri o il mantenimento del livello qualitativo delle Case della Salute  declassate dal ruolo ospedaliero,o quello realmente svolto dalle Case di cura private che ospitano interventi ospedalieri perché economicamente più vantaggiosi di quelli svolti nelle sale operatorie degli Enti di appartenenza. Come non sentirsi entusiasti del Tecnopolo di Bologna,del distretto ceramico di Sassuolo,della Big Data and Artificial Intelligence for Human  Devolepement dalla cui legge è nata l'IFAB,International Foundation Big Data and Artyificial intelligence for Human Developement che comprende CNR,ENEA,INAF.INFNNF, Cineca,CMCC e importanti imprese internazionali.E' un organismo di altissimo livello, come dimostra la composizione dell' international  Schientific Board, presieduto dal  prof Floridi.Con lui ci sono.... e giù i nomi di altrettanti scienziati  di valore italiani e stranieri......

 Motor Valley con Ferrari,,Maserati,Lamborghini,Dallara,Ducati,HaasFI,Magneti Marelli,Pagani e Toro Rosso,Con queste imprese abbiamo fatto nascere  MUNIER, la Motorvehicle Uninersity of Emilia Romagna altre fuori d'Itralia  come la Silicon Valley alla quale siamo collegati par la partecipazione di nostri ragazzi.....

In cinque anni quasi 60 imprese, tra cui grandi gruppi internazionali hanno scelto di puntare sull'Emilia Romagna....Abbiamo puntato sugli ITS,Istituti Tecnici superiori il solo segmento formativo post diploma  non universitario previsto dall'ordinamento educativo italiano....Negli ultimi mesi Dario di Vico sul <<Corriere della Sera>> ha più volte sottolineato come la Regione Emilia Romagna stia attuando una politica industriale......Maurizio Marchesini,fondatore del gruppo con sede a Pianoro,parla di Packaging Valley Emiliano romagnola e lo dice benissimo:<<Quando c'è da fare concorrenza alla Germania,noi in Emilia Romagna siamo una sola azienda>>Si riferisce  a eccellenze come l'Ima di AlbertoVacchi e la Coesia di Isabella Seragnoli gruppi leader delle macchine per imballaggi sulla carte concorrenti nella filiera fatta di tecnologia e formazione processi e prodotti in costante evoluzione...Prosegue Bonaccini<<Ma in Emilia Romagna non siamo su Marte e non bastiamo a noi stessi. Né gli emiliani romagnoli sono antropologicamente  migliori del lesto degli italiani:Il cambiamento di cui stiamo parlando serve all'Italia:Una politica industriale seria,che colga appieno le opportunità straordinarie che le risorse europee ci offrono in questo momento,è tanto indispensabile quanto urgente:Le scelte che qui atiamo facendo non sono replicabili,ma migliorabili a scala naziopnale. Il tempo è adesso>>.

Ho riportato fedelmente punti salienti di quanto detto del comparto industriale per rendere un idea abbastanza precisa dello stile enfatico che il Presidente Bonaccini candidato alla segreteria del PD ha usato visitando tutti gli altri settori   di eccellenza quali l'agenda digitale con la strategia della Data Valley Bene comune  per realizzare una regione digitale  e inclusiva,  la riviera romagnola,  beni culturali e artistici  disseminate nei  musei dei cento castelli di borghi  città rese più vivibili prer la presenza dei servizio sociali indispensabili quali i nidi per l'infanzia alla quale deve essere estesa la conoscenza della lingua inglese in tutta la rete pubblica e convenzionata.

La società che dobbiamo costruire, dice Bonaccini, si fonda sulle conoscenze e le competenze delle persone. Non di pochi predestinati, ma di tutti. E, prosegue,saranno sempre più le conoscenze e i saperi a determinare inclusione ed esclusione sociale. La conoscenza sta diventando ogni giorno di più il primo diritto di cittadinanza per ciascun individuo. Cita in proposito la Costituzione :<<E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,che,limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>.

Il libro di Bonaccini ,( I Edizione luglio 2021) si conclude ritornando al settore sanitario per riaffermare la necessità di superare il vincolo attuale del numero chiuso del corso di medicina cambiando completamente rotta con un progetto di società che coinvolga tutti,come fu nel 1978, quando il sistema sanitario nazionale nacque con la legge n.833 del 23 dicembre.Pubblico e universalistico. <<E' questo l'imperativo che ci impone la pandemia, con il suo carico di sofferenza e loi sforzo collettivo per combatterlo .Con il suo carico di speranza...Perché serve uno sforzo collettivo, capace di andare al di là delle legittime divisioni di parte in molte scelte, siano esse politiche o geografiche:Perché prima che emiliani romagnolo mi sento italiano>>.

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Il libro di Elly Schlein  titolato <<La nostra parte  - Per la giustizia sociale e ambientale insieme>>(I Edizione febbraio 2022)  si apre con<<Non torneremo alla normalità perché la normalità era il problema >>.Questa  la scritta proiettata su un edificio di Santiago del Cile dal collettivo Delight Lab a sostegno delle mobilitazioni sociali,poi rimbalzata,essa dice, da una parte all'altra del mondo,fino ai muri di Hong Kong-<<La pandemia da Covid-19 che ha travolto la gran parte del pianeta è partita come una emergenza sanitaria ,ma si è immediatamente trasformata  anche in emergenza economica  e sociale,intrecciandosi a quella climatica  che già da tempo minaccia il pianeta e l'umanità. Ha sfidato il concetto di confine, mostrandone tutta la volatilità quando in iun primo momento i Paesi hanno pensato di salvarsi isolando quelli colpiti, salvo scoprire  poco dopo di aver già contratto il medesimo virus>>.

Fin dalle prime pagine del  libro  la Schlein rende l'idea della diversa dimensione della sua visione politica rispetto a quella del presidente Bonaccini che la nominò  vice  suscitando il più vivo risentimento  di quella componente  cattolica  rappresentata da Zamagni che ha denunciato la esclusione dalla Giunta regionale nonostante l'aperto sostegno dato alla sua coalizione dalla stesso Conferenza Regionale dell'Emilia Romagna.

<<Quale mondo ne verrà fuori  dipende da noi. Noi come persone che lo abitano, come cittadin-,come attivist-.come rappresentanti impegnati in politica fuori e dentro le istituzioni. Dipende dalle scelte che faremo. Non ne usciremo automaticamente migliori, se non cambieremo fin dalle fondamenta  il modello di sviluppo insostenibile che genera diseguaglianze e sfruttamento, consumando e devastando il pianeta. Quel che serve è una vera e propria svolta per ripartire su basi nuove  e diverse,. Puntando non alla normalità di prima , ma a correggere le gravi storture , provando a trarre  alcuni amari insegnamenti  da  quel che è accaduto  e con il coraggio di cambiare  il modello per migliorare , insieme, la qualità della vita  delle persone e del pianeta , che sono inscindibilmente connesse. Serve una visione all'altezza  delle sfide che i tempi ci impongono, che punti alla giustizia sociale e ambientale , contrastando ogni diseguaglianza, accompagnando la transizione ecologica  ormai irrimandabile e restituendo dignità e qualità al lavoro>>.

Di quanto riportato del suo pensiero mi corre l'obbligo di giustificare il trattino- col quale ho sostituito il carattere che la mia tastiera non comprende, col quale lungo tutto il testo evita di distinguere l' insopportabile e inammissibile  discrimine  del  maschile e femminile.

 Senza alcuna intenzione di evitare l'acquisto del libro della Schlein che ci consente di conoscere la la sua ascendenza familiare e la dimensione di un attivismo  che da  partecipe di organismi studenteschi la ha condotta  alla partecipazione alla campagna elettorale del Partito democratico americano a sostegno dell'elezione di Obama lungo un rapporto conflittuale col PD , ritengo sufficiente  quanto contenuto nel paragrafo  riguardante la inscindibilità della giustizia sociale da quella ambientale, con una descrizione del prosciugamento del lago Ciad e le lotte fra agricoltori e allevatori  per accaparrarsi i pochi lembi di terra ancora produttiva che ci porta a considerare le prospettive delle attuali condizioni dei nostri fiumi  e dei nostri laghi per le attuali condizio0ni climatiche.,

Quel che accade al lago Ciad, ella dice sembra lontano ma ha molto a che fare  con noi.....<<non si può lottare efficacemente contro le diseguaglianze  se non asi affronta al contempo  l'emergenza climatica , che ne è insieme concausa ed effetto E,viceversa  non si può attuare  una vera transizione ecologica  senza accompagnare in essa  tutta la società , a partire da chi lavora  e dalle fasce più fragili e più esposte , per non lasciare indietro nessuno.............Servono tre cose fondamentali;una chiara volontà politica  da parte dei governi ,risorse adeguate, e le capacità di costruire processi partecipati e inclusivi,che coinvolgano anche le parti sociali e la società. Anche fuori dalle istituzioni, nel dibattito culturale e politico che attraversa la società che avanza questa nuova consapevolezza sull'inscindibilità del contrasto alle diseguaglianze e della transizione ecologica; Intreccia tanta parte del pensiero accademico, filosofico, politico, e anche religioso, come appare nell'enciclica Laudato s', in cui papa Francesco sviluppa il concetto di ecologia integrale>>.

Al capitolo <<L'intersezionalità>>la Schlein dopo aver ricordato la sua partecipazione alle manifestazioni di solidarietà ai migranti e alle ONG di soccorso,ai  rappresentanti  del Friday a Trento  ,alla Women's march on London  in cui ha visto marciare insieme movimenti femministi ,ecologisti,queer, sindacali e antirazzisti conclude che per sfidare il modello di sviluppo che produce e alimenta  le diseguaglianze e al contempo sfrutta in modo insostenibile il pianeta, compromettendone l'equilibrio  e minacciandone il futuro, bisogna fare esattamente ciò che si vede in quelle piazze: unire le lotte>>.

Perché<<La transizione ecologica ,lo dice il nome, è un processo complesso, che non si fa dall'oggi al domani e che non sarà indolore, perché riguarda tutti i settori dell'economia e modifica profondamente i modelli di  sviluppo, di produzione  e di consumo .Implica la conversiojnhe di settori produttivi particolarmente impattanti verso prodotti e processi sostenibili e per questo deve essere accompagnata  da politiche coerenti e risorse adeguate,affinché nessuno sia lasciato indietro ,specie chi lavora .Il che comporta  formare e professionalizzare  lavoratrici e lavoratori....Come ogni transizione epocale,anche quella ecologica  non sarà semplice e le resistenze non mancheranno. Le forze della conservazione stanno già dicendo che dopo la drammatica crisi aperta dalla pandemia mondiale non è il momento di cambiare , ma di far ripartire l'economia:E invece è il contrario .Sarebbe un errore  fatale non cogliere l'occasione di questa ricostruzione necessaria per cambiare  il modello di sviluppo,ritrovare l'equilibrio con la Terra e ridurre le enormi diseguaglianze sociali,territoriali,di genere  e generazionali che già prima del virus affliggevano il pianeta.....La deliberata scelta di non guidare la rivoluzione digitale con adeguate politiche ridistributive ha fatto sì  che pure l'innovazione tecnologica, l'intelligenza artificiale e gli algoritmi accelerassero la polarizzazione delle ricchezze del sapere e del potere...Le diseguaglianze non sono nient'altro che il prezzo da pagare secondo il cinismo del modello neoliberista che si è imposto negli ultimi decenni, nell'illusione mai abbandonata  di una crescita senza limiti che , prima o poi,si sarebbe redistribuita da sola ,riducendo automaticamente  i divari e sanando le fratture.

Naturalmente fra le diseguaglianze ci sono quelle che dalla sfruttamento capitalistico delle risorse dei Paesi del sottosviluppo hanno condotto ai flussi migratori  dei quale ho trovato particolarmente interessante  il confronto delle posizione delle forze politiche a livello europeo e nazionali nel percorso che ha condotto  alla situazione attuale

Lungo il suo discorso fra le lotte per   i diritti delle donne alla parità di genere  da perseguire fin dal livello scolastico ,naturalmente la autrice non dimentica quelli all'aborto e alla determinazione del fine vita per quanti di essi non possono ancora usufruire

          

     PERCHE' OCCORRE UN   GENERALE RISVEGLIO DEL MONDO  CATTOLICO

Quanto emerge dal confronto delle posizioni espresse dai due contendenti la segreteria nazionale del PD dal cui arco temprale sono escluse le ripercussioni della guerra  di invasione russa dell'Ucraina sull'economia mondiale avvenuta dopo la loro pubblicazione  a mio modesto avviso c'è quanto basta per comprendere la ragione  della affermazione della sfidante ,vice presidente, su Bonaccini presidente della Regione Emilia Romagna, avendo essa intercettato il livello culturale  della maggioranza del popolo della sinistra laica e cattolica. Un risultato sconvolgente il risultato della  consultazione degli iscritti allo stesso partito prevalentemente appartenenti al sistema delle pubbliche amministrazioni e  partecipe dei rapporto pubblioco-privato dai quali il comune elettorato si sente escluso.

Importante è stata la intercettazione  della sinistra cattolica partecipe di quelle forme associative un tempo collaterali alla Democrazia Cristiana dalle quali provenne su di essa il”fuoco amico” ora presenti nel movimento delle “sardine” che  ha base nei  circoli parrocchiali.

Un panorama , quello al quale si rivolge la Schlein ben diverso da quello  regionale “enfatizzato” da Bonaccini  del quale passa in rivista tutte  le eccellenze dei diversi settori, da quello sanitario, scolastico di ogni ordine e grado, economico,artistico, sportivo,di cui rivendica il coordinamento e il sostegno per l'affermazione anche a livello internazionale di una realtà politica ed economica coesa votata a costanti futuri successi..

Al confronto con un Bonaccini circoscritto alla sua dimensione regionale,la Schlein si fa forte di ogni sua esperienza politica per portare anche la dimensione regionale a quella internazionale, europea ed americana  per la sua stessa storia familiare.

Preoccupante è la affinità del pensiero politico della Schlein sulla necessità di una  transizione di sistema produttivo in funzione delle prospettive climatiche del pianeta  che della crisi pandemica avrebbe dovuto cogliere l'occasione di un radicale cambiamento dei  consumi in funzione di una eguaglianza sociale col pensiero dell'attuale Magistero della Chiesa cattolica, cambiamento che troverebbe contrarie le forze della conservazione preoccupate del mantenimento dei loro privilegi dimentichi,  entrambi, della generale preoccupazione ,lavoratori in testa, del mantenimento del posto di lavoro.

Anche se la Schlein afferma  che il cambiamento non può essere improvviso quanto sconcerta è la sua sostanziale condivisione della concezione dell'attuale pontefice che persegue gli stessi intentyi di eguaglianza confidando in una rivoluzione culturale che per la sua radicalità implica una rivoluzione sociale della quale conosciamo con i riferimenti culturali, i disastri delle esperienze di socialismo reale con la sola differenza di vederne partecipe proprio quella componente religiosa che  in Italia ad essa si contrappose per non esserne vittima.

Tutto quanto detto ci riporta ai punti di partenza :da una parte un sistema economico in grado di produrre ricchezza ma bisognoso di  sostanziali correzioni da conseguirsi attraverso un riformismo del quale siano partecipi tutte le forze sociali,dall'altra una soluzione massimalista che delle crisi coglie l'occasione di un cambiamento radicale difficilmente salterebbe la fase  rivoluzionaria,   definita fase infantile  dalla cultura  comunista, .per la assunzione del potere da parte degli oppressi  dall'attuale sistema economico.

Per quanto mi riguarda  ,per non ripetere quanto precedentemente  scritto in proposito richiamo gli  interventi precedenti per riaffermare la necessità di un risveglio di coloro che non condividono il sovranismo e il populismo lontani dal solidarismo cristiano e  le prospettive rivoluzionarie di una sinistra cattolica che per non creare ostacoli con valori non negoziabili,ha finito per confondere  la teologia del popolo nella filosofia della  prassi .

L'aspetto più strano dell'attuale situazione  è  che le prospettive a confronto costituiscano una sorta di ginnastica democratica a copertura  di quel terzo livello, quello masso-tecnocrtatico in grado di determinare le  posizioni di potere  attraverso la distribuzione delle  cattedre universitarie, le carriere dirigenziali, le nomine nei gangli  vitali dello Stato in tutte le sue ramificazioni che non è finito con la commissione di inchiesta sulla  P2 . Ma  la Schlein e Boccaccini che non possono non conoscere i livelli  che compongono un vero e proprio sistema di potere, di questo  non  parlano.

 

 

 

                                         

 27 febbraio 2023  

CON  LA VITTORIA DEI FUORI SEDE  IL POPOLO DELLE SINISTRE HA SOVVERITO  IL RISULTATO DELLA CONSULTAZIONER DEGLI ISCRITTI AL PD 

 

La vittoria di Elly Schlein alle primarie per l'elezione del segretario del PD  come  risposta alla domanda identitaria proveniente dall'astensionismo della maggioranza del potenziale elettorato della sinistra laica e cattolica  ,ma soprattutto la sconfitta di Bonaccini acquisisce una dimensione politica che supera certamente  quella di un normale confronto  fra candidati di uno stesso partito come le dichiarazioni collaborative dello sconfitto presidente della Regione Emilia Romagna  di cui la Schlein è membro di giunta da lui prescelta..

In effetti  lungo l'intera campagna elettorale si sono confrontate concezioni ben diverse .E' lo stesso Casini, che del sistema Bologna se ne intende, ad intervenire in detto confronto esprimendo la  sua preferenza per  Bonaccini rispetto   alla concorrente Ely Schlein.Dice Casini dal suo libro autobiografico:

<<Conosco entrambi e ne vedo aspetti positivi e negativi dice Casini.<<L'Emilia Romagna ha dato amministratori di grandissima qualità al Nostro Paese. Stefano è uno di questi, pacato, pragmatico, rispettoso di tutti, ha avuto la capacità di resistere all'ondata  della destra del primo Salvini e lo ha fatto grazie a un consenso crescente maturato nel mondo imprenditoriale, sindacale, associativo. Il suo è veramente il meglio del riformismo emiliano e di questi tempi, non mi sembra una qualità da banalizzare. ….Elly è spigliata e nuova: con lei certamente il PD solcherebbe strade inedite e probabilmente potrebbe infondere  un rinnovato entusiasmo a una base demotivata. Dovrebbe impegnarsi molto  però a scongiurare  una sorta di deriva radicale di massa che allontani il nucleo degli elettori tradizionali più moderati e a compensare questa perdita con nuovi approdi>>.

La sostanza emersa dalla consultazione del 26 febbraio  è che l'elettorato di sinistra fra le due posizioni  difficilmente conciliabili ha scelto  quella  portata avanti da una candidata  antitetica a quella “rassicurante” di Bonaccini espressione di un sistema masso-tecnocratico eterodiretto che  il popolo delle sinistre  scegliendo lei ha  chiaramente respinto.

Questo risultato non può non essere motivo di attenta riflessione da parte di tutte le altre forze dell'arco politico per affrontare il problema delle diserzioni dal voto particolarmente di quell'area centrale un tempo rappresentato dalla Democrazia Cristiana divenuta oggetto di contesa di entrambi i principali schieramenti col solo risultato della perdita della  identità di partiti al seguito di più o meno improvvisati  leader comunque al di fuori del senso storico dell'impegno  politico cattolico.

Quanto vale per i partiti vale anche per  il Magistero della Chiesa cattolica che assumendo la diretta rappresentanza politica di una Istituzione in crisi(vedi “ La Chiesa brucia” di Andrea Riccardi) non può non valutare  coi risultati ottenuti alle recenti regionali le prospettive  dell'impegno rivoluzionario di  Elly Schlein.

 

 

 

 

 

Budrio, 19 febbraio 2023

                LA PERDITA DEL SENSO DELL'IMPEGNO POLITICO        

            IL PERCHE' DI  URNE SEMIVUOTE

Mentre  gli esponenti dei partiti del Centrodestra   commentando i risultati conseguiti dai rispettivi partiti  attribuiscono il loro effetto  sul consolidamento di una maggioranza di governo destinata a durare l'intera legislatura, e sul versante del  centrosinistra si rivendica  al PD il ruolo di primo partito di opposizione nella competizione con 5Stelle,il dato più rilevante della tornata elettorale  rimane quello delle astensioni dal voto  aggirantesi  60%,

Percentuale questa che oltre i partiti, non può non coinvolgere nella analisi tutte quelle forme associative alle quali  solitamente veniva riconosciuto un ruolo di orientamento politico di  quel  consenso  che ha finito per essere negato  per la insufficiente  motivazioni ad esercitare il diritto dovere di  recarsi a votare

Nella valutazione del  suo risultato lo schieramento di centrodestra coglie anche il giudizio   positivo dell'operato  del Governo  in politica nazionale ed internazionale, sostenuto da una  tifoseria passata  dalla tutela dei sacri confini della Patria dalle invasioni “barbariche” e della indipendenza  dei vincoli  europei alla giusta accoglienza dei  flussi migratori da concordarsi a livello europeo e al più stretto rispetto  dei vincoli di bilancio,a una sorta di affidabilità internazionale dell'attuale governo  che anche le più recenti dichiarazioni di Berlusconi    sulle origini della invasione ucraina e il  distinguo di Salvini sulla ulteriore fornitura di armi alla Resistenza di quel Paese retrocedono  l'Italia dal gruppo di testa della Comunità Europea.

 Per quanto riguarda il  versante di centrosinistra non può essere sottovalutato il fatto che, contrariamente alle tornate elettorali precedenti  che lo vedevano più motivato al voto, in quella attuale lo abbia investito quell'assenteismo  solitamente attribuibile allo  schieramento di centrodestra.

Particolarmente degna di riflessione è la percentuale del 67%  dell'astensione dal voto a Roma  e il risultato di Demos,emanazione politica della Sant'Egidio (1,2 %), sulla cui fisionomia si è assestata la   Chiesa cattolica  il cui Magistero della fine della Dermocrazia Cristiana ha colto l'occasione per la assunzione diretta della rappresentanza politica del mondo cattolico.

Per non ripetere quanto del mio pensiero di “vecchio democristiano”  espresso i  precedenti articoli rintracciabili  risalendo  il percorso che ha condotto al presente articolo per riaffermare, anche alla luce dei risultati elettorali del Lazio e della Lombardia  il fallimento della strategia della sinistra cattolica  nell'incontro con la sinistra marxista.

“C'ERA UNA VOLTA LA POLITICA Parla l'ultimo democristiano”.Questo il suggestivo titolo del libro autobiografico del   personaggio politico che   vanta tutti i record di permanenza parlamentare con  una carriera  iniziata da    giovanissimo deputato della Democrazia Cristiana ora approdata gruppo parlamentare del PD.

Un'opera  che non poteva mancare alla mia  biblioteca  fornita particolarmente  dei libri coi quali ho cercato di confrontare le mie opinioni, con quelle provenienti dagli stessi ambienti nei quali è maturata la mia formazione religiosa ed è stato sollecitato  un coerente impegno politico. Ma di questo ho ampiamente trattato  nel  capitolo 5 del sito facebook www.gabrielecantelli.it  titolato <<Il fuoco amico>>, al quale ho  ho ritenuto opportuno affidare le mie memorie per non disperdere il senso dell'impegno politico di parte cattolica  nella DC di Budrio  .

Dispersione non dovuta ,come molti credono, alla scomparsa   della Democrazia Cristiana dalla scena politica per via giudiziaria   ma per la prevalenza postconciliare della sinistra cattolica di  riferimento dossettiano, sempre minoritaria nel confronto con   linea interclassista  di impronta degasperiana, che aveva condotto l'Italia nello schieramento economico e militare nel mondo occidentale .

Concordo con Casini del quale fui partecipe della costituzione del CCD   sulla valutazione che il partito azienda di Berlusconi non potesse  guidare la rivoluzione liberale prendendo il posto dei partiti della Prima Repubblica ma ad onor del vero non posso non rilevare la strumentalità del suo rifiuto  della richiesta  di costituire con Forza Italia e Alleanza Nazionale il Partito delle Libertà sua rivendicando al nostro partito la continuità della linea degasperiana  alla sua volontà di mantenere il suo ruolo nel sistema       prescindendo da  quanto si stava determinando  nel mondo cattolico  di cui descrive la evoluzione con il distacco dello storico, non certamente  come parte in causa.

Forse la diserzione dal voto dipende dalla diffusa consapevolezza della perdita di senso dell'impegno politico in una realtà in cui i partiti  svolgno il compito di  accreditamento della  solidità del  regime democratico ma   ma lo sviluppo urbanistico ,le carriere  dirigenziali , le candidature elettorali  da sostenere, dipendono da tavoli di concertazione, camere di compensazione, salotti bene, logge massoniche,sacrestie che anticipano le deliberazioni degli Organi Istituzionali.    ,

 Come Casini partendo dalla  Democrazia Cristiana di  Bologna ,acceduto giovanissimo  al Parlamento  con  le  costosissime campagne elettorali della Prima Repubblica,per essere rieletto al Parlamento avendo potuto sul sostegno del PD  con le ultime elezioni politiche sia entrato a far parte del gruppo parlamentare di quel partito , ce lo dice suo libro autobiografico dal quale si evince  come lui abbia potuto passare attraverso le diverse epoche della repubblica con  la sua abilità di galleggiamento    prescindendo dal senso  dell'impegno politico  di quanti ,militando nel suo stesso partito, come in  campo avverso, hanno pagato il prezzo di autentiche testimonianze di fede.

Pertanto è con questa sua esatta dimensione di uomo del sistema Bologna  che Casini permette  entrare  nella competizione per la elezione del nuovo segretario PD esprimendo la  sua preferenza per  Bonaccini rispetto   alla concorrente Ely Schlein.Dice Casini:

<<Conosco entrambi e ne vedo aspetti positivi e negativi dice Casini.<<L'Emilia Romagna ha dato amministratori di grandissima qualità al Nostro Pase. Stefano è uno di questi, pacato, pragmatico, rispettoso di tutti, ha avuto la capacità di resistere all'ondata  della destra del primo Salvini e lo ha fatto grazie a un consenso crescente maturato nel mondo imprenditoriale, sindacale, associativo. Il suo è veramente il meglio del riformismo emiliano e di questi tempi, non mi sembra una qualità da banalizzare. ….Ely è spigliata e nuova:con lei certamente il PD solcherebbe strade inedite e probabilmente potrebbe infondere  un rinnovato entusiasmo a una base demotivata. Dovrebbe impegnarsi molto  però a scongiurare  una sorta di deriva radicale di massa che allontani il nucleo degli elettori tradizionali più moderati e a compensare questa perdita con nuovi approdi>>.

Ho  riportato alcuni dei passaggi più significativi di Casini  non per esprimere un rabbioso sommario  giudizio sul cambiamento di fronte di Casini come taluni hanno fatto dandogli del traditore avendo  lui cambiato fronte, ma per  richiamare  tutti, religiosi  e laici,  a superare il livello delle tifoserie che caratterizzano non i partiti ,ridotti a stupido seguito dei loro leader. per considerare il processo storico che ci ha  condotti alla situazione attuale per affrontare una realtà nella quale , come a Campobello di Mazara ,circondata di ovattate omertà.

Per quanto riguarda particolarmente i cattolici,  richiamarli a considerare il cambiamento di percorso di  un Magistero che  ne sollecita l'impegno politico avendo esso stesso deciso di svolgere direttamente il ruolo  di rappresentanza politica  individuando nella smania di profitto  della  civiltà dei consumi  le responsabilità  di inammissibili povertà e distanze sociali  senza indicare una alternativa che non  sia quella   di un collettivismo  impedente ogni iniziativa privata.

Dagli articoli che  compongono  il mio sito facebook  pertanto  vorrei non  venisse tratto il sommario giudizio di nostalgiche memorie di un pesante passato, ma il richiamo a quanti qualificati  cattolici sono disattenti  alle evoluzioni  di un Magistero ecclesiale  che  ritiene di risolvere fra i tanti problemi della società attuale anche quello della mancanza di vocazioni cambiando sistema economico  ,di affrontare le vecchie e nuove povertà svolgendo il ruolo di ospedale da campo ,senza individuare  nella mancanza  della Fede, della quale essa è custode ed evangelizzatrice,una delle  cause fondamentali  del loro manifestarsi nelle persone e nell'ambiente,per assumere  sempre più  la fisionomia di Onlus e di custode museale delle opere d'arte  esposte in contenitori nati come  luoghi di liturgie purtroppo sempre meno frequentate.

Dice Casini:<<Bologna  ha sempre vissuto nella Prima Repubblica  una sorta di doppia appartrenenza:Comune,Provincia e Regione,identificatesi in queli anni con il potere delle cooperative rosse,strettamente controllate  dal Pci prima e dal Pds poi. Banche, Camere di commercio e Fiera,espressioni derivate del potere centrale e, in generale in realtà produttive ,industriali,commercianti e artigiani connesse alla DC che in Emilia Romagna, svolgeva un ruolo coerente di opposizione. Una sorta di spartizione  di aree di influenza  che non escludeva  momenti di collaborazione  utili per realizzare iniziative di sviluppo della città..... La DC appariva come il partito del potere,sordo alle esigenze di rinnovamento, incapace di uscire  dalle stanze ovattate della nomenclatura>>.......

<<Ma nella mia realtà,Bologna ,la nomenclatura vera  era quella della sinistra, che controllava  strettamente le Regioni rosse in un nodo inestricabile di connivenza tra potere politico, cooperative rosse e  sindacati,Io vedevo quel potere lì e sentivo quanto fosse  importante potere esprimere  una testimonianza politica   senza sacrificare mai il valore della libertà>>....

E' in detta realtà che lui maturò  la decisione  di sostenere  la nomina  a tale carica  di Giorgio Guazzaloca, presidente ASCOM impedendo    la conferma di  Giancarlo Lenzi( uno dei leader della corrente della DC), determinò ul cambiamento di area della di lui famiglia ,  la elezione nelle liste del Pci della di lui moglie Giulia Castoldi al Senato e, successivamente, di quella della di lui figlia Maria Donata alla provincia  di cui sarebbe divenuta assessore e successivamente parlamentare PD alla  Camera dei deputati.

Mi ha colpito  la sincerità  dell’on.Vitali (PCI) che rivelò la  mediazione  tentata dall’on.Casini  verso il PCI perché  Giorgio Guazzaloca rimanesse  alla Presidenza della Camera di Commercio: in quel caso  lo schieramento di  opposizioni in consiglio comunale a Bologna avrebbe presentato una candidatura a sindaco certamente meno prestigiosa. Lo schieramento a guida PCI ,ha detto Vitali, era talmente sicuro di mantenere la maggioranza che fece eleggere Sangalli contando sul nuovo meccanismo di nomina che era in grado di controllare.

Fu così che Guazzaloca, a fine mandato di presidenza della  Camera di Commercio,  avanzò la sua candidatura a sindaco di Bologna. Venne eletto col particolare sostegno di un elettorato trasversale ai diversi schieramenti politici quale quello della base associativa della associazione da lui presieduta che al motto<<migliorare il sistema>>  collocava i partiti in un ruolo distanziato. Ma non  con Casini  e la sua ristretta cerchia di fidati collaboratori-.

 Guazzaloca   si portò  a Palazzo D’Accursio il Direttore  dell’associazione nel ruolo di Capo di Gabinetto del Sindaco, e la segretaria della presidenza  della sua associazione;  Gianluca Gallettii venne nominato assessore al Bilancio e Cristina Marri segretaria provinciale CCD capogruppo  consiliare,il segretario di Casini divenne  il Direttore ASCOM , un  funzionario ASCOM  venne nominato  dirigente  CCD senza essere mai stato iscritto al partito.

La sottovalutazione dello schieramento del sistema  che Guazzaloca aveva sostenuto  di voler  solo  migliorare  alla tornata elettorale successiva lo portò alla  sconfitta. Ma per lui, chiusa una porta si apriva  un portone:    la nomina nella Autority alla concorrenza ,poi , con le dimissioni dell’Avv.Roversi Monaco ,quella nel  Consiglio di amministrazione  di Medio Banca-Per  il Capo di Gabinetto del sindaco intervenne  la nomina  a consulente per gli Enti Locali della Camera dei Deputati della quale  Casini era presidente.

Per Galletti il Consiglio Regionale,  dopo la non elezione alla Camera, la nomina a Sottosegretario e  quella di Ministro; per  il fido Gianluigi Magri , dimesso dal Senato  per  la  riconta di voti,  la nomina a Sottosegretario alle Finanze , poi all’Autority dell’informazione.

Come per Casini il PD , le Fondazioni bancarie sono  l'approdo dei politici del sistema  del quale  Sgarbi,   competitore al Collegio unico del senato di Bologna,  non ha rappresentato l'alternativa.

 

A quanto detto si potrebbe obbiettare che comunque a Bologna la gente va ancora a votare. Ma per quanto ancora?

4 gennaio 2023

CONTINUERA'  IL CONFRONTO   DELLE  DIVERSE IMPOSTAZIONI  TEOLOGICHE OLTRE LA SCOMPARSA DI PAPA BENEDETTO XVI

 

                         LA SACRALITA' DELLA MISSIONE DELLA CHIESA

 

La rinuncia del card. Ratzinger al pontificato, che per la prima volta nella storia della Chiesa ha visto  accanto al successore papa  Francesco la figura del papa emerito ,ha  comunque  messo a confronto le  rispettive   impostazioni teologiche : quella di Benedetto XVI  , supportata dalla cultura umanistica classica europea  pone la conversione individuale quale premessa  di una azione  volta a una maggiore giustizia sociale e quella del successore  espressione della cultura  latino-americana che  del cambiamento dell'attuale  ordine   sociale fa la condizione essenziale  della conversione individuale  e del  superamento della stessa crisi vocazionale che sta attraversando la Chiesa.

Da una parte quindi abbiamo un umanesimo  cristiano  il cui riferimento dei conquistadores non ha impedito la tragica esperienza del mercato degli schiavi e dello sfruttamento delle ricchezze dei Paesi colonizzati, dall'altra abbiamo un  umanesimo orientato  a una  una teologia  popolare le cui   infiltrazione delle dottrine  rivoluzionarie ,che hanno caratterizzato  le esperienze fallimentari del dirigismo economico comunista , sono state più volte oggetto  dell'attenzione del Dicastero per la Dottrina della fede a lungo  presieduto dal card Ratzinger durante  pontificato di Giovanni PaoloII .

La  questione che rimane aperta  sul tavolo  del confronto delle due impostazioni  rimane quella della missione salvifica della Chiesa Cattolica  che della  conversione individuale  fa  presupposto di un   uno sviluppo o impostato alla giustizia sociale e alla tutela dell'ambiente senza imboccare il percorso inverso,quello  all'inseguimento della moltitudine che  sulla scia relativista   del  materialismo delle più diverse provenienze    ha finito per  trasformare una istituzione religiosa  in un' ONLUS fortemente capitalizzata  per interventi diretti di ordine  politico e sindacale  e indiretti  attraverso la Sant'Egidio , di trasformare i luoghi di culto in  contenitori museali delle opere d'arte  ad  essa affidati  a documentazione di  una religiosità in progressiva  via  di estinzione.

 

 La affluenza  alla Basilica di San Pietro  in omaggio alla  salma ivi esposa e alle successive esequie  del papa emerito,superiore ad ogni previsione, non può non costituire   motivo di riflessione sulla dimensione spirituale di un pontificato interrotto per la consapevolezza  di papa Benedetto XVI della inadeguatezza  delle  ue forze fisiche dovuta all'età per affrontare  i problemi della Chiesa ma non della lucidità    del  suo pensiero affidato all'ampia  pubblicistica che ne  testimonia la continuità dell'impegno spirituale  fino  alla sua compianta dipartita.

Budrio, 28 dicembre 2022

                  

         IL SISTEMA MASSOTECNOCRATICO

 

Papa Francesco rivolgendosi a Corpo diplomatico ricevuto in Vaticano il 10 gennaio gennaio 2022 ha sottolineato con forza: “Si va elaborando un pensiero unico costretto a rinnegare la storia, o peggio ancora a riscriverla in base a categorie contemporanee, mentre ogni situazione storica va interpretata secondo l’ermeneutica dell’epoca”. Sono parole che arrivano al culmine di una denuncia netta del fatto che le agende delle organizzazioni multilaterali, sempre più spesso, sono “dettate da un pensiero che rinnega i fondamentali naturali dell’umanità e le radici culturali che costituiscono l’identità di molti popoli”. È l’attacco alla colonizzazione ideologica che “non lascia spazio alle libertà di espressione e che oggi assume sempre più la forma di quella cancella culture che invade tanti ambiti e istituzioni pubbliche”.

Oltre la condivisione del pensiero di papa Francesco ritengo doveroso riconoscere la presenza di strategie in grado di diffondere tale tipo di pensiero funzionale alla affermazione di un sistema di potere per il quale il pluralismo culturale è da ritenersi di ostacolo.

Lungo una ricerca compiuta in tal senso , mi ha colpito la affermazione di un religioso italiano rilasciata a una rivista francese <<un gran maestro del Grande Oriente d’Italia, negli anni sessanta, diceva che la massoneria avrebbe vinto la partita il giorno in cui tutti avrebbero pensato come i massoni, e cioè quando i valori della massoneria sarebbero diventati il modo di pensare del mondo intero......Oggi, anche quelli che si oppongono a parole alla massoneria, cosa che sono pochi a fare, molto spesso senza saperlo, condividono gli stessi princípi della setta. Essi non si rendono neanche conto di approvare e diffondere nei fatti le idee della massoneria. E’ il segno migliore della vittoria dei fratelli tre puntini”.

Senza volermi addentrare in questioni teologiche del casto preoccupante panorama aperto dall'intera intervista mi limito alle esperienze personali nell'ambito della pubblica amministrazione che mi hanno portato a definire masso-tecnocratico il sistema di potere in grado di condizionare, dall'esterno le scelte del potere politico. A comprovarne l'esistenza basti il contenuto del verbale del Consiglio comunale di Budrio  del 27 novembre 2000 ,all’oggetto n.3: “Modifica relazione previsionale e programmatica e del Bilancio Pluriennale 2002-Approvazione variazioni di Bilancio” il Sindaco allora in carica rilasciò la seguente dichiarazione: “ Vorrei aggiungere a proposito del Prg, che stavolta non ricorrerò, come qualcuno ha detto in commissione, a disquisizioni filosofiche per nascondere la realtà: la realtà dei fatti a Budrio è che qualcuno, non tutti i soggetti attuatori, ha pensato che formando intrecci societari di vario genere, si potesse condizionare l’Amministrazione di Budrio ed il suo Consiglio comunale fino al punto da poter cogliere, sul piano degli interventi urbanistici, un’occasione di profitti inusitati. Non so perché tutto questo  si sia pensato a Budrio nel giro di questi anni, ma mi sembra evidente che questo tentativo ci sia stato: probabilmente il Consiglio comunale e l’ultima commissione hanno in qualche modo contribuito a sventarlo, ma si può dire che per la prima volta in provincia di Bologna si è cercato di portare in porto un tentativo di condizionamento sul piano urbanistico da cui i privati avrebbero ricavato una quantità di risorse che altrove mai si è verificato.

Questo tentativo lo si è cercato di raggiungere attraverso cordate di vario genere e questa è una  cause delle difficoltà incontrate che però si stanno superando relativamente all’attuazione del Prg, Prg senz’altro complesso dal punto di vista della maneggevolezza la quale però è stata fatta diminuire da una volontà speculativa inusitata che qui a Budrio ha cercato di fare le sue prove di realizzazione e di forza. Coloro che hanno partecipato alla commissione consiliare hanno visto anche gli esiti propositivi di tutto questo. Ciò è quanto desideravo dire visto che il Consigliere Cantelli mi ha portato su questo terreno, ciò è quanto ho detto al di fuori di fumisterie di vario genere; il dato duro è che noi, come Consiglio comunale  stiamo in questo momento confrontandoci con una volontà speculativa assai forte, che mette in ultimo ordine quel tanto di interesse pubblico che il Prg cercava in qualche modo di portare avanti. Qui c’è stata una specie di prova di forza l’abbiamo accettata con serenità, perché almeno per quanto mi riguarda, non possiamo accettare che il super interesse privato diventi totalmente preponderante rispetto all’interesse pubblico”.

Naturalmente il nostro Gruppo consiliare, per  la gravità di tali dichiarazioni che confermavano le notizie in nostro possesso  chiese l’inserimento all’ordine del giorno dei lavori consiliari dell’argomento: ”Prg- interesse privato ed interesse pubblico” ma nessun elemento addotto dal Sindaco  e dalla  sua Maggioranza  in quella sede e in tutte le occasioni successive di discussione consigliare di delibere riguardanti il Prg, é stato da noi ritenuto sufficiente a modificare la nostra costante opposizione a  linee di programmazione urbanistica a nostro  avviso  insostenibili sul piano tecnico e politico  in quanto viziate all’origine.Il Sindaco Celli comunque bloccò di fatto la attuazione del PRG lasciando al successore Castelli il compito di sbloccarlo.

Per quanto riguarda la potenza del fenomeno più apertamente massonico mi riferisco alla esperienza di consigliere agli Istituti e Officine Rizzoli dove grande fu il contributo del personale delle Officine che forniva assistenza protesica il senatore Rampa relatore della Legge di Riforma Sanitaria nella veste presidente della Commissione parlamentare, cui si deve l'emendamento da lui introdotto per il riconoscimento degli Istituti di ricovero ne cura a carattere scientifico , di quelli esistenti che altrimenti sarebbero stati uniformati ai presidi delle USL-.ai quali si poterono aggiungere gli Istituti Rizzoli , ma non le Officine che ne erano parte del patrimonio.

Importante in proposito fu la conferenza di produzione indetta dal Presidente di allora Colliva nel quale alla posizione elaborata in base ai dati forniti dalla Direzione Sanitaria degli istituti e delle Officine sostenni la tesi del riconoscimento dell'intera realtà del Rizzoli come Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico e delle Officine come Istituto nazionale di protesi,per queste ultime forti della presenza di filiali nel territorio nazionale. I due consiglieri socialisti e il liberale sostennero la proposta da me formulata mentre Il presidente PCI sostenne la posizione contraria del suo partito .

Con il riconoscimento dell'Istituto venne costituito il nuovo Consiglio di amministrazione del quale assunse la presidenza il Prof.Manzoli accreditato DC come pure un'altro medico che con me entrò a farne parte,due PCI,un socialista, un liberale e un socialdemocratico. Io pure entrai a far parte, insieme ai rappresentanti degli altri partiti del consiglio delle Officine. Successivamente allo scorporo delle officine , per la cessione delle azioni venne istituito un tavolo di concertazione formato dai detentori del pacchetto azionario , gli Istituti Rizzoli , il Comune e la Provincia di Bologna che con le rappresentanze sindacali assunsero solenni impegni per la garanzia del posto di lavoro degli oltre settecento dipendenti della sede centrale e del e numerose filiali. Ma col trasferimento del pacchetto azionario al privato acquirente e della sede a Budrio l'unica prospettiva realizzata fu la speculazione edilizia conseguente la trasformazione dell'area industriale di via Santissima Annunziata a Bologna in area residenziale. Per ironia della sorte,pur non facendo parte del consiglio dei Consigli del Rizzoli e delle Officine, come consigliere comunale di opposizione mi trovai a denunciare l'amaro destino delle Officine nella discussione del loro trasferimento a Budrio .

Fu quella la la sera in cui una rappresentanza dei lavoratori della CGIL , con il dirigente sindacale in testa , venne a distribuire i suoi volantini di protesta. Dopo la mia rottura con il presidente prof.Manzoli, dei dipendenti del complesso Rizzoli che con me avevano rapporti di stretta amicizia e collaborazione non ne avevo più visto che l'unico di loro venuto ad abitare a Budrio.

Eppure frequenti erano state le occasioni di incontro con loro anche a casa mia . Fu proprio in uno di detti incontri che venni informato che un primario degli Istituti ,senza smarcare dal servizio andava a giocare a tennis ai Giardini Margherita. Fu così che accertata la presenza del suo cartellino marcato in entrata, fattolo cercare dalla direzione sanitaria e no essendo stato rintracciato, lo portai al posto di polizia interno agli Istituti perché provvedessero in merito. Il primario ,vicino all'età pensionabile, diede le dimissioni e il suo posto venne messo a concorso così fra i partecipanti il mio collega democristiano, , rassegnate le dimissioni da consigliere, partecipò e e vinse il concorso del quale io però non votai la graduatoria mentre tutti gli altri consiglieri la votarono nonostante li avessi avvisati della mia decisione. Per il “vincente” il primariato al Rizzoli fu l'inizio del suo percorso ascensionale nelle istituzioni cittadine. Quando il segretario della DC di allora mi chiese se ci tenessi a rimanere consigliere al Rizzoli io dissi di no. La mia rottura con Manzoli,che aveva in cuor suo la scelta della direzione del Ministero della sanità,segnò a fine della amicizia con tutti coloro che avevano fatto la scelta del potere. Di quel potere fa di ogni Istituzione un trampolino di lancio e di ogni amicizia una conoscenza strumentale al perseguimento degli obbiettivi che i confratelli debbono raggiungere. Queste son le caratteristiche del sistema masso-tecnocratico in cuoi ogni componente sociale laica e religiosa si trova a svolgere più o meno coscientemente il ruolo se non di parte integrante di mera copertura democratica.

 

 

19 dicembre 2022

Il Papa alla Cgil: "Siate sentinelle del mondo del lavoro, basta caporalato e morti bianche"

Secondo Bergoglio intorno al lavoro si consumano contraddizioni e guerre, aumentano le incertezze per i giovani e i ‘lavoratori poveri’: persone che, pur avendo un lavoro, non riescono a mantenere le loro famiglie e a dare speranza per il futuro

 Ansa 19 dicembre 11:40

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Dall'ANSA delle 11,40 del 19 dicembre:

Il segretario generale si è rivolto al Santo padre "perché, seguendo il suo insegnamento, quello che ha detto e in particolare avendo letto attentamente le sue encicliche Laudato sì Fratelli tutti, abbiamo trovato una grande consonanza sui problemi, sulle preoccupazioni che oggi travagliano l'umanità e il mondo". "La sua costante ricerca del dialogo tra diversi, l'invito alla fratellanza e del prendersi cura degli altri sono la condizione per realizzare, qui ed ora, quella rivoluzione culturale e quella trasformazione sociale di cui anche noi avvertiamo il bisogno per dare un futuro al nostro pianeta", afferma il leader sindacale. 

"Bravo quel ragazzo!", ha risposto Bergoglio, dopo l'indirizzo di saluto del segretario davanti ai 5000 riuniti nella sala, perché secondo il pontefice "Il lavoro costruisce la società, esso è un'esperienza primaria di cittadinanza, in cui trova forma una comunità di destino, frutto dell'impegno e dei talenti di ciascuno. Tale comunità è molto di più della somma delle diverse professionalità, perché ognuno si riconosce nella relazione con gli altri e per gli altri. E così, nella trama ordinaria delle connessioni tra le persone e i progetti economici e politici, si dà vita giorno per giorno al tessuto della "democrazia". "È un tessuto che non si confeziona a tavolino in qualche palazzo, ma con operosità creativa nelle fabbriche, nelle officine, nelle aziende agricole, commerciali, artigianali, nei cantieri, nelle pubbliche amministrazioni, nelle scuole, negli uffici, e così via", ha aggiunto..........

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CONVERSIONE DELLA CGIL O RICONVERSIONE DELLA FUNZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA DA ISTITUZIONE RELIGIOSA IN ORGANIZZAZIONE POLITICA ?

L'udienza della CGIL disgiunta dalle altre Organizzazioni sindacali , evento storico di grande rilevanza ,conferma il processo in atto nella Chiesa cattolica per l'ampliamento dell'impegno del volontariato di assistenza sociale principalmente svolto dalla Sant'Egidio in impegno politico per il raggiungimento di un nuovo ordine economico.

Questo il significato dell'incontro in sala Nervi del papa con la CGIL che rappresenta la maggiore associazione sindacale dei lavoratori italiani di tradizione marxista che conferma il protagonismo politico dell'attuale Magistero sulla posizione della sinistra cattolica che , nella concezione di Dossetti a Bologna ebbe la sua più autorevole espressione, della conclusione della esperienza della Democrazia Cristiana , colse l'occasione per realizzare l'incontro con la sinistra marxista.

Dal resoconto dell'o storico incontro parrebbe essere stato compiuto un passo ulteriore della strategia dell'incontro che privilegia la dimensione temporale della Chiesa rispetto alla funzione

spirituale , dimensione alla quale d'altronde si è strettamente attenuto il conferimento della cittadinanza bolognese al cardinale Zuppi. Attuale presidente della CEI.


IL CARDINALE GIACOMO BIFFI E LA TEOLOGIA DI DOSSETTI

Alla fine di ottobre del 1991 Dossetti mi ha cortesemente portato da leggere il discorso che gli avevo commissionato per il centenario della nascita di Lercaro. “Lo esamini, lo modifichi, aggiunga, tolga con libertà”, mi ha detto. Ed era certamente sincero: in quel momento parlava l’uomo di Dio e il presbitero fedele.

Purtroppo, qualcosa che non andava ho effettivamente trovato. Ed era l’idea, presentata da Dossetti con favore, che, come Gesù è il Salvatore dei cristiani, così la Torah, la legge mosaica, è anche attualmente la strada alla salvezza per gli ebrei. L’asserzione era mutuata da un autore tedesco contemporaneo, ed era cara a Dossetti probabilmente perché ne intravedeva l’utilità ai fini del dialogo ebraico-cristiano.

Ma come primo responsabile dell’ortodossia nella mia Chiesa, non avrei mai potuto accettare che si mettesse in dubbio la verità rivelata che Gesù Cristo è l’unico Salvatore di tutti. […]

Don Giuseppe, – gli dissi – ma non ha mai letto le pagine di san Paolo e la narrazione degli Atti degli Apostoli? Non le pare che nella prima comunità cristiana il problema fosse addirittura quello contrario? In quei giorni era indubbio e pacifico che Gesù fosse il Redentore degli ebrei; si discuteva caso mai se anche i gentili potessero essere pienamente raggiunti dalla sua azione salvifica”.

Basterebbe tra l’altro – mi dicevo tra me – non dimenticare una piccola frase della lettera ai Romani, là dove dice che il Vangelo di Cristo “è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del giudeo prima e poi del greco” (cfr. Rm 1, 16).

Dossetti non era solito rinunciare a nessuno dei suoi convincimenti. Qui alla fine cedette davanti alla mia avvertenza che, nel caso, l’avrei interrotto e pubblicamente contraddetto; e accondiscese a pronunciare questa sola espressione: “Non pare che sia conforme al pensiero di san Paolo dire che la strada della salvezza per i cristiani è Cristo, e per gli ebrei è la Legge mosaica”. Non c’era più niente di errato in questa frase, e non ho mosso obiezioni, anche se ciò che avrei preferito sarebbe stato di non accennare nemmeno a un parere teologicamente tanto aberrante.

Questo “incidente” mi ha fatto molto riflettere e l’ho giudicato sùbito di un’estrema gravità, pur se non ne ho parlato allora con nessuno. Ogni alterazione della cristologia fatalmente compromette tutta la prospettiva nella “sacra doctrina”. In un uomo di fede e di sincera vita religiosa, come don Dossetti, era verosimile che l’abbaglio fosse conseguenza di una ambigua e inesatta impostazione metodologica generale.

 

DUE TRAGUARDI,UNA SOLA TENSIONE

C’era in Dossetti il monaco nel politico, e il politico nel monaco”. Questa breve espressione, enunciata dal professor Achille Ardigò che gli è stato per diverso tempo vicino e ha collaborato con lui, coglie con rapida sintesi una personalità singolare e complessa.

Chi ne ha studiato la lunga e multiforme vicenda non può non riconoscere la validità e la pertinenza di tali parole. […] La coesistenza, se non l’identificazione dei due traguardi – quello “politico” e quello “teologico” –, inseguiti da lui simultaneamente e col medesimo impegno, è all’origine di qualche incresciosa confusione metodologica. Dossetti proponeva le sue intuizioni politiche con la stessa intransigenza del teologo che deve difendere le verità divine; ed elaborava le sue prospettive teologiche mirando a finalità “politiche”, sia pure di “politica ecclesiastica”.

E qui c’è anche il limite intrinseco del suo pensiero e del suo insegnamento. Perché la teologia autentica è essenzialmente contemplazione gratuita e ammirata del disegno concepito dal Padre prima di tutti i secoli per la nostra salvezza e per il nostro vero bene; e solo in quel disegno si trovano e vanno esplorate le luci e gli impulsi che potranno davvero giovare alla Sposa del Signore Gesù, che è pellegrina nella storia............

da Giacomo Biffi, “Memorie”, seconda edizione, pp. 485-493

COME CI SI ALLONTANA DA CRISTO SENZA ACCORGERSENE

Solidarietà, pace, natura, dialogo possono diventare nel non cristiano le occasioni concrete di un approccio iniziale e informale a Cristo e al suo mistero. Ma se nella sua attenzione essi si assolutizzano, fino a svellersi del tutto dalla loro oggettiva radice o, peggio, fino a contrapporsi all’annuncio del fatto salvifico, allora diventano istigazioni all’idolatria e a ostacoli sulla strada della salvezza. Allo stesso modo,nel cristiano, questi stessi valori, solidarietà, pace, natura, dialogo-possono offrire preziosi impulsi all’inveramento di una totale appassionata vicinanza a Gesù signore dell’universo e della storia; è il caso per esempio di San Francesco di Assisi. Ma se il cristiano per amore di apertura al mondo e di buon vicinato con tutti ,quasi senza avvedersene stempera sostanzialmente il fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimento di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale col Figlio di Dio crocifisso e risorto, consuma a poco a poco il peccato di apostasia, si ritrova alla fine dalla parte dell’Anticristo”.

 

Giacomo Biffi sull'Anticristo dalla profezia di Soloviev

 

 18 novembre 2022

                                           “ ESTERNO NOTTE”  

 

 

 Questo il titolo dell'opera cinematografica di Marco Bellocchio presentata  recentemente a Cannes il cui senso è affidato alla critica di esperti di ogni particolare componente sociale  della ricostruzione storica. .Trattandosi della ricostruzione  di un'epoca  definita la più buia della storia della nostra repubblica, oltre la aderenza interpretativa dei personaggi in essa coinvolti,  le diverse sfumature e psicologie che ne offrono le diverse connotazioni , l'impegno di Bellocchio soprattutto va rapportata  al pubblico cui esso  è rivolto  specialmente fatto di giovani  in quanto   per ovvi motivi i sopravvissuti alla  vicenda conclusasi con il sacrificio di Aldo Moro non possono avvalersi della testimonianza diretta di chi ne furono  partecipi dirette e non le comparse di una “fiction”.

Sacrificio o assassinio? Questo è il dilemma  di fronte alla quale lo spettatore viene sapientemente condotto dell'epoca conclusa con  la fine dello  statista, di cui si finge la resurrezione  solo per consentirgli di  esprimere al suo partito, la Democrazia Cristiana, tutto il suo risentito disprezzo per non aver aderito alla pretesa delle BR di una trattativa dello Stato con le BR  di che lo avrebbe salvato da morte certa facendo di lui il capro espiatorio del  sistema politico ed economico dei cui la intera classe politica era corresponsabile.

Mentre lasciamo allo spettatore il giudizio sul buon gusto del doppio epilogo di una vicenda che segnò profondamente la vita di chi aveva le responsabilità istituzionali di cambiarne la conclusione,  e a chi avendo vissuto quell'epoca,  è tenuto a ricomporre nella propria mente avvenimenti pubblicati dagli organi di informazione con i diversi frammenti   di verità appresi nei rapporti privati coi protagonisti dell'epoca ,la questione che si pone è che nessuno di essi è in grado di  testimoniare  il ruolo avuto in essa essendo  mancati ai vivi per ragioni di età.

Non Andreotti accresciuto nel ruolo di “Belzebù” della politica italiana essendogli riconosciuta dalla vedova Moro  una posizione dominante capacità decisionale della DC, non Zaccagnini imputato di esserne misero  succube, non Cossiga cui è ricordato il suo gesto nelle dimissioni dal Ministero degli Interni che aveva mancato alla necessaria sicurezza di Aldo Moro, che avrebbe superato  la fase depressiva    nel ruolo  di Presidente della Repubblica per assumere quello  picconatore  contro il  suo partito.

Senza nulla togliere   all'autore dell'opera cinematografica del suo  intento di rivolgersi con la rievocazione dei fatti alla coscienza di ogni spettatore  ,come vecchio democristiano non posso non mettere in relazione l'opera informativa di Bellocchio con quella informativa che ebbero i processi mediaticamente trasmessi che videro la Democrazia Cristiana sul banco degli imputati alla mercé del pubblico ministero i cui scopi andavano ben l'oltre l'occasione del confronto  con le capacità oratorie e culturali  della difesa  in quanto l'obbiettivo di allora pare lo stesso  di oggi  il sistema politico del quale alla Democrazia Cristiana  depositaria della   maggioranza relativa dei consensi elettorali , venne riconosciuta la forza politica  più  responsabile del sistema corruttivo di allora..

A quella responsabilità circostanziata dai processi mediatici di”mani pulite”, la pregevole opera di Bellocchio  aggiunge quella  della  classe dirigente democristiana di aver assistito impavida   alla emissione e alla esecuzione della sentenza nei confronti del suo Presidente per non aver voluto riconoscersi  responsabile delle imputazioni per le quali solo Moro avrebbe  dovuto pagare.

“Cui prodest “ la contestualizzazione degli avvenimenti di quella unanimemente definita l'epoca più bui della storia della repubblica italiana, i 53 giorni che separarono il sacrificio di Aldo Moro da quello della sua scorta con i  comportamenti dei quali vengono imputate le  responsabilità personali dei singoli attori senza un loro collegamento con quello delle Istituzioni repubblicane, delle  diverse forze politiche e sociali  in rappresentanza dell'opinione pubblica?

Era opinione pubblica quella espressa ,il giorno successivo al rapimento di Aldo Moro dalla sfilata sotto le finestre dalla nostra sede di via San Gervasio a Bologna allo slogan:<<Non c'è partito , non c'è ideologia, tutti uniti per la democrazia>>?

Alla manifestazione tenuta in piazza Maggiore il giorno successivo alla morte del grande statista democristiano, all'esordio dell'oratore ufficiale: amici, compagni, lavoratori-hanno assassinato l'onorevole Moro!>> una popolana di mezza età, dalla prima fila del crescentone  non poté contenere la sua commozione se non con  un<<i àn fàt bàn, i avèvan da cupèr ànc tot qui ch'i an sàmper dè al vàud>>.

Senza voler attribuire al caso la esclusiva che vuole la madre degli ignoranti sempre incinta, credo che in quella frase sia racchiuso il vero senso dello spartiacque fra l' assassinio  e  la sentenza di morte per il cui confine prevalsero le ragioni dello Stato su quelle delle Brigate Rosse che dalla trattativa  avrebbero voluto la  loro legittimazione politica.

 Alla fine della terza puntata   della ripartizione di  cinque  ore e mezza  dell'intero film ,la RAI  ha trasmesso un documentario sulla vita di Nilde Jotti    esempio di militante politica del suo partito, unanimemente riconosciuta come corretta ed intelligente rappresentante delle istituzioni ,particolarmente come prima presidente della Camera dei deputati.

Ritenendo  si sia trattato di una coincidenza non voluta in quanto il sistema corruttivo imputato  alla  Democrazia Cristiana e ai suoi alleati ha dimostrato di saper sopravvivere senza distinzione di schieramento credo che spetti ad ognuno, senza distinzione di appartenenza, dare con la propria partecipazione attiva, rendere giustizia al sacrificio di Aldo Moro .Particolarmente interessati ad  una sincera analisi anche sulla fine della Democrazia Cristiana dovrebbero sentirsi quanti ,religiosi e laici,   ritennero la fine della Democrazia Cristiana un  evento liberatorio da un ostacolo sul  percorso dell'incontro delle sinistre dai più diversi riferimenti ideali    per ritrovarsi tutti,chi più chi meno, alla conquista dello spazio politico di centro che fu del partito di De Gasperi.

 

Nell'analisi delle cause e delle conseguenze della fine dell'unità politica dei cattolici non può  certamente dichiararsi estranea la Chiesa cattolica che della fine dell'esperienza democristiana fece la ragione di un diretto impegno politico ritirando qualsiasi ipotetica delega a terzi  per la difesa dei valori un tempo dichiarati non negoziabili. Con quali risultati ?

26 ottobre 2022

Albero Girotti

A proposito di morti in mare, non devi rivolgerti a Salvini, ma a Bergoglio!

Gabriele Cantelli

La fede ce l'ho messa tutta dicendo che quello di Giorgia Meloni è un bel discorso, completo in quanto riguarda l'intera legislatura. Il problema si colloca tutto nelle misure che il nuovo Governo dovrà che adottare che dovranno essere commisurate oltre oltre che alla volontà politica alle disponibilità di bilancio legate alla politica fiscale. Le distanze politiche si presenteranno principalmente passando dalle parole ai fatti. Magari la colpa dei morti in mare fosse del Papa, come vuole sostenere Girotti, e non dalla miseria dalla quale i poveri vogliono uscire per la legge dei vasi comunicanti quando essi, attraverso i mezzi di informazione ,vedono la differenza di tenore di vita dei popoli sviluppati rispetto alle loro ed affamati affrontano spesso viaggi della speranza che durano anni, quando non muoiono prima. Per quando riguarda noi italiani, si tratta di affrontare il problema del calo demografico e della non disponibilità di forze lavoro a svolgere lavori per i quali si lamenta la mancanza di mano d'opera. Qui sì che si può chiamare in causa papa Bergoglio quando con le encicliche denuncia le conseguenze del sistema economico sull'ambiente senza individuare il tipo di economia alternativa se non denunciando quella del profitto basato sul consumismo e dalle leggi di mercato fuori controllo politico mentre , dall'associazionismo cattolico, che per le benemerite iniziative caritative continuano a pervenire le disponibilità dell'attuale sistema economico, provengono speranzosi generici richiami a una rivoluzione culturale che, stando all'esempio di quella di Mao , possiamo immaginare da chi e come verrebbe gestita. Tutto quanto detto, a mio modesto avviso ,dovrebbe riportare il mondo cattolico al quale anch'io mi onoro di appartenere, ad affrontare l'irrisolto problema della scelta fra sistema liberal democratico e sistemi autoritari le cui esperienze di socialismo reale sono state tutte fallimentari. La stessa attuale economia comunista cinese si mantiene contando sulle economie di mercato del mondo occidentale, non certamente sulle potenzialità economiche del regime oligarchico russo. Quello che tutti dovremmo fare è militare in partiti partecipativi e non in festevoli organizzazioni per il culto dei leader per affrontare gli urgenti problemi che permangono per la incapacità di uscire dai limiti delle attuali rappresentazioni democratiche. Ma fare politica attiva indipendente costa tempo e danaro e , purtroppo non tutti gli amici ed avversari da me conosciuti durante la loro esperienza hanno sempre dimostrato di volerne pagare pagare il prezzo

Alberto Girotti

Gabriele Cantelli, il discorso si fa troppo lungo, mi limito a confermare che troppe sono le responsabilità di Bergoglio nelle tristi vicende contemporanee, non esclusa la situazione dell'Ucraina, visto il sostegno da lui dato ai depravati guerrafondai USA.

 

Daniele Mazzoni

leggo nel commento di Cantelli: "riportare il mondo cattolico al quale anch'io mi onoro di appartenere, ad affrontare l'irrisolto problema della scelta fra sistema liberaldemocratico e sistemi autoritari le cui esperienze di socialismo reale sono state tutte fallimentari." Ma è proprio quello il problema, la scelta non deve essere fra il modello liberaldemocratico (o consumistico) e il modello autoritario. Occorre trovare un modello che sia la terza via, dove le persone siano considerate come persone, non come soggetti/oggetti del consumismo

 

Gabriele Cantelli

 

sulla ricerca di una alternati al sistema di mercato attualmente fuori controllo e quello super controllato dei sistemi a socialismo reale ci debba essere una scelta alternativa che contrasti la cultura dello scarto senza  perseguire  quella strana  soluzione catto-comunista di cui evidenti sono le operazioni di corteggiamento in atto,

       MOLTO OLTRE LA NOVITA' DI GENERE 

          GIORGIA MELONI  PRIMA DONNA ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO  

        

 Col giuramento del nuovo governo e il passaggio della campanella da Draghi a Giorgia Meloni  si è compiuto il percorso  al quale tutti  Italia  ,chi più chi meno direttamente , abbiamo contribuito.

Come avrai  potuto constatare  visitando il mio sito, se ne hai  avuto tempo e voglia, il mio impegno politico , coerentemente con la formazione religiosa nell'Azione Cattolica dei tempi epici nelle nostre zone  in cui si respirava  l'atmosfera  del concreto  pericolo comunista, con lo stesso spirito è continuato  successivamente alla fine operativa della Democrazia Cristiana riscontrando   la assoluta chiusura  culturale di  matrice post conciliare che  dell'attuale pontificato ha fatto un un punto di attracco  di quel modernismo che nel passato aveva trovato le ragioni della dura opposizione   nelle encicliche dei predecessori Pio X e Leone XIII .

Chi ha proseguito  un percorso nel quale chiare e a lungo sono state  le coordinate religiose e culturali che hanno accompagnato i protagonisti della ricostruzione  del Paese dal disastro conseguente la seconda guerra mondiale,   ha vissuto il progressivo  svuotamento del senso della  presenza del nostro partito  nel  nostro Paese  non solo nelle ragioni di appiattimento nel potere ma per  una concezione di una religione  non rivelata se non dal divino che è nell'uomo.

Un capovolgimento  che con la auspicata fine della presenza politica del centro democratico cristiano ha favorito il  successo di  partiti  che non avendo fatto parte dell'arco costituzionale del 1946  sul piano politico  hanno rafforzato la tesi  della  Democrazia Cristiana accidente  storico  sul confronto delle due principali  forze a confronto nella guerra civile europea,quella fascista  e quella comunista,  trovando una strana affinità , sul piano religioso, con la  posizione della sinistra cattolica che  nell'interclassismo della Democrazia Cristiana di De Gasperi aveva trovato   l'ostacolo principale  sul percorso  al “naturale”incontro con la sinistra marxista.

Per gli accadimenti di questi giorni  che hanno decretato  la fine della parabola “berlusconiana”per motivi di salute , ritengo sia venuto  il momento di uscire dalle dimensioni organizzative che ci siamo creati post D.C per contribuire ad  un aperto confronto  che non preservi alcun ambito del mondo cattolico per una verifica delle prospettive dell'attuale scenario politico  che,con o senza la fiamma nel simbolo, incontestabilmente vede il successo di Giorgia Meloni con Fratelli d'Italia diretta discendente del M.S.I

In questo nuovo scenario politico  è  assolutamente prevedibile  il potenziamento del ruolo di quelle realtà  culturali ed economiche   in cui è avvertibile la  convergenza del  potere  religioso  con  con gli altri  poteri politici ed economici che non si riconoscono o non hanno bisogno  di riconoscersi  nella attuale maggioranza di governo, poteri e dimensioni che  passano indifferentemente  dalle sacrestie alle logge,dai pranzi delle  organizzazioni caritative  in soccorso delle vittime della   esclusione sociale   alle  cene  di quell'associazionismo dove l'ammissione  avviene  sulla base dei successi personali  per    una pastorale  coerente  con  l'insegnamento della pagina evangelica della cena   a casa di Zaccheo.

In questo quadro ,a mio modesto avviso,   è venuto il momento di chiederci se e come  sia ancora  necessaria una  nostra iniziativa di orientamento democratico cristiano aderente al PPE alternativa   alla concezione  rivoluzionaria dell'attuale pontificato e al  al Terzo Polo contendente al PD ,anche a livello europeo ,  il ruolo  di partito socialdemocratico.

Certamente è questo il momento di allargare gli orizzonti oltre i timori  di un cambiamento di epoca in politica interna, per impedire che  un risorgente nazionalismo  ,che mal sopporta i limiti di gestione dei bilanci dei singoli stati dell'Unione europea  e le conseguenze  delle misure economiche e militari adottate per ritorsione all'invasione dell'Ucraina,  distolga il sistema democratico  dalla necessaria attenzione alle concrete  minacce di un  ridestato imperialismo russo di Putin  e cinese di Xi Jinping  cresciuti nell'esperienza liberticida dei  sistemi comunisti.

23/10/2022

                                                 

                                                    Gabriele Cantelli

                                         UN DISCORSO BELLO E COMPLETO

 Alle forze che compongono  la maggioranza  il nuovo governo  e al contributo critico di quelle di opposizione compete  il compite dare  concretezza ai buoni propositi enunciati. per un cambiamento dal cui stile   da cui  dipende la credibilità della  inequivocabile assunzione di distanza culturale  dal fascismo  sul cui possibile ritorno è stata impostata la campagna elettorale di quella sinistra  ideologicamente responsabile,per la sua parte politica,  dei drammi del comunismo del  XX secolo. Per non rientrare nella  accusa  di sovranismo nazionale di derivazione coloniale  l'annuncio di un  piano  Mattei per l'aiuto ai Paesi dai quali provengono i flussi migratori dalle aree  del sottosviluppo  non può non essere concordato e gestito a livello europeo , come la  distinzione dai profughi dalle aree di guerra essenziale  condizione di discrimine per la doverosa  accoglienza  non può essere stabilita  in alto mare  dalla Marina Militare prescindendo da tutte le norme di soccorso internazionale. Altrimenti con quello che per completezza vuole essere il progetto di un vero e proprio cambiamento di epoca   ci riporterà  alla chiusura dei porti prescindendo dal numero dei morti in mare, tanto cara a Salvini che  su essa giocò la fortuna elettorale che forse spera di poter ricostituire . Per quanto riguarda la politica estera sulla questione Ucraina da Giorgia Meloni è stata confermata la linea  del governo Draghi,linea  che avendo ricevuto  dai banchi  dall'opposizione di Fratelli d'Italia una  adesione più convinta   che dalle altre forze del centrodestra  rende particolarmente  attese le  dichiarazioni di voto dei capi gruppo della Lega e di Forza Italia .

 

 

                           

Budrio, 28 settembre 2022

 

LA VITTORIA DI GIORGIA MELONI

 

Il giudizio complessivo della sfida centrodestra-centrosinistra si conclude con la vittoria di  Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni su l PD di Enrico Letta e chi ,come me,  votando il Terzo Polo ha inteso sottrarsi alla competizione fra  Salvini e Meloni nel centrodestra, ha mancato l'obiettivo di raggiungere almeno il 10% ritenuto  determinante per  la formazione della maggioranza di governo alternativa a quella conseguita  contando  sull'attuale  sistema elettorale.

Questo è il quadro uscito dalla consultazione  di ieri che proprio per l'inequivocabile risultato richiede, a mio modesto avviso una profonda meditazione  sulle ragioni per le quali, nell'area populista  parte dell'elettorato ha scelto il Movimento 5 Stelle invece che Di Maio, la Meloni invece di Salvini in quanto ritenuti maggiormente interpreti delle sofferenze della crisi  economica conseguente la pandemia e delle ripercussioni delle sanzioni sulla lievitazione di prezzi energetici, sulle materie prime e sui generi alimentari rispetto al governo dei responsabili  a guida Draghi.

Per quanto mi riguarda non ho nulla da correggere rispetto al percorso  espresso nel mio sito www.gabrielecantelli.it  che mi ha portato ad aderire all'iniziativa di Calenda  e Renzi pur non appartenenti alla mia area di centro  di riferimento PPE.

Una posizione decisamente Europeista e Atlantista  che mi ha visto certamente più vicino a quanti in politica internazionale  hanno sostenuto  senza se e senza ma  la resistenza del popolo ucraino  differenziandosi dalle giustificazioni di  Berlusconi sulle ragioni dell'invasione della Russia di Putin e  dalla solidarietà di Fratelli d'Italia  e della Lega ai  Paesi che si oppongono a risoluzioni sull'approvvigionamento energetico   che richiedono l'unanimità del Parlamento Europeo .

Si tratta di una situazione complessa quella che debbono affrontare i delusi del risultato senza la semplificazione e la superficialità  abituale nel PD che la vorrà lenire il dolore della sconfitta  con la sostituzione del Segretario Letta come ha fatto per i predecessori,  casomai con un Bonaccini  vincente che, per chi conosca la realtà emiliano-romagnola , non rappresenta la volontà della base  bolognese  ma quel sistema bolognese che nemmeno il centrodestra ha mai voluto affrontare perché tutti i partiti, chi più, chi meno, ne sono partecipi, risparmiando i santuari del potere economico e finanziario, quel sistema che nemmeno Guazzaloca  volle  toccare  adottando il motto” migliorare il sistema” perché è lo stesso che ha appena garantito ,anche se  per stretta misura, la vittoria  di Casini su uno Sgarbi” stranamente più moderato del solito.

Ognuno pertanto si assuma le proprie responsabilità, di area laica o cattolica esso sia, per distinguere le ragioni del potere da quelle delle autentiche testimonianze di coloro che lo hanno contrastato facendo la guerra mentre ad altri livelli si dividevano ,da buoni fratelli, le rispettive aree di influenza.; chiedendoci  casomai il perché la Democrazia Cristiana sia stata considerata dai vertici della sinistra cattolica un incidente storico sul percorso  verso l'indilazionabile incontro con la sinistra marxista  per poi  vedere   entrambe le componenti convergere nel ruolo di base di un sistema  masso-tecnocratico eterodiretto.

La mia critica  non preserva certamente le restanti componenti  della diaspora democristiana, quell'area di centro frantumata nelle più diverse sigle che   hanno ritenuto di appoggiare Forza Italia o la lista dei moderati ,preoccupati più della propria visibilità che di quanto si sta determinando  in campo politico  e in campo religioso come conseguenza della perdita di comuni ideali, come non preserva chi ha sostenuto, come me, l'iniziativa del Terzo Polo.

Quanto si verificherà  di qui alla costituzione del nuovi Governo possa costituire l'occasione di un confronto non di reduci  schiavi  del proprio passato ma di attivisti per la progettualità e  la difesa del bene comune dagli obbiettivi di un   progressismo radicale senza limiti etici e morali attraverso la costruzione di una nuova area  liberal democratica di centro .

 

    Gabriele Cantelli

                                      

 

 

 
 

 22 settembre 2022

 

 

                          DRAGHI ALL'ONU

 

Mentre si attendeva il discorso di Putin   il presidente Draghi ,insignito  del riconoscimento di miglior premier  di livello internazionale ha effettuato il suo intervento  all'Assemblea dell'Onu: Stare con Kiev, ha sottolineato il premier nel suo intervento, era l'unica scelta possibile. E ora che sul campo l'esercito ucraino ha conquistato un "vantaggio strategico importante", anche se l'esito resta "imprevedibile", non bisogna desistere dalla ricerca delle condizioni per la pace. E di intese, come quella sul grano, che portino a una "demilitarizzazione" dell'area di Zaporizhzhia, per scongiurare una "catastrofe nucleare". L'avanzata di Kiev, ha rivendicato  il premier, è stata possibile "anche grazie alla nostra assistenza militare". D'altronde una invasione "pianificata per mesi e su più fronti" non si può fermare "solo a parole". Ma va contrastata con il sostegno economico, umanitario e militare all'Ucraina e con le sanzioni che hanno avuto "un effetto dirompente sulla macchina bellica russa", ha fiaccato l'azione di Mosca, che "con un'economia più debole" farà più fatica a "reagire alle sconfitte che si accumulano sul campo di battaglia".

 

 Questo il discorso tenuto da Mosca dal presidente Putin :

 

                Non è un bluff”.La minaccia nucleare di Putin.

Il discorso del presidente alla nazione ”Mobilitazione parziale della Russia: Il monito all'Europa e agli Stati Uniti  sull'uso dell'arsenale atomico. Il ministro della difesa Shoigu. Siamo in guerra contro tutto l'Occidente

            L'ANNUNCIO DI UN PUTIN MORALMENTE SCONFITTO

L'annuncio dato da Putin rivela la sua disperazione per lo sconvolgimento dei suoi piani di annessione   dell intero Paese invaso per la resistenza del popolo ucraino  sostenuto dall'occidente. Rivela soprattutto la confusione di un uomo moralmente già sconfitto pronto a ricorrere alla potenza nucleare per modificare il corso della storia della Russia che lui ha condotto in guerra parlando di operazione speciale. Quanto si sta delineando rafforza la necessità di compattezza delle alleanze interne ed internazionali nel riconoscimento dei ruoli dell'aggressore e dell'aggredito per il perseguimento di una soluzione diplomatica che Putin sta rendendo sempre più difficile.

 

Anche alla luce di questi avvenimenti ritengo coerente la scelta di voto pubblicata in questo sito il 3 settembre 2022

                  

 

                

      21 settembre 2022

          PD la verso la nomina di senatore a vita

                 

                   LA CONFERMA  DI CASINI

       AL COLLEGIO UNINOMINALE  DEL SENATO

                       DI BOLOGNA

 

Svegliati Bologna ,difendi il tuo passato

 da chi non lo ha vissuto o lo ha dimenticato

dalla attual  pretesa di Renzi ,Letta, Casini

di cancellar  la storia di guelfi e ghibellini,

prime espressioni   di una società plurale,

per  far  della  Quaresima un  brutto carnevale .

 

Risveglia in noi tutti l’antica   tradizione

d’impegno popolare , la   partecipazione

necessaria per    vincere l’insano tentativo

di  trasformare  te,  officina dell’Ulivo,

in  scuola   interdisciplinare di masso- tecnocrazia   

per il superamento della democrazia . 

 

Naturale  è stato  che  nel piano  progressista

Bologna  ,già capitale dell’occidente comunista,

per  confermato   impegno del  grande capitale

divenisse  il  centro  dell'avvio     sperimentale

della    più    remota   conduzione   dall’esterno

di  partiti, enti ,  Istituzioni di governo.

 

  Non più emolumenti e gettoni di presenza

 perché a governare  basterà la scienza

 di  un ridotto numero di illustri “ indipendenti”

 (per titoli  accademici   privi di concorrenti)

 illuminata espressione di una spenta società

che  guida   dall’esterno la propria libertà.

 

 

       Gabriele Cantelli

Budrio, 3 settembre 2022

 

                                    A CHI IL MIO VOTO DI CENTRO

 

 La presentazione di DemoS  emanazione della Comunità di Sant'Egidio  alle  recenti amministrative, da parte cioè di una associazione cattolica  volta all'assistenza degli ultimi a trovare percorsi di pace nel mondo  e la dichiarazione  del suo antifascismo e non anche dell'anticomunismo  per giustificare la sua decisa scelta di campo  a sinistra mi ha portato a evidenziare  nel sito al quale ho affidato le mie esperienze di democratico cristiano, sotto il titolo:<< Perchè si può essere Demos e cristiani e non essere democristiani>>, la profonda differenza del nuovo soggetto politico (che non vedo presente alle politiche) rispetto a quello che fu il partito  del centrismo degasperiano, la D.C  dichiaratamente interclassista, solidarista,   anticomunista per le stesse ragioni del suo antifascismo, chiaramente  perché il catto-comunismo  rientra nella rivoluzione culturale  invocata da qualificati settori  della sinistra cattolica .

A  questa differenza di valutazione  della libertà in una prospettiva di destra o di sinistra  col mio sito   www.gabrielecantelli.it richiamo l’ attenzione dei lettori, osservazione che ritengo importante in questa tornata elettorale  che     vede la preoccupazione della presenza della fiamma tricolore del M.S.I nel simbolo di Fratelli d'Italia mentre assolutamente indisturbato passa  il simbolo falce e martello nel DNA dei propri compagni di cordata.

Degna di particolare nota é la conferma  di un  posto  dell'uninominale del Senato a Bologna da parte di un PD  a  un Casini pronto a tutto pur di ritornare in Parlamento.

A comprovare il mio ripetuto invito  alle componenti cattoliche dei diversi schieramenti  a un diverso spessore del confronto politico  rimangono i temi trattati nel mio sopra indicato fra i quali l' impegno alla   accoglienza  dei flussi dei profughi nel quadro di uno sviluppo economico  necessario a  garantirne la integrazione  sociale necessaria a superare la crisi di natalità nazionale ,questione   oggetto di baratto con la permanenza della sinistra cattolica  in una alleanza progressista  dominata  dalla cultura radicale per lo scardinamento  della famiglia tradizionale e l'inquadramento  del suicidio assistito fra i diritti civili .

 Una posizione quella espressa sull'accoglienza  che chiaramente contrasta con  la strumentalizzazione del  fenomeno migratorio propagandato  dalla Lega di Salvini come una  invasione  fuori controllo,  e come un pericolo per la sovranità nazionale da scongiurare  con l'opposizione allo jus soli ,  con una formazione culturale allargata all'intera durata  della scuola dell'obbligo da impedire  secondo la  Meloni con il blocco navale  ritenuto assolutamente illegittimo dalla normativa internazionale.

Altra questione indefettibile particolarmente a livello di Comunità, quella del superamento dell'unanimismo nelle votazioni assembleari che stanno bloccandola possibilità di  trattative comunitarie  sui  prezzi delle forniture energetiche  ,la costituzione di un  esercito  europeo , la ripartizione dei flussi migratori.

 Se nella politica internazionale il rafforzamento della Nato con l'incremento delle spese militari dei singoli membri   costituisce    un chiaro segnale di fermezza alle tentazioni espansive della Russia di Putin,   i tentennamenti  di Salvini  e di Berlusconi non fanno che  pregiudicarne la affidabilità già  messa a dura prova dalla divisione  fra chi era parte della maggioranza di Governo e chi all'opposizione prima di rendersi   complici di 5 Stelle nella  bravata di farlo cadere.

In questo quadro non me la sento di partecipare anche indirettamente col mio voto di centro   alla  sfida  fra  Salvini  e la Meloni per la Presidenza del Consiglio in quanto auspico che dalle  prossime elezioni politiche scaturisca   una  maggioranza che   confermi gli impegni assunti dal  governo Draghi  senza che ne vengano rimesse in discussione  le decisioni  già assunte in politica interna e internazionale .

In attesa  che i diversi spezzoni del  centro cattolico vogliano dimostrare la sensibilità  religiosa , il livello culturale e la volontà di riunirsi per discutere le avventurose prospettive perseguite da una sinistra cattolica alla deriva di un progressismo senza limiti etici e morali, ritengo il voto al terzo polo coerente con la mia analisi della attuale situazione politica .

 

 

   Gabriele Cantelli

Budrio, 12 luglio 2022

 

 

                          POSSIBILI COLPI DI SOLE SULLE FORZE DI GOVERNO

 

Il governo è a rischio per le 9 condizioni poste da Conte al presidente Draghi per la permanenza di 5 Stelle nella maggioranza, provvedimenti che comunque incidono sul Bilancio dello Stato prescindendo dalla discussione delle possibilità di un loro accoglimento.

 Più sbrigativo il precedente richiamo pervenuto da Salvini al Governo per una maggiore sensibilità verso le sofferenze di famiglie ed imprese: col suo stile decisionista rivolto al popolo il leader della Lega si è spinto a dire che se il Governo ha trovato le risorse per gli aiuti militari all'Ucraina e l'incremento della spesa per la Difesa, vi è pure la disponibilità per far fronte alle prioritarie esigenze degli italiani.

A sentirsi autorizzata a interpretare la voce degli italiani insoddisfatti dalle attuali misure del governo a fronte delle conseguenze della pandemia e della ricaduta delle sanzioni conseguenti l'aggressione russa all'Ucraina   è  una Giorgia Meloni incoraggiata  dagli indici di gradimento  sondaggi   che   la vedono in pool position  oltre che per la rappresentanza della coalizione di centrodestra, per  la presidenza del Consiglio ove, alle prossime elezioni politiche, l'alleanza  ottenesse la maggioranza dei voti degli Italiani.

Anche per il raggiungimento di questo obbiettivo, la leader di Fratelli d'Italia insiste a evidenziare lo squilibrio di una coalizione in cui alcune componenti (Lega e F.I) fanno parte della maggioranza mentre lei con la sua è all'opposizione 

Questa è la situazione di fronte alla quale, Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio auspicano un confronto costruttivo di tutte   le forze politiche, specialmente da quelle che fan parte della maggioranza nel quale prevalga la consapevolezza delle conseguenze di una crisi di governo che non avrebbe altra alternativa della campagna elettorale.

E' di fronte a questa prospettiva che sono in corso grande manovre per la ricostituzione di un centro in grado di sottrarsi agli obblighi di coalizione in cui F.I, incapace da sempre di andare oltre le dimensioni   patrimoniali di un leader in fase calante, è surclassato dai risultati elettorali di Fratelli D'Italia e della Lega.

Ad appesantire il quadro politico sono intervenute le proposte di legge dl PD sullo  jus soli e la liberalizzazione della cannabis  che secondo la Lega non fanno parte degli accordi di governo e non presentano le caratteristiche dell'urgenza.

Per quanto mi riguarda mentre considero pericolosa la distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti in quanto le prime rappresentano spesso la fase di passaggio alle seconde, ritengo assolutamente ingiusta la opposizione della Lega e di Fratelli d'Italia al riconoscimento della cittadinanza ai nati nel nostro Paese e con un livello di scolarizzazione di almeno 5 anni. Con gli indici di denatalità che ci ritroviamo non sarebbe male che le destre nazionalista e sovranista accantonassero preclusioni che richiamano alla mente un passato da dimenticare. Mi riferisco particolarmente alla esclusione dai pubblici concorsi per il mancato riconoscimento della nazionalità ai tanti nati e scolarizzati in Italia che ne avrebbero il diritto.

Mentre è auspicabile che il confronto delle forze di maggioranza con il presidente Draghi sappia individuare  una via d'uscita alla crisi politica in atto, di particolare interesse, a mio modesto avviso, è la mobilitazione in atto per la costituzione di una forza di centro che sappia  ritrovare le sue origini culturali nell'esperienza della politica europeista e delle coalizioni democratiche di impronta degasperiana sottraendosi alle strategie pauperiste dell''incontro  delle sinistre laiche e cattoliche  e alle pretese si un nazionalismo e di un sovranismo che contrastano con la  concezione di un'accoglienza  finalizzata all'integrazione programmata  funzionale all'ulteriore  sviluppo economico   di un Paese consapevole della necessaria compensazione  degli attuali indici di denatalità.

 

Gabriele Cantelli

 

 

 

    Una possibile  chiave di lettura  dell'attuale  crisi  religiosa e politica  

                              Le interazioni dell'una nell'altra 

                PERCHE' CI MANCA LA DEMOCRAZIA CRISTIANA

 

Andrea Riccardi col suo pregevole libro ”La Chiesa brucia? Crisi e futuro del Cristianesimo” ci accompagna ,con dati statistici che riguardano le diverse realtà nazionali, lungo il percorso di una crisi che,tranne alcune significative eccezioni, coinvolge   religiosi e laici   soffermandosi pure sulle esperienze  dei cattolici organizzati in politica.

Dal libro leggiamo: <<:Lo storico Giuseppe Alberigo, consigliere del cardinal Lercaro,le definiva <<mostro teologico>>.Un certo progressismo cattolico ha contestato le scelte moderate di questi partiti.La gestione del potere in Italia  ha logorato l'immagine  e la realtà della DC, fino agli scandali di Tangentopoli negli anni Novanta>>.

<<La Chiesa dopo il Vaticano II non è sensibile all'idea della Democrazia Cristiana. Non avverte il pericolo del nazional-cattolicesimo, che considera un resto del passato......Insomma  in varie  regioni del mondo   la chiesa lavora  per la democrazia  , non attraverso una classe dirigente  cattolica, ma  spesso  tramite i suoi stessi esponenti gerarchici. Vale la pena ricordare  le riflessioni critiche di Giuseppe Dossetti sulla Democrazia Cristiana …..In un'intervista ad Alberto Melloni, Dossetti nel 1994 valutò il fallimento di dell'utopia di uno stato”cristiano” che la DC avrebbe potuto realizzare  in Italia nel dopoguerra: “si è potuto dire che quest'unica occasione  dell'unico Stato in cui i cattolici  erano al potere, e davvero sono stati effettivamente al potere ,lo Stato cattolico “realizzato” per così dire, in analogia  col comunismo realizzato-è crollato nell'impreparazione, nel disordine ,nella disonestà. Ritornare alle sue origini a che serve? A mostrare un'utopia solo come utopia e in quanto utopia.. ”IL giudizio di Dossetti, centrato sull'Italia ,si allarga all'orizzonte europeo a partire dalla <<circostanza   in cui i cattolici sono stati al governo. Perduta quest'occasione non ce ne sarà una seconda. Non ci sarà una generazione di cattolici al potere;una seconda generazione ,una seconda chance  non ci sarà. Sicuramente no..La democrazia cristiana reale non ha più senso. Una volta,,in tutto l'orizzonte sidereo, si né presentata   un'occasione che non si presenterà più>>.

Probabilmente delle valutazioni di Dossetti, divenuto   monaco di Monte Sole , non facevano parte i ricordi della sua   partecipazione, per obbedienza al card.Lercaro,alle amministrative del 1956 a Bologna  dove il suo pauperismo venne irriso nel  confronto col classismo del PCI e la  presentazione della sua lista alternativa  venne  bollata dallo stesso Togliatti nel comizio terminale della campagna elettorale  in piazza Maggiore a Bologna come l'espressione del tradimento della Resistenza alla quale il politico reggiano aveva   partecipato fino a rivestire la carica di Presidente del CLN di Reggio Emilia e,  naturalmente,  le ragioni per  le quali  alla sua iniziativa mancò l'appoggio  dei partiti alleati di governo   della Democrazia Cristiana nazionale.

A rendere l'idea della utopia di Dossetti è Galloni dalla DC passato ai Cristiano-sociali:<<Vedeva i sovietici come eretici cristiani ». “ Quello della politica DC è un universo nel quale Dossetti ha lasciato profonda traccia anche se fu presto sconfitto per colpa di un suo approccio assai poco adatto ai tempi: 70 anni fa chiedeva distribuzione in un periodo in cui non c’era molto da distribuire ed era anticonsumista, cosa fondamentale nel suo ascetico pensiero, quando c’era una gran voglia inappagata di consumare. L’anticonsumismo era bene esemplificato, scriveva la sua rivista Cronache sociali, dalla Russia sovietica, dedita a un grande progetto umanista con i comunisti visti come «eretici cristiani», ma dove – si deve aggiungeva – non c’era molto da consumare, e da lungo tempo peraltro”.

Perché quanto fin qui argomentato non basti a confermare di me la fisionomia di un vecchio che parla di un partito estinto come i reduci  parlano della guerra vinta o persa che sia stata   per tutta la  vita, io insisto nel condurre il mio gentile lettore alla situazione attuale per evidenziare  le ragioni per le quali l'attuale Magistero della Chiesa  ha dichiarato conclusa la esperienza  della Democrazia Cristiana,cioè l'allineamento di fatto della Chiesa  sulle posizioni della sinistra dossettiana che ha considerato la sua estinzione un evento liberatorio del naturale percorso per l'incontro con la sinistra marxista  prescindendo dalle ragioni della  sconfitta del pauperismo al confronto col classismo del PCI nelle elezioni del 1956 a Bologna e dalla  difficile  coabitazione delle diverse anime della sinistra nell'unico contenitore PD.

Il lancio a livello nazionale della  formazione politica DemoS quale emanazione della Sant'Egidio di Riccardi   dopo aver assistito alla  accensione  e spegnimento in ambienti cattolici del  movimento delle Sardine e di   “Insieme”(il partito che Zamagni intendeva presentare alle amministrative di Bologna  come risposta alla esclusione di una presenza cattolica  nella Giunta regionale da parte di un Bonaccini gratificato dell'appoggio cattolico alle regionali), mi porta a sostenere la  posizione   che   il Magistero della Chiesa meglio farebbe ad uscire dall'appiattimento sulle posizioni della sinistra cattolica   per  rivolgersi alle comunità nella loro interezza.

Le drammaticità  dei flussi migratori e  della situazione climatica  ,a mio modesto avviso non avrebbero dovuto essere utilizzata  a giustificazione di una scelta di campo a sinistra  dei fedelissimi  dell'interpretazione    del Concilio Vaticano II in senso pauperista ,ma  partendo da assemblee, le più ampie possibili per esaminare   il contenuto delle encicliche dell'attuale pontificato per  individuare i rimedi  alle inammissibili disuguaglianze sociali  e al cambiamento climatico  che  sta conducendo al  disastro ambientale, senza cioè fare di questa  tragica  prospettiva  l'alibi per il  cambiamento di un sistema economico  del quale anche la sola sospensione per la pandemia ha arrecato danni faticosamente rimarginabili.

La radicalità delle  posizioni espresse dall'attuale pontefice che denuncia il  sistema economico del profitto , il consumismo quale motore del sistema produttivo   auspicando  il cambiamento dei prodotti  e dei gusti della gente  senza ipotizzare  il sistema “democratico”   in grado di realizzarlo,ci conduce a prefigurare il rischio di  un formicaio  (catto-comunista) in cui ognuno esaurisce nel lavoro il motivo stesso della propria esistenza.

In una pagina del volume Tre riformatori: Lutero,Cartesio, Rousseau Maritain afferma<<Una cosa assolutamente essenziale al cristianesimo è la soprannaturalità della grazia. Togliete questa soprannaturalità della grazia e il cristianesimo si corrompe. Che cosa troviamo all’origine del disordine moderno? Una naturalizzazione del cristianesimo. E’ chiaro che il Vangelo reso puramente naturale e quindi assolutamente corrotto) diviene un fermento di rivoluzione di straordinaria virulenza….Come è accaduto per esempio col comunismo. Ma qui è forse opportuno, sulla scia di questi riferimenti di Maritain, allargare lo sguardo ai nostri giorni e puntare l’attenzione su fenomeni politici indubbiamente marginali se confrontati con l’immensa tragedia del comunismo, come quello che nel nostro Paese è costituito dagli atei devoti tanto spesso corteggiati anche da ecclesiastici di rango. Gli atei devoti sono  portatori della più chiara forma di naturalizzazione del Cristianesimo. Dice, in fondo l’ateo devoto al cristiano: ti rifiuto per quello che sei, in quello che in te c’è di più importante, rifiuto la tua fede; ti uso per quello che mi servi. E cosa replica il cristiano? Manca la fede oppure manca l’intelligenza del tempo? O mancano l’una e l’altra?>>.

 Contrariamente a quanto in un primo momento potrebbe apparire un nostalgico richiamo all'unità politica dei cattolici  che fu essenziale alla ricostruzione postbellica del Paese ,il percorso del mio ragionamento  conduce alla conclusione di  quanto  la comune   professione di fede non attenui  le distanze sociali  degli stessi  partecipanti alla liturgia nella quale ci si scambia un segno di pace.

Lo stesso Don Milani, parlando delle sue “esperienze pastorali” descrive  la  realtà in cui esercitò la sua  missione  i cui dati statistici  da lui rilevati  si spingono oltre che alla frequenza alle messe domenicali , alla  classificazione per categorie sociali dei  partecipanti , le cui  ragioni delle diversità di condizioni economiche  avevano portato lui,  delle origini familiari nella ricca borghesia,ad iscriversi al PCI   incurante del richiamo dei suoi superiori  in un'epoca in cui la  professione  religiosa , a lungo fece  parte dei dati della  schedatura della quale si avvalsero  i rappresentanti di lista dei diversi partiti , con poche unità di  errore rispetto ai risultati  elettorali.

Fu quello  il periodo delle ideologie  e dei partiti che ne erano gli autorevoli custodi che se impostati alla partecipazione degli iscritti e a  una gestione trasparente delle informazioni dell'attività amministrativa  delle istituzioni  candidavano consiglieri ,proponevano presidenti(Provincia e Regione) ,sindaci  e giunte  ,che avevano usufruito del loro  ruolo  formativo attraverso la discussione delle scelte per lo sviluppo del territorio..

Rispetto ad allora tutto è cambiato. Con la proclamazione  fine delle ideologie ,stranamente coincidente con la caduta del Muro di Berlino e il cambiamento della denominazione del PCI. i partiti sono divenuti copertura democratica  di poteri  che oltre a determinare la programmazione del territorio possono giungere ad esprimere quei “candidati della società civile” che andranno a ricoprire le cariche pubbliche al posto di quelle maturate  all'interno dei partiti. Al Sindaco eletto al primo o al secondo turno  spetta la nomina degli assessori, e la designazione dei dirigenti dei diversi  settori amministrativi ,la scelta dei Segretari e dei direttori generali .Ai dirigenti di settore spettano i poteri di gestione dei concorsi e degli appalti pubblici prima  spettanti alle assemblee elettive chiamate a discutere gli argomenti (delibere, bilanci,ecc)  sottoposti alla loro approvazione mentre a carico dei singoli consiglieri rimangono le conseguenze penali delle votazioni  nelle quali si è espresso parere favorevole o ci si è astenuti senza dichiararne le motivazioni.

 Questa è succintamente la dimensione dell'impegno pubblico  dalla quale emerge l'incoscienza di chi  ritenga la preparazione religiosa e il titolo di studio e la attività economica svolta    caratteristiche sufficienti a ricoprire ogni carica elettiva  senza comprendere la  dimensione dell'impegno civico per il quale dovrà per lo meno avere l'umiltà di acquisire le nozioni di conoscenza necessarie   a evitare le conseguenze  della impreparazione personale.

Nel caso della DC di Budrio,il Gruppo consiliare e il Comitato comunale (nel quale erano rappresentate le Sezioni  locali)venivano coinvolte nella informazione dei fatti e delle delibere  all'ordine del Giorno del Consiglio Comunale  per la determinazione delle posizioni da esprimere nell'aula consiliare .Questo era il metodo attraverso il quale  i più anziani  trasmettevano le conoscenze necessarie ai più giovani  che apprendevano anche i meccanismi dell'organizzazione amministrativa comunale ,le dimensioni dei ruoli consiliari articolati nelle diverse  commissioni  istruttorie delle delibere riguardanti i diversi settori della sua articolazione.

Da questa linea di condotta  cultura politica e religiosa contribuirono a condurre un'opposizione consiliare libera da condizionamenti di cordate di interessi trasversali agli schieramenti.

 

            Gabriele Cantelli

 

LA CHIESA CATTOLICA FRA CONVERSIONE E RICONVERSIONE

    

Quale  il percorso recentemente seguito per giungere alle proposte << Costruire comunità energetiche, promuovere finanza e consumi responsabili, valorizzare l'impegno dei giovani e buone pratiche produttive>> contenute nei documenti conclusivi della 49/a Settimana sociale di Taranto? Con quale preparazioni culturale ,stando alle dichiarazioni di mons. Sorrentino: “Abbiamo convenuto che il cambiamento non avviene solo dall’alto ed è fondamentale il concorso della nostra conversione negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità” per non trasformare gli incontri di comunità in brutte e litigiose assemblee di condominio dei quali oltretutto non è indicato il soggetto investito del potere di stabilire l'ordine del giorno e firmare l'avviso di convocazione?”.

Quali le possibilità, nell'attuale ordinamento legislativo , di dar risposte al Manifesto dell' ''Alleanza", una rete di organizzazioni della società civile e del terzo settore che incarnano il principio di sussidiarietà per modificare l'attuale sistema di rapporti attivi e passivi con le pubbliche amministrazioni?. E' una semplice coincidenza la  approvazione da parte della Regione Emilia Romagna di una legge sulle Comunità Energetiche?

Se il gentile lettore ne avrà il tempo e la  pazienza, dall'allegato al   documento votato dal Convegno tarantino (precedentemente pubblicato) potrà  cogliere la il senso di una   sorta di ampliamento  del”oggetto sociale”della Chiesa .

Un'impressione la mia  che purtroppo trova riscontro ,oltre che  nella preoccupante  esposizione dei dati della crisi della Chiesa  del libro di Riccardi, ne  “Il suicidio dell'occidente -Perché è sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori” in cui  il laico Rampini  dedica un capitolo a “Il nuovo paganesimo:l'ambientalismo come religione” .  

Dice l'autore:<<l vuoto di credenze , di valori e di riti viene riempito dal nuovo paganesimo che è l'ambientalismo...Per la sua natura religiosa ,è logico che l'ambientalismo radicale adotti toni apocalittici, annunci la fine  del mondo, esiga pentimento, sacrificio, espiazione:sono tutti gli ingredienti di un movimento fideistico, magico e per nulla razionale, che fa presa su emozioni profonde..... ..>>

<<Papa Francesco ha cercato il dialogo con i neopagani:la sua Laudato SI' ha tentato di usare l'ambientalismo di San Francesco  applicandolo alla società moderna , per costruire un ponte con la sensibilità delle giovani generazioni. E' stato un gesto impegnativo, ma privo di risultati,I militanti dell'ambientalismo non si sono convertiti in massa al cattolicesimo. Le chiese rimangono semivuote

 la domenica , soprattutto di giovani......papa Francesco nonostante sia sudamericano paga il fatto che il cristianesimo e irrimediabilmente  associato con la storia dell'Occidente, una storia che i

 neopagani rigettano in blocco>>.

Diversamente  dalla via seguita da  Rampini, non mi addentro nella discussione degli scienziati pro e di quelli contro la tesi  percorso votato al disastro ambientale.

Ma colgo l'occasione  per constatare  la  distanza, per profondità di analisi, delle cause della crisi ambientale dovuta alla  economia dello scarto , dalla profondità di indagine  delle cause  della crisi in cui versa la Chiesa quasi  la seconda dipenda dalla prima con un sostanziale   stravolgimento del pensiero dossettiano che vedeva la riforma della Chiesa come condizione essenziale alla  riforma della società italiana.

 

   Gabriele Cantelli

                                 PERCHE' ESSERE DEMOS E CRISTIANI

                               NON SIGNIFICA  ESSERE DEMOCRISTIANI                    

 .Dal dizionario dell'elettore democratico leggiamo:

 

DEMOCRAZIA CRISTIANA:<<E' il partito che realizza sul piano politico,l'unità dei cattolici impegnati a dare al Paese  un regime di democrazia  integrale,nella solidarietà delle classi(solidarismo) e nel perseguimento di un ordine sociale che la totale espansione  della persona umana ..

Un partito nazionale-La D.C viene da lontano. Non è un fenomeno transitorio nella vita politica italiana sorto(come pretendono i liberali) quasi a supplire provvisoriamente altre forze:La D.C  è un partito che ha profonde radici nella società italiana , di cui interpreta  le più vere  istanze , facilitandone  il perseguimento degli indirizzi storici:Essa rappresenta la felice sintesi delle tensioni che,al primo fiorire  delle concezioni democratiche , hanno caratterizzato  e giustificato   la presenza nella vita pubblica  del Paese dei vari movimenti  di rinnovamento all' insegna  della legalità:da quello degli<<intransigenti>>a quello Neo-Guelfo a quello Contadino,alle diverse  espressioni  assunte nel tempo dai cattolici democratici,fino al popolarismo di Don Sturzo....

E' un partito democratico-Perché crede  ed opera per la difesa  e integrale accettazione  del metodo della libertà. Essa sostiene  che l'affermazione  e  lo sviluppo degli stessi supremi ideali da cui trae  ispirazione avvengano in profondità  solo se fermentano in un clima di vera libertà:Perciò la D.C opera  per l'immissione del popolo nella vita dello Stato, chiamandone alla corresponsabilità ceti sempre più larghi. Ed è in questa caratteristica  democratica  che si radica il suo antitotalitarismo.

E'anticomunista e antifascista – Perchè nella sua azione di difesa della libertà la D.C lotta co intransigenza contro tutte  le forme soffocatrici  dei totalitarismi di ogni colore. Perciò la D.C riconosce la massiccia dimensione mondiale  della minaccia comunista ,eversiva e disumana  come appare dalle stesse rivelazioni di Kruscev (per l'URSS )  cui possiamo  aggiungere  tutte le esperienze del comunismo attualmente al  potere nel mondo.

Alla sensibilità democratica della D.C ,d'altra parte non sfugge l'esistenza di altrettanto pericolose  tentazioni interne  alla vita democratica  che,mirando alla costituzione di fronti anticomunisti,sollecitano l'adozione di forme autoritarie  che precipiterebbero il Paese  negli orrori commessi dal fascismo,con il solo risultato di cementare attorno al PCI vecchie nuove solidarietà.

E' solidarista – Perché non si chiude in una angusta visione classista  ma tende invece  al superamento delle classi e della valorizzazione di tutte per fini di giustizia sociale  e di libertà. Ciò non significa che la D.C sia per una  meccanica mediazione di contrapposti interessi sociali:essa è per la preminenza dell'uomo in  quanto tale sulla  sua funzione e collocazione sociale , convinta che nessun gruppo o classe può possedere  interamente dentro di sé, o in modo esclusivo, i valori e i mezzi destinati a realizzare  la giustizia nella comunità.

E' popolare-  Proprio per la concezione  solidaristica  e personalistica  della sua dottrina. La natura popolare della D.C, il suo  respiro superiore alle strette visioni classiste o settoriali, dà  una particolare ampiezza  ed estensione  al suo carattere di partito popolare.

E' un partito di cattolici-,non partito cattolico.<<Il cattolicesimo è religione, è universalità;il partito è divisione :Solo nel nome nostro possiamo combattere  sul medesimo terreno degli altri partiti>>.

                                                      DemoS

Senza politica non si può sperare in un mondo migliore .“Le nostre radici”, dice il manifesto del

 partito, “affondano nel cattolicesimo democatico e progressista e nella cultura laica, civica, solidale e anti-fascista”. Mario Giro, giù vice ministro agli Esteri e presidente dell'Assemblea, ha voluto mettere l’accento sul contributo di Demos, in questa difficile situazione globale, a cercare tutte le possibili vie per la pace.

Solidale” è l’aggettivo della loro idea di democrazia, ma va aggiunto ad esso un altro attributo: “sociale”. Perché l’altra grande sfida di questa nuova formazione, in cui molti esponenti vengono dal mondo della comunità di Sant’Egidio, è riconnettere il mondo del volontariato e dell’impegno nella società con le decisioni di Comuni, Regioni e del Parlamento italiano, come di quello europeo.

 

                                           CONFRONTANDO D.C  E  DemoS

La prima  osservazione è data  dal confronto del solidarismo della D.C per  il perseguimento dello sviluppo sociale attraverso la collaborazione delle diverse categorie, che definisce una  profondità di scopo diversa  dalla definizione di solidale come  caratteristica del partito di cui il dizionario fornisce questo significato:<<Consapevole dei rischi derivanti dai processi di globalizzazione e impegnato nella difesa degli interessi economici e sociali dei paesi in via di sviluppo e nella tutela dei diritti umani>>.

 Dalla presentazione dell'iniziativa  comunque chiara risulta la differenza fra la dimensione di un partito  pluralista  e partito espressione di un settore, pur importante della società quale è il volontariato cattolico .L'aggiunta di sociale a solidale risulta rafforzativo del significato della finalità  dell'iniziativa. Sull'affermazione antifascista contenuta nell'oggetto sociale penso non abbia bisogno di  ulteriori commenti rispetto alla definizione  che il citato dizionario fornisce dell'antifascismo:<<atteggiamento politico e morale  di ripulsa e rifiuto del fascismo. Sull'antifascismo sono sorti spesso equivoci che è doveroso dissipare con estrema energia e chiarezza. I comunisti ci richiamano spesso all'unità antifascista per facilitare la loro tattica <<frontista><, in nome degli ideali della Resistenza o di una politica progressista. La Democrazia Cristiana si è sempre rifiutata  ad una impostazione del genere. L'antifascismo è una componente  essenziale della  sua dottrina  e della sua azione politica , nel senso che esso  è una conseguenza logica  della sua decisa condanna  del totalitarismo. Ma si badi bene , di ogni totalitarismo.....>>

A distanza di tanti anni dalla pubblicazione del dizionario cui ho fatto riferimento ,sento il dovere di aggiungere alla  condanna di ogni  forma di totalitarismo, quella del catto-comunismo che, a mio modesto avviso potrebbe essere una esperienza devastante per la dimensione materiale e spirituale della persona  di cui  pretenderebbe di modificare gusti e stili di vita. Questo  comunque è il significato della mancanza  di “ anticomunista” dalle caratteristiche del partito che  sostanzialmente si colloca a sinistra del partito di Letta.

 

                    Gabriele Cantelli

                  

              UN CENTRODESTRA RIDOTTO A CARTELLO ELETTORALE

La continuità della presenza del  centro democratico cristiano nello schieramento del  centrodestra  purtroppo non è andata oltre le ambizioni personali dei promotori di una pluralità di liste contendenti  l'utilizzo del  simbolo scudo crociato,presenza   insufficiente  a  ereditare  il consenso elettorale della maggioranza dei cattolici italiani  e a prevalere nel confronto  con  le altre forze politiche dello stesso schieramento , in particolare con la  capacità  comunicativa e organizzativa del fondatore di F.I .

La presenza dei cattolici  in entrambi gli schieramenti   non ha impedito la classificazione fra i diritti soggettivi  la possibilità del suicidio assistito  e dell'adozione di figli  da parte di coppie  dello stesso sesso potendo contare ,il fronte progressista, sulla scelta  di campo  di un Magistero ecclesiale che dell'obbligo morale dell'accoglienza degli incontrollabili flussi migratori dal Mediterraneo(contrastata da Salvini) ha colto l'occasione  dell'aperta propensione a sinistra.

Difficile, di parte cattolica, non prendere le distanza da un  Salvini che  della  sua ostentazione , durante pubbliche manifestazioni ,di simboli cattolici ha fatto  la ragione  della difesa dei confini nazionali da una possibile invasione islamica , che  dell'autonomia nazionale dai  vincoli di bilancio europei  ha fatto la ragione di  allineamento sulle posizioni insofferenza antieuropea di Orban e filo brexit    di Trump , dell'ammirazione per il  decisionismo autocratico di   Putin ha fatto sfoggio   sulla Piazza Rossa di Mosca indossando  la maglietta con la  riproduzione della  sua l'effigie     per rientrare ,insieme a Berlusconi , nella realtà dell'invasione russa  dell'Ucraina,  della l'accoglienza dei profughi e  degli  aiuti militari alla Resistenza ucraina stabiliti con decreto del Governo approvato dalla stragrande maggioranza del Parlamento. Ad accrescere la   distanza  delle componenti il centrodestra è intervenuta l'ultima trovata di Salvini di dichiararsi in procinto di un  viaggio a Mosca da Putin in  missione di pace  a dimostrazione di quanta considerazione egli abbia per i ruoli istituzionali del Governo che ha votato .

La conclusione dell'incontro degli esponenti delle forze della coalizione di centrodestra tenutosi recentemente ad Arcore ,stando alle dichiarazioni di Giorgia Meloni, apparsa sempre più contrariata dalla distanza delle posizioni di chi è dentro e chi e fuori dal governo , sta  riducendo la coalizione di centrodestra a uno strano cartello elettorale,per la diversità di posizioni in politica interna ed internazionale.

 

   Gabriele Cantelli

                                                                                                                                                                                                                       LE ELEZIONI A BUDRIO 

La  principale  conseguenza di una politica appiattita sulla personalità dei leader   è stata la fine del ruolo dei  partiti per la spalmatura nell'intero territorio nazionale del risultato del gradimento dei protagonisti del confronto politico con lievi differenze fra un comune  e comune   e per la affermazione della convinzione  che a ciascun candidato   basti la propria dimensione individuale    a  sostenere  qualsiasi ruolo istituzionale  prescindendo dalla dalla preparazione necessaria  a non  dipendere completamente dal sindaco  nella  votazione degli argomenti da lui  posti all'ordine del giorno consiliare  dando per scontata la  distinzione del  bene comune dall'interesse privato.

Per quanto mi riguarda  sono profondamente convinto  ci voglia  ben altra dimensione della politica  e autonomia intellettuale per non fare del bene comune e  della tutela dell'ambiente  pure  affermazioni di principio con riferimento  alle realtà  distanti senza  porsi  il problema dell'autonomia delle scelte  amministrative dalla  presenza nella propria  di quelle cordate di affari e di interessi in grado di condizionarne  la programmazione del proprio territorio  comunale.

Senza affrontare questo particolare aspetto  si  rimane nell'ordinaria amministrazione: la coalizione passata   in minoranza  accusa  la gestione successiva  di non aver fatto nulla di nuovo  e quello vincente di non averlo fatto per  aver dovuto mettere in ordine il disordine dei conti lasciato dai predecessori  mentre ai consigli di circoscrizione  è  affidato il ruolo di sostegno politico a un  sistema che ha fortemente  penalizzato lo sviluppo frazionale.

Io non votai l'amico  Mazzanti dopo aver da lui appreso  dello stadio  avanzato del  percorso    della sua candidatura  e averne rilevato ii criteri  seguiti per  la formazione della sua lista e della sua Giunta ,  criteri  che evidentemente non hanno completamente funzionato vista la  dissociazione , a fine mandato,  dell'assessore Via, certamente più   più vicino alla estrema sinistra , che si presenta  con una lista    e una candidatura  alternativa.

Evidente la distribuzione di candidati di Fratelli d'Italia della stessa area  nella lista del sindaco uscente mentre gli altri   di Forza Italia e della Lega sono in una lista a parte con un  altro candidato sindaco  residente a  Molinella per convergere tutti su Mazzanti col voto disgiunto o al secondo turno.

 La lista Mazzanti concepita alla   Cà ed Metusco ,punto di  convergenza  di strategie   interessate alla scomparsa della presenza democristiana  dalla storia locale(leggi Budrio fra le due guerre),   non ha avuto e non avrà il mio voto; d'altra parte ,ne lui  né i candidati delle due  lista di centrodestra , la coalizione che mi ha visto presente  per due mandati consiliari (sui sette  complessivamente svolti), hanno  ritenuto di  informarmi delle motivazioni programmatiche  e della   strategia  della presentazione in due liste . Certamente perché  ho  denunciato la mancanza del ruolo di centro nel centrodestra venuto sempre meno lungo la parabola discendente di Berlusconi , ho affermato il mio  convinto appoggio alla linea   tenuta dal Presidente della Repubblica per il superamento della crisi politica aperta da Salvini, ho   criticato la strategia attuata  dalle forze di centrodestra per il rinnovo della prima carica dello Stato e ,senza se e senza ma, ho sostenuto e sostengo   la linea del presidente Draghi, votata dal  Parlamento italiano  a stragrande maggioranza mentre Berlusconi e Salvini sono afflitti da amnesie e ripensamenti.

Maggiore considerazione  della  mia esperienza maturata sempre  dai banchi di un'opposizione attenta quanto corretta,  mi è stata riservata  dalla candidata sindaco e da Maurizio Cesari che per “apriti Budrio” hanno ritenuto di farmi visita per informarmi della  loro iniziativa . Debora Badiali comunque dovrà chiarire il senso dello  slogan<<Apriti Budrio>>  rispetto all'obbiettivo   di riportare Budrio nella  tradizione storica  “rossa”,('obbiettivo che  leggo dalla presentazione delle liste    per via telematica  di  Zoe Pederzini), quale  il centro per definire di   centrosinistra  la coalizione  che la sostiene , a guida PD, in coerenza con  l'appoggio al governo  Draghi in politica interna ed internazionale.

 

 

           Gabriele Cantelli

                            9 aprile 2022

                      

          LE PERSONE PASSANO-GLI IDEALI   RESTANO

La notizia della scomparsa di Maria Romana De Gasperi della quale è ricordato il ruolo di presidente  della “Fondazione Alcide De Gasperi”  istituita per ricordare il ruolo del grande statista del quale fu stretta collaboratrice,  costituisce  l'occasione di alcune riflessioni sulla situazione politica italiana che ora vede la assenza  della Democrazia Cristiana ,il partito del quale egli fu promotore, che lo vide fra i protagonisti dell'impegno politico dei cattolici a livello nazionale e mondiale.

La età avanzata  mi consente  il privilegio di ricordare di  aver partecipato  alla manifestazione  indetta dal Cardinale Biffi  ,tenuta nell'aula absidale della Chiesa di Santa Lucia  in via Castiglione a Bologna  del cinquantenario  dal 18 aprile 1948  , del confronto decisivo   della  coalizione  delle forze democratiche guidate dalla Democrazia  sostenuta apertamente dai Comitati Civici col Fronte Popolare a guida PCI, al cui  tavolo di presidenza,accanto al presule e ai suoi coadiutori Maria Romana De Gasperi  tenne   la prolusione commemorativa.

Motivo di orgoglio , il mio,  di aver partecipato alla  manifestazione  celebrativa della vittoria , di cui  consegnai la medaglia ricordo  all'amico Arnaldo che ad essa  aveva  attivamente contribuito o  motivo   di  riflessione  su  una evoluzione dottrinale e politica   sempre più distante dalle idee ricostruttive  che furono della Democrazia Cristiana di De Gasperi  ?

Alternativa alla   dura contrapposizione dei  modelli di organizzazione  economica, quello riformista  del sistema liberal democratico del sistema occidentale  e quello collettivista di riferimento sovietico  teoricamente sostenuta dai comunisti locali, contando sul  dirigismo degli enti locali   si è  nel tempo consolidata     una forma consociativa dei poteri pubblici e privati assicurativa degli interessi di cordate trasversali ai diversi schieramenti aventi come capofila le centrali cooperative ; ruolo progressivamente attenuato   nella fase terminale del potere dei principali  partiti  della  prima repubblica  e la conseguente   conversione del volontariato   in campo politico  di gran parte della loro dirigenza   in volontariato nel settore  finanziario  per la guida di Istituti bancari e delle relative fondazioni.

Un  problema, quello della promozione di un nuovo  sistema economico ,tornato alla ribalta  con l'impostazione del pontificato di   papa Francesco,culturalmente orientato alla teologia popolare dell'America Latina , allineato nelle richieste di cambiamento   ai movimenti popolari di tutto il mondo dai più diversi orientamenti ideali, alla cui radicalità  , religiosi e i  laici  non sembrano  interessati; sfuggendo  gli uni e gli altri  al confronto con i contenuti delle lettere encicliche dell'attuale  pontificato volti a   garantire la piena occupazione e  la  maggiore uguaglianza sociale  cambiando il sistema produttivo in campo agricolo ed industriale( impostato  alla logica  consumista),   cambiando   i tipi di  prodotto  richiesti   dalla ostentazione delle  diverse  capacità  di spesa i dipendenti stili di vita.

 Quale allora il  modello  di  società sostitutivo di quella che il cardinal Biffi definì sazia e disperata,   la cui  programmazione  del territorio risente  fortemente  dei poteri esterni alle aule istituzionali ,   di fratellanze dalle  origini  e finalità   diverse da quelle di riferimento  evangelico ,che della  Chiesa  riconoscono  il ruolo di  custode museale delle maggiori opere d'arte   e  ONLUS di  assistenza umanitaria  di ispirazione cattolica ,detentrice di un consistente  patrimonio mobiliare ed immobiliare, per confinare  la primaria   dimensione religiosa alla sfera dei dati sensibili delle credenze   personali ?

Questi sostanzialmente    i motivi  per i quali  auspichiamo uno spessore  della presenza  culturale cattolica  che vada oltre   l'auspicio di non precisate rivoluzioni culturali  da parte  dei maggiori esponenti del  volontariato cattolico, le cui attuali possibilità operative sono commisurate ai  mezzi finanziari prodotti dal sistema  di mercato, nel contempo  omettendo di  individuare quello  alternativo in grado di  produrre la ricchezza necessaria alla sua distribuzione, obbiettivo questo che richiede una dimensione culturale che  va oltre l'estemporanea invenzione di movimenti ( Sardine) o partiti  (Insieme di Zamagni) -ora è la volta di DEMOS - da accendere e  spegnere in funzione delle  necessità  strategiche  di aprioristiche scelte di campo a sinistra.

 

           Gabriele Cantelli     

 

    

                 6 aprile 2022            

IL MOMENTO DELLA VERITA'

 

L'Ucraina difende la nostra pace, la nostra libertà,la nostra democrazia   per questo siamo al suo fianco. Questo sostanzialmente il senso della risposta di Draghi all'intervento di Zelensky,   presidente  di un popolo che si sta spendendo per difendere  con la sua anche  i valori che uniscono la Comunità europea  presso la quale è  avviato il percorso per l'ammissione dell'Ucraina  voluta dall'Italia.

Testimonianza di valori autentici per la difesa dei quali il popolo ucraino sta pagando respingendo la pretesa di Putin di una soggezione che ha portato l'Europa a un periodo più pericoloso per la pace di quello vissuto nella guerra fredda con l'Unione Sovietica.

L'effetto di quanto sta accadendo nel cuore dell'Europa con le sanzioni decise in risposta all'aggressione dell'Ucraina comunque sta provocando un aggravamento della situazione economica mondiale già provata dalle misure adottate a prevenzione e contenimento covid sul movimento delle persone, delle materie prime necessarie alla produzione e delle merci.

 La avventura militare   russa in Ucraina,  dalle chiare connotazioni imperiali, ha   portato alla attenzione del mondo la volontà del despota   Putin  di ridiscutere la suddivisione delle aree di influenza   e sicurezza militare  delle grandi potenze conseguenti la dissoluzione dell'URSS  evidenziando  la diversità dei confini politici   da quelli  della espansione dei mercati  segnati dalla tacita appropriazione dei porti di approdo e distribuzione delle produzioni  dei diversi continenti; basti l'esempio dell'allargamento  della Cina  dietro la romantica definizione di mercato della seta .

 Sono ritornati alla ribalta con gli interessi e il prestigio degli Stati Uniti che con l'abbandono del Afganistan sembravano fortemente compromessi dalla poco edificante vicenda della successione alla Casa Bianca che ha segnato la fine della una tradizione della continuità della politica estera nell'avvicendamento democratici-repubblicani alla guida degli Stati Uniti con un   Trump che    sta attribuendo al successore Biden la responsabilità della attuale tensione internazionale.

Come non ricordare il suo compiacimento per l'uscita della Gran Bretagna come inizio dello sgretolamento dell'Unione Europea considerata un pericoloso concorrente del primato economico americano, il suo slogan “America first” ?

Dal brusco risveglio dell'alleanza occidentale sono stati investiti particolarmente i sovranisti che si erano incanalati nella scia dei leader di successo per avere una benefica ricaduta al Paese natio.  E' così che abbiamo visto comparire e sparire il cappellino con  la didascalia Trump, comparire e sparire la maglietta con l'effigie di Putin vestito da ufficiale (KGB) dell'esercito russo o con la scritta NO sanzioni(Salvini),sparire  i ricordi di una ricambiata amicizia di Berlusconi, documentata da inequivocabili servizi fotografici  dietro l'offerta  di una villa per l'accoglienza di  famiglie di profughi ucraini , relegata   agli atti  di Fratelli  d'Italia la notizia riportata dai giornali delle felicitazioni della Meloni per  per la quarta elezione di Putin.

Se per colpa dell'aggressione di Putin  all'Ucraina si sono interrotti rapporti di amicizia anche personali   ,per una  parte,pur minoritaria, del popolo  aveva buttato il cuore oltre la siepe  fino a considerare  una  Russia affidabile partner  in un Europa oppressa da legami economici e militari , pesanti sono rimaste   le conseguenze  degli accordi delle diverse coalizioni di governo susseguitisi nel tempo che  vedono l'Italia dipendente della Russia di Putin  per il 45% delle principali fonti energetiche per la riduzione  dello sfruttamento delle risorse del  nazionali mentre  la scelte della   cessazione delle centrali nucleari stabilite dal referendum successivo al disastro di Cernobyl  che  ci vede  tributari della produzione nucleare della Francia.

L'appuntamento con il rinnovo della Presidenza della Repubblica sul versante di centrodestra  ha messo in evidenza  lo scollamento per le concorrenze interne per la leadership  e   del   versante della coalizione di  centrosinistra  tutte le problematiche del rapporto con un Movimento 5 Stelle che non riesce a superare la fase infantile della rappresentanza diretta(sulla quale ha fondato la sua novità nel panorama politico), per divenire un interlocutore politico affidabile ; bastino a dimostrarlo le numerose  assenze alla seduta parlamentare per l'intervento telematico del presidente Zelenski,  l'alternarsi delle votazioni a  favore delle decisioni del governo Draghi  ai ripensamenti sugli effetti delle sanzioni praticate alla Russia  e  sull'opportunità dell'incremento delle spese per il riarmo  al 2% del pil deciso a livello Nato.

Questo panorama   conferma la  necessità di  verifiche politiche  interne ad entrambe le alleanza di governo per supportare l'attuale  prestigio del governo Draghi a livello internazionale, in particolare nell'Unione Europea  per perseguire perseguire la  ripartizione del carico di accoglienza  dei flussi migratori,non solo di quelli  dei profughi ucraini,  definire i  dei criteri di   attribuzione della cittadinanza (riconoscimento dello jus soli) ,  per una ripresa economica  che consenta i livelli di occupazione necessari ad una effettiva integrazione sociale.

  

                            QUALE IL PANORAMA POLITICO LOCALE

 

 -Il PD non ha resistito alla tentazione di esercitare una sua centralità presentando la candidatura di un sindaco la cui novità è rappresentata dalla identità di genere  e della presentazione  di DemoS nata come  "Associazione" nel 2015, in seguito alla scissione della fazione di sinistra dei Popolari per l'Italia  e costituita in  partito il 6 ottobre 2018.

-Sul versante opposto, la   lista del sindaco uscente la cui pretesa di definizione civica  è  contraddetta dalla sede politica attorno alla quale   si rinnova  il  rituale  che prevede , al primo turno , la presentazione di  liste concorrenti   per la verifica della spalmatura  nel territorio  degli indici di gradimento dei  rispettivi leader nazionali  per svolgere  ,al secondo,  un ruolo gregario della candidatura Mazzanti, sesto sindaco socialista. Le proposte programmatiche delle coalizioni concorrenti, successiva alla formazione delle diverse alleanze, corrisponde all'espletamento degli adempimenti formali richiesti per la presentazione delle liste.

-La decisione dell'assessore Gualtiero Via, di accettare la candidatura a sindaco con la lista Unione e Libertà in netta contrapposizione agli obblighi     Greenpass e alle misure del governo Draghi a sostegno della Resistenza ucraina conferma le nostre riserve sulle modalità di presentazione e di sostegno della candidatura Mazzanti alle precedenti elezioni amministrative.

14 dicembre 2021

PERCHE' AVANTI COSI' SI VA A SBATTERE

Le mie sono solo le considerazioni di un vecchio democristiano maggiormente preoccupato delle prospettive del cristianesimo per il protagonismo politico del Magistero che intende gestire la crisi religiosa, economica e ambientale mantenendo la rapprtesentanza politica dei cattolici nella assoluta discontinuità della storia che sfide protagonista la Democrazia Cristiana.

Una posizione che non ci riconduce alle questioni giudiziarie che investirono solo la dirigenza democristiana e quella socialista, ma alla estremizzazione ideologica del movimento sessantottino del quale furono partecipi appartenenti dell'associazionismo cattolico dai quali ci pervenne “il fuoco amico”

E' l'autorevolezza della testimonianza di Andrea Riccardi col suo libro “ La Chiesa brucia? Crisi e futuro del cristianesimo” a richiamare alla memoria l'intervista di don Dossetti ad alberto Melloni con la quale il monaco di Monte Sole imputava al partito del quale era stato Vice Segretario Nazionale la responsabilità di aver fatto mancare al cattolicesimo italiano l'occasione dell'avvento di una repubblica cristiana, per individuare nella posizione del monaco di Monte Sole l'origine ideologica della svolta dell'attuale Magistero per la portata dell'esperienza democratica Cristiana nella storia dell'impegno politico dei cattolici non solo italiani.

Mentre non ci è dato sapere se e quali rappresentanze politiche oltre la nostra, riconosciuta con sentenza della Suprema corte di Cassazione illegittimamente sciolta si onorino del benevolo ricordo dell'attuale Magistero, per lo meno ci sia concesso di esprimere la nostra preoccupazione

1)per l'assunzione da parte della Chiesa di un ruolo politico che presuppone se non il cambiamento almeno l'ampliamento della motivazione associativa attualmete religiosa ;

2) per la pretesa degli appartenenti all'associazionismo cattolico di assumere tutti i ruoli politici facendo della conoscenza del messaggio evangelico le credenziali essenziali e sufficienti senza misurarsi col livello culturale dei predecessori dalle cui fila la Democrazia Cristiana attinse gruppo dirigente , sostegno organizzativo ed elettorale, consenso politico.

Come cattolici siamo infatti profondamente preoccupati delle condizioni nelle quali l'attuale Magistero, non solo si è collegato alla posizione sopraricordata di Don Dossetti , ma del capovolgimento della sua visione che presupponeva la riforma della Chiesa per riformare la società per individuare nella rivoluzione culturale rispetto all'attuale sistema economico il percorso per il superamento dell'attuale crisi del cattolicesimo.

Come abbiamo ripetutamente auspicato in altre occasioni, il Magistero al quale riconosciamo la capacità convocatoria del variegato mondo cattolico, a nostro modesto avviso,avrebbe dovuto affrontare la situazione attuale partendo da assemblee, le più ampie possibili per affrontare il contenuto dell' encicliche dell'attuale pontificato, che puntualmente denunciano le insopportabili conseguenze di un 'economia di mercato fuori controllo politico senza individuare, se non per differenza, il sistema politico ed economico alternativo a quello responsabile delle inammissibili disuguaglianze sociale e del dissesto che ci sta conducendo al disatro ambientale.

Quale invece il percorso seguito per giungere alle proposte << Costruire comunità energetiche, promuovere finanza e consumi responsabili, valorizzare l'impegno dei giovani e buone pratiche produttive>> contenute nei documenti conclusivi della 49/a Settimana sociale di Taranto? Con quale preparazioni culturale ,stando alle dichiarazioni di mons.Sorrentino: “Abbiamo convenuto che il cambiamento non avviene solo dall’alto ed è fondamentale il concorso della nostra conversione negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità” per non trasformare gli incontri di comunità* in brutte e litigiose assemblee di condominio dei quali oltrettutto non è indicato il soggetto investito del potere di stabilire l'ordine del giorno e firmare l'avviso di convocazione ?

Quali le possibilità, nell'attuale ordinamento legislativo , di dar risposte al Manifesto dell'Alleanza", una rete di organizzazioni della società civile e del terzo settore che incarnano il principio di sussidiarietà per modificare l'attuale sistema di rapporti attivi e passivi con le pubbliche amministrazioni?

 

*Comunità“Si tratta di gruppi di cittadini o di imprese che possono diventare produttori di energia, che autoconsumano azzerando i costi in bolletta e vendendo poi in rete le eccedenze. "Sono una grande opportunità dal basso – spiega mons. Santoro - e rappresentano un’opportunità di rafforzamento dei legami comunitari condividendo scelte concrete in direzione del bene comune". Nell’ottica di una transizione giusta e socialmente sostenibile le comunità energetiche diventano anche uno strumento di creazione di reddito che può sostenere fedeli, parrocchie, case famiglia, comunità famiglia e comunità locali. "Sappiamo,dice mons.Santoro, che abbiamo bisogno di circa 7 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili all’anno se vogliamo raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero nel 2050. Se in ciascuna delle 25610 parrocchie italiane si costituisse almeno una comunità energetica che produce al livello massimo possibile di 200 chilowatt, o facesse nascere più comunità che arrivano complessivamente a quella produzione di energia, avremmo dato il nostro contributo con 5,2 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili" 

Finanza responsabile Per il vescovo di Taranto, le diocesi e le parrocchie  in Italia devono essere “carbon free” nelle loro scelte di gestione del risparmio utilizzando "il loro voto col portafoglio per premiare le aziende leader nella capacità di coniugare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale", coerentemente con le numerose prese di posizione nella dottrina sociale che evidenziano il ruolo fondamentale del consumo e del risparmio sostenibile come strumento di partecipazione di tutti alla costruzione del bene comune.

Consumo responsabile"Oggi - prosegue il presule . esistono molti lodevoli imprenditori sociali che hanno costruito filiere 'caporalato free' ed offrono prodotti agricoli liberi da sfruttamento e con elevati standard sociali ed ambientali e prezzi non dissimili da quelli dei prodotti corrispondenti. Oltre a chiedere che le amministrazioni locali ne tengano conto negli appalti e non mettano mai più nelle mense scolastiche dei nostri figli prodotti che non siano 'caporalato free', vogliamo essere per primi noi comunità ecclesiali a prendere l'iniziativa".

Manifesto dei giovaniI giovani di "Economy of Francesco",  protagonisti della Settimana Sociale, indicano come concreto strumento di lavoro per la transizione ecologica e sociale il "Manifesto dell'Alleanza", una rete di organizzazioni della società civile e del terzo settore che incarnano il principio di sussidiarietà. Monsignor Santoro, al riguardo, cita la rete dei comuni civili e responsabili, la rete dei festival per la sostenibilità come ASVIS, festival dell’economia civile, giornate di Bertinoro, Symbola, festival della prossimità, salone della CSR, GreenandBlue: tutte realtà "che segnalano la forte domanda di cultura e di impegno civile peresente nel Paese". 

Sinodalità

"Ci siamo preparati a questo evento di ottobre - conclude il presidente del Comitato scientifico ed organizzativo delle Settimane Sociali - con incontri nazionali, compresa la Puglia: a Foggia, sul tema agricoltura e legalità, a Lecce sul tema giovani, lavoro e ambiente, a Bari su annuncio evangelico e transizione ecologica, per stilare un insieme di proposte che prevedono una transizione ecologica equa che non lasci indietro nessuno e che affronti con decisione l’emergenza climatica". "Si è trattato di un cammino di sinodalità: la Chiesa ha bisogno di rinnovarsi dando ascolto a tutti". 

 

ll Manifesto dell’Alleanza proposto dai giovani

Questo manifesto è l’inizio di un cammino, partito alcuni mesi fa da un gruppo di giovani che hanno deciso di sognare e diventare insieme viandanti verso il pianeta sperato: ciascuno con la ricchezza della sua fede e delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, ma all’unisono.

Siamo tutti parte di un’unica umanità, ci riscopriamo parte di un’alleanza oltre le barriere, che ci invita ad incontrarci in un “noi” più grande e più forte.

Il manifesto dell’Alleanza non è un documento statico, ma un esperimento politico di comunità che si costruisce giorno per giorno. L’alleanza è il frutto concreto della “conversione”. Il nostro punto di riferimento è l’alleanza del creato di Noè, di Abramo e di Gesù; per questo ci sentiamo aperti a camminare con tutte le persone di buona volontà.
Alla Settimana Sociale dei cattolici di Taranto abbiamo deciso di proporre un modello di 
condivisione, di cooperazione discernimento collettivo che ci permetta insieme di rigenerare e condividere i rischi della transizione.

Il manifesto è un messaggio di speranza che si basa su impegni concreti di alleanze per la transizione ecologica, economica e sociale integrale, speranza e impegni che ci fanno riscoprire fratelli e sorelle.

Questo cammino si costituisce di tappe rigenerative, di Agorà digitali, di un Nuovo Vocabolario e di linee guida per alleanze concrete.
Si cammina a ritmi diversi, ognuno al proprio passo. Si può essere

aderente, a livello sia elaborativo / fondativo che concreto,
sostenitore, accompagnando il processo con supporto tecnico o organizzativo,
custode, vigilando sul processo e aiutandolo a rimanere vivo.

Il cammino continua anche dopo Taranto attraverso quattro “voci”, verbi dell’alleanza, che all’unisono mantengono viva la chiamata all’alleanza:
– seminare e dare testimonianza, continuando a lavorare sulle alleanze create – progetti pilota,
– accompagnare e moltiplicare, promuovendo la nascita di nuove alleanze e svolgendo un ruolo di coordinamento e supporto,
– incontrare, accogliere ed ascoltare, continuando a mantenere viva la rete di giovani,
– annunciare, promuovendo la partecipazione di altri giovani tramite iniziative puntuali nel tempo capaci di coinvolgere ed entusiasmare, dando visibilità al lavoro dell’alleanza.

Come Giovani crediamo sia essenziale partire da sette punti cardine, lievito “impastato” con la realtà e la concretezza di ogni territorio per crescere cento volte tanto.

 

  1. Far fiorire l’ambiente
    Attraverso l’ambiente possiamo stringere nuove alleanze nei territori tra associazioni, amministrazioni, diocesi, aziende, centri di formazione e parrocchie. Facciamo “squadra” con obiettivi concreti a sostegno di una conversione ecologica integrale per illuminare il futuro.
    Riscopriamo la sostenibilità come nuovo orizzonte di fraternità

    2. Imparare e contribuire insieme
    Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, giovani e adolescenti, sono cittadine e cittadini attivi, impegnati in prima persona nella costruzione del bene comune. Creiamo insieme comunità educanti, capaci di attivare alleanze con il mondo della scuola e la società civile. I giovani siano protagonisti di processi rigenerativi immaginati da loro e con loro.
    Costruiamo insieme un vero sistema educante

    3. L’imprenditoria dinamica e sostenibile
    Favoriamo la proliferazione di iniziative imprenditoriali. Creiamo alleanze tra imprenditrici e imprenditori, riscoprendoci fratelli e
    sorelle tramite la condivisione di esperienze e desideri.
    Il sistema imprenditoriale crei una forte sostenibilità economica, sociale e ambientale con i lavoratori, il territorio e la pubblica amministrazione.
    Creiamo un nuovo modo di fare impresa

    4. Tradizione e inclusione nelle Comunità locali
    Incrementiamo la partecipazione ai processi di valorizzazione delle comunità locali per il bene comune. Creiamo alleanze tra cittadine e cittadini per generare processi di corresponsabilità. Riscopriamo la diversità come profonda ricchezza da custodire. I cittadini siano i primi alleati della pubblica amministrazione per rigenerare spazi verdi e donare nuova vita agli immobili in disuso.
    Puntiamo ad essere Communitas, torniamo ad essere dono

    5. Protagonismo e Coinvolgimento per continuare a viaggiare
    Riconosciamo le competenze di ogni singolo giovane, indipendentemente dalle organizzazioni di appartenenza, per rinsaldare l’alleanza e riconoscerci in un “noi” che cammini insieme verso obiettivi comuni con strumenti condivisi. Manteniamo vivi i canali di ascolto ed i processi
    partecipativi e lasciamo un’impronta ben visibile nel tragitto percorso dalla società.
    Diventiamo “Noi”, per “Essere Uno”

    6. Corresponsabilità condivisa, per non pesare a nessuno
    Creiamo un’alleanza di corresponsabilità tra i giovani e le diocesi, perché queste ultime si riscoprano luoghi di incontro e di accoglienza. Diamo in questo modo concretezza ai progetti e ai processi, con fiducia verso i giovani e il diritto all’errore.
    Trasformiamo il nostro stile di vita in testimonianza

    7. Generare per Vivere
    Ogni firmataria e ogni firmatario sia portatore sano di questo manifesto, organizzi momenti di restituzione e di confronto. Il cammino iniziato continui insieme, facendoci sentire parte attiva di una stessa comunità, portatori del virus della generatività per contagiare con la nostra quotidianità le future generazioni.
    Diveniamo simboli di GENERATIVITÀ

    Divertiamoci INSIEME nella condivisione e nella riscoperta di 
    alleanze, con la gioia di chi spera, la fiducia attiva di chi si sente parte di un’alleanza, e l’impegno di chi si sente madre, padre, fratello, sorella, figlia e figlio per le nuove generazioni e il proprio pianeta.
    Che questo documento sia davvero l’inizio e non la meta…e che sia una strada da percorrere tutti insieme!

14 dicembre 2021

 

I PUNTI D'INCONTRO DELLA CULTURA DELLA SINISTRA CATTOLICA CON QUELLA E MARXISTA PER IL CAMBIAMENTO DEL SISTEMA ECONOMICO

 

Capovolgimento di strategia : dalla riforma della Chiesa per riformare la società

alla riforma della società per superare la crisi attuale del cristianesimo?

 

Lo stesso giorno 14 novembre 2021 a Roma,sotto la presidenza di turno del nostro premier Draghi si è conclusa la Conferenza Mondiale sul clima Cop 26,e ad Assisi, l'assemblea dei rappresentanti delle aree del mondo che oltre l'ingiustizia della esclusione dallo sviluppo economico dei Paesi industrializzati stanno soffrendo le conseguenze ambientali di uno sviluppo mondiale al quale hanno contribuito senza la giusta remunerazione della estrazione e della esportazione delle materie prime, stanno subendo tutti i disagi di ingrossare i flussi migratori dei profughi.

E' quanto sta avvenendo un risorgente sovranismo e nazionalismo negli Stati economicamente più prograditi ne stanno strumentalizzando le preoccupazioni di una destabilizzazione dell'ordine costituito senza adottare le misure necessarie all'accoglienza, l'accompagnamento, la promozione e l' integrazione lasciando a carico della Chiesa cattolica con le encicliche di papa Francesco “Laudato sì “ e “Fratelli tutti” il richiamo ai sacrosanti doveri di solidarietà umana e un vero e proprio percorso politico che partendo dalla dettagliata analisi delle caratteristiche di uno sviluppo che nella mondializzazione del mercato esce da ogni effettivo controllo democratico, contrasta con ogni principio etico disseminando il suo percorso di sofferenze umane ed ambientali che vanno urgentemente recuperate a un diverso sistema economico e sociale per un altro tipo di progresso “più sano, più umano, più sociale e più integrale, per la liberazione dal paradigma tecnocratico imperante”.

In sostanza dalla lettura delle encicliche pontificie emerge l'ampiezza e la profondità di quella che ,nella sua predicazione, definisce dolce rivoluzione dell'amore in quanto ci richiama ai principi evangelici, alla patristica dei primi secoli della Chiesa e la visione del creato del Cantico delle creature, presuppone il cambiamento di sistemi produttivi,attualmente improntati al condizionamenti della civiltà dei consumi , presuppone un integrale cambiamento degli stili di vita senza però indicare con quali poteri politici e mezzi finanziari , a livello nazionale ed internazionale compiere una sostanziale regressione rispetto agli attuali modelli di vita.

Se sostanzialmente è ampiamente circostanziata, negli aspetti negativi, la denuncia del sistema che lungo lo sviluppo della scienza e della tecnica ci ha condotto alle attuali inaccettabili situazioni di squilibrio ambientale e sociale, la rivoluzione culturale invocata a più voci dal fronte dell'associazionismo cattolico più impegnato nel soccorso degli emarginati, si sintonizza la linea di quella sinistra cattolica che fu di Giuseppe Dossetti << mai stato democristiano>> pur avendo ricoperto la carica di vice segretario nazionale del nostro partito.

A richiamarne l'insegnamento è il libro di Andrea Riccardi “La Chiesa brucia-Crisi e futuro del cristianesimo” che , con la autorevolezza che gli è riconosciuta per l'impegno della Comunità di Sant'egidio da lui fondata a favore dei poveri e per il perseguimento di iniziative di pace in tutte le aree di conflitto , riporta un brano dell' intervista concessa nel 1994 dal monaco di Monte Sole ad Alberto Melloni nella quale l'illustre uomo politico, approdato alla vita religiosa, <<valutò il fallimento dell'utopia di uno Stato “cristiano” che la DC avrebbe potuto realizzare in Italia nel dopoguerra:si è potuto dire che quest'unica occasione dell'unico Stato in cui i cattolici erano al potere, e davvero sono stati effettivamente al potere,lo stato cattolico”realizzato” per così dire-in analogia col comunismo realizzato-è crollato all'impreparazione , nel disordine,nella disonestà.Ritornare alle sue origini a che serve?A mostrare un'utopia solo come utopia,e in quanto utopia.....Prerduta questa occasione non ce ne sarà una seconda.Non ci sarà una nuova generazione di cattolici al potere,una seconda generazione ,una seconda change non ci sarà.Sicuramente no (....).La democrazia cristiana reale non ha più senso.Una volta in tutto l'orizzontte sidereo, si è presentata in occasione che non si presenterà mai più>>....<<Tuttavia la globalizzazione sui è imposta inaspettata,prepotente,un po' misteriosa nelle conseguenze,sembrava non cambiasse nulla ed è cambiato tutto.....c'è bisogno di pensiero, riflessioni sulla vita e la realtà.Paolo VI fin dal 1967 aveva colto il problema :<<E se è vero che il mondo soffre per mancanza di pensiero,noi convochiamo gli uomini di riflessione e di pensiero>>.

Sull'esaurimento della cultura laica e cristiana don Dossetti concludeva il suo pensiero con una profetica speranza: <<siamo tutti immobili, fissi su un presente che cerchiamo di rabberciare in qualche maniera e non con il senso della profondità dei mutamenti.Non è catastrofica questa visione, è realistica:non è pessimistica, perché io so che le sorti di tutto sono in mano di Dio.La speranza non viene meno.La speranza che attraverso vie nuove e imprevedibili si faccia strada l'apertura a un mondo diverso, un pochino più vivibile>>...

Andrea Riccardi, della intervista coglie due aspetti,quello di credente che professa la speranza perchè le sorti di tutto sono in mano di Dio e che la speranza è il motore della Chiesa e che nelle povertà e nella fragilità non si brucia la speranza. La centralità della fede ,dice l'autore , si fa speranza anche nei tempi grigi o bui.Richiamare questa dimensione credente,prosegue Riccardi,è giusto per chi scrive ma-mi pare- è anche siusto provare a leggere la dinamica storica.

Il secondo aspetto del pensiero di Dossetti:<<lo sfilacciarsi e l'esaurirsi del pensiero.La Chiesa corre questo rischio,che è riempire il vuoto e il silenzio di significati con parole invecchiate, da tempo non verificte e ridiscusse ,non forgiate nel pensiero e nell'esperienza.Se c'è declino non basta rabberciare>>

Di fronte a quella da lui definita una epocale crisi di civiltà, stando alla cronaca del Convegno Civitas Umana , la corrente da lui costituita nel 1946, la Chiesa avrebbe dovuto << far corrispondere un adeguamento delle sue strutture e dei suoi metodi d’azione, una più approfondita coscienza di verità già implicite (che implicherebbero un nuovo tipo di rapporto tra Stato e Chiesa, la necessità di abbandono della mentalità di difesa propria ,dalla Riforma cattolica in poi, che investe anche difesa di principi e realtà che «ritenevamo intangibili ormai travolti», tra cui l’iniziativa privata così come è concepita in Occidente, una concezione della democrazia formale, individualistica e parlamentare, l’idea di interclassismo, il concetto individualistico di persona”. Dal ciclocilato che riporta la posizione emersa dalla storica riunione della sinistra cattolica leggiamo “ Si teme l’americanizzazione, anche a livello ecclesiale, mentre si hanno parole di ammirazione per i piani quinquennali sovietici, come pur criticando il PCI sul piano ideologico ne subisce il fascino del modello organizzativo e della tensione etica, accogliendone certi frammenti ideologici......Si comincia ad affermare che il problema italiano è rappresentato dal cattolicesimo italiano e da un clero e un laicato, rappresentato dall’Azione Cattolica non all’altezza della situazione”.

A confermare la impostazione ideologica dossettiana è Galloni dalla DC passato ai Cristiano- Sociali:VEDEVA I SOVIETICI COME «ERETICI CRISTIANI». “ Quello della politica DC è un universo nel quale Dossetti ha lasciato profonda traccia anche se fu presto sconfitto per colpa di un suo approccio assai poco adatto ai tempi: 70 anni fa chiedeva distribuzione in un periodo in cui non c’era molto da distribuire ed era anticonsumista, cosa fondamentale nel suo ascetico pensiero, quando c’era una gran voglia inappagata di consumare. L’anticonsumismo era bene esemplificato, scriveva la sua rivista Cronache sociali, dalla Russia sovietica, dedita a un grande progetto umanista con i comunisti visti come «eretici cristiani», ma dove – si deve aggiungeva – non c’era molto da consumare, e da lungo tempo peraltro”.

E' forse questa la prospettiva politica che adducendo le ragioni dell'emergenza del disastro ambientale, si vorrebbe realizzare a incuranti delle analogie con le fallimentari esperienze dei regimi comunisti?

Nel Magistero di papa Francesco si intersecano l'umanesimo dell'America latina,la teologia del popolo branca di quella della liberazione, con la cultura di una sinistra cattolica che ,con Dossetti, non si riconobbe nell'interclassismo e nella politica delle alleanze interne ed internazionali della Democrazia Cristiana che faceva riferimento alla Dottrina sociale dei suoi predecessori . E' questo il vero motivo dello strappo delle pagine riguardanti l'eserienza democratica cristiana dalla storia dell'imegno politico dei cattolici in Italia? Non certamente l'incontestabile malcostume politico di parte della dirigenza del nostro partito quando le inchieste giudiziarie successive a “mani pulite” hanno dimostrato la permanenza del sistema di malaffare (imputato solo alla DC e al PSI ) che ,partendo , dalle amministrazioni locali, alternativamente ancora vede partecipi esponenti di tutte le forze politiche ed economiche senza distinzione di religiosi e laici.

Se le rivoluzioni ,secondo i canoni marxisti ,delle sofferenze , della confusione e del vuoto di potere causati dalle guerre si avvalgono per la loro affermazione , dalla storia dovremmo oltre tutto aver compreso quanto esse abbiano costito l'occasione per molti di “ cambiare colore della casacca” sostanzialmente senza convertire l’anima.

A scanso di possibili equivoci , soprattutto interni al mondo cattolico, ritengo che questo sia il momento di avviare un sereno proficuo confronto sulla base dell'analisi e delle proposte dei documenti dell'attuale pontificato,partendo dal livello parrocchiale , per raggiungere la profondità delle ragioni della crisi della quale il libro di Riccardi delinea la dimensione soprattutto per ravvivare la lucentezza della sacralità delle dimensioni della Chiesa offuscata da scelte di campo sul piano politico ed economico e criteri sociologici che già stanno dividendo i fedeli senza affrontare le motivazioni culturali della crisi religiosa,politica, economica e sociale.

Gabriele Cantelli

 

Da “Comune” edito nel 2010 ,tre anni prima dell'avvento di papa Francesco al soglio pontificio leggiamo un pensiero di Antonio Negri(Toni) ,fra i più autorevoli rappresentanti della più aggiornata cultura marxista-fra i fondatori di Potere operaio.

<<L'intellettuale non è più alla testa dei movimenti della storia o al loro fianco, per criticarli,,ma si trova si trova completamente al loro interno. Oggi, nonostante le grandi differenze , la funzione dell'intellettuale ricorda per molti aspetti quella reltà dei Padri della Chiesa nei primi secoli del Cristianesimo. La patristica è stata per molti per molti versi un movimento rivoluzionario all'interno dell'Impero capace di mobilitare i poveri contro il potere, un potere che non solo rompeva con i saperi e i comportamenti tradizionali,ma fu oprattutto in grado di creare un nuovo pensiero e nu ove pratiche così come,anche oggi, ci occorre di trovare una via d'uscita dalla modernità capitalistica per inventare una nu ova cultura e nuovi modi di vita.Chiamiamo tutto ciò, non senza facezia una nuova patristica.In altre parole, l'intellettuale non ha solo il compito dui denunciare gli errori e di smascherare le illusioni, non dever limitarsi a incarnare nuove pratiche del pensiero, ma spoprattutto, deve produrre nuova verità costruita con altri in un processo di don-ricerca..........La critica dell'oggettività scientifica alleata con le pratiche della verità che hanno sostenuto il colonialismo, il capitalismo, le pratiche di dominio del maschilismo e dell'imperialismo è diventata talmente convenzionale da essere accettata come un'ortodossia negli esangui circoli accademici progressisti:quello che a questo riguardo ci interessa maggiormente è che in una pratica insurrezionsle interna possiamo vedere la formazione di un soggetto comune che non vuole avere più nulla a che fare con il trascendente....Occorre mettre in luce due aspetti della strategia di Wittgenstein. Con il radicamento della verità nel linguasggio e nei giochi linguistici,Wittgenstein sgancia la verità dalla rigidità del trascendentale e la iscrive nel mondo fluido e mutevole delle pratiche dislocando con ciò i termini della riflessione filosofica dalla conoscenza alla prassi.In secondo luogo, dopo aver destabilizzato ….Alcuni antropologi contemporanei che seguono un percorso simile al nostro sono giunti a conclusioni analoghe sull'incidenza del comune su una razionalità biopolitica al di là dell'opposizione tra natura e cultura,Eduardo Viveiros de Castro, ad esempio , ricorre all'ontologia degli amerindi brasiliani ell'Amazzonia come punto di vista per criticare l'epistomologia moderna.gli amerindi concepiscono gli nimali emgli altri enti non umani come<<persone>> come viventi sui generis, in modo che le inerazioni degli esseri umani con ciò che si rappresenta convenzionalmente con il termine<<natura>> divengono qualcosa di simile a delle <<interazioni sociali>>....Nel suo studio sulla cosmologia degli Araweté, Viveiros De Castro ci descrive un universo in cui il Divenire è prioritario rispetto all'Essere e in cui la relazione con l'alterità non è un modo per stabilire l'identità bensì un processo interminabile:divenire-giaguaro, divenire altro. Il nostro proposito- che è anche quello di Viveiros De Casro- non è quello di asppropriarci di un'ontologia come quella degli amerindi,. Ma di utilizzare la loro prospettiva per criticare l'epistemiologia moderna e per proseguire nella ricerca della razionalità altermoderna.....Ora siamo nelle condizioni di poter articolare tre caratteristiche che una razionalità biopolitica dovrebbere assumere:In primo luogo la razionalità in senso biopolitico deve essere al servizio della vita; ma lo sviluppo e la riproduzione di relazioni<<sociali>> come ha sottolineato Viveiros De Castro, tra esseri umani e esseri non umani la tecnica deve essere al servizio dei bisogni ecologici ove per bisogni ecologici non intendiamo solamente la conservazione della natura;l'accumulazione della ricchezza deve essere posta al servizio del comune.Se enumeriamo questi tre principi in ordine inverso risulterà chiaro che la valorizzazione economica è possibile sulla base dell'appropriazione sociale dei beni comuni;che la riproduzione del mondo della vita e dell'ambiente fisico è possibile solo a condizione che tecnologie siano sotto il diretto controllo del prgetto comune, che la razionalità opera come strumento della libertà comune della moltitudine, come un dispositivo per l'istituzione del comune.Tutto ciò rimane lettera morta finchè la razionalità biopolitica non è incorporata nelle pratiche collettive, finché la condizione dell'essere in comune non viene trasformata nel processo del produrre comune. La pratica collettiva della ragione biopolitica deve assumere la forma di una ricerca strategica e cioè di una determinata forma di militanza. Questo è necessario in primo luogo,perché,, come si sostiene in De Corpore 1, nel contesto biopolitico la verità nasce e muore in quanto evento dell'essere, prodotto da un'esperienza comune. Su questo punto Spinoza dice scherzosamente che se voglio qualcosa della verità dei sesterzi o dell'imperiale(due tipi di monete) che ho in mano e voglio conoscere il loro valore, devo riferirmi alla convenzione sociale che attribuisce un valore monetario alle monete. Nel De Homine abbiamo visto che la verità non va soltanto affermata ma anche agita. Spinoza dice questo con la formula experientia sine praxis,principio della verità costituita dall'attività di soggetti che desiderano vivere una vita comune....Detto in altri termini la verità è un'azione svolta in comune senza intermediari>>....

 

La Chiesa vuole forse superare la attuale crisi religiosa assumendo il ruolo di intermediario fra la cultura della sinistra cattolica e la cultura marxista abbandonando quella umanistica in grado di riconoscere le cause,non solo quelle economiche, della civiltà liquida che si sta mangiando,uno dopo l'altro,i principi cardine del cristianesimo?

11 ottobre 2021

Compete alla Magistratura non al Parlamento applicare la Legge

 

La politica condanni quanto avvenuto a Roma con la violazione della sede nazionale della CGIL e il tentativo di assalto al Parlamento e si esprima sull'adeguatezza del servizio d'ordine

Stranamente mi trovo in accordo con Salvini che nel prendere le distanze dai fatti esecrabili ha dichiarato che non spetta al Parlamento lo scioglimento di “forza nuova” perchè, aggiungo io, spetta alla Magistratura farlo in applicazione della legge Scelba, (formalmente legge 20 giugno 1952, n. 645), varata in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana che, tra l'altro, introdusse il reato di apologia del fascismo e della successiva legge Mancino.

       La  Camera  dei  deputati  ed  il  Senato  della Repubblica hanno
approvato;

                             IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

                                              PROMULGA

la seguente legge:
                               Art. 1.
          (Riorganizzazione del disciolto partito fascista)

  Ai  fini  della XII disposizione transitoria e finale (comma primo)della  Costituzione,  si  ha riorganizzazione  del disciolto partitofascista  quando  una  associazione o un movimento persegue finalita'antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o  usando la violenza quale metodo di lotta politico o propugnando la soppressione delle liberta' garantite dalla Costituzione o denigrandola  democrazia, le  sue  istituzioni  e  i valori della Resistenza osvolgendo propaganda  razzista, ovvero rivolge la sua attivita' alla esaltazione  di  esponenti,  principii,  fatti  e metodi propri del predetto  partito  o  compie  manifestazioni esteriori di carattere fascista.

La fattispecie, oltre che dalla Legge Scelba, è regolata anche dalla Legge Mancino del 1993, che all’articolo 2 punisce “chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali” di organizzazioni, associazioni o movimenti “aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

IL PROBLEMA DELLA NORMA

La Legge Scelba vieta la “riorganizzazione del disciolto partito fascista” e prevede multa e reclusione in caso di violazione della norma, la cui applicazione viene preferita a quella della Legge Mancino, considerata meno specifica. Entrambe le leggi, tuttavia, devono contemperare il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero, che può essere compresso solo in nome di un’urgenza che la Corte costituzionale nella sentenza 74 del 1958 ha individuato nel “concreto pericolo per l’ordinamento democratico”.

Al giudice è dunque affidata la discrezionalità nello stabilire quanto il pericolo sia effettivamente concreto, una prerogativa che la Cassazione ha fin qui interpretato seguendo due orientamenti differenti. Il primo sottolinea il carattere pubblico della manifestazione tipica del disciolto partito fascista, sanzionando la volontà di raccogliere adesioni e consensi propedeutici alla sua ricostituzione, mentre il secondo – più restrittivo rispetto alla norma – assegna la priorità all’articolo 21 della Costituzione, scegliendo di non punire le manifestazioni, anche pubbliche, di carattere commemorativo.

Il deputato del Partito democratico Emanuele Fiano nel 2017 ha provato ad aggirare tale discrezionalità proponendo un disegno di legge che introducesse il reato di “propaganda del regime fascista e nazista”, ma il tentativo è naufragato con il termine della scorsa legislatura, anche in seguito alla dura opposizione del Movimento 5 stelle, che in commissione Affari costituzionali aveva definito il provvedimento “sostanzialmente liberticida”.

 

Quando il comunista Togliatti convinse i Costituenti a non esagerare sui reati di opinione fascista

Nell’assemblea Costituente, riunita quando la caduta di Mussolini era ancora recentissima, il segretario del Pci Palmiro Togliatti convinse gli altri leader democratici che andava vietata la riorganizzazione del partito fascista, ma facendo attenzione a circoscrivere i reati di opinione a casi gravissimi. Lo spirito di quella norma ha vissuto per quasi 70 anni, durante i quali sono state ammesse e mai perseguite nè il semplice elogio del regime ma neppure le manifestazioni più esteriori di nostalgia, proprio quelle che in queste ore sono invece in discussione in Parlamento.Il dibattito in corso in Parlamento e nel Paese ma anche la giurisprudenza di quasi 70 anni si basano tutte proprio sulla XII Disposizione transitoria e finale della Cositutuzione, secondo le quali «è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Nel dibattito che precedette l’approvazione del dispositivo fu decisivo fu l’intervento del segretario del Pci Palmiro Togliatti, che convinse gli altri padri costituenti – personalità come Dossetti, Moro, Calamandrei, Basso e leader come De Gasperi e Nenni – a non esagerare nei divieti. Togliatti chiese di «non formulare un articolo che possa fornire pretesto a misure antidemocratiche, prestandosi ad interpretazioni diverse». Spiegando: «Se in Italia nascesse domani movimento nuovo, anarchico, lo si dovrebbe combattere sul terreno della competizione politica democratica, convincendo gli aderenti al movimento della falsità delle loro idee, ma non si potrà negargli il diritto di esistere e di svilupparsi, solo perché si rifiutano alcuni dei loro principî». E propose di circoscrivere il divieto ad una fattispecie molto precisa: la ricostituzione del partito fascista, ma quello che «prese corpo in Italia dal 1919 fino al 25 luglio 1943».Anche la successiva legge Scelba, del 1952, quella che istituì il reato di <apologia del fascismo> fu attenta a circoscrivere l’intervento della magistratura. Tanto è vero che la Corte Costituzionale, chiamata ad intervenire, segnalò che il reato si configura allorquando l’apologia non consista in una mera “difesa elogiativa”, bensì in una «esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista», cioè in una «istigazione indiretta a commettere un fatto rivolto alla detta riorganizzazione e a tal fine idoneo ed efficiente». Il combinato disposto di norme costituzionali e ordinarie ben calibrate, l’“esempio” della democrazia, la configurazione solo episodicamente eversiva dei movimenti neofascisti per 70 anni hanno sconsigliato l’intervento legislativo che toccasse i reati di opinione relativi a quella ideologia. Ora la svolta?

Quali comportamenti rientreranno nella applicazione di un provvedimento di Legge che,anche in vista delle prossime manifestazioni di violenza a fini eversivi , stando alle stesse preoccupazioni del leader del PCI Togliatti, non può essere circoscritto a una sola matrice politica ?

 



ottobre 2021

Quale l'orientamento politico dei cattolici di centro ?

 

I risultati elettorali evidenziano problemi all'interno del centrodestra come nel centrosinistra.

 

Segnali ne sono il sorpasso di fratelli d'Italia sulla Lega e la disfatta di Cinque Stelle a favore del PD. Per quanto riguarda il versante di centrodestra che comunque ha raggiunto il ballottaggio a Roma, Torino e Trieste, sarebbe del tutto superficiale la adduzione di problemi esclusivamente tecnici quali la scelta di candidati a ridosso della campagna elettorale quando il problema è squisitamente politico.

 

Certamente ci sarà chi sostiene che che la Lega sia stata penalizzata dalla partecipazione al Governo che ne ha attenuato i toni sui problemi dell'accoglienza dei migranti e dell'obbligo vacinale cavalcati invece da Fratelli d'Italia unico partito di opposizione.

 

Il mio parere invece è che nello schieramento di centrodestra , con la progressiva perdita della capacità attrattiva di Berlusconi, è venuta a diminuire quell'area di centro che non si riconosce nelle note caratteristiche della fisionomia degli alleati.

 

Le mie non sono le considerazioni di chi dai risultati dei comuni vinti dal centrosinistra ne scarica le responsabilità sulle altre forze politiche della alleanza, ma sono le considerazioni di chi , lungo tutto il percorso segnato con le posizioni da sempre espresse nel suo sito sito internet non ha mancato l'occasione di evidenziare il tentativo della sinistra cattolica di occupare il vuoto lasciato dalla DC,e il fallimento della strategia dello stesso Magistero che lo vede svolgere direttamente quel ruolo politico in altri tempi prevalentemente riconosciuto a una formazione laica ispirata alla dottrina sociale cristiana.

 

Piaccia o non piaccia questa è la strategia con la quale il PD può vantare di essere la città più progressista d'Italia potendo contare sull'appoggio della sinistra cattolica e di tutti coloro che con essa fanno parte del sistema masso-tecnocratico di cui nessuno, anche in queste elezioni ha avuto l'ardire di visitare i meccanismi di potere. E' così che mentre il centrodestra contava sulla forza di attrazione dei suoi leader, le loro stesse caratteristiche siano state utilizzate per giustificare una propensione elettorale verso una sinistra , pronta all'accoglienza dei profughi e alle vaccinazioni antivirus che imperterrita, scavalcando quelli che un tempo venivano definiti valori non negoziabili , sul piano legislativo sta perseguendo tutti gli obbiettivi di un progressismo senza limiti.

 

Se non si avrà la volontà di risvegliare le coscienze di coloro che non hanno avvertito il dovere di andare a votare casomai credendo così di manifestare il proprio disgusto o dissenso verso l'intero panorama politico, dai risultati di Bologna ,in particolare dalle preferenze ai candidati, emerge la tacita delega del Magistero al PD , quella delega politica per la quale esso non vuole ammettere la necessità della presenza di una nuova formazione politica dei cattolici in grado di misurarsi con la dovuta attenzione con le analisi e le proposte contenute nei documenti dell'attuale pontificato.

5/10/1921

 

 

 


26 settembre 2021

 

I Cattolici fra riformismo liberaldemocratico e i rischi di nuove esperienze autoritarie .

 

L'AMORE NON BASTA

 

E' il titolo di un libro di don Luigi Ciotti sulla sua esperienza di prete di strada, la parrocchia cui, per sua espressa richiesta , venne assegnato da chi lo aveva ordinato sacerdote, Pellegrino il cardinale arcivescovo di Torino che lui chiama padre avendolo avuto come sostegno spirituale e protettore delle sue iniziative all'interno delle diverse manifestazioni di povertà che” la società civile” cataloga devianze e spesso conosce dalle notizie in cronaca che finiscono per far prevalere le ragioni di esclusioni su quelle della solidarietà umana.

Il libro particolarmente attraverso il ricordo di vicende significative della presenza del Gruppo Abele in soccorso degli ultimi e l'esperienza di Libera contro le mafie ci conduce nella realtà attuale che,dice l'autore, la classe politica non ha mai voluto o saputo affrontare all'origine a causa della capacità penetrativa della corruzione e delle colpevoli negligenze ,nell'indifferenza e bell'inerzia di una massa acritica e consumatrice , piegata agli idoli del mercato.

Pagine di cronaca nera senza accompagnare i crimini di cui si sono resi protagonisti gli autori, per non attenuare il significato delle conseguenze spesso irreparabili sulle vittime, senza ricostruzione dei percorsi che hanno condotto i responsabili a commetterli che pure li hanno resi vittime delle diversità presenti fin dalla la nascita: le insufficienze fisiche, psichiche, economiche e familiari , il più delle volte concorrenti nelle derive e fragilità umane .

Temi enormi, dice l'autore sui quali <<ti sembra di aver fatto la tua parte , ti senti nel giusto,in pace con te stesso, e in regoola col mondo come quello dell'eguaglianza dei diritti, della sostenibilità ambientale ,dell'immigrazione o del contrasto alla corruzione e alle mafie , che richiedono cambiamenti radicali nella mantalità e nello stile di vita delle persone ,...questioni cruciali sulle quali<<non abbiamo mai smesso di volerci entrare anche fisicamente, di scendere in strada guardandoci negli occhi, prendendoci per mano e “sporcandoci “le mani>>.

Così è nata questa storia di tante storie, di tanti incontri, di tante fatiche ma anche di tante speranze>>.

E' di questa storia di tante storie anche tragiche e tutte toccanti la sensibilità del lettore che io avverto il dovere di ringraziarne chi certamente ricordandole ha riprovato i sentimenti di un vissuto fatto anche di amarezze e delusioni ma soprattutto di quell'amore fraterno col quale le iniziative svolte dalle organizzazioni nessuna delle quali porta nella sigla un battesimo religoso. La stessa denominazione derl Gruppo Abele, che ha costituito il primo impegno di don Ciotti a favore dei tossicodipendenti , pur di derivazione evengelica, e da intendersi il più appropriata denominazione per un immediato richiamo alla fraternità che supera ogni distinzione di ceto, di fede, di ideologia.

Fraternità è il sentimento col quale i volontari si accompagnamo a tutte le manifestazioni della umana povertà per favorire una volontaria risalita dalle situazioni di degrado per il reinserimento nella comunità rispetto alla quale è avvenuta l'emarginazione sociale senza alcuna pretesa pedagogica.

La concezione di papa Francesco di interventi sociali improntati alla fraternità”erga omnes” pertanto è stata accolta come una benedizione di quanto già era nell'anima delle associazioni di volontariato opermti nelle molteplici manifestazioni della umana povertà , lo stesso spirito col quale vengono instaurati nei rapporti con la pluralità di organismi associativi che si occupano delle situazioni di disagio per svolgere soprattutto una funzione di prevenzione scevra da qualunque pregiudizio possa inficiare il rapporto di umana solidarietà.

Da questa impostazione nasce la distanza da quello che è divenuto<<un ideale cosiddetto “sovranista” che presuppone la superiorità della “nostra cultura”.<<L'odio verso lo straniero è diventato un nuovo collante sociale....Dinamiche che aimmè dovremmo conoscere bene, così come gli esiti cui portano.E che pure abbiamo lasciato montare, per anni, indisturbate senza avere la forza di contrappolrvi visioni totalmente altre>>.

<<“Le nostre tradizioni”,” la nostra libertà”, il nostro stile di vita” -Dietro queste espressioni si cela in realtà la difesa di qualcosa che è molto più materiale, un'evidente supremazia economica, un livello di benessere maturato non solo maturato grazie al celebratissimo spirito imprenditoriale degli europei, ma anche, negli ultimi decenni, calpestando i diritti e distruggendo le risorse naturali di altri popoli.....>>.

E' nel paragrafo<<Saldare il cielo e la terra>> che don Ciotti definisce la dimensione religiosa del problema e lo fa riportando il brano dell'Evangelii  Gaudium in cui papa Francesco affermando che la religione non deve limitarsi all'ambito privato e che esiste solo per per preparare le anime per il cielo ha posto le basi del suo Pontificato.<<Una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo>>......<<La fede è un cammino arduo se viene vissuta come una ricerca e non come un rifugio, un fatto acquisito. Come un cercare Dio per andare incontro alle persone, accoglierle, sostenerle, denunciare le ingiustizie, di cui sono vittime :Come un guardare il cielo senza dimenticare le responsabilità a cui ci chiama la terra>>.........<<Ecco, la responsabilità è la risposta che ci chiede lo sguardo dell'altro, soprattutto quando è uno sguardo impaurito e disperato, una muta invocazione d'aiuto. Ma la responsabilità è anche la più alta declinazione della libertà perchè si è liberi con e per gli altri, non contro o a scapito loro, e privata di responsabilità la libertà si degrada ad arbitrio, sopraffazione e abuso, effetti evidenti del “liberismo” imperante. Lo stesso degrado rischia di subire in quest'epoca d'indifferenza” globalizzata” -come la definisce Francesco- la parola “amore”. Nella società dell'io l'amore rischia di diventare un idolo, tanto celebrato a parole quanto calpestato nei fatti........>>.

Quale la proposta politica di don Ciotti?

<<Occorre allora una rivoluzione culturale, una trasformazione profonda della società: Occorre una politica che che si impegni a risanare democrazie malate di ingiustizia e di disuguaglianza: Occorre una rieducazione collettiva alla corresponsabilità e alla condivisione: Ecco perché, anche come Libera, continuiamo a lavorare sul piano educativo soprattutto attraverso i progetti di formazione che fin dall'inizio hanno caratterizzato il nostro cammino>>.

Quanto sopra riportato , per mia scelta, del prezioso libro di don Ciotti, che per quanto mi riguarda ha soprattutto il merito di condurci all'interno delle tante povertà, conosciute come problemi da affrontare a livello istituzionale mentre lui e i volontari delle associazioni da lui fondate continuano ad occuparsene incessantemente dall'interno .

Questo è quanto mi conduce a un esame di coscienza sulla coerenza del mio impegno e della validità di una visione di molteplicità di vocazioni e di opzioni all'impegno sociale di fronte alle emergenze che il progresso delle telecomunicazione ci rendono “prossimo” quanti ,per il progressi delle telecomunicazioni non posso più dire che non sò dove e, come e perché si trovino nelle aree di guerra e di sottosviluppo dalle quali non hanno altre scelte dei una emigrazione lungo percorsi accidentati dalle vessazioni di organizzazioni malavitose con diramazioni internazionali in campi di raccolta trasformati in odierni lager.

Emergenze che viste nel loro complesso,per stessa ammissione dell'autore, richiedono innanzittutto una rivoluzione culturale necessaria a garantire condizioni di vita umanamente dignitose ai tanti esclusi da un sistema economico liberista esasperato dalla mondializzazione dei mercati , che della moltiplicazione dei bisogni di uno sfrenato consumismo ha fatto la condizione di uno sviluppo tecnico senza limiti..

Quanto esposto , che per stessa ammissione di don Ciotti non consente semplificazioni , a mio modesto avviso sconvolge le tradizionali distinzioni della politica in centro, destra e sinistra alla quale il mondo cattolico non solo si è abituato, ma si è distribuito particolarmente dopo la fine della esperienza democristiana giustificando la strategia dello schieramento politico dell'attuale Magistero che non ha più ritenuto di rilasciare deleghe politiche ai laici, strategia che ho già avuto modo di definire fallimentare.

Quale altrimenti il risultato dell'attuale schieramento a sinistra che ,partito dai tempi di Dossetti considerava peggiore il sistema economico capitalista produttore di disoccupazione e scarti sociali di quello socialista della piena occupazione di i cui distingueva la presenza delle sinistre nell'esperienza del governo del CLN dalle esperienze liberticide dei regimi di riferimento sovietico?

Quale il ruolo di lievito e di sale dei cattolici nell'impasto politico attuale lunghe le vie di un progressismo che dopo l'affermato diritto alla decisione dell'inizio della vita ora raccoglie le firme per una legge che riconosca quello di deciderne la fine , quello di una riforma del diritto di famiglia che si pone l'obbiettivo della equiparazione dell'unioni civili al matrimonio per l'adozione di figli commissionati a terzi rispetto alla coppia in trepida attesa di riconoscimento?

Le questioni in discussione sono di uno spessore che supera certamente i limiti della attuale topografia politica .

Come ho già avuto occasione di ricordare ,a un amico decisamente di destra che attribuiva ai democristiani il progressivo schieramento di gran parte della sinistra religiosa e laica , risposi, che essendo anche lui cattolico, parte della responsabilità era anche sua, il problema sempre più attuale dell'accoglienza dei flussi migratori ,è un problema che dovrebbe riguardare , senza distinzione di posizione politica almeno tutti coloro coi quali ci troviamo affiancati nelle funzioni e manifestazioni religiose.

Se da quegli amici dalle posizioni di una Lega passata dall'antimeridionalismo di Bossi al nazionalismo di Salvini per toccare in competizione con i “Fratelli d'Italia” tutte le corde dell'orgoglio risentimento alla violazione dei confini della Patria prescindendo da ogni valutazione dalle ragioni e condizioni dei richiedenti asilo, mai ho mancato l'occasione di dimostrare la mia dissociazione :

Ad esso si è sempre accompagnata una puntuale critica a una pastorale che prescinde dalla considerazioni economiche del Paese necessarie a un effettiva integrazione degli immigrati nel tessuto sociale avendo sempre presente che dietro gran parte delle facciate patrimonio immobiliare, in bella vista ,vi sono mutui ipotecari che impedirebbero la conversione in danaro liquido che semplicisticamente si vorrebbe distribuito ai poveri, impegni finanziari contratti da chi poteva contare sulla sicurezza di proventi di lavoro dipendente e autonomo che la crisi ha bruscamente interrotto.

Una realtà che finisce per fare della denuncia della ostentata insensibilità della Lega che accompagna Salvini l'alibi dell'incontro della sinistra cattolica con la sinistra storica impedito dall'interclassismo e dalla la politica delle alleanze democratiche nel sistema democratico occidentale che hanno contrassegnato l'esperienza dalla Democrazia Cristiana di De Gasperi.

Quale la rivoluzione culturale ritenuta necessaria da don Ciotti per non essere ideologica e superficiale per affrontare i temi della Evangelii Gaudium che ha tracciato il percorso dell'attuale pontificato , di cui la Laudato rappresenta l'analisi delle insostenibili condizioni escluse da un progresso tecnologico foriero di sconvolgimenti epocali e,per la piena occupazione, propone rimedi che rappresentano una regressione dagli attuali sistemi produttivi in campo agricolo e industriale?

La risposta che, come cattolico, ritengo più sbagliata, sarebbe quella di disperderci nelle contrapposizione di tifosi di questa o quell'altra squadra come avveniva nei bar, quando erano affollati,o sui mezzi di trasporto che, conducevano studenti e lavoratori alle loro quotidiana destinazione, quando lo sport vedeva in campo delle qualità dei giocatori che non avevano prezzo.

Le preoccupazioni elettorali della sinistra cattolica

Quello che dovrebbe preoccupare il Magistero non è una affermazione dello schieramento di centrodestra a guida Salvini o Meloni , ma il silenzio calato progressivamente dopo il clamore dell'uscita delle esortazioni apostoliche che consente a tutti gli schieramenti di giocare delle partite i cui arbitri risiedono fuori campo, in poteri in grado di condizionare il confronto e le procedure deliberative delle istituzioni democratiche.

A consentirlo è purtroppo quella ignoranza che rende egualmente colpevoli furbi e disattenti gli uni e gli altri impegnati nei loro grandi e piccoli interessi memtre-secondo autorevoli teologi latino-americani attualmente sono a confronto l'umanesimo classico della tradizione cattolica e quello latino-americano della teologia del popolo-branca della teologia della liberazione ,culture che a mio modesto avvisomnon possono essere sovrapposte l'una all'altra come quanto avvenuto per la Libia di Gheddafi e per l'Afghanistan dei talebani sta a dimostrare che il sistema democratico non è seportabile ma deve nascere dal basso, dalla volontà popolare.

Rivoluzione culturale significa l'avvio di un processo nel quale si inseriscono le diverse anime popolari come avvenuto nelle diverse esperienze rivoluzionarie del '900 europeo, in cui sul riformismo di quelle moderate finiscono per prevalere le forze “massimaliste” in grado di governarne le diverse fasi con “commissari del popolo” per i quali i fini giustificano i mezzi, perché sarà la storia a dichiarare vincitori e vinti.

Per avviare un tale processo non basta capacità di analisi delle conseguenze di un sistema economico ingiusto sul piano sociale sull'ambiente in cui vivrà chi verrà dopo di noi, ma occorre la capacità di coagulare attorno ad essa le volontà necessarie a scongiurare la catastrofe verso la quale l'umanità è incamminata senza aprioristiche scelte di campo.

A giorni si svolgeranno le elezioni amministrative anche a Bologna dove quella che ara stata presentata da Zamagni come una nuova formazione politica, INSIEME, per affermazione di uno dei più autorevoli promotori, aveva promesso di saldare il conto con Bonaccini colpevole di non aver inserito una rappresentanza cattolica nella giunta da lui presieduta, il cui successo era da ascriversi anche all'aperto sostegno dei cattolici( gerarchia cattolica regionale del CEER in testa).

Il fatto che questo non sia avvenuto é da interpretarsi come condivisione o accettazione acritica del sistema a guida PD -per la cooptazione dei ceti medio alti- che sconfisse Guazzaloca che lo aveva inteso migliorare senza disturbare i delicati meccanismi del potere masso-tecnocratico?

Purtroppo alla denuncia del profitto fine a se stesso, che secondo il Magistero caratterizza il sistema liberaldemocratico ( di cui il Centrodestra è considerato l'espressione) si finisce per sostituire quel sistema del baratto che vede la presenza nella lista di Lepore (a titolo personale) di un autorevole esponente delle “sardine” a conferma che il mondo cattolico politicamente c'è e non c'è.

Quando i cattolici ,non solo bolognesi, si renderanno liberi dalla strategia che attualmente li vuole massa di manovra o pesci in scatola?

Nell'attuale situazione il voto ragionato dei cattolici bolognesi per raggiungere il ballottaggio dovrebbe orientarsi su BATTISTINI .

 

SUL PARTITO UNICO DI CENTRODESTRA

La aperta adesione di Berlusconi alla iniziale proposta di Salvini di un partito unico di centrodestra riapre la questione della necessità di una ricostituzione di quell'area interclassista di centro di orientamento democratico cristiano, della quale la sinistra cattolica con Dossetti dichiarò di non aver fatto mai parte, che ha una concezione del bene comune che va oltre le attuali dimensioni culturali e politiche del Cavaliere e del leader della Lega.

La creazione di un partito di cattolici di centro , già in avanzato stadio costitutivo, poi scomparso dietro gli interessi elettorali più immediati del PD, dovrebbe rappresentare l'occasione per l'attuale Magistero di dimostrare di saper scegliere fra la continuità della dell'impegno cattolico che fu del PPI di Sturzo e della DC di De Gasperi e un partito confessionale di impronta pauperista per affrontare le questioni della riforma del sistema produttivo per un nuovo sviluppo economico volto al riequilibrio dei dissesti ambientali e alla garanzia di livelli occupazionali rispettosi della dignità della persona promuovendo una legislazione riguardante il sistema retributivo fiscale e di sicurezza sociale nell' intera area europea.

 

 

 

 

 

Settembre 2021

 

LA SCELTA RELIGIOSA DI FRANCESCO D'ASSISI

FRA L'ECONOMIA DEL PROFITTO E QUELLA DELLA FRATERNITA'

 

Fra le copertine delle innumerevoli pubblicazioni all'attenzione dei cattolici subissati dai richiami alla coerenza dell'attuale pontificato e dalla immediatezza delle immagini che rendono prossimo chiunque abbia bisogno di soccorso in qualunque parte del mondo si trovi, mi ha particolarmente colpito un saggio dal titolo ”Francesco di Assisi e l'economia della fraternità” che contiene anche cose non lette prima.

Il saggio di mons. Sorrentino ha inizio rifacendosi al momento della spogliazione del giovane davanti al vescovo Guido per consegnare al padre Bernardone i denari da lui riscossi per suo conto e le ricche vesti ,scena riprodotta da Giotto e da altri pittori. L'autore lo definisce gesto profetico carico di significato religioso ma anche familiare e persino economico quando, portandosi ancora dietro il ricordo degli occhi avidi e violenti del padre per il quale il denaro era diventato un idolo, nella Regola dettata ai suoi frati, Francesco esigerà che essi abbiano una sorta di orrore per il denaro, considerandolo non più dei sassi: Dice l'autore:<<La ricchezza è ormai per Francesco una risorsa per i poveri .Va distribuita>>.

Richiamandosi al dipinto della Spogliazione nella sala del vescovado di Assisi , monsignor Sorrentino ne evidenzia la raffigurazione della trascendenza verticale e quella orizzontale.:<<Bernardone è raffigurato nella sua ira mentre porta via il suo magro bottino con lo sguardo accigliato, quasi incredulo, rivolto a quel figlio che ha scelto la libertà ; Francesco è ritratto con la testa appoggiata sulle ginocchia del vescovo, in un abbandono tenero quasi di bambino mentre Guido,(il vescovo) protende le mani nell'accoglienza e nell'abbraccio paterno. Il giovane figlio di Bernardone ,diventato d'un tratto nullatenente, privo di un focolare domestico, ha ormai nella Chiesa la sua famiglia Un povero ha bisogno di essere guardato, ma ancor più di essere capito.   Guardato negli occhi, come ama sottolineare Papa Francesco: Tanto più che i sono povertà che vanno ben oltre l'aspetto economico: le mille povertà che sono il frutto della solitudine, della disperazione, della fragilità della malattia psichica: Queste non si affrontano con una moneta, fosse anche quella di una una grande istituzione pur munifica ma priva di cuore......>>

L'autore conclude :<<Spogliandosi di tutto, Francesco decide di condividere la condizione di Cristo e, insieme la condizione dei poveri. Lo fa guardando il Bimbo di Betlemme e al Crocifisso del Golgota: Il presepe di Greggio e la croce della Verna, oltre il loro primo significato, quello mistico hanno anche un significato economico: sono un giudizio su quella grande struttura di peccato che pone i fratelli, membri della stessa famiglia umana, su due grandi fronti contrapposti: da un lato, gli accumulatori di ricchezze passeggere quanto micidiali, dall'altro, la marea di “spogliati” che vi volo una vita di inferno, se una conversione radicale dell'economia non ne riscatta la dignità e il destino. Con la spogliazione Francesco ha scelto da che parte stare>>.

<<Quelle mani di Francesco levate verso il cielo o giunte nel raccoglimento non rifiutano l'economia, ma piuttosto la rifondano, ponendola sul suo cardine etico e trascendente. In persone come lui, capaci di “scardinarsi” da sé per “incardinarsi” su Dio, tanti scartati della storia troveranno il sollievo di una economia della gratuità, della condivisione, del rispetto della loro dignità della condivisione, del rispetto della loro dignità, della custodia del creato e, tutto sommato, di un incremento della felicità non solo personale, ma collettiva. Lo sviluppo, ha scritto Benedetto XVI ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio>>.

L'autore quindi ci riporta alla nostra epoca, quella del consumismo che<<ha il suo lato positivo. Il consumo è una condizione della produzione. Se tutti fossimo senza desideri saremmo più poveri, e i poveri sempre più poveri..: Il ritorno all'essenziale, quello che Francesco scelse nella sua spogliazione -non necessariamente è un fattore deprimente dell'economia: Esso può portare al risparmio produttivo posto al servizio di investimenti mirati.. In fondo il servizio bancario poggia sulla prassi di mettere insieme risparmi non soltanto da depositare e conservare, ma anche di generare percorsi di crescita e sviluppo. Se imparassimo a risparmiare, grazie a modelli di consumo ispirati a un'etica dell'essenziale, probabilmente riusciremmo a incanalare i nostri risparmi non verso speculazioni finanziarie e magari verso fabbriche di armi o prodotti non ecologicamente sostenibili, ma verso prodotti qualificati da una progettualità solidale ,in grado di garantire equità e giustizia a milioni e milioni di persone che si ritrovano invece totalmente al di fuori dei circuiti della ricchezza e spesso sono oggetto di uno sfruttamento del lavoro che rimane vergogna bruciante del nostro tempo. A che serve sbandierare grandi carte dei diritti umani, se non si riesce af assicurare il minimo rispetto della dignità umana di tanti lavoratori e dei tanti senza lavoro?Stare alla logica dell'essenziale e della sobrietà, è ricordarsi più facilmente dei poveri:......La nostra civiltà si sta coprendo di computer, smartphone e robot. Niente da dire sul progresso tecnologico, Ma bisogna impedire che diventi una tecnocrazia omni-pervasiva, in cui dell'uomo non rimanga che un ricordo o una maschera...Urge un'economia totalmente rispettosa dell'uomo e capace di farsi carico di tutti gli esseri umani ”spogliati” dall'indifferenza e dalla violenza, uomini e donne senza voto, senza voto e senza voce, ma tutti preziosi agli occhi di Dio>>.

Da quanto sopra riportato si coglie uno stile narrativo della esposizione dei concetti che ci richiamano alla fraternità .Il vero senso della fraternità è affidato al brano evangelico domanda di Dio a Caino di dove fosse suo fratello, per affermare il dovere che ognuno di noi ha di custodire il prossimo.

L'autore ,capitolo dopo capitolo mette a confronto la scelta di Francesco di dedicarsi completamente a Dio e quella del padre Bernardone del quale emerge la figura del padre padrone comune nell'economia del suo tempo in cui il primo si è fatto povero per condividerne il significato nell'ordine evengelico e il secondo è il prototipo chi ha fatto una scelta del danaro e del profitto che finisce per distruggere ogni altro tipo di rapporto umano fino al legame familiare più stretto di padre e figlio.

In sostanza l'opera di monsignor Sorrentino si inserisce nella prevalente pubblicistica cattolica attuale, in un pensiero economico incentrato sulla denuncia di un sistema del profitto che destina alla povertà gli emarginati al livello degli scarti di produzione consentendo la destinazione della maggior parte della ricchezza mondiale a una ristretta cerchia di privilegiati senza indicare il modello economico sostitutivo in grado di crearla prescindendo dalla differenza fra l'ammontare dei ricavi delle vendite dei beni e delle prestazioni di servizi e l'ammontare dei costi di gestione dei quali quello del lavoro è una componente essenziale purtroppo variabile a seconda delle aree geografiche.

Comunque dalla produzione della ricchezza, dalla prevalenza dei ricavi sui costi si creano le disponibilità finanziarie dalle quali dipendono anche tutte le benemerite ed essenziali iniziative ,dal banco alimentare alle mense popolari ,dalla raccolta dei medicinali ai presidi sanitari per i poveri , la devoluzione dell'otto per mille e la stessa presenza di organizzazioni quale la Comunità di Sant'Egidio e le opere caritative degli Ordini religiosi in Italia e all'estero.

Definito utile d'impresa ,il risultato della gestione è quel plusvalore che per Marx rappresentava un furto a danno dei lavoratori , senza il quale vi è quel risultato “in perdita” che mangiando il capitale (in regime privatistico) ne determina il fallimento , come la prevalenza delle spese di gestione su quello delle risorse fa saltare le economi dei regimi socialisti.

Un altro aspetto carente nella cultura cattolica , è quello del capitale di rischio, cioè della dotazione necessaria all'apertura di una attività economica . Nessuno più parla dell'azionariato popolare mentre assurge agli onori delle cronache come fatto straordinario, quello di lavoratori che mettono in gioco la loro liquidazione e i risparmi familiari per rilevare le imprese economicamente sane che altrimenti verrebbero delocalizzate. Evidentemente al livello politico e sindacale ha prevalso la cultura dei Consigli di fabbrica ispirate ai soviet lasciando il rischio a carico della proprietà e , possibilmente della collettivita, in caso di un futuro esproprio mentre nell'ambito religioso sembra sconosciuta ai più la nozione di bilancio la cui scoperta la si deve a frà' Luca Pacioli (1445-1517)inventore del sistema contabile della partita doppia.

Importante comunque è la centralità della povertà nell'attuale dottrina sociale della Chiesa cattolica riconosciuta come situazione involontaria in quanto trasmissibile in linea diretta dai genitori ai figli non più legata alla cultura dell'elemosina e della vendita della proprietà per la devoluzione del ricavato alla comunità ed ora considerata come inaccettabile sottoprodotto delle economie di mercato.

Questa consapevolezza deve pertanto portare alla conclusione della necessità di riforme sostanziali, cioè di struttura necessarie a superare le povertà come manifestazione di sofferenza sociale da superare con una economia della fraternità come lo come lo sono i flussi migratori dalle aree di guerra e di sottosviluppo.

Di fronte all'emergenza planetaria della salvaguardia dell'ambiente, dei flussi migratori dalle aree del sottosviluppo e e dei profughi da aree di guerra , della perdita di lavoro indipendente e subordinato per la pandemia in atto, la Dottrina sociale della Chiesa , arricchita delle encicliche di papa Francesco, particolarmente per i cattolici non può non costituire l'occasione per un chiarimento fondamentale innanzitutto dei ruoli della religione rispetto a quello dell'economia partendo dalla esperienza della convivenza nella famiglia, nel proprio condominio , nella propria parrocchia, nel proprio comune, nella propria Regione per individuare le forme di partecipazione alle scelte di programmazione del territorio da cui dipendono le linee di sviluppo che favoriscano la crescita culturale ed economica e individuare le istituzioni in grado di intervenire con tempestività nelle situazioni di sofferenza sociale.

Quali i ruoli, rispettivi, della religione e della politica? Monsignor Sorrentino , a mio modesto avviso, avrebbe fatto bene a porre al centro la bella esposizione della fraternità del cantico delle Creature senza indulgere alla tentazione dei monsignori a divenire economisti in un'epoca in cui gli economisti diventano monsignori partecipi della strategia cattolica dell'incontro a sinistra, finendo per esorbitare gli uni e gli altri delle rispettive competenze che vorrebbero la religione illuminante il percorso della politica e della economia non accorgendosi di perseguire scelte di classe che la sinistra storica sta tentando di superare lungo un faticoso processo revisionista per occupare lo spazio politico che fu dell'interclassismo democristiano e di condividere le responsabilità di un progressismo senza limiti che sta destabilizzando i valori fondamentali della vita e della famiglia.

Questa la strategia in atto della sinistra cattolica quando occorrerebbe un impegno consapevole che la prima disuguaglianza è determinata dalle qualità personali dell'individuo alla nascita, fisiche e mentali, e delle condizioni familiari e ambientali nelle quali esso deve essere aiutato a competere da una società cui spetta il compito di garantire l'uguaglianza dei punti di partenza con adeguate forme di intervento sussidiario a favore della prima cellula dell'organizzazione sociale che ,volenti o nolenti è la famiglia.. Non strategie elettorali locali e nazionali quindi, che finiscono per essere uniformate agli interessi di alleanze masso-tecnocratiche, ma un doveroso corale richiamo alla riforma dell'attuale sistema economico coinvolgendone le categorie sociali per affrontare problemi della salvaguardia del pianeta e l'inserimento economico degli esclusi alla luce della impotenza del potere politico e sindacale nelle vertenze della delocalizzazine delle imprese per ridefinire il ruolo del privato e del pubblico stabilito ai tempi del confronto dialettico di ideologie ormai dichiarate defunte.

Una riforma che deve tenere conto dei tempi di esecuzione e , delle risorse necessari a convertire l'attuale sistema produttivo e soprattutto delle maggioranze di governo rispettose della libera iniziativa e delle libertà individuali dei cittadini.

Chi dell'arresto temporaneo dell'sistema economico per la pandemia avrebbe voluto cogliere l'occasione del cambiamento radicale del modello di sviluppo non può non aver compreso, dalle reazioni alle direttive del governo sulle misure di sicurezza e sull'obbligo di vaccinazioni, pur suggerite dai vertici dell'apparato sanitario e legittimate dal parere della Corte Costituzionale, quanto sia difficile e complesso intervenire per il semplice ritorno ai livelli produttivi e occupazionali precedenti la sospensione.

L'opportunità di assistere ad una conferenza di iniziativa vicariale sulla Dottrina sociale alla luce delle encicliche dell'attuale pontificato mi ha portato ad esprimere ad uno dei parroci presenti il mio parere sulla necessità di passare dal livello teorico a quello pratico; un giudizio, il mio, fortemente condizionato dal fatto che ai lati dell'auditorium comunale sporgevano eleganti supporti pubblicitari della denominazione della banca di ispirazione cattolica che evidentemente aveva sponsorizzato la conferenza.

Il sistema del credito che costituisce uno dei pilastri dell'economia nazionale non potrà non essere oggetto di un profondo esame in occasione di una riforma del sistema economico caldeggiato dal Magistero della Chiesa cattolica .Quale la differenza delle banche di ispirazione religiosa , delle commissioni , dei tassi ,e delle condizioni di accesso al credito rispetto alle banche concorrenti di origine laica, se non quelle iniziali che distinsero le Casse Rurali ,dette ”banchine dei preti” dalle altre presenze bancarie Come stabilire criteri oggettivi di affidabilità della clientela e di accertamento della provenienza delle somme depositate? Quali le garanzie di una stabile occupazione dei dipendenti di ogni ordine e grado compromessa dallo sviluppo tecnologico e dal dissesto dovuto a responsabilità di gestione degli istituti bancari?

 

 

 

 

Budrio, luglio 2021

Il contributo di un vecchio democristiano

 

PER UNA PIU' COMPLETA CONOSCENZA DELLA REALTA' BUDRIESE NEL PERIODO FRA LE GUERRE 1918/1940 PRESENATA DA UN LIBRO CHE AVREMMO PREFERITO EDITO DAL CIRCOLO PERTINI DELLA CA'ED METUSCO E NON DALLA PRO LOCO

 

 

 

L'opera ,che invito a leggere, nella introduzione, nella presentazione dei diversi momenti del periodo trattato e nella biografia dei personaggi prescelti,copre un arco di tempo che va ben oltre quello fra le due guerre citato in copertina, è arricchita da una appendice documentale e fotografica che ,nella intenzione degli autori, vorrebbe consentire al lettore a farsi un idea della era fascista nella comunità budriese .

 

Una scelta ,quella di allegare una sorta di cronaca politica degli organi di informazione del Partito fascista e delle associazioni combattentistiche che ne fecero corollario , che oltre la sofferenza e il fastidio di proseguirne la lettura per linguaggio maleducato e gli attacchi personali in essi contenuti, accresce la curiosità di conoscere fatti e vicende di Budrio nella pubblicistica di quella che appare l'unica controparte , quella socialista, curiosità che purtroppo non viene appagata.

 

Dalla trattazione del periodo successivo alla prima guerra apprendiamo dello sconcerto dei reduci che videro deluse le loro aspettative di giustizia sociale e del dileggio ad essi riservato da parte di <<frange di estremisti che magari a quella guerra non hanno partecipato>>,che <<i due anni che seguono sono caratterizzati da fortissime tensioni sociali e scioperi”che nella pianura tra Bologna e Ferrara sono particolarmente numerosi e accesi e spesso accompagnati da scontri fisici e violenze che sfociano in fatti di sangue; c'è la paura nella proprietà agraria del pericolo rosso e degli espropri delle terre;c'è quindi la risposta dura , che diviene violenta quando bande di giovani e non- tra cui i reduci delusi delle diverse età hanno una larga presenza si propongono allo scopo con l'obbiettivo di chi li guida di assumere un ruolo centrale in un'Italia da costruire con lo'ordine e la disciplina e un fantastico nuovo prestigio della Nazione nel mondo.Questi gruppi trovano nel 1920 un punto di riferimento politico e organizzativo nazionale nel movimento fascista che deluso per il modestissimo risultato ottenuto alle elezioni politiche nazionali del novembrte 1919-le prime con suffragio universale maschile e il sistema proporzionale -in cui non aveva eletto alcun deputato, aveva scelto di abbandonare il terreno democratico del confronto per trasformarsi in un movimento eversivo basato sulla violenza e le intimidazioni degli avversari che aveva individuato innanzittutto nei socialisti>>.

 

Gli autori ci forniscono un quadro della situazione dalle pagine dell'Eccidio di Palazzo di Accursio -11 morti e sessanta feriti- le stesse che oltre la affermazione della strumentalizzazione fascista della morte dell' invalido pluridecorato Giulio Giordani come sua prima e più illustre vittima dell'aggressione dell'strtemismo di sinistra pur non essendo camicia nera , giudizio che appare inappropriato e fazioso se confrontato con la vicenda riportata dall'allegata stampa fascista del trattamento che precedentemente gli era stato rise rvato a Budrio dove era stato accompagtnato (in quanto grande cieco di guerra)per una riunione dell'associazione dei combattenti al Teatro Consorziale dove gli furono indirizzati fischi contumelie e sassate contro la automobile che lo avrebbe ricondotto a Bologna.

 

Troppo assordante l'assenza dalla trattazione del periodo storico da parte degli autori,di quel livore antinterventista del socialismo che con Turati aveva coniato il motto<<né un soldo,né un soldato per la guerra >> trasferito sugli ex combattenti ne determinò la adesione ai fasci di combattimento .

 

La scelta che dalla biografia di Dino Grandi apprendiamo questi fece dopo la aggressione subita mentre in bicicletta dallo studio di avvocato di Imola rientrava all'abitazione di Mordano.

 

Nello stesso capitolo titolato dell'eccidio ,a Pag.44 invece leggiamo <<La compagine socialista del tempo, appare schierata su posizioni di sinistra estrema.Siamo nel periodo segnato dalla rioluzione comunista russa ,dai frequenti tentativi di ribellione in Germania :una parte consistente dei militanti socialisti italiani si convince che le idee teorizzate da Marx sono praticabili in maniera concreta in qualsiasi situazione.Il 26 gemnnaio 1919 si svolge il congresso provinciale bolognese del PSI(Partito Socialista Italiano) il messaggio è chiaro e coincide con la formula” bisogna fare come in Russia” Gli scontri sociali si trasformano rapidamente in una autentica lotta di classe,a cui “i padroni” si oppongono facendo ricorso ai crumiri e alle serrate.Scioperi e manifestazioni politiche si susseguono senza sosta e diventano occasioni per misurarsi anche fisicamente: i soldati e le guardie del regno non si fanno pregare nell'utilizzo delle armi da fuoco:I lavoratori e gli organizzatori di sinistra sono difesi dalle” guardie rosse” l'atmosfera diventa incandescente.Leandro Arpinati si impegna nello strutturare militarmente i fasci di combattimento ,che dal 1919 condizionano la vita bolognese:La prima fisionomia dei fasci coincide con quella degli ex interventisti,ex nazionalisti,ex radicaliLe squadre fasciste si pongono a difesa degli agrari e degli indusriali,aggregatisi nell'Associazione della difesa civile.ecc

 

<<In questo contraddittorio scenario,continuiamo a leggere, si svolgono le elezioni amministrative bolognesi del 1920:i socialisti massimalisti minacciano di disertare le urne , scagliandosi contro i risultati-modesti a loro avviso-dell'amministrazione guidata da Zanardi .L'idea del boicottaggio al voto( notiamo che l'unica volta che si parla di boicottaggio da parte degli autori è quella del voto) lascia presto spazio alla stesura di un documento di ispirazione violentemente rivoluzionaria capace di propiziare la saldatura del cosiddetto “blocco della paura” che fa capo alla lista Pace,Libertà, lavoro, che vede la partecipazione di liberali,combattenti, nazionalisti,borghesi di varia provenienza,l'unico punto di contatto di questa eterogenea compagineè rappresentato dalla strenua opposizione alla sinistra”bolsevica”.I fascisti si pongono in difesa degli esponenti e delle sedi che fanno riferimento alla formazione politica antisocialista.

 

Il 31 ottobre 1920 hanno luogo le lezioni che vedono la vittoria dei socialisti ma il 4 novembre,secondo anniversario della Vittoria, vede le formazioni fasciste schierate davanti alla Camera del Lavoro Ercole Bucco , segretario della Camera del Lavoro , capace di usare parole molto dure, si fa trovare impreparato nonostante la presenza delle guardie rosse,<<schiama i Carabinieri perchè sotto assedio delle delle formazioni fasciste... le forze dell'ordine perquisiscono tutte le stanze non risparmiando l'appartamento adiacente in cui trovano fucili, pistole ed esplosivo:il risultato è l'arresto dgli assediati : novantasei socialisti sono arrestati,mentre i fascisti saccheggiano e incendiano la sede della Camera del Lavoro.La strategia socialista non ha retto l'urto fascista:nei giorni seguenti giungeranno le dimissioni di Bucco...>>...

 

Non so se gli autori redigendo questo capitolo si siano resi conto di aver fornito un quadro complessivo dal quale riultano pressocché tutti gli elementi giustificativi della costituzione di quel blocco d'ordine sul quale il fascismo potè contare fino alla dichiarazione di guerra.Forse questo è il motivo per il quale dalle fonti PSI, pur annoverando quel partito fra le sue fila personalità di notevoli capacità organizzative, letterarie e polemiche e il maggior numero di dirigenti delle organizzazioni operaie del periodo trattato, nulla viene riportato o riprodotto del volantinaggio, delle risoluzioni politiche ,del boicottaggio strumento di quella lotta di classe della quale quel partito è presentato unica espressione ; nessun elenco dei boicottati per non essersi assoggettati al taglieggiamento e a quant'altro per scongiurare la interruzione dei lavori agricoli e la conseguente pardita dei raccolti che portartono molti alla “sceltadel blocco d'ordine”. Nulla è prodotto della documentazione che lessi a casa di qualcuno che le aveva conservate in grado di rendere più chiara l'idea delle diverse responsabilità nell'arco delle forze democratiche dell'avventura fascista.

 

Assordante pure rimane il silenzio sulle conseguenze di quell'anticlericalismo del quale furono investiti sacerdoti e fedeli particolarmente nella nostra bassa bolognese per la efficacia della predicazione dei tribuni del popolo che ,a Vedrana, giunse ad impedire alle suore Visitandine di partecipare alla Messa mattutina nella chiesa parrocchiale, a breve distanza dala loro Casa madre, fino a quando il nipote di una di loro, venutone a conoscenza, non avvisò una “squadraccia fascista” che una maattina intervenne ...a stabilire l'ordine. L'opera che volendo passare la enunciazione di manifestazioni di estremismo del PSI e delle emanazioni operaie che ad esso facevano riferimento per contromisure alle azioni dello squadrismo e agli attacchi verbali del partito fascista , per la concezione del ruolo esclusivo rivendicato a quel partito da cultori della storia locale , finisce per ridurre le altre componenti sociali al ruolo di fugaci comparse.

 

Per quanto rtiguarda il limbo nel quale è relegata la componente cattolica(della quale pranno attinto. non si parla se non accennando alla sua partecipazione al primo governo Mussolini e alle liste dei blocchi d'ordine alternative a quelle del PSI a livello locale , dall'opera in esame emerge la continuità di quella tradizione anticlericale di riferimento marxistta e illuminista che senz'altro contribuì alle scelte di schieramento della maggioranza del mondo cattolico prevalenti del periodo in copertina e, nel dopo seconda guerra mondiale, alla organizzazione e al successo della Democrazia Cristiana; per quanto riguarda i comunisti, ad essi è riservato il solo contentino delle due biografie degli illustri compagni Canova e Reggiani in una scelta dalla quale traspare il risentimento mai sopito per la scissione di Livorno.

 

Il mio contributo critico alla ricostruzione di una più adeguata dimensione della comunità budriese del periodo altrimenti circoscritta alla presenza del PNF e del PSI si è spinto alla individuazione delle responsabilità politiche sulla nascita , sull'avvento e sulla tragica conclusione del fascismo che tgli autori danno per acquisite con la prima iniziativa del Circolo Pertini che di esse si occupò nel 2013 lasciando a quella attuale l'obbiettivo di “fare emergeredall'oblio fatti ed avvenimenti della comunità budriese e dei suoi abitanti che, che inevitabilmente , si collocano in questo contesto storico”.

 

Per una maggiore conoscenza sociologica del periodo ritengo opportuno rtiportare gli stralci del libro sulle LOTTE AGRARIE di Arturo Colombi,memro del Comitato Centrale del PCI a proposito della

 

NASCITA DEL FASCISMO

 

<<I saggi pontefici del riformismo non si rendevano conto di quanto fosse puerile pensare di poter manomettere il principio della proprietà borghese quando il potere statale è ancora in mano alla borghesia.

 

Se la borghesia si rende conto che le sue leggi non tutelano sufficientemente i supi privilegi le cambia;ma non cederà mai senza  usare di tutta la sua forza statale nelle questioni di principio,del principio della proprietà................... 

 

.Dice Colombi:-:<<Avvenne quello che doveva avvenire. La borghesia agraria minacciata nel profitto e nella proprietà dalla forza delle organizzazioni dei lavoratori,gli esercenti e i commercianti lesi nei loro interessi dallo sviluppo della cooperazione e dalla politica cieca dei cooperatori riformisti che erano partiti in guerra  contro il piccolo commercio, i professionisti,gli impiegati, gli studenti e i professori,offesi nei loro sentimenti di ex combattenti e di patrioti  da una politica che faceva apparire i socialisti quali negatori e dispregiatori del sentimento patriottico,i contadini che avevano subito vessazioni  ingiuste,e quelli che avevano seguito  il movimento di lotta ma non accettavano la socializzazione della terra,né la politica della bracciantizzazione,si univano in fascio e passavano alla riscossa. Sconfitta sul terreno legale la borghesia passava all’attacco sul terreno della violenza illegale,faceva ricorso allo squadrismo fascista protetto dalle forze dello stato cosiddetto democratico……….

 

-Agrari,borghesi e commercianti poco si preoccuparono di sapere se le organizzazioni sindacali del Bolognese erano  evoluzionisti,che volevano operare entro il quadrodell’ordinamento giuridico legale dello stato liberale:essi avvertirono che la forza delle organizzazioni sindacali era tale da imporre il riconoscimento dei suoi diritti che colpivano il profitto capitalistico e perciò non esitarono a riconoscere alla violenza extra legale cercando e realizzando quella soluzione di forza che i riformisti negavano come “antiumana,incivile ,incapace di arrestare o far progredire la storia…………di fronte al fatto che il movimento operaio poteva essere presentato come negatore della patria, si univa alle forze  della reazione e fece massa in nome della libertà e della patria. Nulla fu tentato per impedire e ostacolare la formazione di questo blocco nel quale vi erano forze che non avevano nulla  da spartire con la reazione agraria.

 

………Le ragioni profonde dello sbandamento delle masse che avevano seguito il movimento nella lotta debbono essere ricercate non tanto nella violenza bestiale del fascismo,quanto negli errori di impostazione politica delle organizzazione dei lavoratori , in particolare negli errori commessi  nella politica verso i contadini:con lo sciopero indiscriminato,con la parola d’ordine della socializzazione della terra,con la parola d’ordine della bracciantizzazione.

 

-A nessun contadino che lavora la terra in proprio o anche in qualsiasi forma di compartecipazione sorride la prospettiva di diventarebracciante:chi ha terra ha pane, anche se molto sudato e non sempre a volontà. Le condizioni di salariato avventizio sono troppo precarie perché non si pensi che a divenirlo significa decadere in una categoria sociale sottostante. E’ un fatto che il piccolo proprietario sogna di divenire autonomo arrotondando il suo possesso;che il mezzadro sogna di divenire affittuario o proprietario del fondo che lavora;che il fittavolo sogna di divenire proprietario:I dirigenti riformisti volendone fare dei braccianti e dei cooperatori non tenevano conto del fatto che se è vero che i braccianti,per la coscienza acquisita mediante l’organizzazione e la lotta di classe,aspiravano al possesso collettivo della terra,le altre categorie,invece,aspiravano e aspirano al possesso individuale.

 

D’altra parte le importanti conquiste contrattuali realizzate dalla grande lotta agraria rafforzavano nei mezzadri e nei fittavoli la speranza di divenire proprietari della “loro”terra.Il capitolato colonico era estremamente vantaggioso:la congiuntura economica ,con l’inflazione  e i prezzi crescenti,lasciava credere ai contadini che avevano una produzione commerciale più o meno notevole ,che essi potevano realizzare il loro sogno in un avvenire non molto lontano.Si capisce come a nessuno di essi sorridesse la prospettiva avanzata dalla Federterra………………

 

-Nella Federterra gli elementi che si erano uniti nella corrente del momento in cui credevano che nulla potesse opporvisi,quando di fronte alla controffensiva  delle forze fasciste si accorsero che le organizzazioni socialiste non erano così potenti come  essi ,,che anzi si dimostravano incapaci di reagire alla violenza avversaria,perché paralizzate dall’orientamento riformista e dalle preoccupazioni di salvare il salvabile degli ingenti interessi corporativistici,abbandonarono il campo e passarono in quello avverso:I primi furono quelli che avevano subito qualche pressione e umiliazione………………….Lo squadrismo e la dittatura fascista dovevano servire e servirono in primo luogo a stroncare l’organizzazione operaia.

 

In quanto agli eccessi,se così si vogliono chiamare, i capi riformisti che avevano impostato e diretto l’agitazione agraria nel bolognese,ne avevano compiuti la loro parte.

 

Oggi i vecchi dirigenti del riformismo amano presentarsi quali campioni del ceto medio ma tutta la storia del riformismo italiano testimonia  come questi uomini,che avevano stabilito relazioni di compromesso con alcuni gruppi del grande capitale industriale del nord,attraverso la politica dei premi e delle sovvenzioni governative,seguirono una linea che significava completo misconoscimento degli interessi  del ceto medio campagnolo e cittadino :politica opportunistica nei confronti   della classe operaia e nello stesso tempo politica miope,di incomprensione  e ostilità  verso i contadini ,i piccoli esercenti gli intellettuali e tutta la piccola gente che vive del proprio lavoro  pur non essendo salariati.

 

La forza  del movimento socialista consisteva nella fitta  rete  di solide leghe localizzate nella Valle Padana e nei centri industriali del nord, nelle Camere del Lavoro ,nelle cooperative , nelle amministrazioni comunali conquistate, ecc;la sua debolezza ,che nel momento decisivo rasentava l’impotenza,consisteva nell’opportunismo e nella limitatezza dell’orizzonte teorico e politico. Gli esponenti del riformismo ,senza alcun sostegno teorico ,senza una visione dei problemi nazionali e generali del moto proletario, furono travolti da avvenimenti che li superavano e che non comprendevano>>.

 

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Alla asprezza delle contrapposizioni politiche s sociali del periodo fra le due guerre è riconducibila parte della logica della compilazione delle liste di proscrizione della guerra civile parallela alla lotta di Resistenza ,come una resa dei conti a lungo attesa , logica che, per quanto stava avvenendo a Budrio, determinò l'uscita della rappresentanza democristiana dal locale Comitato di Liberazione-Decisione che Mezzetti,in un'intervista ad Avvenire così giustificò :<< per non renderci complici>>.

 

Quanto detto nella biografia di Giuseppe Reggiani,ispirato alla esperienza dello spagnolo Ferrer fucilato a Barcellona il 13 ottobre 1909 e di Marcello Canova , primo sindaco post Liberazione, presenti nel libro sembrano corrispondere al pudore di eliminare la presenza PCI per intero ,partito al quale il PSI nulla è detto del patto Patto di Unità d'Azione( PSI-PCI )sottoscritto nel 1934 a Parigi  per la la comune lotta contro il fascismo, rinnovato nelle fasi iniziali della  Resistenza, il 28 settembre 1943[ e poi nel dopoguerra, il 25 ottobre 1946. Rapporti che furono intensi al punto che in Emilia-Romagna i loro organi di stampa, l'Avanti! socialista e L'Unità comunista, furono pubblicati in versione congiunta Avanti – L'Unità..

 

Dei cattolici se ne parla descrivendoli partecipi alla l'esperienza amministrativa clerico moderata del periodo1904-1907 stretta fra quelle socialiste di Demetrio Monari (1900-1903) e di Ugo Lenzi(1908-1913) e ,di riflesso citando l'aggressione subita dal parroco di Dugliolo che,a lungo,conservò il mantello che aveva strappato ad uno degli aggressori da lui riconosciuti che nessuno andò mai a ritirare.

 

Il PPI locale viene citato per una iniziativa col PCI e col PSI per una manifestazione al Teatro Consorziale impedita da un ordine prefettizio mentre di quello nazionale se ne fa cenno della sua partecipazione al primo governo Mussolini e a gruppi d'ordine alle amministrative.

 

Nulla si dice dell'opera di sensibilizzazione all'impegno formativo dei cattolici svolto dall'Azione cattolica nelle varie realtà parrocchiali, e per Budrio, in particolare nella parrocchia San Lorenzo che a lungo ha usufruito dell' l'appassionato impegno del parroco padre Amadio Tinti, nell'insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa. ,della formazione di quamti poi contribuirtono alla organizzazione della Dermocrazia Cristiana di Budrio e delle ACLI che, con Dorando Giuliani portarono alle iniziative della cooperazione bianca bell'intero territorio della provincia di Bologna ,alle iniziative della cooperazione bianca a Budrio e nell'intera provincia di Bologna .Nulla viene detto che dal difetto di una delle lettere della tastiera della macchina da scrivere dell'Ufficio parrocchiale , rilevata in un volantino o documentomdel CLN i tedeschi risalirono alla proprietà dell'attrezzatura d'ufficio, prelevarono il parroco p.Amadio per portarlo in piazza per l'impiccagione per poi ripiegare nel brillamento del campanile della sua Chiesa.

 

Dalla esclusione operata di importanti componenti sociali necessarie a rendere il senso della comunità budriese,una delle quali è la cattolica, pare emergere una sorta di continuità della cultura anticlericale di riferimeno massonico evocata come causa delle dimissioni dalla carica di Sindaco dell'avv.Ugo Lenzi del quale non si rivela il grado di Gran Maestro da lui raggiunto.

 

Venendo alle biografie contenute nel libro in esame ,non se me ne voglia se per informazioni molto attendibili correggo la versione dei fatti che portarono all'aggressione di Pescatori,attribuita ai contrasti, pure esistenti, fra l'aala Grandi cui apparteneva il podestà di Budrio e quella di Arpinati, quando il pesantissimo pestaggio dei fascisti al podestà è da collegarsi alla sua contrariertà all'indizione di un'asta di opere legate a precisi interesi particolari (in cui Arpinati non c'entrava niente). A confermarmelo fu anche un vecchio socialista che mi rivelò come l'increscioso avvenimento avesse superato le identità politiche dividendo l'opinione pubblica locale in onesti , fazione della lui mi disse di onorarsi di averne fatto far parte , e nei disonesti dai quali era evidentemente partito l'ordine dela spedizione punitiva.

 

Rimanendo all'importanza dello spazio riservato alla biografia dei budriesi illustri, che nel caso del Dott. Ballarini vede dedicati tre paragrafi del quinto capitolo, dicendo quasi tutto ciò che pochi oltre lui erano in condizione di poter sapere ,dei suoi successi e delle sue pubblicazioni in campo professinale , della sua prodigalità verso i meno abbienti attraverso una fondazione dedicata alla moglie,della sua partecipazione alla Lotta dei Liberazione dalla quale egli uscì con la medaglia d'argento al valor militare , della sua esperienza di Sindaco di Bracciano e candidato alle elezioni del 1968 nelle liste della Democrazia Cristana ( che appresi in comizi di avversari politici e mai per suo collegamento col partito locale del quale fui a lungo segretario), fra la enunciazione delle sue iniziative in campo economico, non sia citata quella CIGAR, la socitetà di alberghi e ristonanti con la guale ha garantito l' occupazione anche a diversi cittadini budriesi nel dopo guerra.

 

Quella CIGAR la cui vittoria dell'appalto del bouffet della stazione strappato alla CAMST di Bologna determinò il scivolone del PCI di Budrio ,il cui capo gruppo di allora,fra l'imbarazzo dei colleghi di partito,in un'aula consiliare per l'occasione traboccante di pubblico nonostante la durata della seduta fosse giunta alle prime ore del mattino , dovette leggere, sotto ninaccia di querela,l'intera lunga motivazione della medaglia d'argento al valor militare della quale l'illustre concittadino era stato insignito nei cui confronti (e del partito che lo aveva messo in lista)lui ,”evidentemente male informato”,in un pubblico comizio aveva rivolte accuse non rispondenti al vero.

 

Mi chiedo allora come contribuire ad una completa conoscenza storica del periodo trattato da parte delle nuove generazioni senza ricordare che nel duro confronto(scontro) fra massimalisti e riformisti , socialdemocratico sia stato non l'aggettivo ma l'epiteto col quale si apostrofavano i traditori degli interessi di classe “ fino al crollo dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche; URSS ,giusta denominazione al cui rispetto fui invitato dal capogruppo comunista in Consiglio comunale avendo, in un mio intervento in Consiglio comunale,usato quella di Russia ,per lui offensiva di quella esperienza cui facevano riferimento i lavoratori di tutto il momdo.

 

Ma quelli erano gli anni in cui il capogruppo socialista in Consiglio Comunale,alleato della DC a livello nazionale e del PCI a quello locale poteva tranquillamente affermare che il suo Partito guardava”con particolare interesse all'esperienza socialista jugoslava”sapendo che il PSI, particolarmente attraverso la carica del sindaco e l'utilizzo dell'organizzazione comunale era in grado di influire su ogni scelta politica individuale ,ogni forma associativa , ogni realtà istituzionale fino agli attuali eccessi di vera e propria colonizzazione culturale.

 

Le mie considerazioni vogliono costituire un richiamo particolarmente rivolto ai giovani cattolici così sicuri che basti la cultura religiosa ad accompagnare un impegno politico e amministrativo quando è la conoscenza della propria e dell'altrui storia a consentire una partecipazione in grado di riconoscere le finalità delle dimensionui culturali a confronto.Perchè chi non conosce la propria storia finisce in balia di quella degli altri perchè non sa da dove viene,dove si trova, dove sta andando.Una massima questa che vale per i religiodi e i laici ai quali pertinente un importante passo del pensiero di Dossetti sulle conseguenze del disimpegno politico in ossequio alle disposizioni del”non expedit” cioè dopo il divieto di papa Pio IX in seguito alla annessione dello romagne al Regno d'Italia(abrogato nel 1919 da Benrdetto XV).Conseguenza di incalcolabile gravità è stata la separazione dei cattolici dalla vita nazionale(altrettanto grave di quella attuata da ploretariato) che ha finito per lasiare provvisoriamente l'Italia in mano alla massoneria”.

 

Il mio riferimento al pensiero di uno di leader indiscussi della sinistra cattolica è rivolto a coloro che per la dichiarata discontinuità dall'esperienza democratica cristiana senza comprendere le conseguenze di inserirsi nel processo storico di forze politiche che, senza risolvere il poblema delle distanze sociali, dei valori invalicabili per il mondo cattolico fanno le pietre miliari di un progressismo senza limiti etici.

 

 

 

 

 

Per non confondere l'apostolato laico laico di Massarenti e Zanardi

 

con quello religioso dei nostri parroci di campagna

 


 

Dal libro di Arturo Colombi (membro del Comitato Centrale del P.C.I)leggiamo

 

<<I rivoluzionari nostrani si abbandonarono ad un anticlericalismo che impediva lo svolgimento delle manifestazioni del culto –in taluni casi anche quelle intramurarie diremmo oggi. Per esempio nella  vicina Molinella si impedì al Vescovo ed al  Parroco dientrare al cimitero per le celebrazioni del 2 novembre , di fare processioni  il giorno del Corpus Domini e cortei di accompagnamento dei defunti .Colombi cita pure il caso di un sacerdote obbligato a sfilare ,non dice in quale località, sul un somaro in  segno di scherno>>.

 

Nel Bollettino della Comunità parrocchiale di Molinella n.4/2004 leggiamo;

 

Esattamente cent’ anni fa, il 2 dicembre 1904, “vigilia giubilare della proclamazione del dogma dell’Immacolata” , moriva don Luigi Caselli, parroco di Molinella dal 1869. Aveva 78 anni e al momento del trapasso, “avvenuto alle ore 6 antimeridiane” , accanto al suo letto c’ erano “il cappellano della chiesina ferrarese, don Angelo Galassi, la perpetua Claudina Mattarelli e altri due preti della zona” . Mentre già andavano profilandosi le prime avvisaglie di quella che lo stesso don Caselli, pur non cogliendone del tutto la portata, aveva definito “la terribile bufera della miscredenza che tutto travolge e distrugge” , la morte dell’ anziano parroco, “ancora amato e rispettato dalla popolazione, per le sue virtù e per il suo modesto tenore di vita” , non è, come scrive don Gardini, un fatto di secondaria importanza, nella prospettiva degli anni che verranno. Da questo momento in poi, vedremo infatti diffondersi in paese un anticlericalismo di massa, che darà luogo a veri e propri atti di ostilità nei confronti della religione cattolica. Gli incidenti del cimitero del 19 maggio e del 9 novembre 1908, quando, prima al vescovo di Ravenna e poi all’ arciprete di Molinella, fu impedito con la forza di accedervi per benedire le tombe; le sassate contro l’ immagine della Madonna, al rientro dalla processione della Malvezza, il 17 maggio 1914, sono soltanto alcuni degli episodi più clamorosi di quel periodo, segnato peraltro dal crollo vertiginoso dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali religiosi, dalle sanzioni e dal boicottaggio di quei pochi che, nostante tutto, “osavano ancora frequentare la chiesa” . Certo, non si può pensare che, con don Caselli, gli avvenimenti molinellesi di quel tempo avrebbero preso un’ altra piega……..

 

Don Caselli fu testimone del Vangelo in tempi difficili, “ quando - come scrive ancora don Gardini - rintuzzare gli attacchi contro la religione sembrava combattere le giuste rivendicazioni operaie” . L’ arciprete che durante il grande sciopero del ’ 97 fu lieto di accogliere a Molinella il cardinale Svampa, che si era precipitato qui per testimoniare “ la sollecitudine del padre verso i figli che invocano il pane” , è lo stesso che, per contrastare la propaganda socialista e l’ ateismo dilagante nelle campagne, ave- va sostenuto e promosso l’ Unione Braccianti e l’ Opera dei Congressi, che nel molinellese ebbero come principale fautore don Spisani, parroco di San Pietro Capofiume. Insieme a don Angelo Galassi, cappellano-curato della Chiesina, e ad altri tredici soci, don Caselli fu anche tra coloro che, il 26 ottobre 1899, in una saletta della canonica di Molinella, fondarono la Cassa Rurale ed Artigiana di Molinella e Marmorta, la cosiddetta”banchina dei preti”.

 

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La mia contrapposizione alla massoneria dalle più diverse appartenenze riguarda non tanto la strategtia antireligiosa che le unisce nella pretesa superirità culturale dell'illuminismo cui fanno riferimento ma la sua capacità di penetrtazione in tutte le forme associative laiche e,si dice, anche religiose , in tutte le istituzioni e in tutti gli ambienti più o meno consapevoli del loro contributo determinante a un sistema decadente nel quale essa comunque riesce a condizionare l'assegnazione di cattedre universitarie, primariati ospedalieri, posti direttivi nella pubblica amministrazione e quant'altro anteponga l'interesse personale e di gruppo a quello generale.

 

Le mie dimissioni da consigliere agli Istituti Rizzoli furono infatti determinate dal mio dissenso alla partecipazione di un collega ,massone,appartenente al mio stesso partito , ad un concorso ,per lui predisposto, nell'Ente nel quale entrambi eravamo consiglieri. I consiglieri degli altri partiti, in una logica spartitoria, invece votarono tutti la graduatoria della sua nomina.

 

Il silenzio che circonda quello che costituisce un vero e proprio sistema di potere finisce per accreditare la appartenenza ad esso anche di chi si proponga come alternativa alla maggioranza di sinistra in grado di succedere a sé stessa . In quest'ottica l'esperienza di Guazzaloca , che si presentò al motto<<migliorare il sistema>>,assume il significato di una parentesi nella sua continuità.

 

 

 

Socialismo e Massoneria: note di un Socialista Massone

 

 

 

 

 

 

 

Da qualche tempo nei periodici e nelle assemblee del partito socialista è stata ripresa con vigore e con assiduità la campagna contro la Massoneria: e la questione, dibattuta su giornali e riviste, in seno a non poche Sezioni ed in qualche Congresso Regionale, sarà discussa anche nel Congresso Nazionale del prossimo Ottobre………Se davvero fossero sinceri i denigratori abituali della Massoneria dovrebbero avere il coraggio di combattere come disonesti tutti i più eminenti massoni, invece di portarli sugli scudi finché son vivi e potenti e di inchinarsi ai loro feretri quando come quest'anno, intorno a quelli di Andrea Costa, di Pilade Mazza e di Ettore Zanardi, un popolo intero si raccoglie reverente e commosso..................Quanti credono che diffondere la cultura e l'istruzione, combattere il dogmatismo spirituale e politico, propugnare un regime della maggior possibile giustizia sociale, difendere sotto ogni aspetto, il libero e sicuro svolgimento della personalità umana, combattere accanitamente gli sforzi della reazione, i mali della superstizione, possano essere compito comune di tutti gli animi onesti e liberi e non programma esclusivo di un Partito o di una Scuola, trovano nella Massoneria il loro posto di combattimento per buone e feconde battaglie...................

 


 


 

 

Budrio, 25 giugno 2021

 

IL FALLIMENTO DELLE STRATEGIE DELLA SINISTRA CATTOLICA

 

 

Chi mi conosce ,se non per la mia militanza democratica cristiana mai venuta meno, da quanto da me pubblicato nel sito:www.gabrielecantelli.it non può certamente annoverarmi fra i sostenitori dell'estremismo di destra e del sovranismo e populismo della Lega, quando i miei interventi sono sempre a quei cattolici, sempre in tutt'altre faccende affacendati, incapaci di riconoscere le responsabilità politiche condotto alla situazione attuale dove la Chiesa, rivendica il ruolo dell'ospedale da campo.

Cattolici incapaci di riconoscere nell'ostentato populismo sovranismo “targato Salvini prima della conversione europeista” l'alibi per quella scelta di campo a sinistra perseguita dalla sinistra cattolica presente nella D.C fin dai tempi della guida dossettiana, divenuta in questi ultimi anni l' orientamento prevalente del Magistero della Chiesa cattolica per una traduzione classista della attenzione alle povertà ai primi posti nella gerarchica dei valori evangelici.

Quello che diviene difficile sorvolare è l'assordante silenzio del professor Zamagni designato da Papa Bergoglio a guidare la Pontificia Accademia delle Scienze sociali fra i più autorevoli promotori di <<INSIEME>>, che ,dopo aver constatato la mancata presenza di una rappresentanza cattolica nella nuova Giunta emiliano romagnola, aveva dichiarato : <<abbiamo contribuito anche noi vittoria di Bonaccini, ma non ci ha riconosciuto nulla >>:<< ….Nel 2021 correremo con una nostra lista», per le amministrative bolognesi>>.

Lo spegnimento non tanto della reazione del professor Zamagni e di ogni segno di vita di <<INSIEME>> nella attuale fase preparatoria delle elezioni amministrative di Bologna ci autorizza a rilevare di quale considerazione godano i cattolici richiamati all'impegno politico ,particolarmente nel centenario dell'appello ai Liberi e Forti del PPI di Don Sturzo, se non quella di una sorta di massa di manovra da mobilitare in funzione della strategia del Magistero ed in particolare della Conferenza Episcopale Italiana.

Quella Organizzazione episcopale che dalla presidenza Ruini in poi è giunta a fare della diaspora democristiana una sorta di avvenimento liberatorio per l'assunzione diretta da parte del Magistero della rappresentanza politica dei cattolici per le questioni riguardanti i valori non negoziabili e, nel contempo la possibilità di quell'incontro della sinistra cattolica con quella marxista del quale la DC di De Gasperi aveva rappresentato un ostacolo a una più chiara g interpretazione della conclusione conciliare chiave pauperista.

Ii vento in poppa e la benedizione al varo, erano propizi alla navigazione dei cattolici verso il PD che avrebbe segnato, con il trionfo di Renzi alle primarie , il raggiungimento della meta agognata di quei cattolici che, avendo preteso l'iscrizione alla DC a condizione della discontinuità dalla sua storia, erano portatori della stessa pretesa nelle sedi colme di ricordi di una origine marxista che della continuità fa una elemento fondamentale al percorso progressista.

E' pertanto nelle sedi delle sezioni PD(ex P.C.I),pagate principalmente col sudore degli attivisti alle feste de L'unità , che la strategia della sinistra cattolica ha segnato il suo naufragio , l'esito scontato di una unificazione impossibile per la diversità di riferimenti ideali di correnti che giocano allo scavalco per acquisire la maggioranza nel partito.

Un annunciato fallimento di di cui l'assunzione della segreteria da parte di Letta, nella lunga tradizione dei partiti di sinistra, costituisce l'ennesimo tentativo cambiare fisionomia e progetto politico attribuendo alle responsabilità ai predecessori dell'inconciliabilità delle concezioni a partire da quella della natura umana e del matrimonio. La dichiarazione del segretario che il PD voterà il testo della Zan così come basta a dimostrare quale sia il ruolo dei “cattolici adulti” all'interno di quel partito.

Pure quel Magistero che aveva salutato la fine dell'esperienza democratica cristiana come fatto liberatorio da una presenza cattolica indipendente sul piano organizzativo e programmatico, tanto da opporsi alla “operazione Sturzo che la avrebbe voluta alleata del MSI , dopo la nota Vaticana che propone la riformulazione della proposta di legge Zan, che nella stesura attuale metterebbe in discussione la stessa libertà di pensiero dei cattolici e delle loro stesse realtà associative, dietro l'accusa di ingerenza nella libera espressione del Parlamento italiano vede naufragare la strategia che la avrebbe voluta consigliera ascoltata da un governo amico.

Quale il futuro del professor Zamagni ritornato al ruolo di studioso di fiducia di un processo di cambiamento che renda l’economia di oggi e di domani più giusta, fraterna, inclusiva e sostenibile, e della creatura INSIEME, attualmente riposta con le sardine in un congelatore, quale la risposta di religiosi e laici appaiono assuefatti a un sistema di potere in grado di disperdere, attraverso la stessa programmazione del territorio, le ragioni di un pluralismo fondamentale alla crescita della dignità personale per la costituzione di comunità vive frutto di una partecipazione consapevole ?

 

Gabriele Cantelli

 

 

25/06/2021

Marzo 2021

    E' la città ad aver bisogno dei politici o sono i politici ad aver bisogno della città?   

 

                                 UNA POLITICA ORMAI  SENZA  LIMITI

Da “la Repubblica”:

 

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 CASINI LASCIA GALLETTI:LUI ANDRA' CON LA DESTRA?<<E' GRANDE E VACCINATO>>.

Il fatto che Galletti  per la prima volta dalla nascita segua un'altra strada  politica rispetto a  quella percorsa da Casini al quale ha sempre riconosciuto il merito dei suoi stati di avanzamento in politica,a livello locale e nazionale, merita ben altro di concludersi con la sufficiente risposta  del leader:<<non è un mio problema. Lui è un amico fraterno, tutti lo sanno, ma è grande e vaccinato: la mia posizione è nota e Gian Luca la conosce>>.

Per chi  voglia comprendere la vera portata dei fatti che hanno  portato all'apparente divorzio politico   dei due inseparabili occorre risalire alla candidatura  di Casini al Collegio unico del Senato di Bologna che il decisionismo di Renzi, allora segretario nazionale del PD impose al suo partito  probabilmente e  fu ,se non la causa, un motivo forte  della  scissione di Leu  e della candidatura alternativa di Errani.

Con la candidatura rossoblu di Casini era infatti prevedibile che si chiudesse  per i malpancisti del PD  l'ipotesi di una ulteriore  candidatura  civica di Galletti  considerato  in pole position alle precedenti amministrative per la sua esperienza  nella giunta  Guazzaloca, avendo detto partito già pesantemente pagato il prezzo per lo sdoganamento anche del suo seguito   in occasione delle elezione politiche .

Se la questione Galletti era data per scontata fin dal momento della candidatura Casini  alle ultime politiche, non altrettanto prevedibile  la disponibilità della Lega ad accogliere degnamente  quello considerato il contributo elettorale di Tonelli,(dalla segreteria del parlamentare bolognese approdato alla direzione ASCOM  al momento della assunzione della carica di Capo di Gabinetto del sindaco Guazzaloca del direttore Biscaglia) per provvedere alla sistemazione di Galletti rimasto politicamente disoccupato.

Se il passaggio da uno schieramento politico all'altro è  ormai è assimilabile  al  calciomercato in tutto il territorio nazionale senza esclusione di squadra, il problema che comunque si pone  è quello del sistema politico bolognese che ,stando allo stesso motto elettorale del grande Guazzaloca fu<<migliorare il sistema>>  volenti o nolenti esiste. Il cambiamento di area di autorevoli professionisti(della politica)dal centrosinistra al centrodestra non corrisponde all'indifferenza del sistema Bologna   sia che vinca l'uno o l'altro  schieramento ?

                 marzo 2021

 Le Sardine presidiano il Nazzareno  per sollecitare una proposta politica                    

     A  LETTA LA  FIDUCIA DELLE CORRENTI  INTERNE PER LA NUOVA IDENTITA' PD

 

                 Quale il destino di “INSIEME” , il nuovo partito nato in ambienti cattolici?

 

La condizione alla quale l'esponente cattolico ha sciolto la riserva , il  corale impegno delle attuali correnti interne   alla costruzione della identità necessaria a togliere il PD dalla situazione per le quali il suo predecessore ha rassegnato le dimissionia,a  mio modesto avviso, può costituire uno stimolo per  tutti i partiti a verificare le condizioni in cui si trovano per un laderismo che n ha annullato l'identitàdi  per superare   le ragioni del potere  dell privilegiando  quelle del  bene comune.

Il quotidiano  della Cei “Avvenire” fin dal momento della proposizione della candidatura di Enrico Letta alla segreteria nazionale del PD  ha  i ntravvisto la soluzione in grado di operare la  ricucitura della sinistra cattolica  con quella di riferimento  marxista  per intervenire  in profondità sulla crisi del sistema ,un problema di visione culturale  prima che politica..

Addentrandosi in detta profondità il quotidiano della Cei alla autorevfolezza del nuovo segretario  attribuisce il ruolo di supporto del Presidente Draghi per affrontare e risolvere  i problemi  della crisi aperta dalla pandemia ,quello sanitario e quello economico con la costituzione di un partito compiutamente europeo in grado di parlare al Paese e del Paese esprimendo  nel contempo il più sincero augurio di un benefico assestamento di quel partito   persistendo forti dubbi che questo possa accadere.

A mantenerli ben vivi infatti  sono le problematiche della convivenza all'interno di quel partito di espressioni culturali   che attribuiscono diversi significati al comune obbiettivo progressista che non si superano semplicemente dichiarando la discontinuità dei rispettivi processi storici  distinti e distanti.

Motivo di preoccupazione per i  cattolici  che della politica hanno fatto una delle opzioni  del volontariato  disperdendosi nei diversi partiti successivamente alla diaspora democristiana   è la  aperta  posizioen  di qualificati settori   dell'attuale Magistero  dell'essenzialità delle l'unità delle sinistre laiche e cattoliche al raggiungimento di  livelli di giustizia sociale,non altrimenti garantiti dall'attuale sistema liberal  democratico,  che si identifica con quel movimentismo  postconciliare  secondo il quale  la esperienza democratica cristiana doveva essere   considerata  un incidente di percorso rispetto ad altri  del populismo e della teologia della liberazione dell'America Latina.

La  riduzione alla fera privata  dei cattolici adulti di tutto quanto delll'insegnamento evengelico possa  impedire  collaaborazioni programmatiche  altrimenti  problematiche oltre a costituire un espediente destinato a fallire  di fronte alle ricorrenti  proposte  di  elevare al livello di diritti le aspirazioni in aperto contrasto con la dottrina cristiana, vedi la individuazione dei  limiti invalicabili dell'inizio e della fine vita o la equiparazione delle unioni civili alla istituzione matrimoniale ai fini dell'adozione.

Oltre la relativizzazione degli  stessi valori posti in   in discussione ,risultato del  ridimensionamento  del senso dell'impegno politico cattolico è stato  il  progressivo assestamento   della Chiesa nel ruolo  di istituzione caritativa ,custode museale  dei beni culturali  di gran parte del patrimonio culturale del territorio, con L'Istituto per il sostentamento del Clero dei ingenti partecipazioni societarie   e proprietà immobiliari, credenziali necessarie e sufficienti ad essere  parte integrante  del  civile consorzio.

L'annuncio dato da altra parte del quotidiano Cei di un incontro di vari spezzoni della diaspora cattolica, partecipe il professor Zamagni fra i promotori di INSIEME(la forza politica di recente costituzione in ambiente cattolico) , per  esaminare la possibilità di una messa in  Rete  delle  diverse formazioni politiche cattoliche  pone il Magistero di fronte  a una realtà dell'impegno cattolico ben più complessa di quella  che parrebbe la sua inequivocabile  scelta di campo dopo la affermazione della chiusura della esperienza storica della Denocrazia Cristiana nonostante la recente sentenza di Cassazione della illegittimità del suo scioglimento nel PPI di Martinazzoli.

Quale la posizione della Conferenza episcopale emiliano romagnala  che sostenne la candidatura di Bonaccini di fronte alla promessa del professor Zamagni di presentare una lista alternativa a quella del PD  alle prossime amministrative di Bologna in risposta alla esclusione di una rappresentanza cattolica nella giunta regionale?

Come pure c'è da chiedersi  di quale mandato fossero investiti  i rappresentanti delle Sardine  approdati con sacchi a pelo e tende al Nazzareno con sede nella parrocchia di San Mamolo a Bologna che hanno rilasciato alla stampa la seguente dichiarazione:

“Noi ci mettiamo il corpo e la faccia. Noi facciamo parte di un campo progressista e chiediamo che si apra una fase Costituente, non per il Pd o per le sardine, ma per migliaia di persone che da anni aspettano. Noi tutti in 15 anni, i partiti, le associazioni, i cittadini, non siamo riusciti a costruire una alternativa, e questo perché siamo tutti innamorati delle nostre etichette e delle nostre sigle. L'alternativa ci sarà comunque, spetta al Pd decidere se esserci o no. Serve una proposta politica credibile, e non spetta a noi farla, ma spetta ai partiti politici. Abbiamo con noi i sacchi a pelo perché non ci basta essere ascoltati, chiediamo una iniziativa politica e siamo disposti ad accamparsi finché non la avremo"

A un amico di famiglia  che, nell'era della accesa contestazione giovanile  mi disse<<voi democristiani avete quei preti!>>io prontamente risposi:<< anche lei è cattolico quindi i preti sono anche i suoi!>>.Per quanto invece riguarda i frati Servi di Maria ,a padre Santucci , amico dichiaratamente di  estrema destra recentemente scomparso,che  a Bologna scese di bicicletta per onorarmi dei   suoi commenti sul progressivo spostamento a sinistra della Democrazia Cristiana, risposi che ,invece di  preoccuparsi della D.C meglio avrebbe fatto  se avesse affrontato i problemi che aveva nel suo Ordine religioso  e nel suo stesso  convento dove suoi confratelli  avevano superato i confini  dell'area  parlamentare.

Lungi da me qualsiasi volontà di svolgere un ruolo    nei confronti del Magistero che vada  oltre  quello assunto  col battesimo ma non vorrei che a  pagare il prezzo della confusione del relativismo imperante della teologia popolare e della filosofia della prassi a soffrirne fosse la  credibilità della dimensione spirituale della  nostra Chiesa.

A mio modesto avviso più  consono alla dimensione spirituale  della Chiesa cattolica  che la Cei,anzicchè esercitare la sua capacità convocatoria nei confronti dell'intero movimentismo della sinistra dalle più diverse espressioni ,  indicesse  una settimana sociale aperta all'associazionismo che affonda le radici nella   dottrina sociale   per individuare  soluzioni adeguate alla gravità della crisi economica   che   aumentando      la distanza delle condizioni di vita  dei cittadini, esaspera la  contrapposizione all'accoglienza dei flussi migratori  invece di vederne l'integrazione in un progetto di ricostruzione del Paese su più giuste condizioni di sicurezza ambientale e sociale.. Questo, se non altro potrebbe essere il percorso  modo per obbligare    i cattolici  a misurarsi con le analisi e le proposte delle encicliche dell'attuale pontificato  ,anche quanti, religiosi e laici, non avessero ancora  avvertito il dovere di leggerle per  abbandonare  la facile via di uno schieramento di parte che finisce per dividere  ulteriormente i fedeli senza  accrescerne il numero per  attrazione.

 

 

     Gabriele Cantelli  

 

Marzo 2021

                                               LO IUS SOLI

Il fatto che Letta abbia inserito lo<< ius soli >>fra gli impegni della sua segreteria non cambia la mia posizione da sempre favorevoli a detto riconoscimento per gli stranieri nati in Italia e di formazione scolastica italiana.

Salvini è immediatamente insorto contro la proposta del neo segretario PD definita irrispettosa degli italiani nell'attuale situazione di crisi pandemica ed economica dichiarando motivo di rottura dell'attuale coalizione di sostegno ove l'argomento divenisse una proposta di governo.

Per quanto mi riguarda ci sono motivazioni di contrapposizione del centrodestra al centrosinistra ben più profonde e nobili della cultura “sovranista “di Salvini.

 

 

Questa mia presa di posizione  ha  sollevato l'indignazione anche di alcuni amici cattolici che non hanno ancora compreso che il populismo di Salvini costituisce l'alibi per la    aprioristica scelta di campo a sinistra dell 'attuale  Magistero della Chiesa.


 

 

 Gennaio 2021

                                             NEL CAMBIAMENTO D'EPOCA

                                 

                                   NUOVO CORSO RELIGIOSO E POLITICO

 

Quale il sistema economico in grado  di limitare la   automazione i procedimenti produttivi  industriali e la  meccanizzazione agricola quali  individuati fra le principali  cause della crescente disoccupazione e il  consumismo ritenuto responsabili   uno sviluppo fondato sulla competizione di capacità e interessi personali prevalenti sul perseguimento del bene comune  quando l'improvviso arresto del sistema economico provocato  dalla  pandemia in atto vede unite  le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro  nella  speranza  di un ritorno almeno ai livelli occupazionali  precedenti  senza   andare oltre le conversioni  necessarie alla produzione di  presidi tecno-medicali?.

Quanto sia difficile  un cambiamento radicale  quale quello proposto   attualmente della  Chiesa  lo stanno  particolarmente vivendo i   sindacati dei lavoratori dipendenti  impegnati in vertenze nelle quali, per la mondializzazione di mercati e la  la delocalizzazione delle imprese,  loro  sfugge ogni potere contrattuale;lo hanno compreso i partiti che in continuo aumento di numero,hanno finito, chi più chi meno, per contendersi il centro solidarista e internazionalista lasciato  scoperto dalla politica delle alleanze democratiche della DC .

Se i primi responsabili della dispersione di tanto patrimonio ideale  sono state le componenti  della  diaspora democristiana  per la loro incapacità di  privilegiare le ragioni della   unità politica sugli interessi  di leader  di partiti creati a misura delle loro ambizioni personali   corresponsabile è stata  la scelta  dei partiti  ideologicamente motivati, di  nascondere  dietro il rinnovamento generazionale  e la scoperta del leaderismo all'americana, il fallimento a destra come a sinistra di   dottrine condannate dalla storia e loro implicazioni nelle degenerazioni del sistema politico ed economico.

Lo stesso Magistero della Chiesa  non si trova   univoco nella definire una ideologia  la sua Dottrina sociale  considerata tale dal suo più autorevole studioso padre Sorge,gesuita  recentemente scomparso,  depositaria  dell'unica sopravvissuta alla de-ideologizzazione generale che comunque non sfugge   a  dilemma della scelta di essere riformista del sistema economico attuale  o massimalista  fino alla regressione dai parametri dell'attuale benessere. Dilemma di fronte al quale si arrestano le encicliche di papa Francesco.

Alla domanda  Santo Padre, quale discernimento può venirci dalla spiritualità ignaziana per aiutarci a mantenere vivo il rapporto tra la fede in Gesù Cristo e la responsabilità ad agire sempre per la costruzione di una società più giusta e solidale?

Papa Francesco: <<Credo che questa domanda che tu hai fatto la risponderebbe molto meglio di me padre Bartolomeo Sorge – non so se è qui: no, non l’ho visto … Lui è stato uno bravo, eh? Lui è un gesuita che ha aperto la strada in questo campo della politica. Ma, si sente: “Noi dobbiamo fondare un partito cattolico!”: quella non è la strada. La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico. “No, non diciamo partito, ma … un partito solo dei cattolici”: non serve e non avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato. “Ma, un cattolico può fare politica?” – “Deve!” – “Ma un cattolico può immischiarsi in politica?” – “Deve!”. Il Beato Paolo VI, se non sbaglio, ha detto che la politica è una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune. “Ma, Padre, fare politica non è facile, perché in questo mondo corrotto … e alla fine tu non puoi andare avanti …”:  Papa Bergoglio  che non ha mai nascosto la sua predilezione per i movimenti rispetto alle altre forme partitiche .Ricevendo  popolari provenienti da tutto il modo   partecipanti  al Social Forum.  ha testualmente dichiarato «Diciamo insieme con il cuore: nessuna famiglia senza tetto, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessuna persona senza la dignità del lavoro!». Papa Bergoglio ha preso la parola davanti ai principali movimenti popolari di tutto il mondo, invitati ad un incontro. Li ha esortati a «continuare la lotta, ci fa bene a tutti».

Riportandone il testo il quotidiano “Il messaggero “prosegue <<La battaglia resta quella di dare «Terra, lavoro, casa» a chi non ha nulla, una battaglia tesa ad azzerare le differenze sociali, il divario tra Nord e Sud. Bergoglio si fa portavoce di chi non ha voce. Ad un tratto si mette a parlare di sé, aggiungendo: «E’ strano, ma se parlo di questi temi per alcuni il Papa è comunista».

A definire  cosa ha rappresentato il comunismo per chi ne  ha condiviso la dottrina  dall'alto della sua autorevolezza è lo stesso presidente Napolitano:<<:Ci fu un tempo che anche nelle nostre case si venerava l’immagine di Giuseppe Stalin, simbolo di un mondo nuovo che portava libertà e ricchezza al popolo. La storia ci ha poi rivelato che Stalin fu un tiranno da 100 milioni di morti, al servizio di un’ideologia fallita miseramente.

Mentre dalle parole del presidente Napolitano  inappellabile  è  la condanna del esperienza comunista come  dottrina con indubbie connotazioni fideistiche, a livello religioso  stiamo  assistendo  alla  identificazione della fede    con  una cultura del riscatto dalla povertà   che  se non chiaramente  definita nei suoi  fondamentali  finisce per configurare    una esperienza catto-comunista   più liberticida di quella del socialismo reale  di  stampo sovietico che l'attuale pontefice,richiamandosi ai valori evangelici  definiti dalle beatitudine respinge  decisamente

  “INSIEME”  UN NUOVO PARTITO DI CENTRO NON CATTOLICO MA CLERICALE

Come motivare  la nostra  esclusione dal comune impegno  dalla costituzione di  un partito  di centro denominato<<INSIEME>>  del quale  ,dice  Zamagni«una democrazia liberale non può fare a meno >> perché «la politica non deve limitarsi a dare delle risposte, deve anche saper giocare d’anticipo sui problemi, suscitando domande, perché altrimenti si rischia solo di inseguire i problemi che non si è stati in grado di prevenire» ?

 

Lungi da noi  il timore della concorrenza da parte di un nuovo soggetto politico che  propone le stesse  motivazioni e le stesse caratteristiche  della DC della quale con Sentenza n.18746 depositata in data 12 luglio 2019 la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo lo scioglimento .

Quello che  non può  non preoccuparci è che il professor Zamagni  dichiari l'esaurimento della esperienza democratica cristiana per la affermazione di una nuova iniziativa che ne ripropone  le stesse  caratteristiche di partito  di centro ,europeista e solidarista , decisivo per lo sviluppo economico e democratico del Paese. Come spiegarci la contraddizione  di occupate lo stesso spazio politico della DC dopo averne dichiarato l'esaurimento della esperienza storica? Per motivare,noi riteniamo, la esclusione del  il nostro partito da un comune impegno  costitutivo di un nuovo soggetto politico ,avvalendosi ,i suoi promotori di quelle leve religiose in possesso di quella   capacità convocatoria  che, secondo  papa  Francesco difficilmente i diversi settori della diaspora democristiana avrebbero avuto.

Una esclusione , la nostra, resa più ingiustificata  dai ripetuti richiami  dell'attuale pontefice  all'impegno politico dei cattolici da parte  dell'attuale pontefice  del quale   De Gasperi e Schumann  sono additati ad esempio quando, nello stesso libro  del quale il vescovo di Bologna ha redatto la autorevole prefazione  <<Roma>>, l'autore Veltroni ,di tutt'altra  esperienza politica , ha  citato il”nostro”   De Gasperi per evocarne  lo spirito  europeista  del quale   tanto si avverte oggi la mancanza.

Per quanto mi riguarda in tempi non sospetti, riconoscendo  il  Magistero  unico detentore del  potere  convocatorio  che come democratici cristiani abbiamo perso,  mi rivolsi al vertice della Cei proponendo la convocazione di  una sorta di settimana sociale di tutte  le rappresentanze  dell'associazionismo  religioso, politico ed economico  orientate alla Dottrina Sociale della Chiesa per definire soluzioni  sulla base delle analisi contenute nelle encicliche dell'attuale pontefice .La scelta degli ammessi al comune impegno evidentemente è stata diversa da quella da me auspicata .

 

Quale la politica dalla P maiuscola i che non sia  quella di un partito non cattolico ma clericale  in cui i dirigenti siano  designati  come  lo sono  i dirigenti  delle diverse forme di associazionismo religioso  e  che la linea politica venga stabilita nella prospettiva mai accantonata dell'incontro delle sinistre, quella storica e quella cattolica    in un'epoca  nella quale  i comportamenti del cattolico in politica emessi  dal  Magistero precedente sembrano superati  dalle priorità a indirizzo sociologico di quello attuale.

Un partito clericale al posto di un partito di laici orientato alla Dottrina sociale  con  quella autonomia di indirizzo  mai  perdonata alla DC che con  De Gasperi che si oppose alla alleanza elettorale della DC   col MSI ,voluta dal Vaticano,per il rinnovo del Consiglio Comunale di Roma, passata come operazione Sturzo?.

Quali le prospettive politiche riservate al nuovo soggetto politico a misura del nuovo corso politico  e religioso del Magistero?

Dalla NOTA DOTTRINALE  a firma del cardinale Ratzinger  e di papa Giovanni Paolo II circa alcune questioni riguardanti  l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica 

 << È avvenuto in recenti circostanze che anche all’interno di alcune associazioni o organizzazioni di ispirazione cattolica, siano emersi orientamenti a sostegno di forze e movimenti politici che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all’insegnamento morale e sociale della Chiesa. Tali scelte e condivisioni, essendo in contraddizione con principi basilari della coscienza cristiana, non sono compatibili con l’appartenenza ad associazioni o organizzazioni che si definiscono cattoliche. Analogamente, è da rilevare che alcune Riviste e Periodici cattolici in certi Paesi hanno orientato i lettori in occasione di scelte politiche in maniera ambigua e incoerente, equivocando sul senso dell’autonomia dei cattolici in politica e senza tenere in considerazione i principi a cui si è fatto riferimento.>><<Sul piano della militanza politica concreta, occorre notare che il carattere contingente di alcune scelte in materia sociale, il fatto che spesso siano moralmente possibili diverse strategie per realizzare o garantire uno stesso valore sostanziale di fondo, la possibilità di interpretare in maniera diversa alcuni principi basilari della teoria politica, nonché la complessità tecnica di buona parte dei problemi politici, spiegano il fatto che generalmente vi possa essere una pluralità di partiti all’interno dei quali i cattolici possono scegliere di militare per esercitare — particolarmente attraverso la rappresentanza parlamentare — il loro diritto-dovere nella costruzione della vita civile del loro Paese. Questa ovvia constatazione non può essere confusa però con un indistinto pluralismo nella scelta dei principi morali e dei valori sostanziali a cui si fa riferimento. La legittima pluralità di opzioni temporali mantiene integra la matrice da cui proviene l’impegno dei cattolici nella politica e questa si richiama direttamente alla dottrina morale e sociale cristiana. È su questo insegnamento che i laici cattolici sono tenuti a confrontarsi sempre per poter avere certezza che la propria partecipazione alla vita politica sia segnata da una coerente responsabilità per le realtà temporali.

Dalle encicliche dell'attuale pontificato

Le priorità di governo  che portano al bene comune:

1)           La superiorità del tutto sulle parti (essendo più della mera somma delle parti)  nella visione poliedrica degli apporti culturali

2)           La superiorità della realtà sull’idea- perché la seconda è in funzione della prima senza essere superata da essa-Bisogna passare dal nominalismo formale all’oggettività armoniosa-

3)           La superiorità dell’unità sopra il conflitto-accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento con un nuovo processo

4)           La superiorità del tempo sopra lo spazio-(il tempo propizio per la  retta decisione, sia questa esistenziale, interpersonale, pastorale, sociale  e politica).

Trattasi evidentemente di principi teorici in campo sociologico e non certamente  delle coordinate di percorso necessarie a privilegiare  i valori autentici  nel l'attraversamento di un'epoca segnata dalle conseguenze di un generale   relativismo,

 Il problema che  si pone,non solo  nell'emergenza del coronavirus , è quello di  una partecipazione che ridia un senso al pluralismo di sigle dietro il quale esso si è  stranamente disperso    nella identificazione   degli interessi particolari  dei singoli   con quelli della  collettività

Con la concentrazione di forze per la elezione al ballottaggio  dei sindaci e dei governatori regionali sono  passate in second'ordine le ragioni programmatiche distintive delle forze politiche  in campagna elettorale al primo turno mentre  su dette figure si sono concentrati i poteri la di nomina  e la revoca degli assessori, dei dirigenti dei diversi settori dell'apparato amministrativo fino alla   nomina dei segretari generali che un tempo dipendeva dai Prefetti . Aggiungendo  a tutto questo il fatto che i candidati a cariche di ogni ordine e grado spesso vengono scelti “ dalla società civile” per conoscenza diretta di pochi privilegiati ad averla  , avviene che non sia rara  la loro   appartenenza  a quelle associazioni masso-tecnocratiche in grado di collocare i propri aderenti in tutti i centri nevralgici della società civile .

Dalla citata  nota  della Congregazione  per la Dottrina della Fede leggiamo:

“Nelle società democratiche tutte le proposte sono discusse e vagliate liberamente. Coloro che in nome del rispetto della coscienza individuale volessero vedere nel dovere morale dei cristiani di essere coerenti con la propria coscienza un segno per squalificarli politicamente, negando loro la legittimità di agire in politica coerentemente alle proprie convinzioni riguardanti il bene comune, incorrerebbero in una forma di intollerante laicismo. In questa prospettiva, infatti, si vuole negare non solo ogni rilevanza politica e culturale della fede cristiana, ma perfino la stessa possibilità di un’etica naturale. Se così fosse, si aprirebbe la strada ad un’anarchia morale che non potrebbe mai identificarsi con nessuna forma di legittimo pluralismo. La sopraffazione del più forte sul debole sarebbe la conseguenza ovvia di questa impostazione. La marginalizzazione del Cristianesimo, d’altronde, non potrebbe giovare al futuro progettuale di una società e alla concordia tra i popoli, ed anzi insidierebbe gli stessi fondamenti spirituali e culturali della civiltà”

 

Quale il ruolo dei cattolici in  politica in un un'epoca che  vede  privilegiata la consistenza numerica  sulla qualità dell'apporto culturale delle singole  componenti sociali nel perseguimento del bene comune?

Gennaio 2021   

WALTER VELTRONI  : L'ESPERIENZA DI  SINDACO DI ROMA

 

              PER  IL NUOVO CORSO POLITICO

 

Debbo  al risalto dato da   Avvenire all'avvenimento rappresentato dal libro di Veltroni :Nuovo libro di Veltroni. Zuppi: «La politica ha bisogno di artigiani del bene comune» la decisione di acquistare “ ROMA Storie per ritrovare la mia città”-

Di autorità religiose che abbiano trattato direttamente  materie di interesse politico o sociologico è ricca la pubblicistica italiana  forse più  per avvalorare  la presenza di diverse anime nella complessa  presenza dei cattolici italiani che per sostenere le ragioni della loro unità politica nella esperienza della Democrazia Cristiana.

Mai mi era capitato  prima,di  possedere nella mia consistente biblioteca una sorta di  pregevole diario dell'importante esperienza di una personalità politica alla guida di una città  ineguagliabile per il significato  storico politico e religioso quale è  Roma Capitale d'Italia, arricchito della prefazione di un vescovo di santa Romana Chiesa. Non mi risulta che questo sia avvenuto nemmeno  per il sindaco santo di Firenze, per lo meno lui ancora vivente, per il significato di imprimatur   che avrebbe assunto la sottoscrizione di scelte  frutto  di confronti dialettici dentro e fuori  dalle aule consiliari .

Se  certamente condivisibile è la sintesi che Sua Eminenza coglie del libro attraverso  il contenuto dei  suoi capitoli “ che ci aiutano a ripercorrere un pezzo importante della storia recente della capitale...... capire la complessità  dei problemi ,delle sfide che ha dovuto affrontare e fatto sue,   è quella priorità della città di Roma  per  <<voglia di dedicarmi alla mia città, di occuparmi delle cose concrete , della vita delle persone  in carne ed ossa dei loro problemi >>  che l'arcivescovo afferma  nella prefazione , quei ripetuti riferimenti agli insegnamenti dell'attuale pontefice e del predecessore tutt'ora vivente a dare alla sua prefazione il senso dell'imprimatur  sollevando   l'esperienza di Veltroni al di sopra  delle sue dimensioni politiche  mettendo i competitori politici in quella sottostante dove “tutto viene usato per schierarsi, mentre ci si scontra brandendo semplificazioni e imponendo immagini più che soluzioni, e soluzioni ridotte a immagini”. che danno identità.

Dice mons.Zuppi:”Leggiamo queste pagine per comprendere un uomo, la sua città, il suo sforzo per renderla migliore, la tanta umanità e le persone descritte. L’attore principale del libro non è tanto Veltroni, le sue scelte e come le ha realizzate, ma la città. Roma. Veltroni volle fin dall’inizio non essere di parte, mosso dalla «voglia di dedicarmi alla mia città, di occuparmi di cose concrete, della vita delle persone in carne e ossa, dei loro problemi». E volle far festa non al Campidoglio («Non è un luogo di cui si possa appropriare, anche se solo per una notte, una singola parte») ma a piazza Santi Apostoli”.


Dice ancora: <<
Per aiutare una città che sia davvero luogo di relazioni e non somma di individui, per impedire che diventi un pericoloso serbatoio di rancori che rendono tutti più elettrici e aggressivi, e per far sì che diventi un posto dove si impara e si vive l’arte di incontrarsi c’è bisogno di visione, di gestione e anche di tanta, indispensabile umanità.Non si può fare il sindaco di Roma come se fosse una città qualunque: c’è bisogno di una grande capacità umana che interpreti le caratteristiche della Capitale”

La città ha bisogno di artigiani del bene comune, capaci di affrontare situazioni diverse con umanità e intelligenza.

Direi che Veltroni cerca di essere uno di questi. Come tante persone che incontriamo nel suo libro>> :

Certamente  per origini di Veltroni  appartiene ad una fascia sociale che gli ha consentito, nonostante la prematura scomparsa del padre alto funzionario RAI  una dimensione culturale  di altissimo livello di cui Gigi Proietti , Ettore Scola e Alberto Sordi  hanno rappresentato  amicizie  familiari, dimensione che ha supportato il suo impegno alla elevazione culturale della città.

In  sostanza,leggendo libro   riscontriamo   quel modo di concepire l'impegno politico e sociale che ci conduce al rapporto fra pubblico amministratore e cittadino attraverso la programmazione urbanistica del territorio  col piano regolatore generale ci conduce  al piano regolatore sociale,cioè a rapporti  politici fra cittadini che attraverso il perdono reciproco degli eccessi  sfociati nel terrorismo  non confondono chi è stato dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata.

Il significato di discrimine ,ai giorni d'oggi,è assunto dallo spirito  col quale la politica dove misurarsi col problema dei flussi migratori  evidenziando da una parte il prevalente senso di umanità e dall'altra  il rispetto ad ogni costo  dei confini del nostro Paese .

E' in occasione di una aggressione a scopo sessuale culminato nella uccisione di donna  per mano di un immigrato rumeno, quando Veltroni, parlando dei funerali ci dice :i famigliari vivono il loro dolore  in modo composto e dignitoso,commovente. Da loro vendono parole che chiedono giustizia  e mai vendetta, fermezza e mai intolleranza,rigore e mai odio:E'  la posizione giusta,guai a cominciare con una caccia indistinta  e con i rumeni, perché non tutti sono uguali. Così come gli italiani, del resto. Ma non ci si può girare intorno:la sicurezza è una grande questione nazionale  ,che  riguarda in particolare le grandi città. I sindaci, da soli, non ce la possono fare a fronteggiare gli arrivi di massa , con migliaia di persone che si adattano a vivere dove capita , spesso in condizioni inaccettabili;se vengono sgombrate dal greto del fiume  si trasferiscono da un'altra parte, e fin qui non ci si è potuto far niente  perché la legge non lo ha consentito.......Più in generale, lo scorso 18 maggio abbiamo sottoscritto col ministro degli Interni Amato il Patto di Roma Sicura  che prevede più uomini e  più risorse per la Capitale  e individua  quattro priorità su cui continuare ad agire:insediamenti abusivi,prostituzione, abusivismo commerciale, decoro urbano.....La legalità e i diritti fondano la democrazia :Il rispetto della legge  e delle norme che regolano  le attività e i comportamenti  è alla base di ogni convivenza civile. Vogliamo che Roma sia  una città accogliente e ferma ...Insomma l'idea è quella di tenere insieme repressione e prevenzione .

L'una senza l'altra  non può bastare  a costruire una città migliore , più sicura .Puntare solo alla prima  significherebbe  pensare più da <<sceriffi>> che da amministratori e ignorare che i crimini hanno cause di fondo, sulle quali occorre intervenire>>.\

Quale lo spirito la cui mancanza abbiamo avvertito particolarmente quando abbiamo chiesto  un intervento dell'Europa per una soluzione condivisa del problema della pressione sui nostri confini?

Dice Veltroni:<<..il sogno dei padri fondatori potrà rimanere vivo  solo se le istituzioni europee non si chiuderanno in se stesse  fino ad apparire una entità burocratica , attente esclusivamente  alle grandi questioni economiche  e finanziarie, lontane dalla vita quotidiana  delle persone e dei loro problemi. Uno dei padri fondatori, il nostro Alcide De Gasperi, sapeva che l''Europa Unita , al di là della sua architettura  istituzionale, avrebbe avuto bisogno   di mantenere innanzitutto <<un anima>>.<<La costruzione degli strumenti e dei mezzi tecnici,le soluzioni amministrative .scriveva De Gasperi<<sono senza dubbio necessarie:Queste cose formano l'armatura :rappresentano ciò che lo scheletro rappresenta  per il corpo umano>>ma, aggiungeva , si sarebbe corso il rischio di una loro decomposizione , se non vi fosse penetrato un<<soffio vitale>>. <<Di questo c'è veramente bisogno: di un'Europa ricca delle sue diversità culturali e forte della sua unità politica.Ne hanno bisogno le nostre comunità, perché in un'Europa debole  e divisa nessuno Stato nazionale,grande o piccolo che sia, può riuscire ad assicurare  ai suoi cittadini sicurezza e prosperità. La nuova Europa avrà un'anima  se saprà rispondere  a tutte quelle domande  poste in forme e lingue differenti,ma figlie delle stesse sensazioni,delle stesse ansie,.........

Leggere un libro in cui, Roma è il luogo di incontro dei   migliori sentimenti laici e religiosi ai massimi livelli del primo cittadino e dei vescovi papi di prima, durante e dopo la sua esaltante esperienza di amministratore pubblico di cui dal libro traspare tutta  la consapevolezza del ruolo di Sindaco ricoperto  una città unica per tradizione e storia,un male informato potrebbe  imprecare contro la legge che ha introdotto il limite dei due mandati  a prescindere dalle qualità dimostrate in entrambi.

Ma è l'autore stesso a dirci il perché ha privato la collettività nazionale ed internazionale del suo prezioso contributo fornendoci  la cronistoria delle sue sofferte dimissioni per cause di forza maggiore che comunque per il livello di quanto fatto, detto e scritto rende l'idea di una caduta se non  nelle dimensioni delle proprie ambizioni personali,nella convinzioni di poterci meglio gratificare delle sue qualità in ruoli superiori a quello di sindaco della Capitale  :

<<il 14 ottobre  si sono svolte le primarie  che hanno dato vita al PD sogno e obbiettivo della mia carriera politica e dopo essermi candidato il 27 giugno con un discorso al Lingotto a Torino ne sono stato eletto segretario.

Nelle mie intenzioni non sarebbe cambiato nulla, se non il fatto di organizzare l'attività di ogni giorno in modo  tale da riuscire  a portare avanti  entrambi i compiti.Le continue  e crescenti difficoltà  del governo dell'Unione , però, si sono via via acuite  con il passar dei mesi e il 24 gennaio , dopo il voto negativo del Senato sulla fiducia  Romano Prodi è stato costretto a dimettersi  ….Il 6 febbraio, lo scioglimento delle Camere , preludio a nuove elezioni. Con il segretario del Partito democratico, come da Statuto, candidato premier.........Tutti rivolgono lo sguardo a me,indicandomi come uno dei pochi in grado di essere punto di riferimento di identità diverse.....Farò tutto quello che posso per insediare nella società italiana  la più grande forza di sinistra  riformista  che il Paese abbia mai avuto. Piantare le sue radici è il dovere che sento. Aveva vaticinato che questo sarebbe accaduto,un giorno a casa sua  Vittorio Foa. Non posso tirarmi indietro.

Il14 febbraio febbraio  primo saluto in Campidoglio...poi vado al Palladium a incontrare la stampa, i cronisti. Consegniamo loro una cartellina  con l'elenco delle >>Cento cose>> più importanti fatte per Roma  e un'altra lista , con quelle iniziate  e da accompagnare  al riguardo, rispettando i tempi  già stabiliti. Racconto anche il mio sogno:mi piacerebbe  che nella nostra città nascesse un palazzo delle <<United Religions>>simile a  quello di vetro delle Nazioni Unite  a New York,un luogo nel quale possano ritrovarsi  i rappresentanti di tutte le religioni del mondo , per dialogare e comprendersi:Ne ho già parlato  col segretario generale dell'ONU e con il papa Benedetto XVI e l'idea è piaciuta molto, chissà che il mio successore  non possa portarla avanti.....

Quindi è colpa del popolo italiano se il suo sogno è rimasto incompiuto  e pertanto spetta a noi fornirgli l'occasione per continuarlo perché con quel  <<Farò tutto quello che posso per insediare nella società italiana  la più grande forza di sinistra  riformista  che il Paese abbia mai avuto. Piantare le sue radici è il dovere che sento>> il suo e nostro destino è nelle mani dell'elettorato cui spettano le decisioni democratiche.

A dimostrarci di aver compreso il senso dell'impegno politico-amministrativo  dell'autore   è la prefazione del vescovo Zuppi che  ci richiama  a quanto detto da papa Francesco in visita al Campidoglio alla fine di marzo 2019 di Roma <<maestra di accoglienza>>.<<Roma città ospitale , è chiamata …..a adoperare le sue energie  per accogliere  e integrare , per trasformare i problemi e le tensioni  in opportunità  di' incontro e di crescita>>

Dice mons.Zuppi:Il libro di Valter ci restituisce  la serena convinzione  che tutto ciò è possibile .<<Roma perciò,ancora nelle parole  di Papa Francesco,<<in un certo senso obbliga il  potere temporale  e quello spirituale  a dialogare costantemente  e a collaborare  stabilmente nel reciproco rispetto;e richiede anche di essere creativi, tanto nella tessitura quotidiana  di buone relazioni, come nell'affrontare  i numerosi problemi che la gestione di una eredità così immensa porta con sè>>.Conclude mons.Zuppi <<con la  passione di questo  libro con tanta e cara umanità>>.

 

Dalla lettura di <<Roma>>   emerge   una invidiabile gestione politico-amministrativa della città capitale in cui si incrociano  le dimensioni amministrative con quelle quelle spirituali tanto che che  c'è da chiedersi   come  in  quella realtà   abbia potuto trovare spazio  il potere mafioso dei Casamonica in grado di determinare la  assegnazione delle case popolari di interi quartieri,di gestire  lidi ad  Ostia, di insediare  pseudo reggie nel territorio , fino a quando la televisione non   ha trasmesso,ai nostri giorni, gli spettacolari eccessi del funerale  del boss  al suono   de “Il padrino” mentre dal cielo piovevano i petali di  rosa  lanciati da un elicottero;c'è da chiedersi come un boss della  della banda della Magliana abbia potuto trovare  onorata  sepoltura nella basilica di Sant'Apollinare fino a quando  il suo nome non sia incappato nelle indagini per  la scomparsa di Manuela Orlandi-

 

Quali le nuove  possibilità  “veltroniane” di<< insediare nella società italiana  il progetto alla base della  sua decisione di dimettersi da sindaco di Roma è naufragato  alla prova elettorale come è  naufragato l'incontro della sinistra cattolica con la sinistra di riferimento marxista  nelle sedi del PD lungo l'accidentato percorso segnato dalle scissioni  di Articolo 1.Movimento Democratico Progressista, Leu e di Italia viva?    

Quelle di   candidato alla elezione della presidenza della Repubblica per  usufruire delle qualità di un ex sindaco di Roma come la Chiesa si avvale   di quelle del suo   vescovo per il ruolo di Papa  ? Di candidato alla Presidenza del Consiglio o alla segreteria di “Insieme” per scongiurare il rischio di una presidenza  Salvini?

 

  Walter Veltroni: 27 ottobre 2007 - 21 febbraio 2009

 si dimette dopo le sconfitte alle  elezioni politiche dell'aprile 2008 e a quelle regionali del 2009 in Sardegna.

Dario Franceschini: 21 febbraio 2009 - 7 novembre 2009

 si candida alle primarie del 25 ottobre 2009he portano alla nascita del Gruppo de Socialisti e Democratici Europei. , ma viene sconfitto da Pier Luigi Bersani.

Pier Luigi Bersani: 7 novembre 2009 - 20 aprile 2013Nel 2017 esce dal partito per fondare con Roberto Speranza, Massimo D'Alema ed Enrico Rossi “Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista”.

Guglielmo Epifani 1 maggio 2013 - 15 dicembre 2013 (reggente)

 Anche Epifani, come Bersani, lascia il Pd nel 2017 a causa di divergenze con Renzi e aderisce ad “Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista”.

Matteo Renzi: 15 dicembre 2013 - 19 febbraio 2017

Nelle primarie dell’8 dicembre 2013 diventa segretario del Pd 

 Il 4 dicembre 2016 il fallimento del referendum costituzionale  indetto dal segretari dem decreta prima le sue dimissioni da presidente del Consiglio (formalizzate il 7 dicembre) e poi da segretario del Pd (19 febbraio).

Matteo Orfini: 19 febbraio 2017 - 7 maggio 2017 (reggente)

 I Il 30 aprile 2017 le primarie rieleggono Renzi segretario e il 7 maggio Orfini viene riconfermato presidente del partito dall'Assemblea nazionale.

Matteo Renzi: 7 maggio 2017 - 12 marzo 2018

I suoi sfidanti sono il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il presidente della Puglia Michele Emiliano, ma l’ex sindaco di Firenze vince con il 69,2% dei voti . Le dimissioni arrivano di nuovo meno di un anno dopo,in seguito alla debacle  del PD alle elezioni politiche  del 4 marzo.

Maurizio Martina: 12 marzo 2018 - 7 luglio 2018 (reggente), 7 luglio - 17 novembre 2018

Il 7 luglio 2018 l'Assemblea  nazionale del PD lo elegge segrtario del partito , ruolo che ricopre fino alle sue dimissioni, ufficializzate il 17 novembre dello stesso anno. Cinque giorni dopo, il 22 novembre, annuncia la sua candidatura alle primarie del 3 marzo 2019

Nicola Zingaretti: 17 marzo 2019 - presente

Le primarie del 3 marzo 2019 sono vinte dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti , che ottiene il 66% dei voti sconfiggendo gli sfidanti Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Viene ufficialmente proclamato segretario del partito il 17 marzo  con il voto dell'Assemblea nazionale a Roma. "Dobbiamo cambiare, serve un partito aperto", il suo primo messaggio da leader. Il 30 marzo presenta il nuovo logo scelto per correre alle  elezioni europee: il classico simbolo del Pd, insieme alla scritta “Siamo Europei" su sfondo blu e quella "Socialisti e democratici" (Pse) su sfondo rosso.

 

      

Dicembre 2020         

Dalla ideologia dell'on.Togliatti a quella di papa Francesco

 PER NON CONFONDERE NELLA COMUNE PREOCCUPAZIONE PER  GLI  EMARGINATI DAL SISTEMA ECONOMICO  I PERCORSI  STORICI   DEL CRISTIANESIMO CON QUELLI DEL MARXISMO

         

Con un recente documentario della RAI è stata ritrasmessa  la introduzione del Segretario Nazionale del PCI on.Togliatti   alla tribuna politica  del 25 aprile 1963  in occasione delle  elezioni politiche che si sarebbero svolte il 28 dello stesso mese e   nella  denuncia  dell'esclusivo perseguimento del profitto quale responsabile delle  ingiustizie sociali  per la costruzione di una società fondata sulla solidarietà e la fraternità fraternità di tutti gli uomini  ho rilevato la assonanza con i punti cardine  della pastorale dell'attuale pontefice orientata, oltre che alla dottrina sociale delle Chiesa  , alla teologia popolare dell'America Latina. 

Diceva  Togliatti:<< Il vero problema è che lo sviluppo economico è stato fino ad ora regolato dalla dura legge del profitto,dall'interesse del grande capitale  e dei ceti privilegiati .Il popolo ha lavorato forte-il ritmo del lavoro nelle officine è divenuto così intenso  che esaurisce un uomo nel corso di non molti anni. Ma è accaduto come per le api nell'amaro verso col quale Virgilio accusava i profittatori dell'opera sua-Ricordate?Voi fate il miele o api,ma sono altri che lo godono. I profitti dei grandi capitalisti alle stelle. Il socialismo è la nostra partita, noi non lo nascondiamo. Vogliamo una società nuova  fondata  sulla fine dello sfruttamento, sulla solidarietà e la fraternità di tutti gli uomini, sulla loro uguaglianza sociale, sulla accessione di tutti al benessere,alla cultura, alla gestione economica e politica del potere e sulla pace. Per questo lavoriamo e  combattiamo. Ed oggi per la nostra Patria vogliamo  una svolta a sinistra  per una avanzata democratica secondo le linee poste dalla nostra Costituzione con i principi che essa sancisce e che aprono al popoli italiano la speranza ove siano applicate su una luminosa  ascesa di progresso, di libertà e di pace.>>      

Se l'accostamento delle lettere encicliche   dell'attuale pontefice,ultima in ordine di tempo <<Fratelli tutti>>  con i richiami all giustizia sociale  di un comunista autentico che sul campo si era guadagnato il  titolo di “migliore” potrebbe portare i   critici di papa Francesco  a qualificarlo  catto-comunista,è certamente  inconfutabile che il  comunismo di ispirazione sovietica   e  liberalismo dell'economia di mercato non hanno raggiunto quegli obbiettivi di benessere generale garantiti dalle rispettive dottrine economiche   mentre, alla luce della  crisi generata dalla  pandemia,  emergono  ancor più macroscopiche le differenze fra chi è partecipe degli utili  di impresa del  sistema economico  attuale  e chi ne è escluso.

Se  coerente con la predicazione della fratellanza degli uomini giunge  da una dimensione religiosa la denuncia   di un sistema economico  che finisce per  considerare  il lavoro solo  come una delle componenti il costo di produzione,  la denuncia  di un sistema produttivo improntato alla incentivazione dei consumi,preoccupante diviene il silenzio sul modello economico sostitutivo della concezione interclassista cui si è ispirata la maggioranza dei cattolici di orientamento democratico cristiano   della quale la sinistra cattolica ne  ha proclamato la conclusione della esperienza storica ,

Leggendo la ampia pubblicistica sulla esperienza politica dei cattolici nell'America latina ed in particolare in Argentina, pesante risulta la cappa di silenzio che circonda  quella italiana    a favore di una originale  modello populista culminato nel culto peronista.

Dalla scissione della DC   inequivocabilmente è emerso  che  la comune  professione  religiosa  non  sia sufficiente ad  impedire nel mondo cattolico  gli  stessi dolorosi effetti  delle  numerose scissioni nella sinistra di orientamento  marxista  , frattura  che rischia di divaricarsi ulteriormente ove  la   evoluzione della  dottrina sociale della Chiesa  in senso pauperista   dovesse rendere impercepibile la  sua  distinzione dal  classismo che ha visto la principale propensione della sinistra cattolica dal solidarismo sociale  del quale la  DC aveva rappresentato l’alternativa.

 Silenzio preoccupante  quello del Magistero quando i diritti inalienabili della persona vanno ben oltre quello della piena occupazione di  regimi socialisti risultati comunque   perdenti nel confronto delle libertà politiche economiche e sociali garantite dal liberalismo economico.

Per quanto mi riguarda  prendo spunto dal richiamo del on, Togliatti alla preoccupazione di Virgilio alle api che lavorano per lasciare il beneficio del loro miele  per esserne spossessate  esprimendo il timore  di non finire in un formicaio in cui ognuno esaurisce nel lavoro il motivo stesso della propria vita.

  Il cattolico Maritain sui principi dell’azione politica del cristiano  affermava<<Una cosa assolutamente essenziale al cristianesimo è la soprannaturalità della grazia. Togliete questa soprannaturalità e il cristianesimo si corrompe. Che cosa troviamo all’origine del disordine moderno? Una naturalizzazione del cristianesimo. E’ chiaro che il Vangelo reso puramente naturale( e quindi assolutamente corrotto) diviene un fermento di rivoluzione di straordinaria virulenza>>.

 

 Vedi : ottobre 2020  UNA VOCE  AUTOREVOLE DEL PENSIERO CATTOLICO

 

 

          ottobre 2020                           

Con quale strumento politico ?

UN RINNOVATO IMPEGNO POLITICO UNITARIO DEI CATTOLICI

 POLITICA INSIEME

La dottrina sociale  cattolica arricchita della recente Enciclica di Papa Francesco “FRATELLI TUTTI”  secondo  uno dei suoi maggiori cultori,padre Sorge gesuita come l'attuale pontefice, costituisce l'ideologia della Chiesa che, una raccolta di documenti che ,partendo dalla Rerum Novarum di  Leone X giunge ai giorni nostri, naturalmente riferendosi al Vangelo e ai suoi  autorevoli interpreti della patristica.

 Per la completezza del  pensiero  nel quale si affrontano problematiche sociali essa inevitabilmente ci pone di fronte alla questione  dello strumento  necessario ad attuarla ,se occorra un partito dichiaratamente cattolico per tradurlo in pratica, o se  per svolgere il ruolo evangelico del lievito e del sale basti l'inserimento nelle diverse  formazioni politiche del variopinto panorama politico italiano nelle quale sono confluiti anche i reduci dell'esperienza  democratica cristiana..

Risalendo alla più autorevole rappresentante  del mondo  cattolico, il Papa, particolarmente chiara fu la  sua risposta ad una precisa domanda in tal senso rivoltagli nel lontano 2015:<<quale discernimento può venirci dalla spiritualità ignaziana(gesuita) per aiutarci a mantenere vivo il rapporto tra la fede in Gesù Cristo e la responsabilità ad agire sempre per la costruzione di una società più giusta e solidale?

: “Noi dobbiamo fondare un partito cattolico!”: quella non è la strada. La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico. “No, non diciamo partito, ma … un partito solo dei cattolici”: non serve e non avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato. “Ma, un cattolico può fare politica?” – “Deve!”

Con l' intervista   rilasciata il 5 settembre 2020 dal professor   Stefano Zamagni , nominato  presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali da papa Francesco ,l'illustre economista  bolognese  rifacendosi alla scelta   della molteplicità delle opzioni partitiche   successiva allo  scioglimento della Dc  decisamente afferma i cattolici in politica si sono frazionati finendo per non contare più nulla....... ”per giustificare la nuova iniziativa “Politica nsieme”,un nuovo partito  “di centro, moderato; autonomo rispetto alla destra e alla sinistra; laico, non confessionale e aperto a credenti e non credenti, che si riconoscono e aggregano sulla base della piattaforma programmatica”.

Dopo averne tracciato il percorso formativo attuato attraverso l'impegno di molteplici commissioni l'autorevole l' intervistato   sottolinea che ” a confronto di quello che non c’è negli altri partiti, in ‘Politica Insieme’ c’è una prospettiva, un respiro, una visione, di medio e lungo termine per immettere una  con una”forza nuova e con una ispirazione cattolica, senza le quali “ nessuno può scommettere sul futuro del Paese”.

….. Oggi vivono due modelli: neoliberista e neostatalista di mercato. Questa nuova forza propone un modello che affonda le sue radici nel Settecento italiano e dentro il mondo cattolico, con la specifica caratteristica di mirare alla prosperità inclusiva.

Cinque i temi forti. “Lavoro, famiglia, scuola, pace ed Europa, nella convinzione che gli attuali poli sono inadeguati a incarnare le istanze dei cattolici”, dice Stefano Zamagni che aggiunge: “lo sanno anche i sassi che ormai in Italia abbiamo bisogno di dare vita a un soggetto politico di centro, moderato, autonomo sia dalla destra sia dalla sinistra. Questa storia del centrodestra e del centrosinistra ha letteralmente rovinato la nostra democrazia. Tutti ci lamentiamo ma nessuno ha il coraggio di indicare la causa generatrice di questo malfunzionamento: il bipolarismo che uccide la democrazia. Il Bipolarismo va bene solo negli ambienti anglosassoni, lì c’è una unitarietà di fondo tra gli elettori e la differenza è solo di programmi spiccioli. Quindi va bene che ci sia una formazione di destra e anche di sinistra. Ma perché non ci deve essere una formazione di centro che si ispiri ai principi del cristianesimo?”.

Alla domanda se s’intenda rifare la DC la risposta di Stefano Zamagni è netta:“Assolutamente no. Un anno e mezzo fa ho scritto un saggio in cui dicevo che la Dc ha avuto una grande funzione ma ha esaurito il suo corso storico. Nessuno ha in mente di ricostruire la Democrazia cristiana: chi dichiara il contrario o è stupido o in malafede.      

 

FC FAMIGLIA CRISTIANA

21/02/2020di Antonio Sanfrancesco

ZAMAGNI: «IN EMILIA DOPO IL VOTO BONACCINI HA TRADITO I CATTOLICI»

L'economista scelto da Bergoglio per guidare la Pontificia Accademia di Scienze Sociali: «Prima ci ha chiesto di sostenerlo e poi ci ha lasciati con un pugno di mosche in mano. Un partito cattolico? Il primo a dire no è stato il Papa. Serve un movimento ispirato dal cristianesimo per far tornare al voto gli italiani stufi della polarizzazione destra-sinistra»

Professore Stefano Zamagni, Bonaccini l’ ha delusa?«Il punto è semplice. Prima delle elezioni regionali in Emilia Romagna Bonaccini aveva detto, apertis verbis, che era necessario aprire il Pd ai corpi intermedi e all’ associazionismo chiedendo il sostegno di mondi trasversali, tra cui quello cattolico, alla sua lista civica».

E dopo la vittoria?«Nessuno di questi mondi, ai quali è stato chiesto di collaborare e che hanno contribuito alla vittoria, è rappresentato in giunta regionale. Non c’ è stata nessuna corrispondenza tra le promesse fatte in campagna elettorale e i fatti successivi. Siamo rimasti con un pugno di mosche in mano».

Per quale motivo?«Non lo so se sia stata fatta per ingenuità o calcolo, resta comunque una scivolata grave e che lascerà il segno».......

Per contare di più ed evitare “delusioni” come quella in Emilia Romagna?«Anche. Le elezioni regionali emiliane confermano la necessità di dare vita a una forza politica ispirata ai principi del cristianesimo. Ispirarsi non significa farsi dettare l’ agenda da questo o quello ma trarre indicazioni, spiegando agli elettori il programma che si vuole portare avanti e poi, se eletti, agire. Solo così in futuro potrà essere evitato quello che è successo con Bonaccini».......

Ma è una questione di posti?«Ma va. La vicenda dell’ Emilia Romagna è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non è che non abbiamo avuto niente e facciamo le bizze, scherziamo? Mica ne faccio un problema di rivendicazionismo. È una questione politica»....

Spieghi.«Bisogna riempire quel vuoto che è stato lasciato sguarnito al centro dalla polarizzazione tra destra e sinistra. Anche perché, un po’ ipocritamente, si dice centrosinistra ma chi guida le danze è la sinistra, si dice centrodestra e chi guida le danze è la destra. E il centro resta solo una parola vuota»......

Ma i cattolici sono sparsi un po’ ovunque, adesso.«Ci sono dei cattolici che si riconoscono nelle tesi della Lega, del Pd, di Leu o di Fratelli d’ Italia. Va benissimo, non bisogna mai demonizzare nessuno. Io sono per il pluralismo e quindi mi chiedo perché non debba esserci un luogo che accolga tutti quei cattolici, e non solo, che non si riconoscono né nella destra né nella sinistra. Faccio un discorso laico, non integralista, a differenza di altri».

Chi?«Non mi va di fare polemiche. Il metodo è quello che papa Roncalli aveva insegnato tanti anni fa: se incontri qualcuno sulla sua strada non chiedergli da dove viene ma dove va e se andate nella stessa direzione fate un tratto di strada insieme».Io preferisco un processo più lento ma in grado di dare maggiori garanzie»......

Il mondo cattolico come si regolerà in Emilia con le prossime scadenze elettorali?«L’ anno prossimo si vota a Bologna per le comunali. Chiunque si candida a sindaco non potrà farcela senza il sostegno dei corpi intermedi e dell’ associazionismo cattolico, il Pd per quanti sforzi possa fare non potrà andare oltre il 22-23%».Quindi vi organizzate per conto vostro?«Vedremo. È chiaro che questa vicenda ha lasciato un segno enorme»...                                  

 

                                          DEMOCRAZIA CRISTIANA

 

Per quanto mi riguarda saluto con favore la notizia della costituzione di “INSIEME” pur essendo  sostenitore  dell'azione legale che lungo i diversi gradi di giudizio  ha condotto al pronunciamento  della  Suprema Corte di Cassazione che con  sentenza  ha dichiarato illegittimo lo scioglimento della DC,  e la conseguente bocciatura delle pretese di  utilizzarne il

simbolo scudo crociato chi  ne rivendicava  la disponibilità  in quanto facente parte   patrimonio del partito che immediatamente  ha  diffidato chiunque intenda utilizzarlo senza specifica autorizzazione degli  organi preposti.

Lo faccio anche senza   ritenere per lo meno  ingeneroso quell'<<assolutamente No>> col quale il professor Zamagni ha risposto alla domanda se intendesse rifare la DC quando dai punti programmatici  da lui enunciati risulta che il nuovo soggetto politico  verrebbe ad occupare  esattamente la stessa area  politica di centro  rivendicata  dalla Democrazia Cristiana.

Dalle notizie degli ambienti nei quali  ha preso corpo  POLITICA  INSIEME non posso non prendere atto dell'esercizio da parte degli stessi , dei  quella capacità”convocatoria”esercitata negli stessi ambienti che promossero la costituzione della  D.C in cui Zamagni proclama l'esaurimento, Difficoltà di comunicazione   cambiamento di rotta dello stesso Magistero?

Personalmente leggendo i principi contenuti nella nuova Enciclica di papa Francesco  mi sento ripagato delle amarezze  provate quando , particolarmente dagli stessi ambienti nei quali è maturata l'iniziativa di “POLITICA INSIEME”  dall'associazionismo dei giovani cattolici, particolarmente dall'Azione Cattolica e da Comunione e Liberazione  pervenne la pretesa di aderire alla Democrazsia Cristiana  nella discontinuità dalla sua storia.  La stessa identica condizione  con la quale dagli stessi ambienti si è inteso entrare nelle sedi del PD:

11)<<Ogni generazione deve far proprie  le lotte e le conquiste  delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. .....

13)Si avverte la penetrazione culturale di una sorta di “decostruzionismo” …..,

14)<<Sono le nuove forme di  colonizzazione  culturale …. .

15)Il modo migliore per  dominare e avanzare senza limiti  è seminare  la mancanza di speranza  e seminare sfiducia  costante, benché mascherata  con la difesa di alcuni valori......

Ove con l'iniziativa rappresentata dal prof.Zamagni  si volesse escludere la Democrazia Cristiana  da un necessario confronto con tutte le componenti del processo  storico dell'impegno politico dei cattolici  quella che partecipò alla esperienza  democratica cristiana di riferimento degasperiano , ci troveremmo di fronte a quella  aprioristica scelta di campo dell'unità delle sinistre laiche e cattoliche  del quale,nell'immediato dopoguerra  fu espressione  il Governo del Comitato di Liberazione Nazionale .  Solo in tal caso  troverebbero  giustificazione due partiti  di ispirazione cattolica ,di cui uno a  denominazione Democrazia Cristiana   per rappresentare  quella linea politica  mai condivisa da  Giuseppe Dossetti  che dichiarò  di non  essere mai stato democristiano  pur avendone ricoperto il ruolo di vice segretario nazionale.

Ma chi, lungo la storia dell'impegno cattolico bolognese, con me  ha visto prevalere  nella sinistra storica, dal PCI in poi la , identificazione  della rappresentanza cattolica nei Pastori pro tempore  delle diocesi  per non ammettere il ruolo subordinato e minoritario   dei cattolici aderenti  alle sue fila,conosce quanto culturalmente più ampie siano le motivazioni di uno schieramento  di classe  rispetto alle condizioni economiche degli appartenenti a un vero e proprio sistema,come ebbe a sintetizzare il cardinale Biffi con la definizione <<Bologna sazia e disperata>>.

 

  ( Gabriele Cantelli)

 

 

 

 

Ottobre 2020

TEOLOGIA DEL POPOLO  -SVILUPPO DEL CONCILIO

                           Esiste una nuova  ideologia cattolica?

 

Avvenire, fra i commenti di autorevoli  personalità del  mondo accademico riporta quello di Maurizio Gronchi, docente di dogmatica dell'Urbaniana e  Consultore della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi è l'unico a collegare  strettamente la lettera enciclica di  papa Francesco “FRATELLI TUTTI” al Vaticano II  nel percorso della teologia del popolo di origine argentina.:  “Popolo e popolarismo per sconfiggere il populismo:Sbagliato pensare che  questa rinnovata teologia  del popolo sia  uno sviluppo del Vaticano II? Il papa prende netta distanza sia dalle forme populistiche sia da quelle  liberali:<<in entrambi i casi riscontra la difficoltà a pensare in modo aperto che ci sia posto per tutti, che comprenda  in sé i più+ deboli e rispetti le diverse culture>>ecc.ecc.

AVVENIRE, a pagina 5-Vangelo e società-  sotto il titolo “Il Papa:ci si può salvare  solo insieme <<Fratelli tutti>> per un mondo più giusto-riporta una sintesi dell'intero documento pontificio  la cui versione integrale è contenuta   in undici pagine  in numeri romani  da I a XI aperta dalla considerazione dell'autrice “ Un manifesto per i nostri tempi. Con l'intento di far rinascere una ispirazione mondiale alla fraternità che si rivolge <<a tutti i fratelli e sorelle>>, a tutte le persone di buona volontà, al di là delle loro convinzioni religiose>> è <<uno spazio di riflessione sulla fraternità universale>>.Necessaria nel solco della dottrina sociale della Chiesa, per un futuro <<modellato dall'interdipendenza  e dalla corresponsabilità nell'intera famiglia umana>>:Per <<agire insieme, e guarire dalla chiusura del consumismo, l'individualismo radicale   l'auto protezione egoistica>>.Per superare le ombre del mondo chiuso>> e conflittuale<<rendere possibile lo sviluppo in una comunità mondiale che viva  l'amicizia sociale>>, Per la crescita di società eque e senza frontiere. Perché l'economia e la politica siano poste << al servizio del vero bene comune>>.Perché  quanto stiamo  attraversando con la pandemia non sia l'ennesimo grave evento storico  da cui non siamo stati capaci di imparare>>.Perché le religioni  possano offrire<<un prezioso apporto per la costruzione della fraternità  e per la difesa della giustizia nella società>>.

Lungi da me contestare il contenuto di un enciclica papale che nei fondamentali corrisponde  all'impianto della “GAUDIUM ET SPES” una  delle  quattro  Costituzioni del Concilio Vaticano II  che ha  contribuito  alla stesura attuale del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa  oltre che nella  nella Evangeli Gaudium e la Laudato sempre  dell'attuale pontefice.

Mi sconcerta quel senso di novità data  capisaldi della dottrina  sociale che  rischia di tradursi  in culto della personalità dell'autore di  un ampio  e profondo trattato  sulla fraternità e carità cristiana volto a riaffermare i principi evangelici  della centralità della persona umana per richiamare tutti ad una solidarietà a favore dei poveri ed emarginati maggiormente esposti alle   sofferenze dell'attuale pandemia che, alla luce di una fraternità  nella creazione ,  non può trovare confini  politici di  nazioni e limiti di diritti di  proprietà dei beni .

Quale allora lo scopo dell'attuale  documento pontificio se, sul piano dottrinario   nella non sussistono  elementi di sostanziale  novità ?

A mio modesto avviso,  scopo dell'enciclica   è quello di dirci che  i popoli e le categorie escluse dalla situazioni di benessere  di una minoranza privilegiata sono stanchi da un sistema di libero scambio che  non ha programmi e progetti di intervento che rendano credibile un loro rapido e sostanziale cambiamento di condizione sociale per costituire  una reale alternativa al percorso di  incontrollati e incontrollabili flussi migratori.

Il problema   ben più profondo dello scontro fra popolarismo e populismo ,  oltre i rischi di un facile incasso di consensi elettorali da parte  della  Lega e dei movimenti   populisti assurti alla ribalta della politica italiana , è determinato dalle condizioni di  ricettività da parte dei Paesi destinatari di detti flussi  ora aggravate  da una  pandemia che non  ne consentono la integrazione  se non  attuando strutture che,per non essere dei lager, dovrebbero  garantire condizioni di vita che gli Stati non sono in grado di garantire a chi ne ha la cittadinanza .

Il documento di Papa Francesco pertanto suona come campanello di allarme  di una situazione che richiede interventi strutturali per uno sviluppo sostenibile  che sollevi i più deboli dei quali le religioni non possono e non vogliono svolgere il ruolo di seminatori di speranze ma di  principi di giustizia.

La corposità dell'Enciclica per la molteplicità e la   profondità dei  contenuti è quello della volontà di studiarlo da parte di un mondo cattolico che dallo stupore della novità emerso dalle  recensioni della stampa dimostra di  non aver letto  il Compendio della Dottrina sociale  che ne contiene i contenuti .

Ecco allora che si pone la necessità  di cattolici partecipi della vita sociale di promuovere occasioni  di studio e di approfondimento  dei contenuti dell'enciclica  per individuare insieme le modifiche del sistema economico attuale  del quale  vengono indicate le aberrazioni  della povertà senza speranza, della dipendenza   di bisogni indotti da indirizzi produttivi in funzione della appartenenza   alle diverse  categorie sociali, vengono  riaffermati i limiti  della proprietà privata  per una maggior giustizia distributiva, volendo non  ricadere in  nuove  forme di socialismo reale casomai   lungo un  percorso educativo diverso da quello marxista..

Occorre in sostanza un risveglio cattolico  sul piano culturale   per non essere   massa di manovra, per non trasformare le giovani speranze   assurte agli onori della cronaca nelle recenti elezioni regionali come “sardine” in un prodotto confezionato da contrapporre  alla suggestione  di  nuovi populismi  , avendo individuato l'accoglienza dei migranti come la ragione chiave della convergenza delle sinistre laiche con le sinistre cattoliche per una nuova alleanza di governo.

 

    Enciclopedia Treccani

 ideologia :Il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale.

 

 

         UNA VOCE  AUTOREVOLE DEL PENSIERO CATTOLICO

Padre Bartolomeo Sorge,considerato dallo stesso Papa Francesco come il più esperto    studioso delle dottrine sociali all'interno della Compagnia di Gesù cui appartiene lo stesso pontefice, nella sua “Introduzione alla Dottrina sociale della Chiesa,al capitolo II afferma:<<Così di fronte al materialismo filosofico del liberalismo e del marxismo, la chiesa rompe ogni indugio e riafferma il primato della filosofia spiritualistica cristiana.Una vera e propria ideologia cattolica  viene a contrastare  il passo all’ideologia del capitalismo e del socialismo>>…..

Questi i principi della ideologia cattolica enunciati da p.Sorge:

            I ) la dignità della persona umana;

           II)l’economia ha una sua dimensione etica, proprio in quanto essa  è                  essenzialmente orientata  al servizio dell’uomo;

III) Lo Stato intervenga nella questione sociale ed economica aiutando i più bisognosi.E’ compito dello Stato perseguire il bene comune.

Ritornando  pertanto alla definizione di  ideologia del vocabolario  Treccani  sarebbe assurdo che  l’azzeramento delle ideologie costituisse la condizione  sine qua non della evangelizzazione e del dialogo  quando esse, volenti o nolenti rappresentano le finalità e i programmi di ogni forma associativa ,le realtà   culturali con le quali  ci si deve  confrontare senza estromettere  alcun argomento programmatico ove   ritenuto essenziale al perseguimento del bene comune.

Stranamente anche all'interno della Chiesa si è fatto della fine delle ideologie una sorta di dogma, cioè di  verità indiscutibile, dal crollo del comunismo coincidente con fine dell'Unione Sovietica, lo stato guida  del comunismo internazionale, e dei regimi  dei Paesi satelliti, tanto che l'attuale pontefice  ha relegato comunismo e nazismo fra le esperienze del secolo scorso.

Ma alla   fine delle  ideologie  non ha trovato giustificazione quel pensiero  unico che lo stesso papa giudica  responsabile  del progressismo senza confini  cui imputare le degenerazioni   dell’epoca  attuale? Non è  forse la diffusa ignoranza della nostra storia  a consentire il culto dell'uomo forte a rendere possibili nuove esperienze autoritarie  ?”

 

          Gabriele  Cantelli

 Agosto 2020

                              L'IMPEGNO POLITICO DEI CATTOLICI

                          DOPO LA DIASPORA DEMOCRATICA CRISTIANA

 

Con Sentenza n.18746 depositata in data 12 luglio 2019 a Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo lo scioglimento della DC, che fu il partito   della maggioranza  dell'elettorato del mondo   cattolico di conseguenza i beni del partito e fra questi il simbolo scudo crociato che ne è parte integrante,con la bocciatura delle pretese di chi ne ha esercitato  la disponibilità  sono rientrati nel patrimonio del partito che  immediatamente  ha  diffidato chiunque intenda utilizzarlo senza specifica autorizzazione degli  organi preposti..

La sopra riportata decisione ha concluso una annosa vertenza  giudiziaria  aperta per fra quanti rivendicavano  detta disponibilità per vantare una discendenza politica diretta dalla Democrazia Cristiana che purtroppo nel tempo si è rivelata strumentale alle ambizioni personali dei leader  e non   ai  valori  della Dottrina Cristiana cattolica  ai quali il nostro partito alla quale il nostro partito permane  orientato  nella consapevolezza di non essere   riuscito a  raggiungere    gli obbiettivi  di  di una maggiore giustizia sociale perseguibili con uno sviluppo economico dipendente  dalle condizioni del  mercato internazionale.

La scissione della DC oltre a   collocare le propensioni politiche  degli elettori cattolici nell'area di centro,quelli di orientamento degasperiano ,la sinistra di riferimento dossettiano nel  centrosinistra   inequivocabilmente ha evidenziato quanto  la comune  professione  religiosa   non  sia sufficiente ad  impedire nel mondo cattolico  gli  stessi dolorosi effetti di  disconoscimento e contrapposizione  che hanno contrassegnato le   numerose scissioni nella sinistra di orientamento  marxista  ; fratture  che rischiano  di divaricarsi ulteriormente ove  la   evoluzione della  dottrina sociale della Chiesa    corrisponda  alla sovrapposizione della teologia del popolo   di origine latino-americana sul  processo storico  della Democrazia Cristiana europea    con    una sorta  conflitto di pù o meno latente    di culture dei diversi livelli economici   all'interno   del mondo cattolico.

Pertanto il ricorrente  richiamo all'impegno politico di cattolici in occasione del centenario dalla pubblicazione dell'Appello ai Liberi e Forti  di don Sturzo per la costituzione del Partito Popolare  con la indicazione dell'esempio di De Gasperi, Dossetti, La Pira,sul piano politico , e di don Milani  e don Mazzolari  ove il  Magistero non affronti la questione irrisolta della alternativa  a un  capitalismo che del riferimento  liberal- democratico ha fatto un alibi per catalogare le povertà fra gli scarti di lavorazione del processo produttivo senza risalire   alle corresponsabilità di un pluralismo associativo   che ha finito per svolgere un ruolo assicurativo degli interessi di cordate trasversali ai diversi contrapposti schieramenti.

L'accreditamento del pauperismo  di giusto  di riferimento evangelico quale  alternativa a uno sviluppo economico  che del consumismo ha fatto una delle leve del sistema produttivo finisce per assestare l'intera Chiesa sulla posizione di chi,con Dossetti, riteneva le conseguenze del capitalismo più ingiustificabili degli effetti liberticidi dei socialismo reale, eliminando dall'intera analisi la esperienza  del solidarismo interclassista della Democrazia Cristiana,  per  ipotizzare   percorribile una soluzione autoritaria  di impronta catto-comunista.

Se è vero come è vero che proprio a Bologna , capitale del comunismo occidentale, il PCI è  stato  sepolto sotto le macerie del muro di Berlino, non è detto che proprio nel capoluogo emiliano sopravvivano quegli  aspetti   dirigistici che hanno caratterizzato l'esperienza di potere delle sinistre, che hanno trasformato  non solo gli interventi urbanistici in affari maggiormente garantiti dall'allargamento   del numero delle presenze ai tavoli di concertazione.

Esempio non certamente edificante ne  sia quello convocato per la delocalizzazione delle Officine Rizzoli   che invece di garantire i livelli  occupazionali  ha garantito la conversione dell'area in cui esse insistevano ai piedi della collina di San Michele in Bosco in area residenziale.

Trattasi della sopravvivenza  di un vero e proprio sistema,quello consociativo emiliano-romagnolo, che pur riuscendo a digerire tutto, perfino chi sulle ragioni dell'opposizione   ha fondato    fortune politiche proprie e quelle della cerchia di  fedelissimi, probabilmente avrebbe messo in imbarazzo lo stesso Dossetti che se non altro della riforma della Chiesa avrebbe fatto la condizione necessaria a riformare la società  ;trattasi di quel sistema che  alle elezioni successive sconfisse Guazzaloca che  solo si era proposto di migliorare,che la Borgonzoni non si è  nemmeno provata a scalfire nonostante la pioggia di sanzioni milionarie  cadute su una cooperazione   considerata il suo architrave.

 Una serie di iniziative dell'associazionismo  cattolico  che vedono presenti i   soli qualificati  esponenti della sinistra  per diffondere la  convinzione della maggiore fertilità del  terreno sul quale cade il seme del seminatore  evangelico ci parlano della necessità di  una politica con la P maiuscola  guardandosi bene di toccare la questione della presenza di poteri masso-tecnocratici in grado di determinare le scelte urbanistiche  e le cariche direttive negli Enti pubblici e  privati ad indirizzo finanziario , di affrontare le questioni di genere che intaccano la solidità dell'istituto familiare, quelle dell'inizio e del fine vita in quanto  valori non negoziabili lasciati  in balia alle maggioranze parlamentari  che si andranno a comporre  nei  dibattiti parlamentare,  perché ben altro è il terreno del  decisivo confronto fra le principali coalizioni politiche nel quale    i giovani virgulti cattolici  fino ad ora  non hanno fatto altro di costituire con la trovata delle sardine una autentica   massa di manovra dei centri decisionali  di riferimento. 

E' da detti centri che ,secondo la stampa locale vedrebbero la presenza di autorevoli economisti   è stato stabilito che  il confronto elettorale decisivo fra gli schieramenti debba avvenire  sui  flussi migratori e non sulle linee di sviluppo economico del Paese  che ne sono la premessa di  un effettiva integrazione nella realtà nazionale perché  sul problema migratorio l'alleanza di sinistra  si può presentare  fedele interprete delle povertà evangeliche richiamate da papa Francesco  ,e a destra i cattivi   di Lega e Fratelli d'Italia gli artefici della esasperazione del problema di una immigrazione fuori controllo   dopo  le dimissioni  di  Salvini da Ministro degli Interni.

Nella ricorrenza del settimo anniversario dalla sua visita a Lampedusa,il Santo Padre ha messo tutti di fronte alla realtà dell'esistenza in Libia di veri e propri “lager",usando la ormai usuale definizione dei luoghi di spersonalizzazione per fame e torture che da quelli  nazisti  in poi caratterizzano ancora realtà analoghe in tutti i regimi liberticidi, non solo in tempi di guerra,quello libico compreso al quale i governi ai quali ha partecipato la Lega hanno fatto a gara a chi avrebbe offerto  i mezzi navali ed economici necessari a  impedire la partenza degli internati da autentici campi di concentramento.

Per contrastare questo brutto gioco delle parti che finisce per ricadere sulle vittime  occorre rafforzare la presenza dei partiti  internazionalisti che furono gli artefici della Unità  Europea per rappresentare a  livello sovranazionale,ONU compresa , l'esigenza di  affrontare la cruda realtà  dei paesi  del sottosviluppo  con la sensibilità che certamente non appartiene  al nazionalismo e al sovranismo  che stanno caratterizzando i  movimenti populisti europei  e l'attuale isolazionismo americano

 L’insegnamento che possiamo cogliere dagli eventi legati alla attuale pandemia   è quello di quanto sia velleitario intervenire sul sistema produttivo anche se  fermo e quanto sia insufficiente   una programmazione basata sull’andamento statistico dei tempi normali che,nel caso del sistema sanitario, ha visto anche le strutture  più qualificate  impreparate  ad affrontare l’imprevisto mentre  nessuna categoria operativa , medici, infermieri ,personale ausiliario , volontari e  sacerdoti  si è dimostrata immune alla aggressione del virus. Questo , a maggior ragione ci induce  a ritenere  nessuna componente sociale possa ritenersi     estranea alle conseguenze di errate scelte  strategiche

Consapevoli  delle  responsabilità delle conseguenze di una mancata alternanza democratica al governo del Paese che hanno finito per penalizzare  solo alcune delle forze politiche implicate nel sistema di potere    rivendichiamo  i meriti dei risultati ottenuti alla guida del Paese  per  ripresentare  la lista della Democrazia Cristiana  al fine di   garantire  quegli ulteriori livelli di  sviluppo che non possono essere raggiunti da una classe politica  che dell'impreparazione e improvvisazione ha fatto i principali  requisiti  della suggestione   populista.

 

  Questo lo spirito col quale dichiariamo la nostra disponibilità a partecipare a una  di Settimana sociale di tutte le componenti associative  che si dichiarano orientate alla dottrina sociale cattolica della quale solo   il  Magistero è in grado di esercitare  la capacità “convocatoria” ,per esercitare    la sua indipendenza   dai poteri in grado di condizionare istituzioni pubbliche e private  senza  indulgere a un protagonismo  funzionale  ad   aprioristiche scelte di campo.

 

 

31 agosto 2020
PATETICO L'ALLARME DI GALLETTI
Non si capisce quel “Gianluca Galletti non scioglie le riserve” che apre l'articolo del”Carlino” in cronaca di Bologna oggi 31 agosto per riportarci lo stato d'animo dell'ex ministro del governo Renzi quando le riserve si sciolgono quando sono avanzate delle proposte e non ci risulta ,dalla stampa locale, che il PD di proposte gliene abbia ancora avanzate.
<<Sfida fra nomi e non contenuti>> sono le ragioni che paiono turbare il braccio destro di quel Casini la cui candidatura al Collegio unico del Senato imposta dal PD di Renzi a mortificazione di Errani provocò la scissione di quel partito.
La verità è che Galletti,qualunque sia l'esito del toto-sindaco per le prossime elezioni comunali del nostro capoluogo di Regione, fa parte di quella schiera che con Guazzaloca si prefiggeva di migliorare il sistema del quale evidentemente faceva parte, che del sindaco e degli assessori,nonostante la loro dichiarata buona volontà, venne sconfitto alla successiva tornata elettorale. Per quanto mi riguarda, pure essendo io fra i dirigenti del CCD di allora, non partecipai alla inaugurazione della sede elettorale della lista capeggiata da Guazzaloca per sottolineare che la vittoria o la sconfitta sarebbe stata tutta sua.
La verità è che il PD di Bonaccini è sulle stesse posizioni del PCI di Fanti che non riconosceva altro spazio politico ai cattolici di quello interamente rappresentato dal cardinal Lercaro.

 

 

 

Agosto 2020

UN PARTITO DI ZAMAGNI ?

Non chiamatelo partito cattolico. Zamagni racconta la sfida di Politica Insieme

Intervistato sul  progetto di Politica Insieme, che  si ì presentato con un manifesto programmatico per la costruzione di una forza politica “d’ispirazione cristiana e popolare” che al contrario di quanto affermato dall'intervistatore , nell'immediato e alla   di tempo non ci sembra abbia i  innescato  quel “vivace dibattito, non solo nella Chiesa,” “ non sarà un partito, e tanto meno un partito cattolico”. Comunque che a dirlo sia  un economista vicino a papa Francesco, tra i primi firmatari del documento,  secondo Formiche.net   rappresenterebbe   un chiaro messaggio per “porre fine alla diaspora degli elettori cattolici”.

Voi giornalisti distorcete sempre le cose (ride, ndr). Non c’è ancora nessun partito, tantomeno cattolico. Politica Insieme è un’associazione di formazione sociale nata un anno e mezzo fa a Roma con la partecipazione di persone da ogni parte d’Italia. Dopo una lunga preparazione ha pubblicato il suo manifesto, che auspica la nascita di una forza politica che si qualifichi di centro e si ispiri a principi e valori della civiltà cristiana.

Alla domanda : partito ci sarà o no? Il prof.Zamagni risponde

<<Arriverà, in caso, alla fine. Al momento i firmatari del manifesto sono 500, per gran parte associazioni. Quando avremo chiuso le sottoscrizioni convocheremo un’assemblea che deciderà se far nascere una nuova forza politica.

Ritorna la vecchia Dc?

R:Niente affatto. La storia della Dc ha fatto il suo corso e non è più proponibile. Questo manifesto è semplicemente ispirato ai principi del personalismo cristiano, al pensiero di figure come Maritain, Ricoeur, Sturzo. In Italia se un politico dice di ispirarsi al liberalismo o al socialismo nessuno ha da ridire. Se invece vengono citati i principi fondanti del cristianesimo tutti si stracciano le vesti.

Alla domanda se si tratti di un progetto alternativo alla sinistra e alla Lega l'intervistato risponde :

<<Anche. La politica, che papa Giovanni Paolo II definiva la più alta forma di carità, non può ridursi a questioni come immigrazione, tasse, autonomia regionale. Un progetto politico di medio-lungo termine deve avere alle spalle un pensiero forte, altrimenti si riduce a un mero calcolo di interessi>>.

E su quale sia il pensiero alla base del progetto l'illustre professore  risponde:

<<Moderatismo, inteso non come puro istinto all’autoconservazione ma come <<preservamento equilibrato dei propri valori. Transumanesimo, sussidiarietà circolare, riforma del vecchio welfare state, ritorno della famiglia al centro della società sono altri punti fondanti del nostro programma......Noi aborriamo la cosiddetta negative politics. Cioè un’idea di politica che si basa sugli errori degli altri.

È il momento di passare a una positive politics. Difendi una tua identità, presenti obiettivi concreti da raggiungere e il cittadino sceglie da che parte stare>>. Ecc

 

 

D:<< a distanza di anni che l’opzione Ruini non ha funzionato? Ovvero che la dispersione in tanti partiti ha creato spaesamento fra i cattolici?

Il prof.Zamagni risponde Ruini prese quella decisione in un contesto particolare, credo non avesse altra scelta. Oggi la tesi della diaspora non ha più fondamento. In un regime democratico vale il principio di maggioranza. Se i cattolici si spargono in tante formazioni politiche che non superano il 5% rimarranno sempre minoranza. In politica bisogna rimboccarsi le maniche, non basta fare rete. I pescatori usano le reti per pescare.

C’è il bollino della Cei?

R:Si tratta di un’iniziativa aconfessionale, che parte dal basso. È normale che la Cei segua attentamente, ma non avrà alcun ruolo diretto.Ovviamente si interessa, perché è fatto di persone in carne ed ossa che vanno a votare. Non interverrà, perché riconosce la piena autonomia del laicato e non ha alcuna intenzione di indirizzare il consenso.

 

 

LE  NOSTRE CONSIDERAZIONI SULL' INTERVISTA A ZAMAGNI

Quanto riportato  dell'intervista basta per esprimere il nostro giudizio critico, senza proseguire  con una parafrasi dell'intero documento, per commentarne gli  aspetti più interessanti , innanzi tutto la liquidazione  della Democrazia Cristiana  come  esperienza storica senza possibilità di appello come partito, in una sorta di identificazione con le responsabilità di carattere penale coi  chiamati in giudizio,per non distinguerne la originalità del progetto alternativo a un capitalismo liberista e a un socialismo reale di prevalente riferimento alla esperienza sovietica.

Senza dare al partito il carattere di partito cattolico che nessuno mai volle rivendicare andando oltre lo scudo crociato del suo simbolo,certamente non possiamo dimenticare in proposito  sia  le prevalenti ricadute elettorali positive dello schieramento dell'associazionismo  cattolico  e delle strutture  parrocchiali per la  formazione  dei quadri politici  della DC del dopo guerra, ma neanche gli  aspetti negativi delle vicende che videro implicate di strutture  di chiaro riferimento cattolico nei maggiori scandali finanziari del sistema di potere.

Quello che ci sconcerta constatare  che a   decretare l'esaurimento della esperienza democratica cristiana  sia lo stesso associazionismo  dal quale provennero  i giovani che entrarono nella fase terminale del partito per rilevarne l'insegna  affermando  nel contempo la discontinuità dalla sua storia. Cioè senza riconoscere   l'architrave del sistema democratico italiano nella DC per  un lungo tratto del percorso politico dei cattolici italiani ed ora, ancor paggio, che a condividere il pensiero di autentici sprovveduti siano  personalità del mondo accademico  dovrebbero possedere tutti i requisiti necessari per risalire alle origini  del  processo storico dei cattolici democratici e riconoscere a   una certa sinistra cattolica la responsabilità di considerare   la DC di orientamento degasperiano  un incidente  al percorso verso l'incontro con la sinistra di riferimento marxista.

Alla luce di una tale doverosa ricostruzione storica , l'ispirazione nel  manifesto della nuova iniziativa politica  ai principi del personalismo cristiano di Maritain, Ricoeur  e Sturzo senza citare per lo meno De Gasperi  come alternativa  al liberalismo o al socialismo  rivendicando la libertà di pensiero che in Italia non è riconosciuta  ai cattolici, potrà costituire una frase ad  effetto ,ma certamente non giustifica la pietra  tombale posta sul grande statista trentino e al partito che ,se ispirato al livello e  alla sobrietà del suo esempio e non  alle sole ragioni del potere, non avrebbe concorso, pro quota con tutti  gli  altri dentro e fuori dall'arco costituzionale ,alla  diffusa  decadenza dei costumi personali  e delle istituzioni.

Lungi da noi  volontà di far risorgere la DC come la Fenice dalle sue ceneri senza aver fatto tesoro delle cause della interruzione del suo percorso ,  con il riconoscimento  della sua iniziativa  in “quell'area moderatismo, inteso non come puro istinto all’autoconservazione ma come custode equilibrato dei propri valori. Transumanesimo, sussidiarietà circolare, riforma del vecchio welfare state, ritorno della famiglia al centro della società sono altri punti fondanti del nostro programma” il professor Zamagni la ha collocata nell'alveo di quell'area culturalea della Dottrina Sociale Cattolica che costituì il riferimento ideale della Democrazia Cristiana di centro  alla quale  il chierico Dossetti dichiarò di non aver mai appartenuto  pur avendone ricoperto la carica di vicesegretario nazionale.

Zamagni per riferirsi alla originalità  della politica  di quella che vorrebbe essere una nuova formazione  politicarichiama il pensiero di Giovanni Paolo II che la definì<<la  più alta forma  di carità, non può ridursi a questioni come immigrazione,tasse, autonomia regionale.Un progetto politico  di medio e lungo termine  deve avere alle spalle  un pensiero forte,altrimenti si riduce a un mero calcolo di interessi>>.

 Quale fosse il pensiero forte cui si riferiva , a dirlo  fu lo stesso pontefice che nel Convegno ecclesiale italiano  di Loreto, ricordò come, pur mantenendo distinto l'impegno di apostolato da quello politico  e pur accettando cordialmente  la struttura democratica  dello Stato,tra i cattolici avesse sempre prevalso la tendenza verso  un impegno unitario soprattutto nei momenti  lo richiedeva il bene supremo della nazione.<<Questo insegnamento della storia , concluse il pontefice,non andava dimenticato:al contrario esso doveva essere tenuto  ancora ben presente <<nei momenti delle responsabili e coerenti scelte>> che il cittadino cristiano era chiamato a compiere in quel periodo della Storia d'Italia>>.

La questione che si pone alla luce di tale ragguardevole pensiero é quella della sussistenza nella situazione italiana delle condizioni  che dovrebbero indurre   i cattolici a ritenere l' unità elettorale  come valore quando, nelle ultime elezioni politiche, le liste che richiamavano alla coerenza in difesa dei valori  sensibili   hanno raggiunto percentuali di molto al di sotto  al quorum  del 5% fissato per ottenere una rappresentanza in Parlamento.

Il problema dei cattolici distribuiti in tutte le formazioni politiche  ,uscito dalla finestra  della Cei  sotto la presidenza Ruini eccolo  rientrare   dal porte del Magistero,specialmente  con la affermazioni dei papa Francesco di non interessarsi delle vicende nazionali e  che nessuna delle formazioni  della diaspora avrebbe la capacità “convocatoria “ delle altre  per promuovere un nuovo soggetto politico unitario. 

Ci sembrerebbe assolutamente insufficiente affrontare le prossime scadenze elettorali  senza sciogliere  i nodi politici  del  fallimento della  coesistenza delle sinistra cattolica con quella di orientamento marxistra nel PD ,del populismo di Salvini e del nazionalismo della Meloni, dell'affollamento al centro per appropriarsi dello spazio lasciato libero  dalla DC  e da  Forza Italia con Berlusconi  , da terzo incomodo  nel centrodestra.

Per quanto ci riguarda non possiamo non prendere atto che Bologna   ,dopo essere stata l'officina dell'Ulivo, con le importanti  importanti iniziative dell' Azione Cattolica e della comunità di Santì'Egidio,per l'impulso di  Zamagni e Prodi sta forse   divenendo la palestra  per il superamento   della concezione dossettiana della   riforma della a Chiesa per la  riforma della società per la piena  integrazione cattolica  nel sistema bolognese.

D'altra parte  , con  la presentazione della candidatura  al Collegiio unico del Senato previa sconfessione delle ragioni della contrapposizione consiliare di un giovane proteso ad ulteriori lusinghieri traguardi dietro  le esecrabili ragioni ideologiche di una sorta di gioco delle parti,  sembrerebbero non esserci altri spazi della integrazione nel sistema consociativo e masso-tecnocratico dopo che l'esperienza di Guazzaloca che voleva migliorare  è servita per intitolare a lui ,su proposta di Casini,  il premio che l'Amministrazione comunale  di Bologna riserva ai cittadini meritevoli.

  

 

                                         Gabriele Cantelli

AGOSTO 2020

 Il libro di Emilce Cuda

                                              LEGGERE FRANCESCO

 

                                               Teologia, etica e politica

Chiunque legga Francesco viene subito colto da  alcuni dubbi: a quale corpus categoriale si ispira la teologia  che è alla base del suo discorso?Si tratta della teologia della liberazione o è un discorso anacronistico degli anni settanta? Oggi la teoria della liberazione è l'unica  corrente teologica del continente  latino americano? Esistono una o più correnti all'interno della teologia della liberazione?La versione argentina chiamata teologia del popolo è parte della teologia della liberazione?

Da un  punto di vista ideologico, la teologia della liberazione è  marxista? E' possibile una teologia della liberazione nazional-popolare? Da un  movimento politico nazional-popolare,al di là del marxismo,può la componente  popolare fornire  le categorie teoriche  per l'analisi della realtà tramite uno sguardo teologico e politico?

La risposta, dice l'autore, spetterà ad ogni lettore  e questo libro cerca di fornire elementi utili a tale  riflessione.

Io, mi limiterò ad aggiungere  agli interrogativi posti dell'autore, questo<<può la teologia scaturita, a posteriori di una esperienza  nazional-popolare  possedere tutte le coordinate necessarie a divenire  la teologia dell'intero  mondo cattolico?

Per comprendere il punto di partenza teologico della teologia del popolo,dice l'autore  dell'importante  trattato , bisogna conoscere  il mistero intratrinitario di Dio,e sapere che il dogma cristiano, la piena volontà di Gesù rispetto  alla  volontà del padre, e la sua razionalità completa totale  con lui  è una dialettica di obbedienza -libertà, di comunione -distinzione.....

Per comprendere tale fondamento teologico, dell'essere in senso  relazionale , proposto quale fondamento teologico-politico per la cultura della vita -predicato dal papa in continuità col magistero  episcopale latino americano, e in contrapposizione  all'individualismo che uccide -,bisogna  prima sapere    che il Dio del cristianesimo è Uno e Trino. Ignorarlo equivale a non conoscere  né la teologia cristiana, né il cristianesimo stesso e quindi rischiare di distorcere ogni intento di comprensione ermeneutica. Se lo si ignora, prosegue l'autore , non si potrà capire nemmeno il discorso di Francesco come pastorale  teologica , e in lui si leggerà unicamente una denuncia politica  senza alcuna relazione  col mistero escatologico della rivelazione. Se non si conosce  nemmeno il fondamento cristologico del suo discorso, quello del logos incarnato in un'unione  non “confusiva” , le sue parole potranno sembrare  un mero esercizio di liberazione-mentre a mio giudizio sono proprio questo....... tra il Padre e il Figlio c'è una relazione  tra Persone, relazione che è originaria , nella quale è possibile  distinguere  ognuna delle Persone  in un'unità che non le confonde......                    

 

                                                               LE MIE CONSIDERAZIONI

La quanto mai faticosa lettura dell'importante trattato  sulla teologia popolare del quale  ho riportato le parti  necessarie ad un confronto di posizioni non preconcette doverosamente  mi induce   ad invitare i miei lettori a  procurarselo per migliorare le coordinate culturali  di un loro autonomo percorso  di giudizio.

 Ad indurmi ad esprimere le mie considerazioni particolarmente a quanti  sopravvissuti per longevità  alla parabola democratica cristiana  per richiamarne l'attenzione sulla  marginalizzazione della presenza dei cattolici, ovunque si siano accasati dopo la forzata  illegittima sospensione  della attività dl partito,  sono le inesorabili  scadenze elettorali  regionali fissate al prossimo settembre nelle quali gli elettori sostanzialmente si sentiranno  convocati per  a pronunciarsi sull'efficienza ed efficacia delle misure economiche faticosamente approvate dalla attuale coalizione di governo per limitare  i danni  della pandemia ancora in atto , o  per quella   alternativa al semplice   motto<<io ti darò di più>> prescindendo dalle condizioni disastrose del bilancio nazionale,

Se le  iniziative dell'Azione cattolica e della Comunità di Sant'Egidio di  interesse  certamente superiore alla dimensioni della città dove si sono attuate   avevano avuto il chiaro significato di un invito al risveglio della presenza cattolica senza metterne in discussione le attuali diverse  collocazioni , non possiamo non prendere atto di una mobilitazione giovanile che,partita da  piazza Maggiore  si è rinnovata in altre occasioni dentro fuori città  per dimostrare il dissenso nei confronti del populismo della Lega di Salvini e concludesi nel sostegno alla candidatura di Bonaccini nella decisiva sfida delle ultime regionali .

L' indignazione del prof.Zamagni per l'insensibilità dimostrata del beneficiario con la esclusione dalla compagine di giunta  di una  qualificata rappresentanza cattolica rende la precisa idea della scelta di campo sua e del patrocinatore della su nomina alla presidenza della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

 Quanto dianzi detto , a mio modesto avviso, non può non promuovere  la apertura  di  un  serio confronto interno a mondo cattolico che  complessivamente non sembra avere  particolare consapevolezza della gravità del momento soprattutto per  comprendere  la direzionalità degli appelli rivolti dal Magistero in occasione delle manifestazioni rievocative del centenario dell'appello sturziano ai giovani e forti  sia rivolto anche ai  cattolici italiani che  della  Democrazia Cristiana democratica fecero la  espressione della continuità del popolarismo del prete di Caltagirone o se  prevalga una  sensibilità   per i movimenti populisti   di cui la  teologia del popolo   che sta accompagnando la pastorale dell'attuale pontefice  è l'espressione .

Una teologia che otre il segnale di  vicinanza ai poveri,   appare più vicina alla filosofia della prassi di Gramsci  che all'esperienza  politica della maggioranza dei cattolici italiani che , con l'appoggio essenziale del Magistero individuarono  nella  Democrazia Cristiana e nella sua politica delle alleanze democratiche l'architrave del progresso economico e sociale dell'Italia..    

Dall'intero compendio  in quanto ricco di riferimenti storici ed ideologici infatti  non esce una citazione della esperienza democratica cristiana in Italia, tanto meno di quelle personalità  delle quali sono in  corso processi di beatificazione che hanno lasciato un segno indelebile nelle scelte di una libertà e di un internazionalismo che hanno  assicurato uno sviluppo economico  che l'America Latina certamente non ha;la costruzione di un progetto di Europa che non è pienamente decollato non per  colpa dei nostri padri della patria, ma di  quei successori che hanno curato  maggiormente l'interesse delle cordate  di affari trasversali agli schieramenti della maggioranza e dell'opposizione parlamentare e regionale di quella politica del bene comune .

Stando alle  affermazioni e ai riferimenti  del pensiero di qualificati teologi del popolo latino-Americano  parrebbe che il progresso sociale sia    maggiormente  assicurato  dai movimenti populistiche piuttosto che dai partiti. Quello peronista in primis.

Lungi da me la velleitaria pretesa di colmare tali distanze , impegno che merita  certamente ben altre espressioni dei cultura personale,la prima considerazione che mi giunge spontanea  dalla  attenta lettura del testo di riferimento che fa risalire la autenticità della teologia del popolo alla distinzione trinitaria è che solo lo Spirito Santo possa dare al popolo la capacità di comprendere  quanto i teologi latino-americani hanno scritto su di lui.

La seconda considerazione deriva dalle analogie di tale cultura con la cultura della prassi gramsciana , la  individuazione della cultura liberal-democratica se non altro come comune avversario  dalla quale ,anche per il marxismo, nasce la legittimazione di quella lotta di liberazione che i n Che Guevara ebbe il principale riferimento ideale del continente latino-americano.

 Chiarita la appartenenza della teologia popolare argentina ,quale branca, alla teologia della liberazione, dalla ampia letteratura sulla lotta brigatista  leggiamo  degli incontri di  casa Corghi  a Reggio Emilia  ai quali  oltre ad  esponenti dell'associazionismo cattolico e del Movimento giovanile DC  parteciparono giovani iscritti alla FGCI, in cui l'ospitante,dirigente della  della Democrazia Cristiana,(successivamente  segretario regionale del partito)  vissuto per circa  due anni nel continente latino americano,diede le sue informazioni ai presenti particolarmente interessati alla causa dei movimenti di liberazione. Fu da detti incontri che in alcuni fra loro  scaturì la  decisione  di passare ,fra i primi,alla  lotta armata in Italia

Altrettanto  interessante sarebbe  pure  conoscere il percorso dei rapporti dei piduisti Gelli e Ortolani  le cui fortune economiche vennero attribuite dagli stessi ai rapporti col regime Argentino   La  differenza  fra  popolare e populista la leggiamo  in “Le politiche del popolo” del gesuita  Francesco Occhetta:<< il termine populismo nasce dando  al popolo il suffisso “ismo” in senso spregiativo..Dire”populismo”significa riconoscer un vulnus nella dignità stessa del popolo e affermare la sua potenziale manipolazione...... Il primo elemento comune della cultura dei populismi, prosegue il dotto sacerdote, autore del libro,è quello di confondere volutamente le categorie di destra e di sinistra politica. La dialettica politica si sposta sulla contrapposizione<<alto>> e <<basso>>, come per esempio riguardo alla costruzione dell'Europa o al potenziamento dello Stato-nazione. Il populismo infatti, quando nasce di destra è ancora di

mostrarsi vicino alla sinistra. Lo dimostra  la parabola politica  dell'argentino Juan Domingo Peròn,uno dei più famosi leader populisti di destra<<Plebeo, antioligarchico, rivoluzionario (soprattutto ai tempi dell'esilio del suo leader),repressivo mediante gli squadroni della morte illegali, una volta al ritorno al governo, e poi neoliberista ,per diventare in seguito statalista in un quadro democratico>>.

Pur constatando che il libro di Cuda sulla dimensione religiosa dell'esperienza populista  argentina non ne propone la esportazione del modello  ,  è da  quel” Leggere Francesco”   ad accreditarlo quando l'attuale pontefice ,affermando che ai cattolici italiani non occorre un partito,non ha mai nascosto la  predilezione per tutti i  movimenti popolari ai quali si è sempre rivolto senza alcuna  discriminante , quali  strumenti  più idoneo dei partiti politici ad  affrontare il problemi dei diseredati  ed eliminare le disuguaglianze riducendo gli stili di vita dell'occidente economico.

Gli effetti dell'arresto del sistema produttivo al fine di contrastare la diffusione della pandemia   dovrebbe  indurci tutti a un confronto con la vasta letteratura  dei tempi precedenti  dedicata   all'arretramento  del  nostro sistema   produttivo in funzione consumistica, contrassegnata dalla denuncia di  una automazione e meccanizzazione industriale e agricola indicate quali maggiori  responsabili dell'incremento degli attuali livelli disoccupazione .

Preso atto che tutte le parti sociali  interessate  alla conversione(sul piano teorico) dell'intero sistema economico  si sono dimostrate  preoccupate di favorire  la ripresa  delle attività produttive e commerciali senza alcun altra velleità   di  garantirne almeno i   livelli occupazionali   precedenti la loro  la chiusura affrontando la crisi del mercato mondiale,  mi sembrerebbe assolutamente insufficiente giungere alle prossime scadenze elettorali  senza sciogliere  i nodi politici  del  fallimento della  coesistenza delle sinistra cattolica con la sinistra marxista  nel PD   ,del populismo di Salvini e del nazionalismo della Meloni in cui Forza Italia con Berlusconi  fa da terzo incomodo  senza voler  affrontare i problemi dl  vuoto politico   lasciato dalla  fine della centralità democratica cristiana.

Il corposo trattato sull'esperienza populista  latino americana a confronto con la cultura  popolare della quale mons.Occhtta ci gratifica col suo ultimo impegno letterario non possono non indurci al confronto  di  modelli  di società  che non possono essere sovrapposti , dei quali la realtà bolognese non rappresenta certamente  una soluzione  per coloro che hanno mantenuto l'indipendenza culturale ed economica necessaria a comprenderne i meccanismi del sistema di  potere. Quale il livello di autonomia  delle “sardine”per rappresentare una alternativa nel confronto fra  populismi?

 

 

 

                                        Gabriele Cantelli